con un Gran Galà al Museo Nazionale
«Calendario Di Meo 2014»:
Massimo Listri «cattura»
la Varsavia dipinta da Bellotto
Oltre 500 gli invitati, tra cui il magnate Jan Kulczyk, Zbyszek Boniek, i prìncipi Czartoryski e Radziwill, Jas e Elisabetta Gawronski, il musicista polacco Vadim Brodski, il regista Zanussi, la stilista Teresa Rosati, Fawaz e Caroline Grousi, Michel de Yougoslave, Marta Marzotto, il Prìncipe Giovanelli, il Prìncipe Gelasio Gaetani Lovatelli D'Aragona, il Prìncipe d'Arenberg, lo storico dell’arte Philippe Daverio, Joanna Killian (curatrice della mostra sul Guercino) Anna Martirolo, Anna Bozena Kovalezyk (esperta di Bellotto) Fernando Mazzocca.
VARSAVIA - Mettere a confronto la Varsavia del '700 dipinta dal pittore «vedutista» Bernardo Bellotto, con quella, contemporanea, «catturata» daMassimo Listri, uno dei più importanti fotografi italiani conosciuti il tutto il mondo (già autore del «Calendario Di Meo 2013» dedicato alle Chiese di Napoli): è questo l'insolito e riuscito accostamento contenuto nel «Calendario Di Meo 2014», uno dei più prestigiosi pubblicati in Europa, di volta in volta affidato ad artisti di fama nazionale ed internazionale, e dunque diventato «pezzo» da collezione, che sarà presentato sabato 26 ottobre prossimo in Polonia, a Varsavia, al Museo Nazionale, cui seguirà un Gran Galà – fil rougesarà «Bal en tête» - con oltre 500 invitati del mondo dell’aristocrazia, della finanza, dello spettacolo, del mondo dell'arte e della moda.
A Varsavia, per l’occasione, ci saranno, tra gli altri, il magnate Jan Kulczyk, Zbyszek Boniek, i Principi Czartoryski e Radziwill, Jas e Elisabetta Gawronski.
Ed ancora il musicista polacco Vadim Brodski, il regista Zanussi, la stilista Teresa Rosati (che, per l'occasione realizzerà quattro abiti dedicati al tema della festa), Fawaz e Caroline Grousi, Michel de Yougoslave,Marta Marzotto, il Principe Giovanelli, Gelasio Gaetani Lovatelli D'Aragona, il Principe d'Arenberg, lo storico dell’arte Philippe Daverio,Joanna Killian (curatrice della mostra sul Guercino) Anna Martirolo, Anna Bozena Kovalezyk (esperta di Bellotto), Fernando Mazzocca.
L'espediente artistico di Listri è frutto del mecenatismo dei Fratelli Generoso e Roberto Di Meo, apprezzati vignaioli campani che, in pochi anni, hanno fatto conoscere i propri vini in tutto il mondo.
Da anni, tradizione vuole che il calendario sia dedicato ad una città dalle grandi tradizioni culturali. Varsavia è dunque l'ultima «meta», indicata dall'imprenditore-mecenate Generoso Di Meo, dopo Parigi, Madrid, New York e Marrakech.
Il «Calendario Di Meo 2014», dal titolo «Memoria e Futuro», mette dunque a confronto gli scatti di Listri e i capolavori del pittore veneziano Bernardo Bellotto. Il risultato è una composizione coerente, dal punto di vista formale, e sorprendente per la verosimiglianza tra pittura e fotografia.
L'introduzione alla mostra porta la firma di Vittorio Sgarbi che, sull'operazione condotta da Listri, così osserva: «Con buona pazienza, e con lo spirito di un artista concettuale, Listri si è messo nella posizione in cui era Bellotto nel dipingere gli edifici monumentali negli spazi urbani. Non solo le architetture, quindi, ma anche l'aria, il contesto, il cielo. E’ proprio grazie a ciò che è intorno che quegli edifici assumono rilievo, hanno una dimensione monumentale. E' lo spazio che li fa esistere. E, oggi, essi non appaiono falsi, proprio perché intorno a loro brulica la vita. Ma a Listri non basta. E allora agisce come in sogno. E non fotografa le riproduzioni costruite, ma gli edifici dipinti da Bellotto per rimontarli nei luoghi dove stavano»
Aggiunge Sgarbi: «L'operazione di Listri è perfettamente concettuale. Non è ingannevole. Non è illusoria. L'autentico non è ciò che abbiamo davanti agli occhi ma ciò che fu davanti agli occhi di Bellotto, che Listri ripropone con un adattamento che stabilisce un processo di autenticazione, contro una inevitabile falsificazione.
Cos'è dunque il reale ? E come può essere vero, ciò che è falso ?
Il verosimile dell'arte è più vero della realtà virtuale derivata dai quadri.Dunque, non sono i quadri a riprodurre la realtà, ma la realtà a riprodurre i quadri. La fotografia di Listri documenta questa ambiguità»
Riccardo Guariglia, Ambasciatore d’Italia in Polonia, che inaugurerà la presentazione del «Calendario Di Meo 2014», ricorda come «Italia e Polonia hanno tra loro una profonda ed antica amicizia che affonda le proprie radici in valori comuni, morali e ideali. Nella sua storia millenaria, la Polonia ha mantenuto rapporti intensi e duraturi con l’Italia...evidenti sono le tracce lasciate dalla cultura italiana in Polonia, sin dai tempi del Rinascimento. Per oltre tre secoli l’arte polacca rimase influenzata da modelli italiani. Ancor oggi si ammirano in Polonia gli splendidi palazzi di Merlini, Locci, Lampi, Corazzi,ecc…; numerosi sono i pittori italiani che hanno lavorato in Polonia: basti citare proprio Bernardo Bellotto (detto il Canaletto, nipote di Antonio Canal, anch’egli chiamato il Canaletto), scelto come filo conduttore del Calendario Di Meo 2014...»
Dietro quella che è una meritoria operazione culturale ci sono, per l'appunto,i Fratelli Di Meo e la loro azienda vitivinicola, conosciuta in tutto il Mondoper le produzioni di eccellenza.
Ma perché proprio Varsavia ?
«Dei Paesi dell'Europa centro-orientale usciti da una lunga e crudele dittatura - spiega Generoso Di Meo, anima della «Di Meo Vini e Arte», l'associazione che promuove il calendario - la Polonia è la nazione che, grazie all'impegno ed al buon governo dei suoi uomini politici, all'uso mirato dei fondi europei, è l'unica nei paesi dell'Est ad aver raggiunto un notevole sviluppo economico, che ha attirato anche l'interesse di importanti holding europee ed americane.
Ma Varsavia - aggiunge Di Meo - è anche una città che sta vivendo profonde trasformazioni: ricche e curiose gallerie d'avanguardia, teatri di ricerca, nuovi musei, come quello, originale, del neon, o quelli di arte contemporanea. Allo stesso tempo non dimentica il passato: i musei dedicati a due glorie polacche, Chopin e Marie Curie; il Museo degli Ebrei che qui vissero la ferocia disumana del regime nazista; quello dell'Insurrezione; il Castello Reale; il Museo nazionale, i palazzi costruiti negli anni Cinquanta che oggi testimoniano le tendenze di una architettura di regime non priva di fascino.
Varsavia è il cuore - conclude Di Meo - il simbolo di una nazione ricca di storia e di passione, di amore per la libertà e per la cultura, città proiettata nel futuro, ma non immemore della nobile tradizione culturale del passato vissuta con animo forte, unica luce negli anni bui della dittatura. Ed è motivo di commozione ricordare Gustav Herling che nell'esilio napoletano ha sempre tenuta per i suoi connazionali accesa la fiamma della speranza, della libertà, del riscatto».
I calendari delle passate edizioni hanno raccontato i dipinti inediti del Museo di Capodimonte ispirati al mondo del vino; gli acquarelli di A. Creswell, ungrand tour nell'Italia più segreta, ma non per questa meno affascinante; i bozzetti preparatori della colonna del vino, la scultura realizzata da Ivan Theimer per la piazza centrale di Bordeaux; le lettere ed i numeri di Lello Esposito portate a New York; le strade di Napoli e Madrid viste da Guido Albi Marini attraverso l'uso di sofisticati mezzi tecnologici; la Pompei di Giustino Chemello che ne recupera la realtà più nascosta; gli stupendi sipari creati da Giuseppe e Gustavo Mancinelli per il Teatro San Carlo di Napoli ed il Teatro Politeama di Palermo; gli acquarelli di Stefano Ussi e Cesare Biseo creati per il libro di De Amicis dedicato al Marocco; le icone berlinesi di Angelo Bucarelli, dodici protagonisti della Repubblica di Weimar tra ironia e mito; e nella scorsa edizione le Chiese di Napoli, chiuse al culto per ragioni di sicurezza o in via di restauro, fotografate con stupenda sensibilità da un grande artista Massimo Listri.
Per consultare i calendari delle precedenti edizioni consultare il sitowww.dimeo.it