lunedì 27 febbraio 2017

Al Teatro Elfo Puccini di Milano, in scena o spettacolo "LA MOGLIE. Viaggio alla scoperta di un segreto", scritto e interpretato da Cinzia Spanò.


2/12 marzo | sala Bausch

La moglie Viaggio alla scoperta di un segreto
di e con Cinzia Spanò
regia di Rosario Tedesco
luci Giuliano Almerighi
produzione TEATRO DELL’ELFO


Dal 2 al 12 marzo è in scena presso il Teatro Elfo Puccini di Milano lo spettacolo LA MOGLIE, scritto e interpretato da Cinzia Spanò, una delle attrici più intelligenti e attive del panorama milanese, diretto da Rosario Tedesco e prodotto dal Teatro dell’Elfo.

Al centro dello spettacolo Laura, personaggio liberamente ispirato alla moglie del fisico Enrico Fermi. A Los Alamos, nel deserto, mentre il premio Nobel lavora al “Progetto Manhattan”, la moglie, lontana da casa e dagli affetti, non può che interrogarsi sul mistero che avvolge le ricerche del marito.

Il testo intreccia sapientemente tre piani. La vicenda personale di Laura Fermi, costretta a scappare dall’Italia in seguito alle leggi razziali, relegata a Los Alamos, al ruolo di “moglie di”, nella posizione subalterna di chi non può sapere. La storia del mondo che rotola inesorabilmente verso la tragedia della bomba atomica. Il mito di Amore e Psiche, che ci ricorda come è difficile e pericoloso guardare nelle profondità dell’essere amato.

Un soffio di vento rapisce un giorno Psiche, la bella figlia del re, per portarla in un luogo lontano e solitario. Nella dimora dove il vento l’ha portata le fa visita al calar delle tenebre il suo sposo e con lui trascorre nel piacere le ore che la separano all’alba. Nella notte Psiche non vede il volto del suo amante e questa è l’unica condizione che le viene data per poter continuare a vivere in quel luogo incantato assieme all’uomo che ama… 


Anno 1942. Stati Uniti, New Mexico. In pochissimi mesi viene costruito in mezzo al deserto un laboratorio scientifico, e attorno a questo laboratorio abitazioni per ospitare le famiglie degli scienziati che vi lavorano. Nasce così una cittadina senza nome, senza indirizzo, non segnata sulle mappe, alla quale non è possibile accedere senza speciali permessi e dalla quale non è possibile uscire. Non ci sono telefoni e tutto è presidiato e strettamente controllato dai militari americani. È quello a cui gli scienziati stanno lavorando nel laboratorio ad essere oggetto di tanta segretezza. Nessuno sa di che cosa si tratti. Il mondo è in guerra. E in guerra il livello di massima segretezza prevede il divieto di parlare del lavoro persino alle proprie mogli. Esse, come Psiche, in quella cittadina lontana e senza nome attendono che arrivi la sera per incontrare i loro mariti di ritorno dal laboratorio. E, come Psiche, anche a loro viene chiesto di non conoscere fino in fondo il vero volto dell’uomo che hanno sposato.
Il mito racconta che la fanciulla una notte prende un piccolo lume e si prepara a far luce sul volto del suo sposo, sceglie di disobbedire, sceglie di conoscere. E così anche La Moglie vuole scoprire cosa si nasconde dietro al segreto di suo marito. Un segreto che ha cambiato per sempre la storia degli uomini e sui cui moventi e conseguenze non smettiamo ancora oggi di interrogarci.  


Il testo teatrale è liberamente ispirato alla vita di Laura, moglie del fisico Enrico Fermi. Prende in esame la sua vita con particolare attenzione al periodo passato a Los Alamos durante la Seconda Guerra Mondiale per l’attuazione del cosiddetto “Progetto Manhattan”. Numerosi testi teatrali si sono proposti di affrontare la lacerazione che vive l'uomo di Scienza diviso tra il proprio amore per la conoscenza e i meccanismi di potere. Questa lacerazione raggiunge uno dei suoi culmini a proposito delle ricerche che portarono alla costruzione della bomba atomica nel deserto del New Mexico. Il testo si propone di offrire un punto di vista inedito. Quello della moglie dello scienziato che, come realmente avvenne per tutte coloro che si trovarono al fianco degli scienziati riuniti a Los Alamos, non seppe nulla di quello a cui stava lavorando il proprio marito fino al giorno in cui il Presidente degli Stati Uniti Truman diede alla radio la notizia che la bomba atomica era stata sganciata su Hiroshima.


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Elfo Puccini, sala Bausch - Orari: mar-sab 19:30 / dom 15:30 - Durata: 90’ senza intervallo - Prezzi: intero € 32.50 / martedì posto unico € 21.50 / rid. <25 anni - >65 anni € 17


Date tournée
17 marzo – Muggia (TS) – Teatro Comunale Giuseppe Verdi
dal 30 marzo al 2 aprile – ROMA - Teatro Brancaccino

Allo Spazio Raw di Milano, la mostra personale "Forma Mentis" di Aldo Righetti, a cura di Anna Mola.


Aldo Righetti 
The Big Bubble 60x43,5x3,5 2016
 
“Forma Mentis” è la prima esposizione personale dell’artista ligure Aldo Righetti. In questa mostra l’autore presenta 10 opere che descrivono il suo percorso di ricerca, fino alle sue ultime creazioni. Concettuali, minimaliste e dai tratti essenziali, i quadri-sculture di Righetti, si ispirano all’estetica industriale, per veicolare concetti su temi di grande attualità quali la società, le disuguaglianze, l’immigrazione.
I moduli che costituiscono queste “sculture da appendere” sono caratterizzati da forme geometriche come cerchi, quadrati, cubi, sfere e linee che si ripetono, andando a formare composizioni e scomposizioni armoniche, mai banali o disequilibrate.
Esse attraversano il mondo del design, dell’archiettetura e dell’arte e ognuna di loro si pone come riflessione su grandi temi dell’epoca contemporanea. La semplicità di uno stile che si potrebbe definire “silenzioso” è così completata attraverso messaggi umanitari e antropologici e l’invito a riflettere su questi ultimi.
La crisi economica e la conseguente disparità, sempre più evidente, sugli strati della popolazione; il nuovo significato da attribuire a termini come “verità”, “valore”, “lavoro” sono alcuni dei pensieri che hanno ispirato Righetti e la sua arte. Fino ad arrivare alla serie di opere più recenti che si focalizzano sul delicato tema dell’immigrazione e – più in generale – sulle difficoltà nell’incontro del diverso: difficoltà che purtroppo a volte si trasformano in paura, violenza e rifiuto.
Questa esposizione si pone quindi l’obiettivo, attraverso le opere e i testi dell’autore stesso, di condividere portare alla conoscenza del pubblico un’estetica sobria e minimale che reca in sé una pluralità di contenuti etici e sociologici.

Breve biografia: Aldo Righetti, è nato a La Spezia nel 1964, città dove vive e opera. Ha esposto in diverse mostre collettive. Dal 2008 ha eseguito dei murals e realizzato orologi solari (meridiane) nel paese nativo: Bracelli. Dal 2015 è artista permanente presso la Galleria Wikiarte di Bologna. Ha partecipato alla Fiera Art-Expò di New York e alla Fiera Art Parma Fair. Nello stesso anno è stato premiato nel 20° Concorso Nazionale d’Arte Contemporanea indetto dalla Galleria Satura Genova. A marzo 2016 è stato insignito del   Premio istituzionale “Trofeo Regione Liguria” al Premio Ligures Sarzana (SP). www.aldorighetti.com

Curatrice: Anna Mola è critica e curatrice indipendente, insegnante di storia della fotografia. Realizza e collabora a progetti dedicati all'arte contemporanea e alla fotografia. Ha collaborato con l'Università degli Studi di Milano e organizzato e curato in Italia, oltre venticinque esposizioni personali e collettive di fotografia, pittura e scultura. annamola.wordpress.com

Mostra: Forma Mentis
Autore: Aldo Righetti
Curatela: Anna Mola
Luogo: Spazio Raw
Indirizzo: Corso di Porta Ticinese 69 – Milano
Inaugurazione: Giovedì 9 marzo ore 18:30
Periodo: dal 9 al 22 marzo 2017
Orario: 15:00-19:30
Da lunedì a venerdì. Sabato e domenica su appuntamento. Ingresso libero.
Informazioni: tel. 02.49436719 – info@spazioraw.it, www.spazioraw.it

martedì 21 febbraio 2017

COMIN' JAZZ 2017. Dal 9 al 15 marzo, Festival di musica jazz della città di COMO.


Un’eccezionale settimana di musica travolge Como con il Comin’ Jazz, festival della musica jazz. La manifestazione alla sua prima edizione coinvolge l’intera città da giovedì 9 a mercoledì 15 marzo con un ricco programma di eventi, concerti, marching band, rivolto ad appassionati del genere e a neofiti, oltre a iniziative dedicate alle scuole.



L’Assessorato alla Cultura del Comune di Como, in collaborazione con Teatro Sociale, Nerolidio Music Factory, Nota su Nota, Music For Green e Jazz Club di Como, ha ideato Comin’ Jazz con lo scopo di rilanciare la vocazione musicale della città, valorizzare i talenti locali e portare a Como musicisti di fama internazionale, all’interno di un contesto dinamico e creativo come quello di un Festival” dichiara l’Assessore Luigi Cavadini.



Como vanta inoltre una consolidata tradizione jazz, infatti già negli anni Ottanta e Novanta grandi artisti di fama internazionale si sono esibiti nelle piazze e nei teatri della città. Negli anni successivi molti musicisti del territorio si sono formati e specializzati nel genere, anche grazie alla professionalità del Conservatorio di Como e delle scuole di musica.



Gli eventi in calendario offrono un’entusiasmante varietà di approcci e di interpretazioni di questa forma musicale. 

Enzo Zirilli Il Canto del Ritmo © Roberto Cifarelli

La rassegna apre giovedì 9 marzo al Teatro Sociale con i Gavino Murgia Megalitico Quartet in un concerto che mescola e sintetizza con originalità il jazz di tradizione, la musica etnica e i ritmi del Mediterraneo. Nei giorni seguenti animano il festival numerosi eventi: i ritmi coinvolgenti e dinamici dello Tsunami Trio travolgono con uno swing d’eccezione; la All Stars Dixieland Marching Band composta in gran parte dai musicisti del festival attraversa le vie della città con sonorità vivaci; l’originale progetto  Disney Jazz song con i Blue Vibe presentato da Alceste Ayroldi offre un repertorio personalizzato delle colonne sonore dei cartoni animati di Walt Disney con rimandi ai capolavori della musica afroamericana. L’evento Il Canto del Ritmo affascina per la versatilità e creatività dei musicisti coinvolti, mentre La rivoluzione di un incontro propone una reinterpretazione improvvisata e libera di pezzi del trombettista Miles Davis e del pianista Bill Evans il cui incontro storico risale agli anni ‘50/’60.   

"Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta

Incluso nella rassegna I lunedì del cinema viene proiettato il filmYo-Yo Ma e i musicisti della via della seta” che mostra attraverso le vicende vissute dai 50 componenti del gruppo internazionale Silk Road Ensemble - strumentisti e cantanti, compositori e arrangiatori - come la musica abbia la capacità di oltrepassare i confini geografici e di unire diversi continenti e culture. Sono presenti inoltre esibizioni di percussionisti d’eccezione, come quella dei Percussion Staff che con i suoni di pelli, legni, metalli e strumenti consueti e inconsueti crea uno spettacolo che si avvicina all’happening in cui anche i corpi in movimento diventano un elemento imprescindibile. Di particolare interesse è la presentazione del nuovo album “Pixel”, caratterizzato da influenze rock, jazz e fusion, dei Marco Bianchi Lemon Quartett in cui il vibrafonista Marco Bianchi per la prima volta si presenta come compositore, arrangiatore e produttore.

Importante è la proposta didattica dal titolo “La storia del jazz” che ripercorre le tappe salienti del jazz, dalle lotte dei neri d’America per l’emancipazione agli anni indimenticabili  legati alle città di New Orleans, Chicago, New York, fino al free jazz, al jazz rock e alla fusion. 
 


L’odierna prima edizione del Festival, coincide con il centenario della pubblicazione del primo disco jazz, Livery Stable Blues dell'Original Dixieland Jass Band, di Nick La Rocca, figlio di un immigrato italiano in Louisiana. Questa data simboleggia la nascita del jazz, genere musicale che già si poteva sentire qualche anno prima nei quartieri neri di New Orleans.



Comin’ Jazz nasce con la partnership del Festival di Cultura e Musica Jazz di Chiasso che si svolgerà dal 16 al 18 marzo 2017 e che quest’anno festeggia i suoi vent’anni.



In occasione del Festival il Comune di Como ha organizzato e promosso Aperitivi in Jazz, eventi collaterali nei locali della città.

Programma completo su www.visitcomo.eu
 

Info pubblico Ufficio Cultura Comune di Como
Tel. +39 031 252451/472 - cultura@comune.como.it
programma completo su www.visitcomo.eu
Ufficio Stampa
IBC Irma Bianchi Communication

Tel. +39 02 8940 4694 - mob. + 39 328 5910857
testi e immagini scaricabili da www.irmabianchi.it

lunedì 20 febbraio 2017

La “Bronzo” di Birra Tarì è “birra dell’anno” per 2017...


BIRRA TARI’ CON LA SUA “BRONZO” CONQUISTA NUOVAMENTE IL TITOLO DI “BIRRA DELL’ANNO”. QUESTA VOLTA NELLA CATEGORIA “ALTA FERMENTAZIONE, BASSO GRADO ALCOLICO, DI ISPIRAZIONE ANGLOSSASSONE” DEL CONCORSO DI UNIONBIRRAI. A RIMINI LA PREMIAZIONE E LA CONSEGNA DELL’IMPORTANTE RICONOSCIMENTO

La “Bronzo” di Birra Tarì è “birra dell’anno” per 2017. A Rimini, pochi giorni fa, all’interno della manifestazione “Beer Attraction”, ha ottenuto il primo posto assoluto per la categoria "Alta fermentazione, basso grado alcolico, di ispirazione anglosassone" nel concorso promosso da Unionbirrai. La “Bronzo” è una delle birre classiche del birrificio siciliano, non nuovo ad importanti riconoscimenti di questo tipo (nel 2015 la “Trisca”, birra al frumento russello, aveva ottenuto lo stesso riconoscimento mentre appena qualche mese fa la nuova birra “Malvarosa” ha conquistato la posizione di vertice nel podio Best Italian Beer per la categoria american standard). 

 
La Birra Tarì “Bronzo” è una “ale inglese”. E’ una birra ad alta fermentazione rifermentata in bottiglia, non pastorizzata e non filtrata. Realizzata dalla miscela di acqua, malto d’orzo, fiocchi d’orzo, luppolo, zucchero e lievito, è perfetta per l’abbinamento alle carni rosse, ai salumi, agli arrosti e formaggi stagionati. 
Bevendola risaltano facilmente i profumi del malto “Pale Ale” che richiamano intense note di frutta matura e nocciole. «Un riconoscimento che metteremo accanto a quello conquistato nel 2015, sempre come "Birra dell'Anno", dalla nostra “Trisca” – commentano dal birrificio siciliano - Un successo che condividiamo con tutto il nostro team e con tutti i nostri numerosi beerlover». A valutare la Birra Tarì “Bronzo” al concorso nazionale “Birra dell’Anno” è stata una giuria composta da 72 giurati internazionali scelti tra birrai, accademici, giornalisti, imprenditori. Al concorso hanno partecipato 257 produttori con 1367 birre in 29 categorie. 

Birra Tarì "Bronzo"



Il rap di Kento sbarca a Milano, un week end tra musica e libri.

Due giornate intense per Francesco “Kento” Carlo a Milano. Si parte venerdì 24 febbraio con un concerto al centro sociale Cantiere, in via Monte Rosa, 84. Qui il rapper, attivista e blogger di Reggio Calabria proporrà il meglio del suo repertorio insieme ai brani dell'ultimo album “Da Sud”. Tappa di un tour che lo sta portando in giro per l'Italia con la sua musica di lotta.
Sabato 25 febbraio, sempre a Milano, Kento presenterà il suo libro, “Resistenza Rap” (Round Robin Editrice). Un diario di viaggio che si trasforma in romanzo a suon di rime per descrivere il mondo che ci circonda. Quello fatto da tanta musica che si mescola a violenza, amore, passione e senso di appartenenze. Un piccolo capolavoro editoriale racchiuso in poco più di cento pagine. Dalla statale 106 ai sobborghi di Brooklyn, il Rap - raccontato tutto d'un fiato dal giovane autore calabrese - non vi sembrerà più lo stesso. Appuntamento alle 19 alla Libreria Verso, in Corso Porta Ticinese 40. Insieme all'autore, Andrea Cegna, scrittore e giornalista. Modera Disma Pestalozza, giornalista Radio Popolare.
 
Francesco “Kento” Carlo è un rapper, attivista e blogger di Reggio Calabria, già vincitore del Premio Culture Contro le Mafie e promotore all'Hip-Hop Smash The Wall, progetto di collaborazione e solidarietà con la scena palestinese. Tiene un seguitissimo blog sulle pagine del Fatto Quotidiano ed è membro del consiglio direttivo della LIPS - Lega Italiana Poetry Slam.

Official Facebook Page > https://www.facebook.com/ilrapdikento/

lunedì 13 febbraio 2017

Al Teatro Elfo Puccini di Milano, in scena "LA PRIMA, LA MIGLIORE", testo e regia Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari.



14/19 febbraio | Sala Fassbinder

La prima, la migliore
testo e regia Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari
con Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari e Davide Berardi
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione


Oggi, nella patria della nostra giovinezza camminiamo come viaggiatori di passaggio. Gli eventi ci hanno consumato siamo divenuti accorti come mercanti brutali come macellai noi siamo più spensierati ma atrocemente indifferenti, sapremo forse vivere nella dolce terra ma quale vita?


«Volgendo lo sguardo agli spettacoli che dal 2003 a oggi abbiamo realizzato, ci accorgiamo che il conflitto, con noi stessi e con la realtà circostante, è stato e continua a essere il motore della nostra ricerca. Le dinamiche, i mutamenti e le opportunità da questo prodotte e derivate, sono attrazioni irresistibili verso cui tendiamo come attori, autori ed esseri umani.
L’occasione questa volta è quella del centenario del primo conflitto mondiale che sconvolse l’Italia, l’Europa e il pianeta intero. È incredibile come studiando un evento accaduto ormai tanto tempo fa ci si senta coinvolti da situazioni e sensazioni che sembrano raccontare la nostra contemporaneità. Ed allora la condizione di una generazione “perduta” per un’ideologia  criminale, propagandata a tutto spiano,  la distanza fra il popolo  e  chi lo governa, il cambiamento epocale ed il conseguente smarrimento esistenziale diventano metafore  per raccontare la nostra condizione, il nostro tempo nel nostro paese.
L’idea ci è venuta qualche anno fa leggendo il romanzo confessione Niente di nuovo sul fronte occidentale di E.M. Remarque. L’autore in maniera lucida e feroce racconta di popoli lanciati uno contro l’altro, per odio e per orgoglio e al contempo riflette  e fa riflettere sulla situazione  di depressione e disperazione che avvolge senza tregua la società ieri come oggi. Di qui è iniziata un’indagine, storico-letteraria, ancora in atto, che mescola le materie di interesse, dal politico al sociale, dall’economico all’artistico, fornendo una contaminazione di linguaggi, stili ed argomentazioni in cui è sempre più interessante avventurarsi per proseguire il nostro cammino di ricerca, la nostra avventura  alla scoperta di chi siamo, di chi siamo stati e di chi potremo un giorno divenire». Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari

«Vengano i mesi e gli anni, non mi prenderanno più nulla. Sono tanto solo, tanto privo di speranza che posso guardare dinanzi a me senza timore. La vita, che mi ha portato attraverso questi anni è ancora nelle mie mani e nei miei occhi. Se io abbia saputo dominarla, non so. Ma finché dura, essa si cercherà la sua strada, vi consenta o non vi consenta quell’essere, che nel mio interno dice “io”».
Erich Maria Remarque


________________________________________________________________________________________________Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33, Milano - Orari: mar-sab 21:00 / dom 16:30 - Prezzi: intero € 32.50 / martedì posto unico € 21.50 / rid. <25 anni - >65 anni € 17 - www.elfo.org

Alla Galleria Statuto13 di Milano, la mostra personale di pittura "Memorie" di Cristina Migliorini, a cura di Massimiliano Bisazza.



“Memorie”
  
Mostra personale di pittura di:

Cristina Migliorini

A cura di Massimiliano Bisazza

Opening:  22 febrraio 2017 dalle h 18,30 alle h 21,00
In mostra fino al 7 marzo 2017 mattino

Presso: Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13
Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano

Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato

L'artista Migliorini presenta i suoi ultimi lavori e per la prima volta in Brera a Milano nei quali possiamo già scorgere la connotazione di un profondo mutamento sia interiore che tecnico che si è dipanato nel corso degli anni: da una figurazione iniziale a un espressionismo astratto attuale; entrambi molto personali e ricchi di profondità.

Le esperienze di vita hanno arricchito quest'artista notevolmente: sia vivendo a Cadaqués in Spagna (Paese di Salvador Dalì..), lontana dal rumore e dal clamore delle grandi città, in solitudine; sia partecipando ad interessanti progetti a sfondo sociale - si vedano l'esperienza collettiva di Parigi e il recente tema dedicato alle “Migrazioni” che tratta l'attualissimo dramma e la relativa emergenza umana che ha dato il titolo a quel progetto - fino a cimentarsi nella poetica della “Memoria”; personalissimo e molto introspettivo.

Questo è il tema della mostra meneghina che vuole comunicare l'interiorità dell'artista, quella più segreta e dunque recondita, che scava nel silenzio intrinseco e intimo producendo un paesaggio interiore a sua volta amabilmente espresso sulle tele di Cristina Migliorini.

Qualcuno ama affermare che “il destino governa le nostre vite” e la mancanza di colore attribuibile alle recenti opere dell'artista sembra voglia confermare questa momentanea verità. I lavori esposti in Galleria STATUTO13 sono pregni di un potente simbolismo. Ci regalano attimi intensi con “paesaggi dello spirito”,  delicati - con possibili riferimenti ai moti dell’anima - e sublimi, in cui la vena lirica ha modo di manifestarsi con accenti delicati e sorprendenti.


Compostezza nelle forme e lirismo poetico accompagnano le opere di quest' artista che sembra volerci svelare un codice del tutto personale, contemplativo, fatto di ricordi che vanno ben al di là dell’intento della mimesi naturalistica.

La concezione è bidimensionale il colore è usato come massima espressione psicologica, libero, con variazioni che possono essere cupe, con movimenti della pennellata che sono liberi da ogni matrice preimpostata; dunque spontanei, impulsivi e dediti all'introiezione più sincera. Le opere di Cristina Migliorini sono ricche di allegorie, il cui monito nacque molti anni or sono con l'esplicita volontà di superare la pura visione; cercando dunque di trovare delle corrispondenze tra mondo oggettivo e sensazioni soggettive più vicine alla propria spiritualità.




Per informazioni:

Cell. +39 347 2265227 (mart-sab h11/19)

I versi del ragusano Basile al Festival del libro di Firenze.

Venerdì 17 febbraio 2017 alle ore 17,30 il poeta e scrittore Francesco Basile presenterà la sua silloge poetica “Qualche passo dopo l’anima” (Edizioni Kimerik, 2016) nell’ambito della 1° edizione di Firenze Libro Aperto, festival nazionale della piccola e media editoria che si svolgerà dal 17 al 19 febbraio nel capoluogo toscano nella Fortezza da Basso, Padiglione Spadolini.

L'evento, che si svolgerà all'insegna della più ampia apertura fra le varie anime del mondo editoriale italiano, vedrà la presenza di nomi del calibro di Mauro Corona, Tahar Ben Jelloun, Paolo Crepet, Vinicio Capossela, Dolcenera, Carlo Lucarelli, Andrea De Carlo e altri.

Ragusano di nascita ma modicano di adozione, classe 1980, un diploma di recitazione all'Accademia d'arte drammatica Pietro Scharoff di Roma, Basile ha esordito sulla scena letteraria nel 2009 con i versi "Anima", editi da Kimerik. Con lui ci sarà un altro giovane talento modicano, il violinista Daniele Ricca. Il quale, secondo una collaudata formula che abbina musica, teatro e poesia, farà da sottofondo con le sue melodie alla lettura di alcuni componimenti da parte dello stesso autore-attore. Si ricrea così nella città del Giglio la coppia Basile-Ricca che nel 2009 portò al successo la raccolta di versi "Anima" in un tour che toccò prima varie città siciliane per concludersi poi a Roma.

Anche il nuovo libro “Qualche passo dopo l’anima” ha già ottenuto consensi di pubblico e di critica nel corso delle presentazioni, che si sono tenute in dicembre a Modica, Siracusa, Catania, Palermo e da ultimo a Roma, al teatro Arciliuto, lo scorso 28 gennaio.

"Qualche passo dopo l'anima" comprende 41 componimenti in verso libero, distribuiti in tre sezioni. La prima è dominata da un forte legame con la terra d'origine vissuta come un'aspra e coercitiva realtà ancestrale. Dalla consapevolezza delle ingiustizie, delle contrapposizioni e degli odi, scaturisce il senso del percorso esistenziale dell'autore, che coltiva dentro di sé "i frutti migliori da donare al mondo". La seconda sezione è incentrata sugli anni romani, gli incontri, gli amori, gli addii, le sensazioni che arricchiscono il suo percorso esistenziale, volto sempre alla ricerca dell'essenzialità interiore. Nella terza, infine, l'autore sembra trovare un approdo sicuro, un punto di snodo per le sue inquietudini esistenziali. I critici, nel recensire l'opera, hanno individuato la sua peculiare cifra stilistica nell'immediatezza, nella fluidità e fruibilità dei versi e nella capacità di prendere per mano il lettore e coinvolgerlo nel suo itinerario poetico.



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