sabato 30 settembre 2017

Kiddy Citny | Die Welt im Arm. Prima mostra a Roma per il tedesco Kiddy Citny, che con Die Welt im Arm apre la stagione espositiva della BQB Art Gallery.

Prima mostra a Roma per il tedesco Kiddy Citny, che con Die Welt im Arm apre la stagione espositiva della BQB Art Gallery inaugurando il capitolo iniziale della serie di quattro personali in programma fino a giugno 2018. Pioniere del graffitismo sul Muro di Berlino, musicista e rappresentante della più vitale cultura underground degli ultimi decenni del passato millennio, dal 5 ottobre, giorno dell’opening, fino al 21 novembre, propone in via di Panico 23 una selezione di lavori realizzati nel 2016 e 2017, una produzione inedita che si riallaccia all’immaginario che lo ha reso famoso negli anni ’80.

Citny ha iniziato a ricoprire, con immagini e messaggi di libertà, la parte ovest (l’unica dipinta fino alla caduta) della barriera che per 28 anni ha spaccato in due l’attuale capitale tedesca, a partire dal 1984. Interpretati come simboli di speranza e disobbedienza, i suoi Re e le sue FacesHearts, enormi volti coronati o facce dalla forma di cuore, presenze rassicuranti sulla grigia assurdità della cortina, hanno sorvegliato dai loro oltre tre metri di altezza alcune delle pagine più inquietanti della storia. Diversi sono gli elementi che nel tempo si sono sommati a questo nucleo iniziale: compaiono figure che sorreggono mondi tra le braccia; Re bambini o Regine; Maghi; ma soprattutto donne, dai visi ammalianti e con occhi ben puntati sulla realtà, o più spesso in atteggiamenti provocanti, parlando di sessualità e tabù. 




Per la mostra al Baronato Quattro Bellezze ritornano, prevalenti, i temi degli esordi, anche se non mancano incursioni nei trascorsi figurativi recenti, con dei grandi soggetti femminili dall’aspetto ancestrale. Le immagini, come di consueto in molti dei suoi lavori, sono contornate da brevi slogan, singole parole, o veloci frasi dall’evidenza disarmante, come chiari e diretti sono i messaggi delle opere: se le FacesHearts alludono alla dualità e all’unione, i Re e le Regine raccontano di come ci si dovrebbe sentire ogni giorno, per camminare a testa alta nonostante tutto. D’altronde Kiddy si è sempre rivolto alla strada, e da essa ha tratto la propria visione: «Sono diretto verso un'arte che si nutre della nostra vita quotidiana, un'arte che emerge da queste vite, e che nutre le loro verità».





Nato a Stoccarda e cresciuto a Brema, Kiddy Citny (1957) arriva a Berlino nel ’76 dove, tra una serie di pause – nel ’79 è ad Amsterdam e Londra, nell’80 a Zurigo, negli anni 1989-1990 a Berna, nel ’93 e nel ‘94 a Los Angeles e nel 2000 a Monaco – tutt’ora vive e lavora. Fondatore, a fine anni ’70, del progetto musicale O.U.T., cui ha collaborato anche Nina Hagen, nell’81 dà origine all’etichetta discografica Kassettekombinat e alla storica formazione post punk Sprung Aus Den Wolken, con cui segue per diverse stagioni i tour degli Einstürzende Neubauten. Il brano Pas Attendre viene usato per la colonna sonora di Il Cielo sopra Berlino di Wim Wenders. Conosciuto soprattutto per essere stato tra i primi, con Thierry Noir, Christophe Bouchet e pochi altri, ad intervenire sul Muro, ricoprendo di graffiti metri e metri di cortina, durante lo smantellamento molte delle sue sezioni sono state vendute e oggi si trovano sparse tra l’Europa e l’America. Dedicatosi prioritariamente alla pittura dagli inizi dei ’90, ha preso parte alla East Side Gallery, la più lunga galleria d’arte all’aperto al mondo. Ha esposto a Amburgo, Monaco, Colonia, Berlino, Merano, Parigi, Vienna, New York, Los Angeles, Dubai e Bangkok. Sue opere sono presenti in modo permanente in musei e spazi pubblici: al Märkisches Museum di Berlino; a La Defense (Parigi); a New York in 53rd St.Plaza e nell’Intrepid Museum; a Leipziger Platz e Potsdamer Platz, Berlino; al Salsali Private Museum, Dubai e al  Musee-Würth, Francia.




INFO
Kiddy Citny |Die Welt im Arm
Mostra personale di pittura di Kiddy Citny
A cura di BQB Art Gallery con un testo critico di Carlotta Monteverde

Inaugurazione: giovedì 5 ottobre ore 18.30
Dal 6 ottobre al 21 novembre 2017
Orari: dal martedì alla domenica 12.00-24.00

BQB Art Gallery
Via di Panico 23, Roma
Ingresso gratuito

STREET ARTS VOLANT! Una mostra sulla street art per il primo compleanno del Museo del Segno e della Scrittura.



Street Arts Volant!
1° ottobre 2017 - 14 gennaio 2018

a cura di Ermanno Tedeschi
coordinamento artistico di Federica Barletta

Officina della Scrittura
Strada da Bertolla all’Abbadia di Stura, 200 – Torino

Inaugurazione 1° ottobre 2017
Ore 17.30: conferenza stampa
Ore 18.30: apertura al pubblico


Terza mostra - a un anno esatto dalla nascita - per l’Officina della Scrittura, Museo del Segno e della Scrittura che celebra così il suo primo anno di attività: il 1° ottobre 2017 inaugura Street Arts Volant!, a cura di Ermanno Tedeschi, excursus su una forma d’arte che negli ultimi anni ha ricevuto una legittimazione universale.
La mostra vuole essere un tributo e un’occasione di riflessione sulle diverse forme di “arte di strada”, sempre più necessaria per comprendere una componente importante dell’urbanistica delle nostre Città; uno spunto per interrogarsi sul legame della street art con le periferie urbane post-industriali e sul suo essere in potenza tanto strumento di deturpamento quanto di riqualificazione di tali aree.
Quello che può sembrare un atto di vandalismo, rivela talvolta cortocircuiti concettuali inaspettati e legami profondi con la nozione tradizionale di arte: la tag, ovvero la firma del writer, è il prodotto di una rielaborazione grafica che dal carattere canonico porta alla definizione di un’immagine pittorica nuova, segno di unicità e identità ” - spiega il curatore Ermanno Tedeschi – “Il writer destruttura il linguaggio e piega i costituenti primari della lingua alla pura iconicità, arrivando talvolta a rendere irriconoscibili i caratteri originari: il motto latino verba volant, scripta manent si trasforma per alludere alla capacità dell’espressione artistica di mutare le parole in poesia e librarle nell’immaginazione: la street art contrappone la trascendenza del segno all’immanenza della scrittura”.
La mostra si apre con la fase di fondazione della grammatica del fenomeno street art a partire dagli anni Ottanta, con contributi di artisti di fama internazionale come Rammellzee (per cui si ringrazia Avantgarden Gallery di Milano), e prosegue con la sintesi grafica raggiunta da artisti quali Chaz Bojorquez, Etnik, Galo e Opiemme.
La componente muralista alla base della graffiti art si ritrova nella realizzazione di un’opera anamorfica permanente sulla terrazza dell’Officina della Scrittura per opera degli artisti torinesi Truly|Urban artist mentre il collettivo di studenti dell’Accademia Albertina IDROLAB propone un live painting incentrato sul concetto di colore.
Le opere fotografiche di David Kassman, Elisabetta Riccio, Eran Shakine, Avivit Segal e Luca Vianello documentano l’impatto di tali opere sulle grandi città,  Tel Aviv  come a Torino,  e il profondo legame che esse intessono con il contesto, sia dal punto di vista architettonico sia da quello sociale e politico, incarnando il bisogno di esprimere e comunicare le idee.

La mostra sarà visitabile dal 1° ottobre 2017 al 14 gennaio 2018.
Inaugurazione: domenica 1° ottobre dalle 18,30 con live painting e dj set.
Il catalogo è edito da Gli Ori.

Storie bizzarre di Coccodrilli e Paccassassi. A Carrara la personale di Marco Filicio Marinangeli, a cura di Marco Cirillo Pedri.

Storie bizzarre di Coccodrilli e Paccassassi
Personale di Marco Filicio Marinangeli
A cura di Marco Cirillo Pedri

Vernissage 20 ottobre ore 18
Esposizione delle opere dal 21 ottobre al 25 novembre
Tabularasa Tekè Gallery
Via Santa Maria 13/d, Carrara

Venerdì 20 ottobre, Tabularasa Tekè Gallery di Carrara è lieta di presentare “Storie bizzarre di Coccodrilli e Paccasassi” prima mostra personale toscana dedicata al lavoro del giovane autore marchigiano Marco Filicio Marinangeli, con settanta opere originali su carta e su tela tra cui una selezione di miscellanee realizzate negli ultimi anni, le tavole tratte dall’opera “Leone buono” e le 34 illustrazioni de “Il coccodrillo”, primo albo illustrato dell’autore e edito da Orecchio Acerbo.
In questa sua prima pubblicazione, Marinangeli si confronta con il racconto di un grande autore classico della letteratura russa, Fedor Dostoevskij, illustrandone le vicende con sapiente maestria nell’utilizzo del colore e del mezzo espressivo scelto, il disegno. La mostra, che farà anche da cornice alla presentazione di questo splendido albo e che resterà visibile fino al 25 novembre, sancisce l’inizio di una nuova collaborazione, quella tra la casa editrice Orecchio Acerbo e la galleria d’arte Tekè Gallery.
La Galleria, che ha già al suo attivo un’altra importante collaborazione con Eris Edizioni di Torino, casa editrice specializzata in pubblicazioni di graphic novel, ha la volontà di lasciare un segno nel panorama dell’arte dimostrando ancora una volta la sua vocazione, il suo interesse e la sua passione per l’illustrazione e la grafica d’autore valorizzando e promuovendo il lavoro dei suoi protagonisti.
Per questa occasione saranno disponibili in mostra 100 copie del libro illustrato arricchite da una serigrafia in edizione limitata, numerata e firmata dall’autore.




Sinossi del libro: San Pietroburgo. Un giorno di gennaio, sotto le volte dell’elegante galleria Passage. Tra i raffinati negozi, uno certamente insolito – gestito da un tedesco – espone pappagalli, scimmie e, attrazione straordinaria, un coccodrillo. È la meta di una coppia e di un loro amico. Entrati, improvvisa la disgrazia. Il marito, incautamente, s’avvicina al coccodrillo. È un attimo, e l’animale l’inghiotte. Tutt’intero. Urla, strepiti, pianti. La moglie piange il marito, il tedesco il coccodrillo. Quand’ecco, dal ventre dell’animale, la voce dell’inghiottito. Tranquilli, sto bene. Anzi non sono mai stato così bene, e non ci penso proprio a uscire da qui. Anzi, questa è l’occasione opportuna imporsi all’attenzione generale e per far valere le mie qualità. Parlando dal ventre del coccodrillo. Entusiasta lui delle migliaia di persone che verranno ad ascoltarlo, entusiasta il proprietario tedesco delle migliaia di visitatori paganti. Ma i giornali, cosa diranno i giornali?



Biografia
Marco Filicio Marinangeli detto “Tigno” è nato a Fermo il 19 gennaio 1990. Sin da ragazzo è stato attratto dal mondo dell’arte. Negli anni trascorsi al Liceo Artistico di Fermo dedica il suo interesse al Restauro e ai Beni Culturali. Iscrittosi all’Accademia di Belle Arti di Macerata si specializza in Grafica per l’Illustrazione. Nel 2011 e nel 2013 partecipa alla Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte di Tolentino. Nel 2013 si laurea con 110 e lode all’Accademia di Belle Arti di Macerata. In questo periodo con alcuni compagni di Accademia nasce il Collettivo “Uomini nudi che corrono” di cui Marco fa tuttora parte e con cui ha pubblicato fumetti, libri e fanzine e con cui ha partecipato a numerosi festival, mostre ed eventi artistici. Inizia intanto ad esporre con successo i suoi lavori in una mostra collettiva presso la Galleria Tricromia di Roma e partecipa al Fruit Festival e al Bilbobul Off di Bologna. Sempre nella città marchigiana frequenta il Master di illustrazione Ars in Fabula diplomandosi a pieni voti. Durante il Master inizia a collaborare con la casa editrice Orecchio Acerbo di Roma. Frutto di questa collaborazione sono le 5 illustrazioni dedicate al Leone Buono di Ernest Hemingway che vengono esposte nel 2015 nella mostra illustratori al Children’s Book Fair di Bologna. Le sue illustrazioni sono dettagliatissime, spesso composte da un mix di umano, animale e fantastico. Affascinato del mondo delle illustrazioni scientifiche e dal simbolismo è riuscito con il tempo ad amalgamare questo tipo di rappresentazioni con il proprio stile. Lavora sia in digitale che con tecniche più tradizionali, passando agevolmente dallo schermo del computer alle pareti di un edificio.

INFORMAZIONI
Titolo della mostra: Marco Filicio Marinangeli Storie bizzarre di Coccodrilli e Paccasassi
Inaugurazione: 20 ottobre 2017 ore 18
Durata: da sabato 21 ottobre a sabato 25 novembre 2017
Sede espositiva: Teké Gallery
Teké Gallery, Via Santa Maria 13/d, 54033 Carrara
Orari: 16.00 – 20.00 da lunedì a sabato
Recapiti: tel. 0585 71307 | info@tekegallery.com | www.tekegallery.com
Info Esposizione:
Marco Pedri +39 339 7189570 info@tekegallery.com
Stefano Dazzi +39 334 6518712 info@tekegallery.com
Juan Carlos Allende +39 334 3035848 info@tekegallery.com

mercoledì 27 settembre 2017

Prima di Como. Nuove scoperte archeologiche dal territorio, a cura di Lucia Mordeglia e Marina Uboldi


CHIESA DI SAN PIETRO IN ATRIO
Como, via Odescalchi 3

Prima di Como. Nuove scoperte archeologiche dal territorio
a cura di Lucia Mordeglia e Marina Uboldi

30 settembre - 10 novembre 2017
inaugurazione venerdì 29 settembre, ore 18

Per la prima volta in mostra, reperti archeologici di grande importanza storica, esito della ricerca condotta a Como negli ultimi dieci anni, vengono esposti nella suggestiva Chiesa di San Pietro in Atrio, dal 30 settembre al 10 novembre.
L’articolata rassegna "Prima di Como. Nuove scoperte archeologiche dal territorio"  organizzata congiuntamente dalla Soprintendenza Archeologica e dai Musei Civici di Como, è a cura di Lucia Mordeglia e Marina Uboldi con la collaborazione di Stefania Jorio e Mimosa Ravaglia. Accanto alla panoramica sugli ultimi ritrovamenti, sono illustrate le novità scientifiche sulle più antiche fasi di popolamento, sviluppatosi nel corso del primo millennio avanti Cristo, e messi in risalto il valore e il significato del ricco patrimonio archeologico comasco precedente alla fondazione della colonia romana.

Urne cinerarie e vasi per offerte dalle forme inconsuete, ornamenti in bronzo, ferro, ambra, pasta vitrea, elementi dell’abbigliamento, amuleti, simboli di status delle antiche popolazioni e preziosissime armi riferibili alla cultura protostorica detta “di Golasecca” caratterizzano il percorso espositivo, accompagnato da fotografie e disegni ricostruttivi, video e immagini 3D, che forniscono, grazie alle nuove tecnologie, informazioni approfondite finalizzate a coinvolgere un vasto pubblico.
I temi principali della mostra sono i corredi funerari della prima età del Ferro provenienti dagli scavi di S. Fermo della Battaglia, via per Mornago (2006) e di Grandate, emersi nel 2011 durante la costruzione della nuova Pedemontana; l’enigmatica area religiosa/monumentale del Nuovo Ospedale Sant’Anna (scavi 2007), risalente al VI secolo a.C., costituita da un grande circolo del diametro di 70 m, delimitato da un doppio recinto di pietre con piattaforma centrale ad emiciclo e setti radiali in materiali litici e terre diverse, di difficile interpretazione funzionale; un ripostiglio sacro dell’Età del Ferro rinvenuto sul Monte San Zeno in Val d’Intelvi; i più recenti dati archeobiologici sul clima, la vegetazione, l’alimentazione umana in età protostorica; e infine i risultati della nuova ricerca condotta sul Carro cerimoniale del V secolo a.C. della Ca’ Morta dal prof. Bruno Chaume dell’Università della Borgogna, Direttore del programma Vix et son Environnement, che ha messo in evidenza una stretta parentela con i coevi carri di ambito culturale hallstattiano, rinvenuti nel Centro Europa. 


Questi ultimi ritrovamenti contribuiscono ad accrescere il ricco patrimonio archeologico del centro protostorico che ha preceduto la fondazione di Como, le cui origini risalgono al I millennio a.C. Infatti, prima della città romana, i rilievi attorno alla città attuale vedono l’insediamento di villaggi e gruppi di abitazioni: diversi reperti e resti di tombe ne conservano la testimonianza. Nei secoli successivi, in particolare il VI e il V a.C., l’abitato raggiunge la sua massima espansione e ricchezza, concentrandosi soprattutto lungo il versante meridionale della Spina Verde, il parco regionale che si estende sulla fascia collinare a nord-ovest di Como. Fondamentale per lo sviluppo del nucleo abitativo è il suo ruolo di centro di contatto e scambi tra la Pianura Padana, stabilmente occupata dagli Etruschi, e il mondo celtico e quello hallstattiano (dalla cittadina di Hallstatt, nei pressi di Salisburgo) del Centro Europa.

L’ininterrotto stanziamento delle popolazioni nella medesima area fino ai giorni nostri, unito all’intensificarsi delle attività edilizie del secondo dopoguerra, ha nascosto o cancellato segni dell’insediamento antico. Tuttavia, l’attività di tutela svolta dalla Soprintendenza Archeologica in sinergia con le Amministrazioni Comunali, consente di recuperare sempre nuove testimonianze del passato della città e dei suoi abitanti, garantendone la salvaguardia.
La ricerca scientifica - che di recente si è avvalsa della collaborazione con importanti centri di studio internazionali, quali il CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique) e le Università di Berlino e di Mainz - permette ora di porre in risalto il ruolo della civiltà di Golasecca (cultura preromana che si sviluppa nel I millennio a.C. nel territorio della Lombardia occidentale, Piemonte Orientale, Canton Ticino, che deriva dalla località di Golasecca, sulla sponda varesina del fiume Ticino) nel quadro delle relazioni con le coeve civiltà mediterranee e mitteleuropee.

La mostra è inoltre un invito a visitare i beni archeologici presenti in città e nei dintorni: il Museo Civico cittadino (Piazza Medaglie d’Oro, 1), dove sono conservati l’originale del Carro celtico e i reperti dei passati rinvenimenti nella necropoli della Ca’ Morta, il Parco della Spina Verde, il Circolo dell’Ospedale di S. Anna e infine, per l’epoca romana, l’area delle Terme di Viale Lecco e Porta Pretoria.

Il progetto scientifico è stato redatto da Lucia Mordeglia e Marina Uboldi, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio, Varese e Musei Civici di Como, Stefania Jorio, già Soprintendenza Archeologia della Lombardia e Mimosa Ravaglia, Società Archeologica Comense.
Accompagna la mostra un catalogo con testi di Bruno Chaume, Stefania Jorio, Lucia Mordeglia, Mimosa Ravaglia, Mauro Rottoli, Marina Uboldi, edito da Società Archeologica Comense.

Coordinate mostra
Titolo Prima di Como. Nuove scoperte archeologiche dal territorio
A cura di Lucia Mordeglia e Marina Uboldi
Sede Chiesa di S. Pietro in Atrio, via Odescalchi 3, Como
Date 30 settembre - 10 novembre 2017
Inaugurazione venerdì 29 settembre, ore 18
Orari martedì - domenica, ore 10-18; lunedì chiuso

Ingresso mostra gratuito

Info pubblico Tel. 031 252550 - musei.civici@comune.como.it  - uboldi.marina@comune.como.it

Visite combinate alla Mostra e al Civico Museo Archeologico per la scuola primaria e secondaria di I grado a cura di Aster s.r.l.
Visite guidate per le scuole superiori e adulti a cura di Società Archeologica Comense
Per prenotazioni: Civico Museo Archeologico, Piazza Medaglie d’Oro 6 -  Como
Tel. 031 252550 - scuolacultura@comune.como.it

Ufficio stampa mostra
IBC Irma Bianchi Communication
Tel. +39 02 8940 4694 - mob. + 39 328 5910857 - info@irmabianchi.it
testi e immagini scaricabili da www.irmabianchi.it