martedì 29 novembre 2011

Certi Sguardi | A Milano 40 scatti d'autore e un convegno per celebrare i 20 anni della legge sul volontariato

Dal 5 al 20 dicembre 2011 presso gli spazi di Palazzo Reale di Milano, in Via Dante, sarà presentata la mostra fotografica “Certi sguardi”: 40 scatti d’autore sul tema dell’impegno volontario per celebrare i 20 anni dall’approvazione della legge quadro sul volontariato, all’epoca una delle normative più avanzate in Europa sulla regolamentazione dei rapporti tra organizzazioni di volontariato e lo Stato. 


La mostra, voluta e realizzata dal settimanale Vita, che dal 1994 è il punto di riferimento per il Terzo Settore, presenta una selezione di immagini che nasce dalle partnership con Shoot4Change e PhotoAid, due reti no profit di fotografi che, come volontari, dedicano parte del loro tempo alla realizzazione di reportage su temi umanitari per organizzazioni non governative e altri organismi di indirizzo sociale. 
Attraverso l’obiettivo di affermati fotografi italiani e internazionali, tra cui Antonio Amendola, Michele Cazzani e Alfons Rodriguez, l’esposizione permetterà al pubblico di soffermarsi sul valore dell’impegno volontario nelle realtà più disparate: dagli ospedali ai centri d’accoglienza, dalle zone più povere e remote del pianeta alle periferie delle nostre città. 


“Con il titolo Certi sguardi – racconta Riccardo Bonacina, presidente del gruppo Vita e direttore editoriale – abbiamo voluto ricordare che la solidarietà con l’altro e l’impegno volontario nascono proprio dalla capacità di guardare all’altro, e di lasciarsi guardare da lui, in modo autentico, libero da pregiudizi. Il volontariato non è però soltanto un valore per la crescita della persona, ma anche un grande patrimonio per la nostra Società Civile. Basti pensare che, secondo l’ultima stima Cnel-Istat (luglio 2011), il tempo offerto dai volontari italiani è pari a oltre 700 milioni di ore per un valore di quasi 8 miliardi di euro”.
In concomitanza con l’inaugurazione della mostra, il 5 dicembre alle 9.30, Vita organizza presso la sala conferenze di Palazzo Reale a Milano un convegno, gratuito e aperto al pubblico, per riflettere sulle nuove esigenze normative del mondo del volontariato: Nutrire la comunità. Il ruolo del volontariato – A vent’anni dalla Legge 226/91 che futuro per il volontariato?
Il convegno vede la partecipazione dell’Assessore alla Cultura, Expo, Moda e Design del Comune di Milano Stefano Boeri, del ministro degli Affari Sociali in carica all’epoca dell’approvazione della legge Rosa Russo Iervolino, e di altri importanti protagonisti del mondo politico, accademico e letterario, tra i quali Stefano Zamagni, Giulio Sapelli, Luca Doninelli e Gian Paolo Serino.


Il programma della mattinata è il seguente:



9.00 • Coffee welcome



9.30 • Saluti istituzionali

Stefano Boeri (Assessore alla cultura e all’Expo, Comune di Milano), Riccardo Bonacina (Direttore editoriale VITA Magazine), Pierluigi Stefanini (Presidente del Gruppo UNIPOL) e Patrizia Toia (Deputato al Parlamento Europeo)



10.00 • Il valore economico del dono

Dialogo tra Giulio Sapelli (Presidente di Argis e professore di Storia Economica all’Università degli Studi di Milano) e Stefano Zamagni (Presidente Agenzia per il Terzo settore e professore ordinario di Economia Politica all’Università di Bologna) 
Chairman: Paolo Migliavacca (AD Gruppo VITA)



11.00 • Gratuità e bellezza

Dialogo tra Luca Doninelli (critico teatrale e scrittore) e Raul Montanari (scrittore) 
Chairman: Gian Paolo Serino (critico letterario, direttore Satisfiction)



12.00 • Volontariato, 20 dopo: che futuro?

Dialogo tra Rosa Russo Jervolino (Senatore) e 2 volontari di 20 anni



12.45 • Certi Sguardi

Presentazione della mostra fotografica “Certi Sguardi”: l’importanza del volontariato culturale e artistico. Scatti d’autore per raccontare la bellezza dell’impegno volontario.
A cura di Giuseppe Frangi (Direttore VITA Magazine)



13.15 • Buffet




Per info e accrediti: sassoon@vitacomunicazione.it


InTralci 1961. 2011 | 10 artisti scuotono la Franciacorta


Dall’1 al 22 Dicembre 2011 presso gli spazi della Fondazione Mudima di Milano, in via Tadino 26, il Consorzio Franciacorta presenta “InTralci 1961-2011" a cura di Jacopo Perfetti, una mostra-evento che ripercorre, attraverso l’arte contemporanea, le tematiche e l’identità del territorio della Franciacorta.

Durante l’ultima vendemmia, 10 creativi di provenienza internazionale (Italia, Francia, Polonia, Serbia, Spagna e Bolivia) sono stati invitati a trascorrere alcuni giorni nel territorio della Franciacorta. Alla scoperta dei luoghi, della storia, delle persone, dei sapori. Un approccio diretto e senza filtri che ha regalato un’ispirazione fortemente intrecciata con il territorio.


Opere diversissime tra loro eppure legate da uno stesso principio, rievocato con le degustazioni associate alla mostra. Performance basate sulle macchine agricole, installazioni poetiche in mezzo ai filari, dipinti, giochi di luce, murales e fotografia.

NeSpoon
Ivan
Julien Breton
Giovanni Manzoni Piazzalunga
DEM
ARTISTI

TV Boy
Julien Breton
Paolo Bordino
DEM
Bros
ivan
Vladimir Jankovic
Pietro Masturzo
Giovanni Manzoni Piazzalunga
NeSpoon

VERNISSAGE Mercoledì 30 novembre 2011 ore 18:30



Hanky Beer interpreta Hikmet

Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse come la mia ombra
mi stava accanto anche nel buio
non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi
quando si dorme si perdono le mani e i piedi
io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno

Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse fame o sete o desiderio
del fresco nell'afa o del caldo nel gelo
era qualcosa che non può giungere a sazietà
non era gioia o tristezza non era legata
alle città alle nuvole alle canzoni ai ricordi
era in me e fuori di me.

Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia.

[ Nazim Hikmet ]

«Un uomo o è un artista o una mezzasega, e non deve rispondere a nient'altro, direi, se non alla propria energia creativa.» 

lunedì 28 novembre 2011

ERIK SULLIVAN| SULLA SCATOLA C'ERA SCRITTO AMORE


Stavolta sono io che vado avanti e tu indietro, che incespichi nei mucchi; sì, ci sono, cerco e aspetto ancora le tue parole, ma non è la stessa cosa.
Dopo tanto tempo, in quest'autunno ho ricominciato a vedere i colori, mi viene voglia di percepire gli aromi, i moti dell'animo.
Ecco una candida tovaglia, il gatto randagio tigrato che passa puntuale alle sette, un vicino che rastrella le foglie e fa il rumore delle unghie sulla lavagna, le colline dove già i filari delle viti e i frutteti si perdono poi nella pace agreste.
Ecco, oggi, finalmente posso piangere per un motivo nuovo, uno felice.
Belle illusioni.
Cristo quanto ti ho odiato quando me le hai rubate. Ma le ho ritrovate, e non le lascerò più, per nessun'altro.

Sì, ci sono, cerco e aspetto ancora quelle parole, di dolore, d'affetto, oppure di scherno, per la tua debolezza.
Non si può mai dire, con te, dove finiscono le regole dell'odio e dell'amore, nemmeno con le lacrime...

domenica 27 novembre 2011

ARS PENIS: PRICASSO | Artista particolare: utilizza un'insolita parte del corpo per esprimere il suo estro creativo

Non avevo mai pensato che l’usanza di chiamare il pene anche “pennello” potesse avere un riscontro così reale. 
Eppure qualcuno l’ha preso sul serio. Pricasso è il nome di un artista molto singolare. Lui, al secolo Tim Patch, 54 anni, dipinge (e pure bene), soltanto con colori ad acqua. Il suo pennello? Il suo pene. Se in stato erettile o meno, questo bisognerebbe chiederlo a lui.
Non è dato nemmeno sapere come risolve la questione delle dimensioni diverse che solitamente hanno i pennelli usati dai pittori: quello piccolo per i particolari, i vari medi per le sfumature, il più grande per le macchie di colore.
E gli schizzi (di colore), quelli che molti artisti contemporanei utilizzano nelle loro tele, come li farà? 
Tim utilizza i colori ad acqua per poterli lavare via meglio, infatti come abbiamo appurato il suo pennello necessita di una pulizia più accurata di qualunque altro; ma viene da chiedersi se tutto questo colore non faccia comunque male al principale strumento dell’artista.



mercoledì 23 novembre 2011

Sconosciuta...a volte | E capire dove va a finire un'emozione

La mia ombra si stacca, mi tocca la spalla destra e sussurra come il vento che viene dal mare...ma tu dove sei?
Anche lei si è accorta che non appartengo a questo periodo della mia vita, anche lei ha chiaro che giro gli occhi per guardare la luce da diversi punti, da svariate posizioni. 
Credo di cambiare idea ogni volta che le mie palpebre coprono gli occhi, ogni volta che tocco con lo sguardo qualsiasi cosa materiale, colori, forme, movimenti. Non mi sento male, non mi sento spento o solo, provo emozioni forti e il cuore batte contro il petto, sento le ossa scricchiolare, lo stomaco contorcersi in danze tribali, passionali, inconscie. 
Non oso pensare di poterti avere, anima sconosciuta e fragile, vita che ancora non sa in quale direzione è il sollievo, la serenità, la felicità. 
E' bello sapere che ancora c'è la possibilità di incontrare un'esistenza che si evolve, che vuole trovare e capire dove va a finire un'emozione. Sconosciuta si, voglio che tu sia così.

[ G. M. ]

Stanislaw Lem celebrato da Google con un Doodle interattivo

Stanislaw Lem: Google celebra l'Arthur C. Clarke sovietico
Google prende in prestito le tavole di Daniel Mróz de "la Cyberiade" per omaggiare con un doodle Stanislaw Lem, uno dei più grandi autori contemporanei di fantascienza. Conosciuto in occidente dopo che il Solaris di Andrei Tarkovsky fu premiato con il Gran Premio Speciale della Giuria, Stanislaw Lem oggi rimane nei cuori di tutti i lettori.

Google dedica un suo doodle ad un mostro sacro della letteratura mondiale (e non meramente della fantascienza mondiale) quale è Stanislaw Lem. Nato a Leopoli in Polonia nel 1921 (dal 1945 parte dell'URSS e dal 1991 dell'Ucraina) Stanislaw Lem è morto nel 2006 con il merito riconosciuto di essere il più importante scrittore di fantascienza di una lingua diversa dall'inglese. Il che, nel campo della "sci-fi" non è poco. In un certo senso Stanislaw Lem è stato per molti critici ed appassionati di fantascienza la "risposta sovietica" ad Artur C. Clarke, dato che il "parallelismo" tra il suo libro "L'invincibile" (pubblicato in Polonia nel 1961) e "Incontro con Rama" di Arthur C. Clarke (1973) sono evidenti, come notava Nicoletta Vallorani nella prefazione di Solaris del 1990 (Classici Urania, Mondadori, 159). Ma le analogie ovviamente non finiscono qua. Il fatto è che sia Artur C. Clarke ("inventore" tra le altre cose dei satelliti geostazionari per telecomunicazioni) che Stanislaw Lem (medico e filosofo) hanno sempre avuto nei loro scritti quella speciale "tensione letteraria" per il rapporto tra l'Essere Umano e l'Inconoscibile. L'Essere Umano infatti, di fronte ad una intelligenza aliena "creatrice" (quella che ha costruito la misteriosa astronave di Rama, ad esempio) o ad un pianeta "pensante" come Solaris (mirabilmente inventato da Stanislaw Lem), pur avendo a disposizione ogni tecnologia rimane basito di fronte all'"autometamorfosi ontologica" per dirla con la letteratura solaristica di Lem. Basito e naturalmente impotente. 
Questo aspetto letterario, scientifico e filosofico, che porta a vedere "umilmente" l'universo e i limiti dell'Uomo, è un tipo di visione oggi un po' appannata, per una gioventù (intesa anche come fascia di mercato, senza età) abituata a giocare a "Call of Duty" e a portare candele elettroniche a Steve Jobs (http://is.gd/H9r1pN). Ma se solo si rileggessero certe pagine di Solaris, capolavoro assoluto di Stanislaw Lem, con l' "experimentum crucis" per comprendere se si è impazziti, dati i "fantasmi" che il pianeta Solaris genera (con tutta la "solaristica" che ne è fantasticamente derivata), l'Uomo 2.0 tornerebbe a più miti consigli. Magari terrorizzato. Anche Solaris, trasposto dal grande Andrei Tarkovsky, fu definito da molti "la risposta a 2001 Odissea nello Spazio" di Stanley Kubrick e naturalmente Artur C. Clarke. 



Google con il suo doodle "celebra" Lem e la sua arte con il "60esimo anniversario della prima pubblicazione di Stanislaw Lem", creando un "fumetto interattivo" con i tratti di Daniel Mróz (altro genio polacco dell'illustrazione, scomparso nel 1993) creati per illustrare "La Cyberiade" dello stesso Lem.

Testo a cura di Zerca Majlovich 








martedì 22 novembre 2011

MESSA A NUDO 2011 | A Milano dal 16 al 18 Dicembre presso SPAZIO BALUARDO

Messa a Nudo 2011
16-18 dicembre
Concrete Jungle
Nella nostra giungla di cemento, cosa ci attacca e come difenderci.
Rivoluzioni, nuove forme di povertà e grandi inganni.

Quest’anno Messa a Nudo ritorna con un tema di estrema attualità.
Nella nostra giungla di cemento dove il pericolo non sono i predatori ma gli speculatori, dove le rivoluzioni e le rivolte stanno cambiando il volto di interi paesi, in società dove la povertà sta dilagando fin sotto le nostre case e i grandi inganni di politica e banche stanno portando una fragile economia costruita sui debiti inesorabilmente alla deriva.

Gli artisti sono invitati a riflettere, rappresentare e rivisitare questo tema.
La traccia è un invito per seguire una linea guida e una conformità con il resto della rassegna.
Le opere saranno essenzialmente libere purché rimangano o rappresentino temi inerenti al tema proposto.


Date e scadenze:
02/12/11: termine per iscrizioni e per comunicazione dimensioni e numero di opere
09/12/11: termine per comunicazione di titolo, dimensioni, tecnica e mail per targhetta espositiva.
12-13/12/11: termine per consegna opera

Informazioni importanti:
Si raccomanda puntualità nel rispettare le date indicate per favorire l’organizzazione dell’intero evento.
Ogni artista è invitato a mandare una foto dell’opera da esporre o di opere precedenti ai contatti indicati.
Indicare il numero di opere da voler presentare con relative dimensioni.
La scelta delle opere è a cura degli organizzatori di Spazio Baluardo.

Contatti:
Valerio: valeriopapa.arte@gmail.com  | cell: +39 349. 415358
Elena: elena89cai@yahoo.it

"PENSA GLOBALE | AGISCI LOCALE"

HUMAN RIGHTS 2012 - Art from World | Rassegna Internazionale d'Arte Contemporanea a cura di Roberto Ronca

HUMAN RIGHTS?” è alla sua quarta edizione.
Da quest’anno l’esposizione raddoppia, unendo l’Italia con un ideale collegamento dall’estremo Sud-Est all’estremo Nord-Est, da Lecce a Trento, con due location di grande prestigio e dal forte valore simbolico.
Le opere di artisti internazionali verranno proposte in una prima esposizione a Lecce dal 31 marzo al 27 maggio e successivamente a Trento dal 15 settembre al 14 ottobre 2012.
L'inaugurazione dell'evento di Lecce è prevista il 31 marzo 2012
L’inaugurazione dell’evento di Trento è prevista il 15 settembre 2012.
Durante l'evento verranno organizzate conferenze sul tema dei diritti umani, con una visione particolarmente attenta ai progetti promossi dall’Istituto di Culture Mediterranee e dalla Fondazione Campana dei Caduti.

A cura di Spazio-Tempo Arte l'intero periodo espositivo sarà animato attraverso performance di artisti internazionali, action paintings, incontri con gli artisti che si renderanno disponibili a parlare delle loro opere.
Durante le serate inaugurali saranno organizzate performance artistiche.

Durante il periodo espositivo Spazio-Tempo Arte organizzerà visite guidate per accompagnare gruppi di visitatori e comitive scolastiche.
IL CONCEPT

Il 10 dicembre 1948, viene proclamata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: per la prima volta nella storia dell'umanità, era stato prodotto un documento che riguardava tutte le persone del mondo.
Ognuno di noi, per il solo fatto di essere nato, gode dei diritti sanciti nella Dichiarazione.
Ognuno di noi, indipendentemente dal luogo nel quale è nato e vive, gode di questi diritti.
Ognuno di noi ha diritti civili, politici, sociali, economici, culturali.
Ognuno di noi è uguale agli altri.
È sempre così?
In HUMAN RIGHTS? gli artisti parlano dei diritti umani. Il titolo semplice e diretto, senza giri di parole, esprime il concetto fondamentale che deve accompagnare l'esistenza di tutti.
In questo evento vengono toccati argomenti scomodi, complessi e di denuncia, che vadano a pungolare la coscienza di tutti coloro che, godendo appieno dei propri diritti, non pensano a tutte le persone che vedono i loro calpestati ogni giorno.
L'evento vuole quindi smuovere le coscienze, volendo fortemente uscire dai luoghi comuni che l'abuso dei termini porta con sé: parlare di diritti umani è diventato talmente frequente, che lo stresso termine "violazione dei diritti umani" si è svuotato di significati e ormai ci tocca solo da lontano quando ne sentiamo parlare, senza realmente entrare nella nostra testa.
Il modo più immediato di riprendere quella coscienza, indispensabile per essere realmente parte di un sistema che rispetti i diritti di tutti, è vedere con gli occhi tutto quello che gli artisti hanno da dire. Le immagini vanno a infilarsi nella memoria in maniera così immediata e così forte, che tutti coloro che la visiteranno ne usciranno più consapevoli ed emotivamente coinvolti.
Parlare dei diritti umani significa quindi per gli artisti "tirare fuori" molte idee che in altri eventi non possono trovare lo spazio adeguato.
HUMAN RIGHTS? vuole essere un segnale forte per tutti gli artisti e per tutti coloro che la visiteranno. 
LE LOCATION

IL CASTELLO DI ACAYA

Il castello di Acaya è uno dei "SEGNI" più importanti del Rinascimento meridionale.
Acaya è L’IDEALE UMANISTICO della città laica che esprime pienamente la fiducia nell’uomo.
Ad Acaya Gian Giacomo dell’Acaya sperimentò, forse la prima nel Mezzogiorno, lo schema della CITTÀ – IDEALE, ossia di una città che nasceva con precise e specializzate funzioni che si riflettono su una forma definita dove non hanno più peso i grandi temi simbolico – religiosi.
l castello cinquecentesco di Acaya rende la città che lo ospita unica nel meridione, la sola ad avere conservato la fortificazione originale.
Voluto e commissionato da Carlo V, progettato dall’architetto Gian Giacomo dell’Acaya, ha conservato nel corso del tempo la struttura e le connotazioni rinascimentali.
Restaurato nel 2008, il castello ha rivelato la presenza di sepolture, tombe, fosse comuni ed affreschi databili alla seconda metà del 1300.
Il castello è situato a 5km dal mar Adriatico e dalla Riserva Naturale delle Cesine, di grande interesse naturalistico, essendo tra le ultime zone paludose dell’area geografica.
LA FONDAZIONE OPERA CAMPANA DEI CADUTI

La città di Rovereto ospita sul Colle Miravalle la grande Campana dei Caduti, Maria Dolens, intuita e voluta dal sacerdote roveretano don Antonio Rossaro all’indomani della Grande Guerra come simbolo imperituro di condanna del conflitto, di pacificazione delle coscienze, di fratellanza fra gli uomini, di solidarietà fra i popoli. Realizzata col bronzo dei cannoni offerto dalle nazioni partecipanti al primo conflitto mondiale, suonò il primo rintocco il giorno 4 ottobre 1925, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III. In tutti questi anni ha fatto sentire alta la sua voce suonando ogni sera i cento rintocchi di ammonimento alla vita e alla pace. Uomini di Stato, Presidenti ed Ambasciatori unitamente a cittadini di ogni Nazione, le hanno reso omaggio e continuano a sentirla come voce della propria coscienza. Ben ottantaquattro Nazioni hanno esposto il loro vessillo intorno a Maria Dolens, nome di battesimo della Campana stessa, lungo il Viale delle Bandiere e sulla Piazza delle Genti, a testimoniare, anche visibilmente, la fedeltà ad un messaggio, ad una sorta di “Patto della Pace”. Il 18 gennaio 1968, con decreto del Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, nasce quale ente morale la Fondazione Opera Campana dei Caduti. Nelle finalità della Fondazione particolare attenzione è rivolta all’educazione delle nuove generazioni, alla cultura della pace, della non-violenza e dei diritti umani.
IL REGOLAMENTO ED IL BANDO DI PARTECIPAZIONE SU www.humanrightsart.com

COSE CHE GLI ASPIRANTI SCRITTORI FAREBBERO MEGLIO A NON FARE MA CHE INVECE FANNO | Cristiano Armati distilla sotto forma di consigli la sua personale esperienza maturata tra carta e inchiostro

Martedì 22 novembre 2011 ore 18:00, presso gli spazi della libreria San Paolo di Napoli, in Via A. De Pretis n. 52/60, Cristiano Armati presenta "COSE CHE GLI ASPIRANTI SCRITTORI FAREBBERO MEGLIO A NON FARE MA CHE INVECE FANNO", un manuale indispensabile per chi desidera rapportarsi con una casa editrici, ma anche una satira sull'industria editoriale.

Ci sono libri che parlano d’amore. Altri che offrono al lettore la possibilità di risolvere un oscuro mistero. Altri ancora che consentono a chi legge di «vedere» luoghi mai visitati di persona… Cose che gli aspiranti scrittori farebbero meglio a non fare ma che invece fanno affronta tutti questi temi. L’amore di cui si parla, naturalmente, è quello per i libri, l’oscuro mistero offerto sotto forma di giallo coincide con il meccanismo che consente a un manoscritto di arrivare alla pubblicazione mentre, i luoghi affrontati dalla narrazione, sono gli ambienti di una casa editrice: le scrivanie dei redattori, i telefoni degli uffici stampa, i carrelli dei magazzinieri e, in modo particolare, i modi di agire e di pensare di tutti coloro che, giorno dopo giorno, affollano la stanza di un editor (per mezzo di mail, telefonate, plichi raccomandati, messaggi su facebook e visite personali) per perorare la causa della stampa di un libro. 
Scritto pensando a tutti coloro che sognano di scalare le classifiche dei best seller o che, più semplicemente, desiderano scoprire cosa si nasconde dietro le quinte del lavoro di un editore, Cose che gli aspiranti scrittori farebbero meglio a non fare ma che invece fanno distilla sotto forma di consigli l’esperienza di una vita vissuta tra la carta e l’inchiostro, il frastuono delle macchine tipografiche e gli spietati rendiconti dei librai. 
Il risultato è un manuale indispensabile per chi desidera rapportarsi in modo corretto con una casa editrice, ma anche una satira impietosa che affronta i meccanismi dell’industria editoriale per prendere di mira i vizi e i malcostumi che si annidano in ogni settore della vita quotidiana.


Cristiano Armati. È nato nel 1974 a Roma, città dove vive e dove scrive. Tra le sue pubblicazioni, il romanzo Rospi acidi e baci con la lingua (2007), le raccolte di racconti La mattina dopo (2004) e Roma noir (2009) e i saggi Roma criminale (2005), Italia criminale (2006) e Cuori rossi (2008). Impegnato nell’industria editoriale dal 1999, ha lavorato per Coniglio Editore, Newton Compton e Castelvecchi. 
Il suo blog è www.armati.splinder.com