giovedì 31 gennaio 2013

NUOVE TERRE E NUOVI MARI | Alla Galleria Wikiarte di Bologna la mostra di CIRO PALUMBO


Viviamo in un’epoca di oscuri paradossi e labili certezze. La provvisorietà non è più uno status da superare in quanto premessa necessaria a una stabilità personale economica o di crescita interiore. Viviamo l’insicurezza di chi non ha più eroi cui far riferimento, non abbiamo esempi da seguire né tanto meno da emulare. È l’effimero a permearci con terapie televisive sistematiche a posologia quotidiana. I nuovi eroi hanno l’aura e il carisma di mastro lindo, le autorità garanti sembra quasi che abbiano il compito di fornire la persuasione  che il vuoto che dilaga sia, in effetti, lo status ottimale e che in fondo si sta tutti, tutti bene. Si apre un giornale, si ascolta un notiziario e la sensazione è quella di essere proiettati  verso un futuro in cui l’unica certezza è quella di esistere solo per se stessi e per pochi, pochissimi, altri. Tutto il resto è oblio, incertezza, sfiducia. Troppo tempo e troppi tempi sono passati senza che nulla fosse fatto per fermare ladri di tempo, di denari e di libertà. I primi dieci anni dall’inizio del terzo millennio si stanno distinguendo per una consapevolezza precisa e quanto mai triste: gli ideali e le speranze degli anni sessanta sono stati inesorabilmente traditi da biechi politicanti e furbi economisti. Un tempo il concetto di viaggio era di trovare un’isola, una terra o un mare da cui tornare con occhi diversi, migliori  alla maniera di Marcel Proust, ciò che si cerca ora, invece,  è l’evasione per sparire, sfuggire, scappare da un qualcosa che sa di sconosciuto e di falso e che pertanto solo di bugie può riempire il nostro tempo e il nostro spazio. Si vuol fuggire sì ma per non tornare, tornare mai più. L’unica rivoluzione che si spera avvenga presto non si aspetta che venga dai politici né, tantomeno,  da reazionari nostalgici ciò che da italiani e da europei dovremmo auspicarci è che dall’arte e dalla cultura dell’arte possa venire un nuovo gemito, un nuovo urlo che squarci il velo e sveli finalmente un orizzonte nuovo e si possa insieme respirare e continuare il  viaggio con fiducia, speranza, tenacia e progetto. Come quell’attimo prima che il maestro dia il via all’orchestra e muova la bacchetta, pochi attimi un silenzio vibrante e poi i suoni, le tonalità, i colori, le crome e le cromie. Oppure poco prima che una galleria apra un vernissage, quando diviene percepibile il battito cardiaco dei galleristi e dei visitatori, si sente il fremito di chi con l’occhio cerca di capire e di specchiarsi in ciò che vedrà per riscoprire, in finale, di essere ancora capaci di provare emozioni. Ciò che si celebra nella Galleria Wikiarte non è soltanto una mostra di opere d’arte di Ciro Palumbo, ma è piuttosto la risposta data da tre giovani galleristi Deborah Petroni, Rubens Fogacci e Davide Foschi a quest’epoca di tetri paradossi e di labili certezze. Diceva Ernst Ficher scrittore e filosofo tedesco: “In una società decadente, l'arte, se veritiera, deve anch'essa riflettere il declino. E, a meno che non voglia tradire la propria funzione sociale deve mostrare un mondo in grado di cambiare. E aiutare a cambiarlo”. L’Arte ha da sempre una funzione sociale evidentemente sociale, l’arte ha fornito spunti, ispirazioni, ha suscitato idee nuove, quelle migliori. Ha sollevato gli anima e ha cambiato il singulto in grido di rabbia o canto di gioia. Persino lo scienziato ha per progettare nuovi orizzonti scientifici si relaziona alle discipline in maniera creativa. E Galileo e Newton avrebbero reso la scienza migliore, di quanto non lo fosse nella loro epoca, senza la scintilla che muove ogni artista? Pasteur studiò le prime nozioni di filosofia estetica prima di occuparsi di Fisica e di Chimica e che ne sarebbe di Albert Einstein senza il suo estro? Albert Bruce Sabin era figlio di un artigiano e fu grazie a questa parte genetica che gli fece decidere di non brevettare  la sua invenzione, rinunciando allo sfruttamento commerciale da parte delle industrie farmaceutiche, cosicché il suo prezzo contenuto ne garantisse una più vasta diffusione della cura: « Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo ».
La mostra “Nuove Terre e Nuovi Mari” è essenzialmente un invito a tornare  a respirare è una esortazione a specchiarci nell’arte e nel fare arte di Ciro Palumbo perché si possa ritrovare riflessa la nostra vera icona e non quella che altri ci hanno trapuntato addosso. Questa mostra nel contesto di una galleria come la Wikiarte assume in questo tempo un valore altissimo perché vuole far reimparare a sognare, e sia ben chiaro che non è il sognare utopico che è fuga dalla realtà, ma è un sognare che diviene modalità progettuale negli intenti e nei fatti. I quadri di Ciro sono veri inni a riprendere le forse per  tornare a camminare così da purificare, muscoli, tendini, ossa e rinnovato l’involucro permettere a Eros e Psiche di tornare dall’esilio per riabitare gli antri magnifici della nostra essenza. Sì perché ogni opera di quest’artista è composta in modo che i ricordi belli e brutti siano l’inizio necessario perché s’inizi un viaggio. Ogni quadro è un sipario che si apre perché la scena ricominci. Palumbo con una tecnica che è memore dei grandi coloristi del Manierismo italiano e del Romanticismo inglese compone l’essenza stessa che regola un’emozione attraverso un simbolismo sostanziale e leggibile. È così che una statua che da sola regge la scena dipinta, altri non è che un ricordo divenuto memoria, è la saggezza che rende sicuro il viaggio verso un orizzonte dove si stagliano nuvole cangianti e vaporose. Il tempo che quest’artista dipinge è quel tempo prima  che l’orchestra inizi o prima che la galleria apra, è tramonto e alba insieme. E se è la notte ad essere dipinta, nei quadri di quest’artista naturalizzato torinese, il buio non diviene mai tenebra. Ricordo notturni in cui Ciro aveva dipinto stelle che dal cielo come pioggia sottile andavano a inebriare un albero pervaso da un vento. Geniale è il dinamismo che riesce a creare armonia  tra oggetti tipici del tempo ludico dell’infanzia e ciò che è invece tipico di un viaggio che sta per iniziare. Le  sue case viste da dentro non sono ambienti metafisici, ma piuttosto una realtà che, nella passionalità del fare arte, si riveste di irrealtà così che la fredda ratio  si veste infine della ragione dei sentimenti e si riparte ancora per nuove terre e nuovi mari.
Alberto D’Atanasio
Critica:
 Presentazione a cura del Critico Alberto D’Atanasio

Catalogo:
 disponibile in Galleria €.10,00

Patrocinio
Falpa Promozione Arte

Sponsorizzata da:
 www.virtualstudios.it
 www.fotodigitalservice.com
 www.lavoriedilionline.it
www.genzianariccicomunicazione.it
www.ilpensieroartistico.eu

Durata mostra:
 dal 2 AL 14 febbraio 2013
 da mercoledì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 orario continuato
 domenica e martedì dalle 15.00 alle 19.00
 lunedì chiuso.

Ingresso:
 libero

Info e contatti:
 Mail: info@wikiarte.com
 Sito: www.wikiarte.com

Emanuel Pimenta for John Cage | Mostra Evento Collaterale EXPO Arte Bari, a cura di Lucrezia De Domizio Durini


La Mostra Evento Emanuel Pimenta for John Cage è parte integrante dell’EXPO di Bari. È stato possibile realizzare questa mostra collaterale grazie alla precisa volontà di due sensibili operatori culturali: il Direttore dell’Expo Arte Amedeo Demitry e il gallerista Ninni Esposito. L’inedita e storica manifestazione nella sua complessità dona lustro alla città di Bari.
Dopo aver attraversato 28 paesi nel mondo con differenti formule espositive, la magistrale Mostra Evento Emanuel Pimenta for John Cage, dell’artista compositore Emanuel Dimas de Melo Pimenta al Castello Svevo di Bari, chiude le manifestazioni del Centenario della nascita di John Cage, il più singolare compositore del XX secolo. L’Omaggio è iniziato a New York il 12 marzo 2012. L’Evento è un unicum storico, che, se pur con delle differenze, ricorda in parte la Mostra Il Silenzio della Musica e l’omonimo libro (Charta Ediz. Mi) dell’artista compositore Emanuel Pimenta realizzata per l’apertura del Museo MART di Rovereto il 7 Marzo 2003. Nella Mostra Evento di Bari sono presenti opere inedite dell’artista Pimenta, Video, Musica, preziosi documenti storici e immagini fo- tografiche, uniche e rare, che raccontano la particolare vita privata e di lavoro di John Cage nel suo famoso Loft di New York: il teatro virtuale, il luogo del silenzio e dell’ascolto. Il rifugio di un universo creativo, spirituale e umano. Nell’esterno del Castello Svevo la Mostra si avvale della crea- tività dell’artista Pimenta che, attraverso composizioni sonore accompagnate da visioni surreali, ren- dono suggestivo l’intero habitat mentre all’interno del Castello visualizza al pubblico l’Incontro tra due uomini: Pimenta e Cage, che, pur nella diversità generazionale e nelle differenze ambientali, sono legati da un destino comune che sconfina da ogni volontà individuale e va a toccare l’ineluttabilità della magia della musica.
Questa storica Mostra Emanuel Pimenta for John Cage si è resa possibile, nel glorioso Castello Svevo, grazie alla profonda visone dell’Arte Internazionale di due insigne personalità della cultura: la Direttrice del Castello Dr.ssa Anna Maria Lorusso Bolettieri e il Prof. Salvatore Buonomo, Soprin- tendente per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia. A questi due autorevoli e sensibili personaggi è rivolta ammirazione e gratitudine.
La Conferenza dal titolo JOHN CAGE “Ascoltare il Silenzio” si terrà presso l’Auditorium del Castello Svevo alle ore 21,00. Partecipano, quali relatori, Pilar Parcerisas, Emamuel Pimenta e Lucrezia De Domizio Durini, personaggi che nel loro iter di lavoro hanno vissuto con differenti approcci il sedu- cente viaggio di interrelazione tra il grande Maestro e il Compositore Mediterraneo, come Cage soleva chiamare il suo amico Pimenta.
Per l’occasione viene pubblicato un Giornale, che attraverso immagini fotografiche e prestigiosi saggi verte ad una maggiore diffusione pedagogica e informativa. 

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Mostra Evento Collaterale EXPO Arte Bari
Emanuel Dimas de Melo Pimenta
Castello Svevo 8 marzo 2013 h 21,00
Emanuel Pimenta for John Cage
A cura di Lucrezia De Domizio Durini 


Segreteria Expo Arte - Piazza A. Moro, 22 - 70122 Bari - Infotel/fax +39 0809645445 
Ufficio Stampa Amalia Di Lanno - email: uffstampa@artiamo.org
Castello Svevo - Piazza Federico II di Svevia, 4 - Bari 

Hortus conclusus | A Circoloquadro di Milano la mostra personale di Irene Balia, a cura di Marta Cereda.

Mercoledì 6 febbraio Circoloquadro presenta Hortus conclusus, mostra personale di Irene Balia.
La giovane artista sarda espone a Milano una serie di opere di grande formato, in cui delinea paesaggi e figure umane apparentemente imperturbabili.

Il titolo della mostra coincide con quello dell’imponente polittico Hortus conclusus, realizzato per Circoloquadro: quattro tele compongono un paesaggio di quattro metri di lunghezza, sfondando la parete dello spazio espositivo che lo ospita, insieme ad altri disegni e dipinti.
Le piatte campiture di colore e le ampie porzioni non dipinte contribuiscono a inserire i soggetti rappresentati in un’atmosfera sospesa, che diviene la raffigurazione di uno stato d’animo.
Nei suoi lavori, Irene Balia definisce, in una perfetta sintesi prospettica di forma-colore, un universo bloccato nel vuoto, statico, in cui il silenzio verso l’attenzione al dettaglio detta i ritmi della narrazione.
Traspare in queste nuove opere la consapevolezza di uno stile pittorico ben delineato e definito: la ricerca della semplicità, della stilizzazione, della forma pura, sono solo alcuni aspetti del percorso artistico che Irene Balia ha intrapreso.
Il nucleo di lavori presentati rende evidente un’indagine coerente, basata su figure stilizzate e su una scelta cromatica elementare ma inaspettata. Il risultato è un universo sospeso ma pulsante, dove tutto può accadere e dove tutto è già accaduto.
Le nuove opere in mostra sono il chiaro risultato di una poetica già avviata, che trova nel grande formato il suo naturale sviluppo. Irene Balia esprime e riassume liberamente il percorso maturato in questi anni, offrendo spunti su cui soffermarsi, silenzi a cui dar voce.

L’esposizione, curata da Marta Cereda, prosegue il programma di Circoloquadro, impegnato nella ricerca e nella presentazione di giovani artisti italiani e stranieri.


Irene Balia nasce nel 1985 a Iglesias (CI). Dopo aver conseguito il diploma di maturità linguistica, si trasferisce a Sassari, dove continua gli studi all’Accademia di Belle Arti, ottenendo la laurea in Pittura nel 2009. Dal 2010 partecipa a esposizioni personali e collettive in spazi pubblici e indipendenti.

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IRENE BALIA
Hortus conclusus
a cura di Marta Cereda
Inaugurazione: mercoledì 6 febbraio 2013
In mostra: dal 7 febbraio all’8 marzo 2013
Catalogo: testo di Marta Cereda
Orari: da martedì a venerdì dalle 15 alle 19, o su appuntamento
Informazioni: info@circoloquadro.com, tel. 02 6884442, 339 3521391

mercoledì 30 gennaio 2013

Magazzino Formide - Artist Run Space - | Arte Contemporanea a Siracusa


Inaugurato i primi di gennaio, Magazzino Formide nasce all'interno di un vecchio magazzino dell'unico, e ormai chiuso, negozio di giardinaggio della città di Siracusa. Protagonisti di questa avventura sono gli artisti Sara Petrolito e Claudio Cavallaro. 
"Magazzino Formide - Artist Run Space" è una fucina di idee, di promozione dell'arte nel territorio; un luogo di incontro e dialogo con le altre realtà nazionali e internazionali e tra artisti e operatori del mondo libero dell'arte.


 Claudio Cavallaro e Sara Petrolito






sabato 26 gennaio 2013

Human & The Mad | All'Atomic Bar di Milano il lunedì è MUSICA!


Chemical Attack Project & Sonny Denja
con la collaborazione di Atomic Bar & Rosaspinto
Presentano:
Human & The Mad


28-01-2013
ATOMIC BAR - Milano
FREE ENTRY

Cocktail a 4€ con tesserino universitario



Atomic Bar conosce bene i Ragazzi di The Mad, cattivissimi, brutti ceffi, ma sempre col sorriso sulle labbra. Ma il lunedì dell’Atomic ospiterà anche EBF & Fist, due dj e producer da anni resident dj di alcuni tra i più noti night club Torinesi, dall'Alcatraz all'Acua, dal Fluido al Caffè del progresso, dove spaziano tra elettro e dubstep fino ad arrivare a suoni molto minimal.
L'estate scorsa hanno occupato la consolle dell’Atomic scatenando il panico, quest'anno daranno ancora il massimo, forse di più.


Il Lunedì non è un giorno facile. “LUNEDI” significa “NUOVO INIZIO DELLA SETTIMANA”: chi sta in ufficio si ritrova a recuperare il lavoro accumulatosi nel week-end, arrivano scadenze da portare a termine e tutti desiderano tornare sotto le coperte.

Stessa cosa per gli studenti, ancora sconvolti dal week-end. Per questo ATOMIC BAR rinnova l'appuntamento settimanale, per tutte quelle persone che non riescono a capacitarsi che non ci sia un posto dove sgranchirsi le gambe di Lunedì, un'alternativa al classico aperitivo e poi “tutti a casa”.
Nasce “Human” un progetto di musica per il lunedì:. Elettrofunk, ElettroClash, Big Beat, Elettronica, a tratti Techno. E per rendere il tutto più appetibile ci saranno cocktail a 4€ presentando il tesserino universitario.


In consolle:


Dj Fist & Dj EBF: The Mad Crew torna a Milano con i suoi migliori dj. Il loro motto è “Non sempre mettiamo bella musica, ma la mettiamo a tempo”. Insieme sono come l'inverno e l'estate, la calma e la pazzia, questi sono i termini giusti per delineare lo stile eclettico e imprevedibile di questo duo. Elettronica, dubstep e tratti house minimal, un viaggio nella EDM con due personaggi d'eccezione che presto conquisteranno, dopo Torino, anche Milano. 


Dj WestBanhof: un'esplosione dovuta a un dosaggio sbagliato di acidi e reagenti. Una selezione scomoda e non corretta. Un viaggio attraverso i nuovi suoni nascosti e profetici nelle cantine di paesi di periferia. Un'indagine nel ventre di sintetizzatori dai tasti consumati, sfondando i canali di comunicazione commerciale e tuffandosi nel cielo elettrico di aurore sconosciute. Un'eclettica evasione verso nuovi orizzonti musicali tra mash-up, bootleg e remix.


Sonny Denja is Paolo Ampola: scuola Breakbeat votato all’Electro Techno. Sonny Denja è il nome scritto sugli schermi dei Vj che lo accompagnano e sulle locandine che ha diviso con Steve Aoki, Autoerotique, Congorock, Crookers, Calvertron, Mightyfools. Protagonista del più importante evento clubbing della Sicilia, Scimmia Pazza, nelle sue produzioni ha avuto il supporto di Etienne de Crecy, Paul Chambers, Mustard Pimp, 105Club Nation, Doc Trashz, iNeed? e tanti altri...
www.soundcloud.com/sonnydenja


Il Lunedì è la noia da combattere, è la stanchezza che deve essere allontanata, è un giorno infame che ATOMIC BAR combatterà tra pezzi Old School e le nuovissime uscite del panorama internazionale.

Perchè, dopotutto, siamo esseri umani e abbiamo bisogno di staccare la spina. Perchè non ci arrendiamo ad un'esistenza di fronte a una scrivania, alla passerella del sabato sera in corso Como, ai film di De Sica, alla pubblicità della Maionchi.
Non ci arrendiamo agli aperitivi all'Iguana, non ci arrendiamo al bottillon e i suoi bonghi e le sue chitarrine stonate, non ci arrendiamo alla fuga di cervelli.

Noi non ci arrenderemo mai perchè siamo vivi. E siamo vivi perchè non ci siamo ancora arresi.

Human, after all