giovedì 28 agosto 2014

CONSIGLIO DI LETTURA: "Sopravvivere ad una giornata metropolitana: Gambe in spalla e niente panico!" di Sofia Scardi


"I sogni nel cassetto e i sogni di gloria sono come le bolle di sapone fantastici ma poi basta urtarli e svaniscono, gli obiettivi invece restano, ma per poterli realizzare bisogna scendere in trincea e uscirne vittoriosi."


Anteprima 

Il sonno è tutto tempo rubato alla vita: dopo la morte il sonno sarà eterno perciò ci sarà tempo per riposare.

Appena svegli sorridete, ma non un sorriso tirato tipo ictus, un sorriso che viene dal cuore e mettete giù dal letto il piede destro; non vi specchiate subito potreste accarezzare l’idea di rinfoderarvi di nuovo il che vi farebbe perdere il gusto e soprattutto il guadagno della giornata.

Prima di andare in bagno accendete la moka, un buon caffè vi renderà tutto più chiaro; quanto meno vi eviterà di andare a sbattere ovunque.


Prendete la tazza, guardate il vostro frigo su cui ovviamente avrete già posto la foto del “vostro Obiettivo”, osservatela bene, aprite il frigo e prendete una zolletta di zucchero e mettetela nel tazzone del caffè lungo, ricordate che il cervello ha bisogno di zucchero.

Bevete il caffè davanti ad una pianta, meglio se posta su un davanzale o in terrazza; capirete che un obiettivo è come una pianta può avere una crescita molto lenta e vivere in eterno o una crescita repentina e seccarsi dopo poco; se non avete il pollice verde piantate delle lenticchie quelle crescono sempre.

Lavatevi bene, deodoratevi, concedetevi una crema idratante; il corpo ascolta, è come una magnolia, se si sporca muore. Siate rispettosi di chi vi sta accanto: non costringeteli a subire i vostri “effluvi".




Sbarbatevi o depilatevi: il corpo respirerà e soprattutto eviterete spiacevoli ironie.

Vestitevi comodi ma non sciatti, con qualcosa di particolare che vi contraddistingua; mai omologarsi alla massa! Meglio essere spaiati come calzini che accompagnati tutti uguali.




mercoledì 27 agosto 2014

Io sono il mio numero | Spettacolo teatrale. Testo e regia a cura di Tatiana Alescio

La Compagnia teatrale Trinaura, attraverso un testo che trae spunto dalle testimonianze degli ebrei sopravvissuti alla deportazione del ghetto romano del 1943, vuole rendere omaggio alla memoria, alla Shoah, ai suoi caduti, a chi si è miracolosamente salvato e ai loro familiari. 

Si narra nello specifico di sette donne di età compresa tra gli 8 ed i 45 anni, volutamente di età, nazionalità (una di loro è francese), estrazione sociale e culturale diversa, al fine di offrire un più completo panorama delle svariate reazioni che la deportazione, in tutta la sua drammaticità, ha inevitabilmente generato. 
All'aprirsi della scena, le protagoniste interpretano l'inconsapevole serenità degli ultimi scorci di vita libera, seppur sacrificata nel ghetto, non potendo in alcun modo presagire l'orrore di cui a breve saranno vittime. Parlano in particolar modo della richiesta/tranello di 50 kilogrammi di oro da parte dei nazisti in cambio dell'incolumità di 200 ebrei: "Tanto poco vale la vita di noi ebrei?", esclamerà Diletta, l'unica donna che riuscirà a far rientro dai campi di concentramento. Le rimanenti troveranno la morte in maniera diversa l'una dall'altra: chi lottando comunque fino alla fine, chi vittima di un inganno, chi colpita da malattia, chi di stenti ... chi semplicemente scegliendo di farla finita. La fame, ancor peggio la sete, i lavori forzati durissimi, le pessime condizioni igieniche, il freddo ... verranno affrontati con sopportazione, coraggio ed encomiabile dignità. Per sopravvivere il trucco è alienarsi, viaggiare con la mente in quei pochi momenti della giornata che restano liberi, per non impazzire nel ricordo, nella nostalgia, nel chiedersi incessantemente: "dove saranno finiti i miei cari? li rivedrò?"
Donne costrette a mostrarsi nude davanti a uomini sconosciuti che le scherniscono, mortificate nella loro dignità, rapate, rasate nelle parti intime, marchiate a fuoco, indelebilmente, private del nome e del carattere, spersonalizzate, per essere miseramente ridotte ad un numero, "quel" numero col quale si confonderanno e nel quale si perderanno, non solo in quei campi di morte, ma anche, e forse spiace dirlo "soprattutto" al loro rientro, quando si scontreranno con l'incolmabile assenza di quei cari, la perdita delle loro radici, l'indifferenza di chi è rimasto e non potendo/volendo capire, si limiterà semplicemente ad additare quell'essere oramai irrimediabilmente abbrutito… quel numero!



"IO SONO IL MIO NUMERO"
Domenica 31 agosto 2014
Latomia dei Cappuccini, 3
SIRACUSA

Spettacolo teatrale - Testo e regia Tatiana Alescio 

Scene - Laboratorio Trinaura
Costumi - Mary Accolla
Allestimenti e direzione di scena - Antonio Paguni
Riprese - Fabio Fortuna
Fotografie - Franca Centaro
Grafica - Chiara Trovatello 
Pubbliche relazioni - Valeria Annino

con: 
Giuliana Accolla
Rossana Bonafede
Valentina Ferrante
Laura Giordani
Tatiana Alescio
Aurora e Beatrice Trovatello 

Prevendita c/o Latomia - P. unico € 10,00
info e prenotazioni 347 3202863


Trinaura Compagnia Teatrale
Facebook e Twitter: Trinaura_Teatro


martedì 26 agosto 2014

BLOW-UP | A Taranto la mostra collettiva a cura di ROSSOCONTEMPORANEO

Ritorna la programmazione artistica di Art Medica presso lo Studio Dermatologico del Dottor Andrea Pastore, a cura di ROSSOCONTEMPORANEO e con i testi critici di Amelì Liana Lasaponara, nel suo quarto appuntamento.

Con BLOW-UP, sabato 6 settembre p.v., il noto Studio Dermatologico tarantino, sito in Corso Italia 259, torna ad aprire le porte alla contaminazione della Bellezza dell’arte contemporanea italiana, continuando a proporre un viaggio trasversale nel mondo variegato della nuova figurazione. Questa volta il mezzo d’indagine ad ampio spettro è la macchina fotografica.
Lo scatto come comune denominatore delle ricerche formali di Francesca Randi, fotografa cagliaritana, Claudio Di Carlo, pittore pescarese, e Claudia Venuto, pittrice tarantina.

BLOW-UP è un doveroso omaggio all’opera omonima di un capolavoro della cinematografia italiana di Michelangelo Antonioni, datata 1966. Ma non solo.
BLOW-UP è valenza espressiva, è sostanza per questa collettiva. 
Il regista, nella sua opera, ha voluto “ricreare" la realtà in una forma astratta, “[…] volevo mettere in discussione il reale presente attraverso il visto non visto. Il dubbio di ciò che è e che potrebbe non essere […]”. La realtà, secondo il Maestro, ha numerosi volti, e il dubbio, il distacco, dona giusto valore alle cose. 
BLOW-UP è una “recita senza epilogo […]”.
Antonioni è il primo regista che si serve di una cultura grafica, pittorica. I suoi personaggi hanno un tipo di coscienza proiettata fuori da se stessa. 

Art Medica, in BLOW-UP, parte da questa relazione con il mondo che diventa misteriosa, estranea, enigmatica. Scompare la familiarità tra l’uomo e le cose. Il mondo appare forte e presente.
E’ un appuntamento con la visione, il silenzio, la sintesi emozionale. Nelle opere degli artisti ritroviamo enfatizzati e descritti, l’assenza, l’attesa, il desiderio dell’altro, una comunicazione solitaria ma a maggior ragione una comunicazione affettiva e viva, appassionata, passionale, fatta appunto di dialoghi scarni. Analisti sottili di sentimenti, cacciatori di immagini straordinarie, ricercatori del necessario. Un modo peculiare di volgere gli sguardi sul mondo.

Francesca Randi utilizza la fotocamera quale medium d'eccellenza realistica ed al contempo fantastica, dove la realtà si ammanta di immagini oniriche, traslate verso l'immaginario sensibile dell'artista. Gli elementi d’uso comune, familiare, nella propria decontestualizzazione, sono branditi come accenti fonetici sulle parole àtone del quotidiano. A dar forza alla sottile ed elegante contestazione delle stanche certezze della realtà, contribuiscono i soggetti viventi e silenti e gli oggetti concreti e solitari, incastonati in scene spaziali di vetusta memoria. Sono le campagne a ridosso delle grigie periferie cittadine, sono i muri diroccati di case di fantasmi infantili. La Randi, come pochi artisti dell'obiettivo, cerca di fermare i frame della memoria, quasi appunti, in singoli scatti che diventano culla del nostro vissuto. E lo fa, sussurrando.

FRANCESCA RANDI

Claudio Di Carlo è artista cosmopolita, lavora tra Roma, Pescara ed Amburgo. È uomo poliedrico, contemporaneo, curioso intellettualmente e sempre all'avanguardia nell'ambito della propria ricerca formale. Le sue opere sono il risultato di un'indagine in corso. È come se ciascuna fosse "il" corpo del reato,poiché le immagini sono ingrandimenti, veri e propri blow-up, accostati e suscettibili di riposizionamenti mentali. L'osservatore non osserva, indaga. Ogni porzione visiva ci offre una serie di dettagli cumulabili a formare la nostra identità di lettura. Ci si ritrova, stupendosi, sensualmente voyeur poiché il taglio di Di Carlo incide nell'istinto animale, nella parte più oscura di ciascuno di noi.

CLAUDIO DI CARLO

Claudia Venuto chiude egregiamente l'analisi di blow-up, nella sua poetica formale, che si fa trascrizione di una realtà psicologica. Le sue opere sono la codifica visiva della psiche umana,carica di contraddizioni emozionali che vivono tra i propri desideri profondi ed intimi e le aspettative che gravano dai condizionamenti sociali. Il suo è un impulso elettrico emozionale trasmutato sulla tela. È come se i soggetti delle sue opere si identificassero visivamente con le alchimie mentali approfondite dall'artista. Claudia dà un volto alle inquietudini interiori e riesce a farlo attraverso volti noti, familiari, amicali. Il tranello dell'inquietudine è qui, tra di noi. Indossa volti come maschere rassicuranti a sopire l'ansia della coesistenza tra dubbi e certezza, tra verità e menzogna. La battaglia interiore che la società ci insegna a combattere inducendoci a scelte radicali, nella realtà,trova epilogo, come nelle opere di Claudia, nella compenetrazione tra limiti ed orizzonti di noi stessi.

CLAUDIA VENUTO


(Testo critico a cura di Amelì Liana Lasaponara)


BLOW-UP
6-27 settembre 2014


a cura di ROSSOCONTEMPORANEO
testi critici Amelì Liana Lasaponara 


LOCATION:
Studio Dermatologico Dr. Andrea Pastore 
Corso Italia, 259 | Taranto 

INAUGURAZIONE:
Sabato 6 settembre, ore 19:30 


ORARI APERTURA MOSTRA:
-  Lunedì, 16:00-20:00

-  Martedì, 18:30-19:00
-  Giovedì, 18:30-19:30
-  Venerdì, 16:00-20:00

INFO:
http://studiopastore.wordpress.com/
http://rossocontemporaneo.wordpress.com/

mercoledì 20 agosto 2014

HOW THE SUN SEES YOU | Ciò che accade al tuo viso quando metti la protezione solare


Scoprire cosa fa realmente la protezione solare alla tua pelle sarà interessante, davvero interessante.
Ma la crema protettiva è più di questo. E’ l’unica vera via di difesa per evitare il cancro alla pelle, che al giorno d’oggi registra in un anno più casi del cancro al seno, prostata, polmoni e colon – messi assieme (fonte: American Cancer Society Cancer Facts & Figures 2014).


SPAZI CONTEMPORANEI | A Roma la mostra personale di Corrado Delfini a cura di Chiara Mastroianni

“Simmetrie contemporanee, titolo del ciclo di Corrado Delfini, si delinea come una visione complessa e sospesa del tempo e dello spazio. Temi che si legano e si scontrano, sono legate ai concetti tra le righe del racconto di Calvino  “T con zero”.
T con zero è il tempo zero, è la frazione infinitesimale che corre tra l’azione, il suo avvenire e il suo passato, è l’attimo della sospensione di cui non si conosce la prosecuzione. Corrado vuole permanere in zero, e il suo permanere comporta una visione più complessa della realtà. Il tempo e lo spazio si proiettano verso altre innumerevoli dimensioni, simmetriche e contemporanee. Allora la sua arte si costella di frecce direzionali – temporali e spaziali ; l’andare e il tornare, il ritornare e l’andare. Linee interminabili che confluiscono in un punto, da cui altrettante ne partono.
Ma in questo contesto nulla è l’idea del passato e del futuro, il tempo procede e si ripete, in spazi differenti. Luoghi della realtà che si frantumano e si dissolvono, colori e forme che nell’istante – t con zero – smettono di pulsare per liquefarsi.
Lo spazio oggettivo, quotidiano con le sue case e le sue strade, si apre e si scompone,  diviene linea retta e segno geometrico, diviene colore e gesto.
I piani si ribaltano e si penetrano, piani e punti simultanei, che entrano in contrasto col colore della realtà che perde la sua forma,per divenire materia liquida e astratta. La quotidianità che si ripete, l’oggettività delle forme e della vita, trova qui una sua rottura.

La realtà quotidiana, il nostro porto sicuro, si tramuta in universo incerto e silenzioso, dove lo stridìo delle linee e l’astrazione dei colori diviene universo dell’artista, una percezione altra che si proietta nell’intimo e nell’ individualità.
“Ogni secondo è un universo, il secondo che io vivo è il secondo in cui io abito, the second I live is the second I live in, bisogna che mi abitui a pensare il mio discorso contemporaneamente in tutte le lingue possibili se voglio vivere estensivamente il mio istante-universo. Attraverso la combinazione di tutti i dati contemporanei potrei raggiungere una conoscenza obiettiva dell'istante universo t con zero, in tutta la sua estensione spaziale me compreso”

     Testo a cura di Chiara Mastroianni

SPAZI CONTEMPORANEI
mostra personale di Corrado Delfini
a cura di Chiara Mastroianni
dal 5 al 11 settembre 2014
opening venerdi 5 ore 19.00
Spazio MAKEMAKE
via del Boschetto 121, Roma
Ingresso libero
Info: +393284153641    info@makemake.it     www.makemake.it
facebook.com/corradodelfini
twitter.com/corradodelfini