mercoledì 30 agosto 2017

Alla Deodato Arte di Milano, dal 28 settembre al 4 novembre 2017, la mostra "JOAN MIRÓ Capolavori grafici", con un’accurata selezione di incisioni e litografie.


DEODATO ARTE
Milano, via Santa Marta 6

JOAN MIRÓ
Capolavori grafici

28 settembre - 4 novembre 2017
inaugurazione mercoledì 27 settembre, ore 18,30


Apre la stagione autunnale della Galleria Deodato Arte di Milano l’esclusiva mostra “Joan Miró. Capolavori grafici”, esposta dal 28 settembre al 4 novembre, con un’accurata selezione di incisioni e litografie, appartenenti al ricco patrimonio di creazioni grafiche, cui il grande maestro catalano si rivolge costantemente durante tutto il suo percorso artistico.

Accanto ad alcune opere degli anni ‘30, i lavori esposti sono stati realizzati soprattutto nel periodo compreso fra gli anni ‘50 e ‘80, arco di tempo in cui Miró si dedica più assiduamente  all’arte incisoria; infatti dalla fine degli anni Cinquanta si stabilisce in maniera definitiva a Palma de Maiorca, dove allestisce un laboratorio di incisione e litografia. Affascinato dalla tecnica, dalle molteplici possibilità espressive e comunicative offerte, vede in questo medium la capacità di  abbracciare perfettamente la sua arte, versatile, ricca di simboli e di colori accesi. L’utilizzo di strumenti inusuali come pettini, chiodi, dita e altro ancora, oltre al contatto diretto e fisico con i materiali, contribuisce a rendere ancora più personali le lastre incise, dalle quali emerge una forte connessione anche dal punto di vista emozionale.
Spesso destinate a volumi e riviste pubblicate in tiratura limitata, che si tratti di incisioni calcografiche a puntasecca, acqueforti o litografie a colori, le grafiche di Miró sono fedeli testimoni del suo linguaggio e al tempo stesso creano tra immagine e testo, reinterpretato secondo la propria sensibilità, un perfetto connubio. 


Nell’esaustiva panoramica dei lavori in mostra s’incontrano alcune opere degli anni ‘30 che attestano le prime sperimentazioni incisorie come Daphnis et Chloé e Fraternity dal carattere narrativo e perfettamente rappresentative delle tematiche trattate.
Di matrice più astratta, sebbene con chiari riferimenti ai titoli, sono le litografie della serie Haï-Ku degli anni ‘60 come Herbes d’été, La bouge du sanglier e Au portrait couvert de neige, dove dalla semplice forma geometrica, dai piccoli punti e dalle macchie di colore è possibile scorgere soli, stelle, lune, occhi, figure femminili e uccelli, soggetti prediletti dell’artista. Questa ampia galleria di figure stilizzate, filiformi, surreali nasconde - dietro ad un’apparente semplicità e leggerezza - un’essenza più complessa, espressione di riflessioni profonde e di uno stato d’animo inquieto.
Colori pieni, vivaci che si contrappongono a linee e contorni neri, figure che fluttuano e galleggiano insieme alle parole, caratterizzano le tavole del poemetto Le lézard aux plumes d'or (1971), uno fra gli esempi più evidenti della compenetrazione fra disegno e testo. L’argomento trattato nella favola fa riferimento a una lucertola con le piume d’oro ed è molto vicino alle tematiche legate al sogno e ai mondi fantastici indagati costantemente dall’artista catalano.
Più essenziali, per quanto concerne linee e colori, sono le litografie realizzate per la serie dedicata a L’enfance d’Ubu (1975). François Ubu, protagonista di tre opere teatrali di Alfred Jarry, impersona un uomo adulto dall’atteggiamento primitivo, vile e avido di potere, di cui Miró sceglie di inventare e rappresentare l’infanzia; la figura fittizia di questo soggetto si muove in un mondo irreale, popolato da animali e creature fantastiche, che si contrappongono alla reale natura di Ubu conosciuta nell’immaginario collettivo.


Particolarmente significativi sono inoltre i lavori incisori accompagnati da poesie di Jacques Prévert tratti dal libro in tiratura limitata Adonides (1975), le cui pagine originali esposte mettono in evidenza sulla stessa lastra l’incisione di versi e il disegno a simboleggiare la totale unione delle due arti e dei due artisti.
Di grande impatto sono l’incisione e acquatinta Sans titre III del 1981 su carta guarro capace di fornire uno spiccato effetto tridimensionale, evocativo del bassorilievo e il manifesto realizzato in occasione dei mondiali di calcio del 1982, un’opera d’arte colorata, fresca che andò a sostituire la vecchia classica iconografia del torero e delle corride, ottenendo uno strepitoso successo.

Deodato Arte
Deodato Arte è una dinamica galleria d'arte contemporanea con sedi a Milano, a Hong Kong e in Svizzera a Brusino Arsizio. Fondata nel 2010, ha già ospitato mostre di artisti di fama internazionale quali Chagall, Picasso e Warhol e vanta inoltre una grande collezione di opere di artisti storicizzati e contemporanei. Dal 2013 la galleria, oltre a seguire mostre e progetti interni, crea sinergie con musei e partecipa a fiere nazionali e internazionali, soprattutto in Asia.

Coordinate mostra
Titolo JOAN MIRÓ. Capolavori grafici
Sede Deodato Arte, via Santa Marta, 6 - Milano   
Date 28 settembre - 4 novembre 2017
Inaugurazione mercoledì 27 settembre, ore 18:30
Orari martedì - sabato 10.30-14.00 e 15.00-19.00
Info pubblico Tel. 02 80886294 - galleria@deodato-arte.it

Ufficio stampa
IBC Irma Bianchi Communication
Tel. +39 02 8940 4694 - mob. + 39 328 5910857 - info@irmabianchi.it
testi e immagini scaricabili da www.irmabianchi.it

Aikido, anche a Ragusa i corsi del maestro Giovanni Aprile.

Partiranno da metà settembre nei locali della Scuola "Budo o Dojo Hono No Kuro Ryu Ninjia" (Via Archimede 17/L, presso cortile Palazzo Cocim) i corsi di Aikido del maestro Giovanni Aprile, cintura nera IV dan di Aikido, responsabile per l'Italia centrale e meridionale della Scuola nazionale di Arti marziali "Il Samurai". 

Finalmente arriva anche a Ragusa uno dei massimi esperti di Aikido in campo nazionale, che metterà la propria esperienza a disposizione dei corsisti, per diffondere la cultura della sicurezza mediante l’autodifesa e la pratica di un’arte marziale basata sull'armonia, l'equilibrio, l'eleganza e l'efficacia, la disciplina e l’autocontrollo. 

L’offerta didattica è calibrata in modo da consentire a chi parte da zero di avvicinarsi per la prima volta all’Aikido e apprenderne le tecniche base; e a chi già la pratica, di approfondirne i principi e perfezionarne le tecniche. Rispetto al tradizionale insegnamento, infatti, il maestro Aprile ha apportato una sostanziale innovazione metodologica, inaugurando un confronto inedito tra l’Aikido e altre discipline marziali, dal Karate al Ju-Jitsu, da Kung-fu al Tae Kwon Do, fino al Ninjutsu. Un metodo, il suo, che serve a misurare la preparazione fisica e tecnica dei maestri e a crescere attraverso il confronto e l’ampliamento dei propri orizzonti culturali e sportivi. Sopratutto serve a esplicitare le potenzialità di una disciplina non agonistica, che non prevede il combattimento, ma che non per questo è destinata a soccombere nella sfida con altre arti marziali considerate più aggressive. Non a caso il maestro Aprile ha ideato e realizzato nell’ottobre 2016 a Scicli la prima sfida italiana Aikido- Karate; nonché un tour in undici tappe nella scorsa primavera che aveva come obiettivo, appunto, quello di mettere a confronto principi e tecniche di differenti discipline marziali. 


Il maestro Giovanni Aprile
 

«La scelta di tenere dei corsi anche a Ragusa – spiega il maestro Aprile, attivo già a Scicli con una palestra propria e come docente in altre strutture a Pozzallo, Modica e Donnalucata – è maturata durante le tappe ragusane di questo tour, a seguito sia degli inviti e della stima dimostratami dai maestri attivi su questa piazza sia dell’interesse e della partecipazione che ho avuto modo di riscontrare tra il pubblico. Le recenti esibizioni dimostrative a Marina di Ragusa, realizzate con il mio staff, non hanno fatto altro che confermare come il comune capoluogo rappresenti un terreno fertile per un insegnamento di qualità dell’Aikido e delle altre tecniche di difesa personale».


Info e contatti
M. Giovanni Aprile
cell. 3393500252 | sito web: http://ilsamurai.it/ 

INDIPENDENTI, RIBELLI E MISTICI. La rivoluzione antropologica: dalle arti al mondo spirituale. Giovedì 31 agosto, un altro appuntamento della rassegna.

"Indipendenti, Ribelli e Mistici. La rivoluzione antropologica: dalle arti al mondo spirituale" è il nome della rassegna ideata da Mara e Mario Vespasiani per l'estate 2017 nell'ambito della seconda edizione del Festival La Sibilla e i Nuovi Visionari, che vuole riflettere sulla comprensione del presente attraverso inconsuete chiavi di lettura, che partono dalle arti - come forme visibili ed immediate della dinamicità delle idee - passano per quella che viene conosciuta come ispirazione - cioè quella facoltà che porta a cogliere in ciò che ci attrae un codice da interpretare - e arrivano alla scoperta del sentimento spirituale, ossia di quella condizione capace di elevare il proprio sé, per scorgere nella sorgente invisibile una sensibilità inaspettata.

Agli autori coinvolti, verrà chiesto, facendo leva sulla propria esperienza professionale, di interpretare il periodo storico attuale e di proporre una visione che potrà dirsi politica, alternativa e possibile ora, rispetto al declino di una società materialistica, egoica e individualista, sempre più scissa con la madre terra. La rassegna si pone il fine di maturare una consapevolezza che ha il sapore di una insurrezione del pensiero e di proporre un'alternativa, all'attuale fase di turbocapitalismo che sta attraversando la nostra società, per stimolare una serie di processi verso l'unificazione col tutto.

Mara e Mario Vespasiani hanno immaginato tale serie di incontri, che intrecciano arte ed educazione, meditazione e musica, ecumenismo e attivismo, per osservare la società dalla prospettiva delle arti - grazie all'attitudine che hanno di anticipare gli eventi, come percezione e pratica - per favorire una trasformazione personale; al fine di sviluppare una presa di coscienza individuale e planetaria, che sappia mettere in relazione la ricerca della bellezza con le conquiste tecnologiche e con le grandi migrazioni, i cambiamenti climatici con i quotidiani contrasti interiori.





STUDIO D'ARTE VESPASIANI - ONE LAB
Corso Vittorio Emanuele II, 32 - 34 Ripatransone AP
info@mariovespasiani.com


Giovedi 31 agosto ore 21,30


DOMENICO ROMANO

CAMPI DI INDAGINE:
MUSICA CONTEMPORANEA E FEDE

IL TEMA DELLA SERATA:
SPIRITUALITA' E MISTICISMO NEL LINGUAGGIO MUSICALE CONTEMPORANEO


 



A Bassano del Grappa, il finissage della mostra "PAINTINGS. PERCORSI NELLA PITTURA CONTEMPORANEA DA UNA COLLEZIONE PRIVATA". Testo critico e presentazione a cura di Emanuele Beluffi.

GALLERIA CIVICA MUSEO DI BASSANO DEL GRAPPA | 2 SETTEMBRE ORE 18

Spazio espositivo
Museo Civico  | Piazza Garibaldi 34| Bassano del Grappa (VI) | T 0424 519901 / 519904

Titolo dell'evento
PAINTINGS. PERCORSI NELLA PITTURA CONTEMPORANEA
DA UNA COLLEZIONE PRIVATA

FINISSAGE DELLA MOSTRA
2 SETTEMBRE ORE 18


Abstract di presentazione
I Musei Civici – Assessorato alla Cultura della Città di Bassano del Grappa annunciano la chiusura della mostra “Paintings. Percorsi di pittura privata da una collezione privata”, esposizione inaugurata lo scorso 10 giugno che raccoglie oltre sessanta opere pittoriche di arte contemporanea provenienti da un’unica collezione privata. In occasione del finissage, che si terrà sabato 2 settembre 2017 alle ore 18, il Museo Civico presenta al pubblico il catalogo che raccoglie l’intera collezione di Antonio Menon.

Orari di apertura
ORE 18

Biglietto
ingresso libero
Orario del vernisage
ORE 18

Catalogo
Sabato 2 settembre 2017 alle ore 18 il Museo Civico presenta il catalogo monografico dell’intera collezione Menon “Paintings 1”, edito da ZeL Edizioni, con testi di Emanuele Beluffi, Camillo Langone, Alessandro Riva. Il ricavato della vendita sarà devoluto alla Fondazione Città della Speranza di Padova, la Onlus che persegue la finalità di sostenere lo studio, la ricerca scientifica, l'attività didattica e l'assistenza nel campo delle patologie oncoematologiche pediatriche.

Patrocini
Assessorato alla Cultura della Città di Bassano del Grappa

Artisti
Giorgio Albertini, Paul Beel, Greta Bisandola, Danilo Buccella, Alessandro Busci, Saturno Buttò, Angelo Davoli, David De Biasio, Giovanni Frangi, Ettore Frani, Giovanni Gasparro, Alfio Giurato, Jonathan Guaitamacchi, Federico Guida, Maurizio L’Altrella, Magdalena Lamri, Andrea Martinelli, Matteo Massagrande, Harding Meyer, Tommaso Ottieri, Sergio Padovani, Alessandro Papetti, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Alejandro Quincoces, Mauro Reggio, Filippo Robboni, Eric Serafini, Chiara Sorgato, Marco Tamburro, Walter Trecchi, Santiago Ydanez

TESTO DI PRESENTAZIONE/CRITICO A CURA DI EMANUELE BELUFFI

Possedere un quadro

«Tu hai mai voluto possedere un quadro? Intendo possederlo fisicamente». Non poteva esserci contesto migliore dell’inaugurazione di una mostra qualche anno fa per una domanda “da pittore” a un allora neofita delle vernici.

Non rivelerò il suo nome, confidando che un giorno il suddetto domandante rientri nella collezione di Antonio Menon: di fatto, quel che veramente conta qui è il significato del rapporto che uno realizza con l’opera d’arte, un rapporto che in questo caso specifico poco o nulla ha a che vedere con le corbellerie intellettuali di cui librerie e scaffali di gallerie e bookshop di musei sono pieni e che fanno la fortuna di non pochi secchioni annoiati da se stessi.

Siete liberi di rompervi la testa con le disquisizioni professorali sulla fantomatica “esperienza estetica” e sull’aiuto non richiesto per capire cosa ha veramente dipinto Bacon, tutto questo grazie alle sofisticherie cresciute nell’etere del cervello di chi pensa di aver scoperto il sacro Graal guardando un suo quadruccio: chi bercia in termini astratti intorno alla pittura, la più pornografica della arti visuali, non è un critico, non è un amante e non è nemmeno un turista della pittura, ma un facchino travestito da lord.  

Un grande reporter, il compianto Egisto Corradi, era solito dire che un buon giornalista è uno che si consuma tutta la suola delle scarpe e a mio modesto parere lo stesso concetto vale per gli aficionados dell’arte: hai voglia a pontificare di pittura standotene a capo chino sul desk mentre il mondo là fuori pullula di grandi mostre e mostriciattole, puzza di olio e trementina, colore, sudore e fiato corto, coefficienti di prezzi, sputtanamenti, grandi successi e meste capitolazioni, bestemmie, incomprensioni e felicitazioni, soldati e puttane (no, questi no), il risultato è lo stesso di un generale in pantofole che discetta di scenari di guerra, nel senso che ti perdi tutto e non ti accorgi che le tue dotte fantasie vagolano nell’universo dell’inutile.

Ho detto che la pittura è pornografica e questa può sembrare una novità in aggiunta a quello che invece sanno tutti (ma proprio tutti), ovverossia la sua intrinseca connessione con l’alchimia e con la cucina (entrambe da intendersi in senso vero e non figurato, i più grandi furono e sono trafficanti d’alambicchi e master chef), ma in realtà questo riferimento osé perde molto del carattere provocatorio fintantoché lo si intenda, questo sì, in senso figurato: possedere un quadro significa realizzare un rapporto intimo che diventa pubblico in occasione di un’esposizione, ma che resta sempre e invariabilmente intimo, dal momento che nessuno, forse nemmeno noi stessi, sa che cosa passi per la testa quando siamo affascinati da un quadro, o quando ci mettiamo  a piangere di fronte ad esso.

Forse il meccanismo è lo stesso del commercio sentimentale fra persone, nel bene ma anche nel male (il miglior trattato di pittura è un romanzo recente dello scrittore Michel Houellebecq, La carta e il territorio).

Ho detto “sentimentale” e non per caso, perché il rapporto con un quadro è di tipo sensibile, magari non carnale, ma sicuramente tale da coinvolgere passioni e desideri ed è questa la ragione (una fra le più varie ragioni, nessuna delle quali ha tuttavia a che fare con la geometria, le scorribande dei filosofi e le dichiarazioni dei soloni della pittura) che ti spinge a possedere quel quadro.

Poi, certo, c'è la sindrome di Stendhal, ci sono le annotazioni sul Sublime e le dispute sulla Bellezza, tutto molto interessante, ma solitamente chi ne parla non è solito far follie davanti a un quadro e di lui/lei si direbbe sei «noioso/a».

Viceversa il collezionista d'arte (ma anche l'acquirente una tantum di un'opera) è un benefattore dell'umanità, perché il suo gesto, anche se privato e individuale, si riverbera nello spazio e nei secoli e diventa condivisibile e replicabili.

Di fatto (perché di bello c'è questo), una collezione che si rinnova (ma anche un acquisto di una sola opera in tutta una vita) è un beneficio per tutti.

E, di rimando, tutti si sentono importanti.

Ma, come per ogni regola, vi sono le relative eccezioni: in Italia abbiamo avuto un imprenditore raro e illuminato, quell’Adriano Olivetti così attento al benessere e alla crescita culturale di ognuno dei “suoi” lavoratori, un imprenditore che in un certo senso voleva venire dopo di loro. Fatte le debite proporzioni fra contesti diversi, lo stesso tipo di "attitudine" mi pare di aver riscontrato nel collezionista Antonio Menon, quando davanti a un indimenticato piatto di linguine al nero di seppia mi ha confidato la sua volontà di inserire nel catalogo della mostra TUTTE le opere della sua collezione, anche quelle non esposte, perché ognuna di esse è importante, unica ed irripetibile.

Detto da uno che ha voluto titolare la mostra Paintings, non in ossequio alla lingua internazionale della Perfida Albione, ma perché "paintings" è la prima parola che lui immette nel motore di ricerca quando è incuriosito da un artista.

Perché, come dicevano gli Antichi, "sic transeat gloria mundi" e alla fine ne resterà sempre e solo uno: l'artista, non necessariamente con le pezze al culo, ma magari anche quasi benestante, senza il quale questa baracca che noi tutti conosciamo andrebbe a catafascio.

L'unico che, legittimamente e senza tema di smentita in mezzo al foro dell'arte, possa alzarsi e profferire il giuramento «io ero, sono e sarò sempre». Insieme alle collezioni, of course.



LEVELS ART EXHIBITION 4th edition. A Roma l'8 settembre 2017, a cura di Ignorarte.


LEVELS
ART EXHIBITION
4th edition

8 settembre 2017 dalle ore 19:00
Ingresso Gratuito – No Tessera
FAENAS BISTROT & CAFE’- via Portuense, 47 Roma
a cura di: ignorarte.com

CONCEPT
Se la fantasia non è altro che memoria svincolata dall'ordine del tempo e dello spazio, allora l’architettura potrebbe essere considerata come musica cristallizzata in uno spazio condiviso. Questa concezione contaminante viene colta dall'occhio vigile di ignorarte.com in occasione della rassegna “LEVELS” proposta all'interno di Faenas Bistrot & Café, un luogo di aggregazione e offerta culturale nella storica zona di Porta Portese, entrato ormai da tempo a far parte attivamente del processo di sviluppo, riqualificazione e recupero della memoria della zona, un punto di riferimento per condividere il piacere dell’eccellenza eno-gastronomica in accordo con la bellezza dell’arte. Del resto la versione della parola catalana “faenas” è lavoro, creazione, produzione mentale e fisica, quindi ispirazione e saper fare. Dinanzi ad una volontà di convertire lo spazio all'accoglienza dell’arte contemporanea, ignorarte.com, quindi, propone un’idea di distribuzione delle proposizioni artistiche sui tre “livelli” spaziali in cui si sviluppa l’architettura del luogo. Tutti gli artisti partecipanti si possono esprimere in piena libertà, in questo caso senza vincoli tematici. Ognuno apporterà il proprio bagaglio concettuale e tecnico. Pittori, scultori, fotografi, performers, video artists, poeti e musicisti daranno vita alla rassegna.
Il programma si svilupperà nel corso dell’happening dell’8 settembre 2017 dalle ore 19:00, mentre le opere installate resteranno in esposizione fino a settembre.

PROGRAMMA
Start ore 19:00

LEVEL 1
Cornici poetiche di: Cosimo Angeleri; Giorgia Basili; Annarita Borrelli; Daniela Cannarozzo; Giuseppe Cataldi; Salvatore Cucchiara; Gianni Godi; Antonia La Gualano; Angela Marano; Manuela Potiti; Rosaria Pezzella; Livia Taloon.
RAW: performance fotografica interattiva

LEVEL 2
Opere luminose di: Anna Bastoni; Salvatore Cammilleri; Carmen Carriero; Daniela Chionna; Joollook; Pietro Mancini; Bruno Melappioni.
AL CUBO – cubi d’arte di: Caterina Arena; Daniela Cannarozzo; Adelaide Fontana; Mattia Morelli; Marilena Di Gianvito – Daisy Triolo.
Performances di: Anna Bastoni; Gianni Godi; Fabrizia Ranelletti.
GENE: video art itinerante.
Video poesie.

LEVEL 3
Sculture di: Bruno Melappioni.
L’Autrice: interazione poetica di Annarita Borrelli

INFO
A cura di ignorarte.com
Per informazioni: redazione@ignorarte.com.
In collaborazione con:
Faenas Bistrot & Café – www.faenascafe.com.
Expolive Project - www.facebook.com/expoliveproject.
Media partner: Urban Mirrors - www.urbanmirrors.com.

martedì 29 agosto 2017

Bando di concorso “Corpo che soffre”. Iscrizioni aperte fino al 25 settembre 2017.

 
Bando di concorso “Corpo che soffre”
 
Le iscrizioni sono aperte fino al 25 settembre 2017
Inviare la documentazione a: circuiti.arte@gmail.com
 
L’artista vincitore del concorso avrà come premio una bi-personale nel ns spazio, rientrando nel progetto: CIRCUITI CONDIVISI - nuovi punti di vista DINAMICI**


1 – Tema
Dopo i concorsi Frammenti del sé e Ferite, lacerazioni, crepe continua il ciclo di ricerca sul corpo e sull'identità. Il tema d'indagine è legato al Corpo che soffre, all'identità che si stratifica priva di centro. Ci si sente sempre "a casa" nel proprio corpo? Siamo una bellezza imperfetta, i traumi e le sofferenze plasmano la nostra pelle, il nostro contenitore mostrandoci al mondo sempre in maniera diversa. Il nostro corpo come una tela porta inscritti su di sé i segni del quotidiano, delle esperienze e della nostra formazione. Il reale traumatico ritrova, forse, una soluzione in un nuovo equilibrio formale, laddove la creazione artistica ospita l'urto, il dramma per assumerlo dentro di sé.
Il concorso è aperto a tutti gli artisti operanti nel campo delle arti visive – opere pittoriche, fotografiche, scultura, video, performance, fumetto, Street Art, poesia– senza limiti d'età. Ogni artista potrà proporre massimo 2 opere che verranno vagliate da una giuria composta dal comitato scientifico dell’Associazione Circuiti Dinamici che selezionerà gli artisti partecipanti e il numero di opere da proporre nella MOSTRA COLLETTIVA “Corpo che soffre”. La mostra si terrà presso gli spazi espositivi dell’Associazione Circuiti Dinamici – via Giovanola, 19 Milano – dal 15 ottobre al 03 novembre 2017. Durante l'inaugurazione del 15 ottobre sarà proclamato il vincitore per il progetto CIRCUITI CONDIVISI**.
Tutte le opere selezionate per la mostra collettiva saranno incluse nel catalogo con testo critico. La comunicazione ufficiale delle opere selezionate avverrà a mezzo mail ai candidati selezionati. Le selezioni sono inappellabili e insindacabili.

 **CIRCUITI CONDIVISI - nuovi punti di vista DINAMICI
Il vincitore di questo concorso, sarà posto in dialogo con il vincitore di un altro concorso, sempre indetto da Circuiti Dinamici. All’interno dello spazio espositivo di Circuiti Dinamici si creerà un dialogo tra le opere di due artisti vincitori,  diversi per ricerca e poetica artistica, che dovranno condividere lo spazio in un'ottica di comunità, convivenza e condivisione. CIRCUITI CONDIVISI per nuovi punti di vista, possibili interazioni, contraddizioni e tensioni tra le opere e le poetiche. Uno spazio in cui convivono identità diverse, in cui le differenze restano visibili e al contempo definiscono occasioni di incontro e di scambio.
2 – Caratteristiche delle opere:
a) Le opere a parete -(quadri, grafiche, fotografie, fumetto, illustrazione - street art) non devono superare gli 80 cm. di larghezza e i 2 mt. di altezza.
b) Opere tridimensionali (scultura, installazione): dovranno occupare uno spazio massimo di 1 mt. base x1 mt. hx1mt. profondità.
c) I video devono avere la durata massima di 3-4 minuti (compresi eventuali titoli e titoli di coda). I video possono essere inviati tramite link (youtube/vimeo) o CD-ROM.
d) Le performance devono avere una durata massima di 10 minuti. Eventuale materiale scenico e audio è a carico dell’artista. Circuiti Dinamici non procurerà materiale per la performance,
e) Poesia:inviare da tre a cinque composizioni inedite, ciascuna non superiore a 40 versi in formato .Doc.
Le opere non devono contenere messaggi pubblicitari né immigini e parole offensive o discriminanti.

3 – Termini e modalità di partecipazione
La partecipazione al concorso è assolutamente gratuita. Il costo di partecipazione alla mostra, riguardante solo gli artisti selezionati, è di 50 euro per artista, di cui 24 euro relative all’organizzazione della mostra e 26 per il tesseramento all’Associazione. Per gli artisti già tesserati la quota di partecipazione è di soli 24 euro.
Per chi parteciperà nella sezione PERFORMANCE/POESIA, e solo per le suddette sezioni è dovuto il solo costo della tessera di euro 26.

4 -Le iscrizioni sono aperte fino al 25 settembre 2017.
 
5- Consegna documentazione:
Inviare la documentazione a: circuiti.arte@gmail.com con i seguenti allegati:
- curriculum vitae:incluso dinome, cognome, data di nascita, residenza, cellulare ed e-mail.
-immagini.JPG delle opere (alta risoluzione per stampa - 300 dpi), con didascalia dell’immagine (nome, cognome, titolo, misure, tecnica, materiale)

6 – Premio
L’artista vincitore del concorso, scelto dalla giuria, avrà come premio una mostra bi-personale nel ns spazio, la quale sarà calendarizzata successivamente.  Il giorno dell’ inaugurazione sarà cura di Associazione Circuiti Dinamici proclamare il vincitore per il progetto.


>>> Per qualsiasi informazione scrivere alla seguente mail: circuiti.arte@gmail.com
Bando completo al seguente link: www.circuitidinamici.it

venerdì 25 agosto 2017

“Garibaldi Jazz Street”. Fino al 4 settembre i dipinti “ubriachi” di Miky Degni esposti alla Suite d’Autore Point di Piazza Armerina.

Miky Degni

Grande successo a Piazza Armerina per l’inaugurazione di “Garibaldi Jazz Street”: protagonista l’artista Miky Degni e la sua performance di “wine painting”. 

E’ stata un grande successo il 18 agosto 2017 a Piazza Armerina la prima serata di “Garibaldi Jazz Street”, l’evento che ha animato via Garibaldi per un weekend di jazz & arte. Ad inaugurare la kermesse c’è stata l’attesissima performance dell’artista Miky Degni, milanese ma siciliano d’adozione.

Dalle ore 18  la via Garibaldi si è animata con musica e street food, mentre alle 22 è andato in scena Miky Degni che ha portato a Piazza Armerina il suo tour “Per amor di vino” (già passato da Lugano, Como, Milano, Tirana, Pesaro, Maiori, Catania, Lentini, Modica e La Magdeleine).

Miky Degni ha catturato l’attenzione del numeroso pubblico con il suo ormai celebre format di live wine painting, accompagnato dalle note di Francesco Patti Trio e realizzando un dipinto intingendo il pennello nel Nero d’Avola, sotto gli occhi incuriositi degli spettatori.

Fino al 4 settembre una serie di dipinti “ubriachi” realizzati da Miky Degni con la tecnica della wine painting saranno esposti presso Suite d’Autore Point (via Garibaldi 40), con possibilità di essere acquistati. I dipinti sono realizzati esclusivamente con il Nero D’Avola su pregiata carta d’Amalfi.
Un’iniziativa che ha raccolto un successo importante in una strada – via Garibaldi - che sta diventando a poco a poco il nuovo centro nevralgico di Piazza Armerina, e che sta rinascendo grazie a iniziative condivise, e soprattutto grazie all’arte.

A tal proposito, ha dichiarato Miky Degni: “Finalmente grazie a un’iniziativa imprenditoriale e attraverso la cultura si è riusciti a ridare valore a una via come la via Garibaldi, creando un evento in grado di richiamare un grande pubblico, per la gioia anche dei negozianti della via. Questo dimostra come, a dispetto del detto, con la cultura si può “mangiare”, perché la cultura porta anchemovimento economico. Sono molto felice di poter fare cultura in Sicilia, che è la mia seconda casa”.

Garibaldi Wine Jazz è organizzato da Suite d’Autore di Ettore Messina e Associazione Tantenote, con la direzione artistica di Ninni Navarra e la partnership di: Si.A.Z. srl, Confcommercio Piazza Armerina, Sicilia Outlet Village, Aristeia Farmaceutica.