venerdì 31 gennaio 2020

ALTRE DANZE PORTA L'UOMO CALAMITA AD AREZZO. Uno spettacolo di circo contemporaneo, creato da El Grito, tra illusionismo, coraggio, musica e letteratura.



ALTRE DANZE PORTA
L'UOMO CALAMITA AD AREZZO

UNO SPETTACOLO DI CIRCO CONTEMPORANEO,
TRA ILLUSIONISMO, CORAGGIO, MUSICA E LETTERATURA
Domenica 2 febbraio ore 17:00 | Teatro Mecenate Arezzo


Altre Danze ospiterà Domenica 2 febbraio alle 17 al Teatro Mecenate,  L’ “Uomo Calamita”, uno spettacolo multidisciplinare, creato da El Grito, una delle compagnie più immaginifiche del circo contemporaneo e Wu Ming. Uomo Calamita ci farà vivere storia di un circo clandestino che durante la seconda guerra mondiale sfiderà la morte, tra spericolate acrobazie, colpi di batteria e magie surreali combattendo le persecuzioni del nazi-fascismo, sotto l’attenta guida della voce dal vivo di Wu Ming 2.

Un supereroe assurdo che combatte l’assurdità della guerra, tra funambolismi del corpo e della lingua, in uno spettacolo che fonde i gesti di un circense con le frasi di un racconto e le note di uno spartito.

 “L’11 settembre 1940, con una circolare telegrafica, il capo della polizia ordina che vengano controllati tutti i carrozzoni, i circhi e le carovane, affinché “vengano rastrellati e concentrati sotto rigorosa vigilanza”. L’Uomo Calamita e altri fenomeni da baraccone si ritrovano così senza tendone, senza lavoro e ricercati dalla polizia. Lena - una bimba di otto anni - si ritrova invece senza il suo supereroe preferito e senza lo spettacolo che attendeva dall’anno prima. Per sfuggire alla persecuzione, i circensi sono costretti a darsi alla macchia ma, con l’aiuto di Lena, useranno i propri poteri, l’astuzia e il magnetismo per combattere il nazi-fascismo.”
Un tendone stracolmo di poesia e fantasia. Merce rara in questo periodo...”
Rolling Stone Magazine 
“L'Uomo Calamita, l'ultima frontiera del circo ”
Il Corriere della Sera
Lo spettacolo verrà riproposto in matinée nelle Scuole Secondarie di I e II grado lunedì 3 febbraio 2020 ore 10:00  al Teatro Mecenate (Arezzo).
Al termine dello spettacolo è previsto un incontro con l’artista.

Dagli 11 anni in su – durata 50 minuti – produzione 2019
CREDITI - scritto e diretto da Giacomo Costantini con Uomo Calamita, Wu Ming 2, Cirro / testo e libro originale Wu Ming 2 / musiche Fabrizio “Cirro” Baioni / ideazione e costruzione di macchinari Simone Alessandrini / occhio esterno Giorgio Rossi | occhio interno Fabiana Ruiz Diaz / consulenza alla drammaturgia Luca Pakarov / costumi Beatrice Giannini | luci Domenico De Vita / produzione Circo El Grito / coprodotto da Fondazione Pergolesi Spontini, Sosta Palmizi / realizzato grazie al sostegno del Ministero dei Beni Culturali e Regione Marche.

 PROMO VIDEO

UOMO CALAMITA / Circo El Grito ad Arezzo // 

ALTRE DANZE_PORTIAMO I RAGAZZI A TEATRO!



INIZIATIVE PER IL PUBBLICO
Continuano gli appuntamenti letterari, in collaborazione con la Libreria La Casa sull’Albero, un progetto che unisce la lettura allo spettacolo dal vivo, basato sulla rassegna di Altre Danze.

> Il secondo incontro in libreria è fissato per Sabato 1 febbraio alle ore 17 con Wu Ming 2 autore del libro illustrato "L'Uomo Calamita", con la partecipazione dei ragazzi del circolo dei lettori. Il libro "L'uomo Calamita" è edito da Strane Dizioni e illustrato da Marie Cécile.

>Tata a Teatro per le famiglie, babysitting per bimbi dai 3 ai 10 anni a cura di Progetto 5 per Uomo Calamita e per tutti gli appuntamenti della rassegna Invito di Sosta






INFO pomeridiana intero 8 € / ridotto bambini under 14  4 € / convenzioni Sosta Palmizi: Incamminarsi, Visionari della danza, Soci Semillita Atelier, Soci Spazio Seme, Spettatori Erranti 6 €.
INFO e PRENOTAZIONI Associazione Sosta Palmizi tel. 0575 630678 / 393 9913550 
 info@sostapalmizi.it  www.sostapalmizi.it

Ufficio stampa: Pamela Calori press@sostapalmizi.it 333 3789054


Appunti di viaggio di due fotografi italiani. Alla Galleria Francesco Zanuso di Milano, in mostra le fotografie di Ludovica Sagramoso Sacchetti e Gianni Viviani.


Appunti di viaggio di due fotografi italiani 
Ludovica Sagramoso Sacchetti e Gianni Viviani 

6 - 27 febbraio 2020
Inaugurazione: mercoledì 5 febbraio alle ore 18 


Galleria Francesco Zanuso
Corso di Porta Vigentina, 26 - Milano


I vividi colori del Madagascar catturati da Gianni Viviani si fondono alle suggestive atmosfere occidentali di Ludovica Sagramoso Sacchetti per la mostra fotografica “Appunti di viaggio di due fotografi italiani”, proposta a Milano dalla Galleria Francesco Zanuso dal 6 al 27 febbraio.

Un itinerario fisico e reale e un percorso interiore ed emozionale sono accostati nei quaranta scatti esposti, tutti inediti, per creare rimandi e suggestioni. Entrambi gli sguardi dei fotografi partono da situazioni vere, tangibili e quotidiane, per comunicare ciascuno il proprio messaggio e il proprio differente sentire e percepire il mondo.



Gianni Viviani, nel suo peregrinare con la macchina al collo, coglie il qui e ora con il suo occhio veloce e penetrante che va in cerca del sorriso sul volto di un bambino, dello sguardo seducente di una giovane donna, del logorio di una vita sul corpo di un vecchio, dell’umiltà della fatica sul viso di un uomo, «per dare dignità a quell’umanità fatta di difficoltà, di povertà, di piccole cose, che la mia attenzione arricchiva di luci e ombre», come ci spiega l’autore stesso. «Mi interessa - prosegue - cogliere l’attimo, rappresentare la vita nei suoi aspetti più umili, farlo con delicatezza e rispetto». 

  

Si aggira quindi per le polverose strade malgasce e percorre da nord a sud l’isola africana alla ricerca di momenti di vita ordinaria, gesti e abitudini da cogliere nella loro spontanea immediatezza, senza alcuna interferenza o premeditata progettualità. Nelle sue immagini s’incontra quindi una ragazza che ad Anakao trasporta un enorme pesce in un secchio posato sulla testa, per poi spostarsi a vedere il lavoro nelle risaie nei pressi della capitale Antananarivo; oppure ci si perde tra le trame del mercato tessile dell’isoletta di Nosy Be, o tra i colori del mercato nei dintorni di Ankarana. La volontà del fotografo non è raccontare una storia, ma restituire l’impressione del momento in modo veloce, diretto e sincero. 


Alle fotografie di Viviani fanno da contraltare gli scatti di Ludovica Sagramoso Sacchetti, creatrice di atmosfere. Spinta dalla voglia di cambiamento e di contatto con nuovi spazi, persone e luoghi, l’artista va alla ricerca di ciò che la attira e la emoziona, principalmente per mettere in relazione gli individui attraverso le immagini. Per questo, restando immersa nelle innumerevoli situazioni che offrono Milano e l’Italia tutta, la vediamo immortalare le contraddizioni insite nella nostra consueta routine: da un parco privo di persone in cui dominano gli accesi colori del fogliame d’autunno, che sembra invitare alla pace e alla contemplazione, si passa al vorticoso andirivieni della Galleria Vittorio Emanuele del capoluogo lombardo, dove i frenetici passanti si fondono agli oggetti in mostra nelle vetrine di negozi e ristoranti, diventando un riflesso di loro stessi, una scia di movimento. 


E ancora, dal dettaglio di una rossa foglia immersa nel blu di una pozza d’acqua, passiamo all’ampia veduta di un’affollata Darsena meneghina in inverno, ritratta in bianco e nero. «Il pensiero creativo, per definizione, non si accontenta della quotidianità, che già conosce, ma rompe le regole, si apre ad esperienze inedite, cerca nuove risposte», rivela l’artista stessa.








Coordinate mostra
Titolo Appunti di viaggio di due fotografi italiani. Ludovica Sagramoso Sacchetti e Gianni Viviani 
Sede Galleria Francesco Zanuso, Corso di Porta Vigentina 26, Milano
Date 6 - 27 febbraio 2020
Inaugurazione mercoledì 5 febbraio ore 18-21
Orari lunedì-giovedì ore 15-19 | venerdì e altri orari visite su appuntamento 
Ingresso libero 

Info pubblico Tel. +39 335 6379291 - 

Ufficio Stampa 
IBC Irma Bianchi Communication
Tel. +39 02 8940 4694 - mob. +39 328 5910857 - info@irmabianchi.it 



East Market lancia Retrograde, un garage sale di due giorni dedicato all'abbigliamento vintage.

Al via dall'8 al 9 febbraio 2020 Retrograde, un garage sale di due giorni organizzato da East Market e dedicato esclusivamente ai capi d'abbigliamento vintage
Nel cuore del quartiere emergente NoLo (acronimo di Nord Loreto) sarà a disposizione del pubblico uno spazio di 1.200 MQ interamente destinato alla moda dal gusto retrò. Grazie all'esperienza pluriennale dello staff del celebre mercatino domenicale East Market, sviluppata anche attraverso il negozio East Market Shop, si potranno trovare oltre 10mila capi selezionati a partire da pochi euro con la più ampia varietà di stili, colori e forme dagli Anni '60 agli Anni '00. I più trendy capi di seconda mano, denim, pelle, t-shirt, giacche, cappotti, gonne, abiti, pantaloni, sneakers, accessori per donna e per uomo. 


Nel cortile per tutta la durata della manifestazione c'è spazio anche per il food and beverage, DJ set col meglio delle selezioni italiane e internazionali e un'area giochi con cabinati arcade Anni '90 e ping pong.


Retrograde
8 e 9 febbraio 2020
dalle 10 alle 21
Via Lambrate, 18 - Milano
Ingresso Euro 3
Infoline +393920430853

Fratto_X. Torna al Teatro Elfo Puccini di Milano, lo spettacolo di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, con Antonio Rezza e con Ivan Bellavista.



6 - 9 febbraio | sala Shakespeare

Fratto_X
di Flavia Mastrella, Antonio Rezza
con Antonio Rezza
e con Ivan Bellavista
(mai) scritto da Antonio Rezza
habitat di Flavia Mastrella
assistente alla creazione Massimo Camilli, disegno luci Mattia Vigo e Daria Crispino
organizzazione generale Stefania Saltarelli
una produzione RezzaMastrella, Fondazione TPE – TSI La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello



Antonio Rezza e Flavia Mastrella in più di trent’anni di attività hanno realizzato 13 opere teatrali, film e trasmissioni televisive ottenuto i principali riconoscimenti del teatro. Con i loro spettacoli hanno girato il mondo: dall’Italia a Parigi, passando per Mosca e Madrid e il loro Pitecus è stato è stato rappresentato al teatro La Mama di New York. Nel 2018 hanno vinto il Leone d’Oro alla carriera, assegnato dalla Biennale di Venezia: «Calcano le scene dall’87, l’uno performer-autore e l’altra artista-autrice, sempre firmando a quattro mani l’ideazione e il progetto artistico degli spettacoli, che hanno raggiunto un pubblico di fan ampio e soprattutto trasversale».
Tornano all’Elfo nella stagione 2019/20 con uno dei loro grandi successi: Fratto_X.

Si può parlare con qualcuno che ti dà la voce? Si può rispondere con la stessa voce di chi fa la domanda? Due persone discorrono sull’esistenza. Una delle due, quando l’altra parla, ha tempo per pensare: sospetta il tranello ma non ne ha la certezza...
La manipolazione è alla base di un corretto stile di vita. Per l’ennesima volta si cambia forma attraverso la violenza espressiva. Mai come in questo caso o, per meglio dire, ancora come in questo caso, l’odio verso la mistificazione del teatro, del cinema, della letteratura, è implacabile. Il potere sta nel sopravvivere a chi muore. Noi siamo pronti a regnare. Bisognerebbe morire appena un po’ di più.


È uno spettacolo matematico, come vuole il titolo. Un immenso annullamento del mondo (io fratto io sono zero), un nichilistico balletto sul nulla che strappa la pancia dalle risate, che fa tornare bambini mentre ti azzanna, ti scuote, e ti riduce alla stupidità primigenia, necessaria. Puoi reagire alle (dolci) aggressioni di Rezza, richiuderti e dire: “io non c’entro”; o puoi farti portare per mano fino a scoprire che, apparente banalità dopo apparente banalità, risata dopo risata, cinismo dopo cinismo, enormità dopo enormità, sei in dimensioni sconosciute, un po’ più vicino all’anima e ai suoi labirinti, senza aver fatto troppa fatica. In realtà questo artefice di mondi, con quell’altra demiurga che è Flavia Mastrella, scoperchia qualcosa di profondo, di misterioso, con bagliori della beata arroganza dei grandi “idioti”, di un Buster Keaton, di uno Stan Laurel o di fratelli Marx più incarogniti. Riapparso, col suo carriolino, inizieranno i giochi di sdoppiamento, cambiando voce e postura, come un ideogramma egizio, come un cartone animato sadico: prima su di sé, un uomo e sua moglie, una canaglia che mangia a morsi i cavalli che trasporta, dopo averli posseduti sessualmente, e la sua signora, preoccupata che gli piacciano i peperoni.
Massimo Marino, Corriere della Sera





 

TEATRO ELFO PUCCINI, corso Buenos Aires 33, Milano 
 Orari: mart/sab 20:30, dom 16:00 
 Prezzi: intero € 33 / martedì posto unico € 22 / rid. giovani e anziani € 17,50 / under18 € 13.50 
Info e prenotazione: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org.

mercoledì 29 gennaio 2020

"Giustapposizioni Urbane". Alla Galleria Cabaret Voltaire di Roma, la mostra fotografica di Luca Carrazza.


"Giustapposizioni Urbane"
mostra fotografica
di
Luca Carrazza

dal 13 febbraio al 13 marzo 2020
Inaugurazione: giovedì 13 febbraio alle ore 18:00

Galleria Cabaret Voltaire
via Panisperna n. 87, Roma
 
 

Si terrà giovedì 13 febbraio 2020, alle ore 18:00, presso Galleria Cabaret Voltaire di Roma, via Panisperna n. 87, la mostra fotografica "Giustapposizioni Urbane" di Luca Carrazza.

Il progetto fotografico racconta la strada, la realtà urbana che, nel suo continuo divenire, dà vita a situazioni inusuali, straordinarie, del tutto irripetibili, quasi estranee dalla realtà immanente eppure ad essa strettamente legate.
In che modo si applica il concetto di giustapposizione in fotografia? Due immagini, apparentemente avulse, se associate, possono veicolare un concetto, un pensiero, un'idea che stravolge completamente il loro primitivo e individuale significato. La giustapposizione trae beneficio dal no-sense, dall'ironia e ha a che fare con l'umorismo, ma non necessariamente. L'accostamento improbabile, nella sua assurdità, suscita curiosità nell'osservatore e lo invita a riflettere, incoraggiandolo a non percepire passivamente l'immagine. La giustapposizione invita ad un dialogo tra lo scatto e il fruitore. Non si tratta quindi di scatti “confortevoli” ma, poiché nati dalla branca del reportage fotografico, queste rappresentazioni documentano aspetti della realtà che possono sfuggire all’occhio distratto dell’uomo. L’uomo stesso è, talvolta, l’ignaro protagonista di queste istantanee di quotidianità. 
 





Galleria Cabaret Voltaire
Via Panisperna 87, Rione Monti, Metro Cavour

Per ulteriori info e prenotazioni scrivete:
Tel. 3924848772

venerdì 24 gennaio 2020

Coffarte, così il “made in Sicily” conquista il mondo dell’alta moda, con le coffe di Roberto Caggia.

La coffa, l’antica sporta dei contadini siciliani diventa un prezioso pezzo di artigianato. A Comiso, l’intraprendenza di un giovane imprenditore, Roberto Caggia, ha creato un brand di successo: Coffarte. Oggi la coffa è un prezioso accessorio apprezzato sulle passerelle internazionali dell’alta moda. In questi giorni l’azienda festeggia il suo primo anno di attività con un bilancio assai positivo. A luglio, le sue coffe hanno ottenuto vari riconoscimenti regionali e nazionali. A ottobre le sue creazioni sono atterrate a Dubai, al World Fashion Festival Awards, conquistando la platea degli Emirati Arabi e il secondo premio come miglior collezione. In aprile, Caggia ritornerà negli Emirati per un evento destinato unicamente ai vincitori della World Fashion Festival Awards.

Le coffe di Roberto Caggia sono realizzate interamente a mano. Preziose sculture in pietra di Comiso, miniature molto piccole, alcune persino delle dimensioni di cm 1x1, contribuiscono ad arricchirle. Ogni modello è unico. Non ce ne è mai uno uguale a un altro.
 
 

Tutto è iniziato tre anni fa, in un piccolo laboratorio a Comiso, quando Roberto, artigiano con la passione per la pietra, rispolvera dalla antica tradizione contadina le coffe, capienti borse realizzate con foglie di palma nana (curina in siciliano) e decide di produrre artigianalmente qualche esemplare, impreziosito con ricami, merletti, decori, stoffe e persino piccolissime sculture e decorazioni in pietra di di Comiso. Il successo è immediato, oltre ogni aspettativa. Le sue creazioni preziose e dai colori vivaci sono richiestissime. La coffa siciliana conquista il mondo della moda, diventa una borsa d’arte. Così nel gennaio 2019 fonda Coffarte, un brand che nasce dal felice connubio di arte, cultura, tradizione, artigianato e moda.

«Ho sempre avuto il pallino dell'arte e della scultura – spiega l’imprenditore - che praticavo nel tempo libero. Quattro anni fa ho acquistato una macchina a controllo numerico, con cui ho cominciato a incidere la pietra, ottenendo delle sculture in miniatura. Dopo 3 anni di studio e sperimentazione è nata l’idea di inserire la pietra naturale incisa sulle borse. La mia compagna cura il design e gli accostamenti dei colori. Questa borsa, usata un tempo come cesta per il foraggio dei muli durante le giornate di lavoro, oggi diventa una borsa ricca di cultura e tradizione, un accessorio moda di lusso e di grande valore».
 


Il successo di questi mesi non ha cambiato il modo di lavorare di Roberto. «La coffa – afferma - non entrerà mai in un circuito produttivo su larga scala. Sarà sempre un prodotto artigianale e unico». Roberto continua a lavorare nel suo laboratorio, cucendo e assemblando a mano i manici, la fodera, la chiusura, i decori.

«Non pensavamo di raggiungere questi risultati - racconta - Il secondo posto, in una passerella così importante come quella del World Fashion Festival Awards, è stata per noi una sorpresa. Siamo soddisfatti del nostro lavoro, del nostro impegno, della nostra passione. Con il nostro prodotto “made in Sicily” esportiamo anche la storia e la tradizione siciliana, facendone un prezioso accessorio di alta moda».
 
 

Info e contatti
Coffarte
www.coffarte.com