martedì 27 aprile 2021

"ASSENZA". Nel Battistero di Velate a Varese, la mostra fotografica di Maurizio Gabbana, con presentazione del volume edito da Antiga Edizioni.



Assenza”, esposizione fotografica di Maurizio Gabbana, apre i battenti sabato 8 maggio nella splendida cornice del Battistero di Velate a Varese. La mostra, patrocinata dal Comune di Varese, è a cura di Carla Tocchetti, supportata dal testo critico di Gian Ruggero Manzoni. 

A corredo dell’evento è stato redatto un volume edito da Antiga Edizioni, che verrà presentato per la prima volta al pubblico domenica 9 maggio alle ore 10.30 al Salone Estense del Palazzo Comunale di Varese.



Il fotografo Maurizio Gabbana


Dal testo di Gian Ruggero Manzoni “INCONTRARCI NELL’ASSENZA”

Sempre più, a mio avviso, l’anelito alla “bellezza”, al giorno d’oggi, si manifesta in modo disordinato, caotico. Infatti l’incertezza della sua forma e soprattutto della sua autenticità, complici le chimere di una società sempre più omologata dalle regole del mercato e dell’apparenza, determina smarrimento, persino paura. È necessario agire sull’educazione alla consapevolezza, sull’elevazione del pensiero, per poi curare l’estetica dei luoghi e delle persone, come pure dei comportamenti, dei discorsi e delle relazioni…


In Gabbana, la fotografia non è mai oggettiva visione della realtà, ma documentazione di un punto di vista, cosicché le tinte, le forme o le superfici diventano protagoniste di una messa in scena funzionale alla rappresentazione “teatrale”, che nell’artificio va a esplicare la sua massima dichiarazione di intenti. Quindi in Gabbana la fotografia non rivaleggia con la pittura, ma l’una la si ritrova nell’altra. 


In questo nuovo ciclo egli tende a fare della fotografia non un manufatto puramente aggraziato, quindi edonisticamente piacevole, ma uno strumento di indagine che, abbandonando una formulazione tradizionale, entra nel dialettico se non nel concettuale col pittorico, ponendo alla sua base uno scopo specifico: quello di rinnovare una freschezza dello sguardo… di quello sguardo (sul mondo) ormai contaminato e incrostato dalla (in)civiltà delle immagini.





Per Gabbana “l’assenza è visibile” e, in fotografia, visibilissima, ancor più se la si sottolinea tramite spazi scelti, ben precisi, in modo che “solo l’assenza rende il soggetto dello scatto”.


Dunque il vuoto (cioè lo spazio lasciato bianco), in una fotografia, non è mai il nulla

Maurizio Gabbana sviluppa la sua arte attraverso un'intimità derivata da una ricerca condotta in solitaria, costruendo così serie narrative, basate su scatti di “reportage” urbano in cui l’umanità è, non a caso, quasi sempre assente, oppure tramite una ricerca simbolica nella quale la figura risulta pretesto scenico a cui abbinare ciò che al nostro fotografo interessa mettere in evidenza: immagini che riflettono sulle relazioni, sulle origini, sul passato e, ovviamente, sul sociale.

 

Wim Wenders ha detto della fotografia che sulla pellicola si imprime la traccia del fotografo, l’immagine non dei suoi lineamenti esteriori, bensì del suo cuore. Ed è proprio così, anche per Gabbana.





Titolo: Assenza
Tipologia: Mostra fotografica
Autore: Maurizio Gabbana
Curatrice: Carla Tocchetti
Testo critico: Gian Ruggero Manzoni
Ente promotore: Associazione Beautiful Varese
Patrocinio: Comune di Varese
Sede: Battistero di Velate
Indirizzo: Piazza Santo Stefano 1, 21100, Varese
Durata: 8 maggio - 23 maggio 2021

Apertura: sabato 8 maggio alle 11.00
Finissage: domenica 23 maggio dalle 11.00

Orari mostra:
sabato e domenica 11.00 – 13.00 / 15.00 – 18.00 (senza prenotazione)
da martedì a venerdì 15.00 – 18.00 (su prenotazione)
contatti: battisterodivelate@gmail.com

Ingresso libero 

Presentazione del volume “Assenza”: domenica 9 maggio ore 10.30
Sede: Salone Estense - Palazzo del Comune, via Luigi Sacco 5, Varese.
Interverranno: il Sindaco di Varese Davide Galimberti - l’Assessore all'Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo -
la Curatrice Carla Tocchetti - il Critico d'Arte Gian Ruggero Manzoni. Sarà inoltre presente l'artista.

Il ricavato dalla vendita di questo volume sarà interamente devoluto a sostegno dell’Associazione CAF - Centro Aiuto Minori e Famiglie

comunicazione: fratturascomposta.it


venerdì 23 aprile 2021

"L’immanenza dell’aldiquà. Racconti immorali". Il raffinato cahier di dieci fotografie, accompagnate da altrettanti testi, di Alfio Torrisi. Testo critico a cura del professore e semiologo Salvatore Sequenzia.

"Lo stimolo a fotografare l’ho avuto dal desiderio di cogliere la realtà del “dopo”, di ciò che resta dei corpi dopo che l’alito vitale, l’energia che permette a ogni singola cellula del nostro organismo di riprodursi, agire ed interagire, l’ha abbandonato."

Dichiara così Alfio Torrisi, spiegando una delle ragioni che lo hanno mosso a scrivere "L’immanenza dell’aldiquà. Racconti immorali" (2020), un raffinato cahier di dieci fotografie accompagnate da altrettanti testi che restituiscono al lettore dieci ritratti di vite che nemmeno la morte è riuscita a strappare all’abominio e a consegnare alla pace dell’oblio.


Le fotografie ritraggono alcuni corpi mummificati che albergano nei sotterranei del Convento dei Cappuccini e dell’attigua Chiesa della Madonna della Pace a Palermo, ove si contano oltre ottomila scheletri e corpi mummificati, tra nicchie, casse e urne.



Il prof. Salvatore Sequenzia, semiologo e critico letterario


La voce dell’aldiquà, L’impiccato, La cortigiana, Il delatore, Il boia, La regina, Il lacchè, L’arciprete, Il cerusico e, infine, La pazza: sono questi i personaggi che, tra Villon e Lee Master, l’autore convoca in questo singolare autodafè proclamato, paradossalmente, post mortem da chi ha scontato in vita la condanna della propria diversità.





Questo geniale libretto presenta una carrellata di personaggi che si offrono al lettore come un teatro barocco in cui fondale e campitura si intramano problematicamente con quanto affiora in primo piano, di volta in volta, durante la “recitazione” del travaglio delle loro esistenze.


Per l’autore si tratta di dare voce agli esclusi, ai reietti, agli emarginati e agli eslegi nei quali l’ultimo Foucault intravede il respiro di una «etica differente» soffocato dalla «società disciplinare». Noi, in questo museo d’ombre, cogliamo la «chioccia» melopea bufaliniana che suscita anime implacate per auscultarne il racconto delle loro vite irrisolte.





Se è vero che a muovere l’autore a intraprendere questa catabasi nell’aldiquà è stato – come egli stesso dichiara – «il desiderio di cogliere la realtà del “dopo”» – i corpi ritratti nelle fotografie, vere e proprie carte di identità di «personaggi» vissuti «a cavallo tra la fine del 700 e gli inizi dell’800» in quella Palermo «felicissima» e laida che tanta materia offrirà alla storiografia e all’arte, il racconto delle loro vite inchioda, inesorabile, questi misérables al “prima” irrevocabile della loro esistenza, dopo la quale, ammette Torrisi, vi è «l’aldiquà […] una realtà fatta di niente, un grande vuoto e basta».


Per Torrisi, come per Blanchot e per Deleuze, le soggettivazioni di una esistenza «ritornano come ciò che è differente e incommensurabile», e si pongono davanti ai nostri occhi come la figura dell’Oblieuse Memoire evocata da Blanchot, assumendo l’oblio e la dimensione dell’esser-fuori come impossibilità del ritorno del medesimo.




Da tale ossessione nasce, a mio parere, il «progetto» di questo libro singolare.


D’altra parte, come notava Cesare Segre all’inizio del suo saggio Fuori del mondo, i modelli nella follia e nelle immagini dell’aldilà (Einaudi, 1990), «la nostra appartenenza a questo mondo ha qualcosa di ossessivo», che lascia una impronta indelebile di sé – una «espressività» come la definisce l’autore – in tutto ciò che è, appunto, fuori del mondo: oltre la vita, in quell’aliquà a cui Torrisi offre occhio e voce.


Di fronte a tanto intrecciarsi di una soggettività fantasmatica e “spettrale”, consistente e resistente in questi «personaggi» fluttuanti in una dimensione larvale, nella loro «urgenza di raccontarsi» e di rivelarsi, tutta pirandelliana, si avverte quasi una attesa di un evento o di un fenomeno in grado di riportarli a nuova vita.




La scoperta di un elemento coagulante è il riconoscimento del ruolo, di una funzione da essi svolta nell’ambito della loro vita preesistente: una sorta di identificazione di una presenza antica, inquietante e di forte proiezione rituale che il cunto dell’autore evoca secondo una narrazione che assume i tratti di genere, dispiegandosi nei moduli narrativi del cuntu, come teorizzati da Pitrè e da Propp, e tradendo un certo statuto teatrale. Si intuisce, infatti, nel raffinato specchiarsi e riflettersi di scrittura e di immagine, una risonanza neobarocca tra narrazione e rappresentazione, tra testo e movimento in scena, tramutando i personaggi in “pupi” e il racconto in “opra”, resoconto e regesto – espressione – delle sordide e immorali azioni della loro vita. In tal senso, il racconto del loro destino diviene una sorta di risarcimento, perché tale è il linguaggio nella prospettiva di Différence et Répétition (Il Mulino,1971) di Deleuze.


Una delle suggestioni che si coglie osservando le fotografie scattate da Torrisi è la percezione dell’assunzione di un punto di vista radicale da parte dell’autore, che allontana da quella concezione che, in genere, si ha della fotografia come rappresentazione estetica (paesaggi, ritratto, etc.) e come documentazione del vissuto collettivo, familiare e personale dell’esistenza (foto di avvenimenti storici, reportage, viaggi, vacanze, matrimoni).


Le immagini raccolte da Torrisi rinviano, infatti, a una delle prime applicazioni dell’arte fotografica, ovvero la cosiddetta immagine-wanted indagata in un suo straordinario lavoro (Wanted! Storia, tecnica ed estetica della fotografia criminale, segnaletica e giudiziaria, 2003) da Ando Gilardi, uno dei personaggi più significativi della fotografia italiana, e che si declina nella “targa fotografica”, nella foto-segnaletica giudiziaria, nell’immagine ottica che compare agli albori del Novecento negli atlanti di medicina legale, negli schedari criminali e psichiatrici e nei rituali della documentazione dei cadaveri.


Si tratta, nel libro di Gilardi come in quello di Torrisi, di storie singolari, bizzarre, ma anche dolorose e terribili, che hanno come protagonisti ladri, boia, malati di mente, rivoluzionari, donne di malaffare e assassini, preti e nobili, appartenenti a tutte le classi sociali ma tutti accomunati dalla singolarità della loro condizione di déraciné.


L’occhio del lettore si posa su queste immagini. La prima impressione che ne coglie è quella di trovarsi di fronte a dei fossili.


Fossile è la traccia tangibile, l’impronta per contatto e per perdita di una vita passata della quale è rimasta soltanto la mera forma: un involucro pietrificato.


Proprio per la sua costituzione, il fossile è anche uno dei segni che, a partire da Peirce, si può inscrivere all’interno del processo semiotico dell’indicalità.


L’indice, insieme all’icona e al simbolo, costituisce una delle tre possibili declinazioni del segno. Ciò che lo contraddistingue è la contiguità fisica, il rapporto di effetto che intrattiene con l’oggetto cui si riferisce: la sua immanenza.


Le fotografie selezionate da Torrisi, scaturite da una singolare operazione di rimediazione di un medium pre-esistente, spiccano per la loro forma indicale per eccellenza: l’impressione. È l’impressione a restituire corpi pietrificati, corpi che diventano architetture; corpi che, nella loro immanenza condividono un comune destino fossile eccentrico, perturbante ed enigmatico; corpi che si agglutinano in un complesso sistema di immagini rinvianti, allusive, a un dispositivo che unisce in sé oggetto, assenza e desiderio: il feticcio.


Ed è proprio sulla temporalità del fossile, del corpo pietrificato-mummificato, del corpo-feticcio, del sinthome (Lacan, Le Séminaire, Livre XXIII, 2005), dell’umano trasformato in puro indice e del tempo interiore mineralizzato in quello esteriore, che si giocano la forma e il senso del libro di Torrisi.



Il fotografo Alfio Torrisi

Questo libro manifesta, di fatto, una “poetica dell’indicalità” suggestiva e feconda, frutto di una lettura colta e prospettica che l’autore compie in modo ammirevole partendo da una personalissima esigenza di ricerca e di esperimento in consonanza sia con le ricerche compiute negli anni Ottanta del secolo scorso da Italo Calvino e Michael Dummett sui Tarocchi sia con le teorie sulla logica dell’indice nella riflessione sull’indicalità fotografica e sull’arte contemporanea condotte a partire dagli anni Novanta da Krauss, Mulas, Vaccari, Barthes ed Eco, rivelandoci un artista e un intellettuale dallo sguardo profondo e ammagatore, capace di misurarsi con temi ardui e sfuggenti come il tempo, la morte, il destino, la memoria e l’oblio.



martedì 20 aprile 2021

Bando di concorso “CORPI" ​dell'Associazione Circuiti Dinamici. Deadline: Domenica 9 maggio 2021.

 



Bando di concorso  
CORPI" 



Le iscrizioni sono aperte fino a domenica 09 maggio 2021

  Inviare la documentazione a: circuiti.arte@gmail.com

 

L’artista vincitore del concorso avrà come premio una bi-personale nel ns spazio, rientrando nel progetto:  

CIRCUITI CONDIVISI – nuovi punti di vista DINAMICI







1 – Tema 

Il corpo è da sempre contenitore di memorie, passioni e sofferenze. Il corpo, viscerale e vulnerabile, è sentito oggi come un potente significante dell’esperienza vissuta e uno strumento di indagine estetica e formale. Principale terreno di costruzione della propria identità e indicatore di appartenenza. Un corpo narrante, dunque, che racconta della realtà in cui vive. La società e i suoi cambiamenti vengono vissuti “sulla propria pelle” ed inevitabilmente assorbiti: come un’antenna, il corpo riceve dei segnali e li codifica, per poi comunicarli nuovamente all’esterno. 

Il concorso è aperto a tutti gli artisti (senza limiti d'età) operanti nel campo delle arti visive: pittura, fotografia, scultura, video, performance, poesia. Ogni artista può proporre massimo 2 opere che saranno vagliate dal comitato scientifico dell’Associazione Circuiti Dinamici. La mostra collettiva CORPI si terrà presso lo spazio espositivo dell’Associazione Circuiti Dinamici – via Giovanola, 19 Milano – dal 31 maggio al 17 giugno.  Tutte le opere selezionate per la mostra collettiva saranno incluse nel catalogo cartaceo con testo critico. 

La comunicazione ufficiale delle opere selezionate avverrà a mezzo mail ai candidati selezionati. 

Le selezioni sono inappellabili e insindacabili. Le opere non devono contenere messaggi pubblicitari né immigini e parole offensive o discriminanti. 

 

Inviare la documentazione a: circuiti.arte@gmail.com con i seguenti allegati: 

curriculum vitae: incluso di nome, cognome, data di nascita, residenza, cellulare ed e-mail. 

immagini.JPG delle opere (alta risoluzione per stampa - 300 dpi), con didascalia dell’immagine (nome, cognome, titolo, misure, tecnica, materiale) 

-  un breve accenno sull'idea/progetto dell'opera 

  

**CIRCUITI CONDIVISI – nuovi punti di vista DINAMICI 

Il vincitore di questo concorso, sarà posto in dialogo con il vincitore di un altro concorso, sempre indetto da Circuiti Dinamici. All’interno dello spazio espositivo di Circuiti Dinamici si creerà un dialogo tra le opere di due artisti vincitori, diversi per ricerca e poetica artistica, che dovranno condividere lo spazio in un’ottica di comunità, convivenza e condivisione. CIRCUITI CONDIVISI per nuovi punti di vista, possibili interazioni, contraddizioni e tensioni tra le opere e le poetiche. Uno spazio in cui convivono identità diverse, in cui le differenze restano visibili e al contempo definiscono occasioni di incontro e di scambio. 


2 - Caratteristiche delle opere:

 

a) Le opere a parete (quadri, grafiche, fotografie, fumetto, illustrazione) non devono superare gli 80 cm. di larghezza e i 2 mt. di altezza. 

b) Opere tridimensionali (scultura, installazione): dovranno occupare uno spazio massimo di 1 mt.x1mt.x1mt.  

c) I video devono avere la durata massima di 4 minuti (compresi eventuali titoli e titoli di coda). I video possono essere inviati tramite link (youtube/vimeo) o CD-ROM. 

d) Le performance devono avere una durata massima di 15 minuti. Eventuale materiale scenico e audio è a carico dell’artista. Circuiti Dinamici non procurerà materiale per la performance, Candidarsi solo se si è in grado di realizzare la performance durante la serata d'inaugurazione.  

e) Poesia: inviare massimo 4 composizioni inedite, ciascuna non superiore a 40 versi in formato .Doc/Word. 


3 - Termini e modalità di partecipazione

 

La candidatura al concorso e alla selezione è assolutamente gratuita. La quota di partecipazione alla mostra,  solo per gli artisti selezionati, è di 53 euro per artista, di cui 28 euro relative all’organizzazione della mostra e 25 per il tesseramento all’Associazione. Per gli artisti già tesserati la quota di partecipazione è di  25 euro. 

Per chi parteciperà alla sezione PERFORMANCE/POESIA (e solo per la suddetta sezione): 

La quota di partecipazione alla mostra è di 35 euro per artista/poeta, di cui 10 euro relative all’organizzazione della mostra e 25 per il tesseramento all’Associazione.  Per gli artisti/poeti già tesserati la quota di partecipazione è di 10 euro. 


4 -Le iscrizioni sono aperte fino a domenica 9 maggio 2021 


5 - Consegna documentazione:

 

Inviare la documentazione a: circuiti.arte@gmail.com con i seguenti allegati: 

curriculum vitae: incluso di nome, cognome, data di nascita, residenza, cellulare ed e-mail. 

immagini.JPG delle opere (alta risoluzione per stampa - 300 dpi), con didascalia dell’immagine (nome, cognome, titolo, misure, tecnica, materiale) 

-  un breve accenno sull'idea/progetto dell'opera 


 6 - Trasporto


Gli artisti in caso di selezione per la collettiva dovranno provvedere alle spese per il trasporto (andata e ritorno, comprese le spese di imballaggio e reimballaggio) delle proprie opere, e se lo ritengano opportuno, la loro assicurazione per il periodo di trasporto e mostra, fino alla riconsegna all’artista proprietario. Circuti Dinamici declina ogni responsabilità per eventuali ritardi, smarrimenti, mancate consegne o danni ai pacchi/opere derivanti dalla spedizione e dal trasporto per mezzo di corrieri o poste.

  

7  - Dichiarazione e Accettazione


I partecipanti alla mostra collettiva dichiarano, la loro titolarità esclusiva dell’opera, con riguardo sia al diritto di autore sia al diritto di sfruttamento economico e pertanto, non esiste alcun diritto di privativa da parte di terzi su di essa.Gli organizzatori sono, quindi, esonerati da ogni responsabilità per eventuali contestazioni circa l’originalità e la paternità dell’opera e da eventuali imitazioni o copie da parte di terzi dell’opera stessa. L’artista dichiara, inoltre, di concedere i diritti di riproduzione delle immagini delle opere e della documentazione rilasciate  che serviranno per pubblicizzare il sito internet e tutti gli eventi connessi all’iniziativa, e qualsiasi altra forma di comunicazione. Per quanto sopra detto i dati personali, le immagini delle opere del concorso e/o altre opere inserite nel sito, durante un evento, per promuovere gli artisti e se stessa, o in altri eventi di arte contemporanea, nella promozione su web, comunicazione o marketing, potranno essere utilizzati  senza dover necessariamente richiedere il consenso delle parti o pagare i diritti. L’artista partecipante dichiara di aver letto attentamente il presente Regolamento e di accettarlo in tutti i suoi punti. Circuiti Dinamici sarà libera di riprodurre le opere partecipanti per la pubblicazione/promozione degli artisti in mostra e per la collettiva sui social, catalogo, volantini, locandine. 


8 - Responsabilità

 

Circuti Dinamici – pur assicurando la massima cura e custodia delle opere pervenute per le mostre collettiva e personale – declina ogni responsabilità per eventuali furti, incendi o danni di qualsiasi natura, che dovessero verificarsi alle opere durante il periodo in cui rimangono in consegna e durante tutte le fasi della manifestazione. Ogni eventuale assicurazione è a cura e spese dell’artista medesimo. Circuti Dinamici declina ogni responsabilità per eventuali ritardi, smarrimenti, mancate consegne o danni ai pacchi/opere derivanti dalla spedizione e dal trasporto per mezzo di corrieri o poste. La quota di partecipazione non è rimborsabile in nessun caso. 


9 - Autorizzazione al trattamento dei dati personali


Il candidato autorizza espressamente l’Associazione Circuiti Dinamici, nonché i loro diretti delegati, a trattare i dati personali dell’artista partecipante ai sensi della legge 675/96 (“legge sulla Privacy”) e successive modifiche D.lgs. 196/2003 (Codice Privacy), anche ai fini dell’inserimento in banche dati gestite da Circuiti Dinamici e partners organizzativi. 

Per qualsiasi informazione scriveteci alla seguente mail: circuiti.arte@gmail.com 

Nutrire di bellezza lo sguardo. Nell'ambito della rassegna di danza contemporanea, l'Associazione Sosta Palmizi presenta lo spettacolo "ORIRI" di Paolo Rosini/ BambulaProject.

 


Nutrire di bellezza lo sguardo
la programmazione di danza contemporanea a cura di Sosta Palmizi

in streaming la danza contemporanea scelta dagli spettatori
ORIRI di Paolo Rosini/ BambulaProject
venerdì 23 aprile, ore 21:00



Associazione Sosta Palmizi
info@sostapalmizi.it | 0575 630678 | 393 9913550
Ufficio stampa Alessia Casini | press@sostapalmizi.it | 3384688673
www.sostapalmizi.it




Venerdì 23 aprile alle ore 21:00 va in streaming lo spettacolo selezionato dal gruppo dei Visionari della danza 2020 di Arezzo: Oriri di Paolo Rosini/BambulaProject. Nell’ambito della programmazione di danza contemporanea a cura di Sosta Palmizi, Nutrire di bellezza lo sguardo. 


Il progetto dei Visionari della danza, giunto nel 2021 alla IV edizione, coinvolge un gruppo di "spettatori attivi" nella scelta di spettacoli da inserire nella programmazione di Sosta Palmizi sul territorio aretino. Dopo lo spettacolo, lunedì 26 aprile alle 18:30, il gruppo avrà l’occasione di dialogare con gli artisti in un incontro dedicato


Oriri, dal latino, significa “nascere, sorgere, originare, iniziare” ma anche trovare/ voltare verso est, dove sorge il sole.

Vincitore del premio TenDance 2019, Oriri porta in scena un’esperienza intima, un viaggio onirico che sprofonda in un abisso cieco e notturno e poi riemerge alla luce. Una riflessione sul flusso mutevole della vita e sulla sua inafferrabilità; un luogo dove mettersi nelle mani del fluire degli eventi diventa un nuovo punto di partenza per un’esistenza che sembra priva di appoggio, quasi lasciata a sé stessa.



Crediti - coreografie Paolo Rosini; interpreti Chiara Tosti e Paolo Rosini;  musica Michele Mandrelli; costumista Manuela Pierucci; fotografa Elisa Nocentini;  light designer Massimiliano Munsù;  riprese Eduard Luzhetskiy;  co-produzione BAMBULAproject, Balletto Civile e Rosa Shocking/Festival TenDance; con il sostegno di Capotrave/Kilowatt, Home Centro Coreografico, Teatri di Vita, CURA #residenze interregionali; vincitore premio TenDance 2019, selezione Visionari Kilowatt e Visionari della Danza 2020; durata 45'

Info e biglietti 

Biglietti disponibili su www.ilsonar.it previa registrazione su piattaforma Ticket Master

Costo: 5 euro + commissioni di servizio (0,34€)

Inizio streaming: ore 21:00, durata 45’

Si raccomanda la puntualità; l’accesso alla sala virtuale sarà possibile a partire dalle ore 20:40

Per problemi tecnici contattare il numero 351 9714272 (anche WhatsApp)



La rassegna è realizzata da Sosta Palmizi nell’ambito del progetto a sostegno delle Residenze Artistiche della Regione Toscana. E grazie al sostegno del Comune di Arezzo e del Comune di Castiglion Fiorentino per gli spazi di residenza, in collaborazione con Fondazione Guido d’Arezzo e CapoTrave/Kilowatt.


>> Prossimo appuntamento: 

Domenica 9 maggio con Harleking di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi, vincitori del Premio Danza&Danza come coreografi emergenti e nominati “Talento dell’anno” dalla rivista tedesca Tanz – Zeitschrift für Ballet Tanz und Performance.