domenica 13 novembre 2011

ERIK SULLIVAN| L'EQUILIBRIO DI COSE SOVRAPPOSTE

Ph by MARLA LOMBARDO

Strano oggi. Strani questi giorni.
Quando ho troppo e nulla, quando non oserei nemmeno chiedere, e pago il circo dei sentimenti con un brivido di commozione che si tramuta in gonfiore di lacrime negli occhi.
E', insomma, un corre di pensieri pazzi, di pianti sepolti nell'umile angolo di una panca allo sfiorire di una violetta in cui malinconicamente mi vedo riflessa e colpevole.

Solo un attimo, poi la doppia elica muove e ritorno alle responsabilità d'ogni giorno, rientro nella strategia della vita.

Poi, leggo nel tempo, nel sentimento del tempo che a tratti mi afferra, il desiderio d'essere ricercata, come mano grande, forte, gradevole nel suo bisogno carnale su di me, ossia una sua tentazione di vampirismo erotico sulle tracce dei miei affetti perduti, nei luoghi che mi hanno vista vivere, provare, riflettere nella polvere delle cose dimenticate dalla fuga degli anni.

Tempo, io sono essenza del tempo.
Tempo, è l'ignoto violento, ed io schiava bendata da una parte, lui protagonista, estenuante amatore con interminabili sfide, dall'altra.
Ma con rabbia e con pietà, non fuggo non fingo. Provo, io.
Servente, io muoio in quest'ultimo orgasmo.

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