giovedì 13 dicembre 2012

UN INCASTRO PERFETTO | Erik Sullivan


© Marla Lombardo

Non ho mai cambiato tutto quello che si alzò nel cuore della notte per decidermi ad amarti.
Né a dire il vero feci in tempo a rispondermi.
Un delitto forse.
Ecco, si direbbe un delitto per interesse.
Perché di te accettavo sogni e incubi seguendoli con implacabile nettezza, e me ne stavo muta nel loro mondo che mi parlava dentro infinito, un universo di esperienze quale fu dato ai cosmonauti, ai primi esploratori della luna.
Perché ogni giorno avevo la prova di noi in ciò che accadeva nella vita.
Spesso, la mia vita aveva bisogno di te per accadere.
Come adesso, guardami... sono ferma.
Io non so nemmeno mandare odio perché l'invio di odio per me sarebbe inutile.
Girati verso me, ammira la tua creatura... fingo freddezza ma sento troppo, e non ho bisogno di un tocco, ho bisogno di essere toccata.
Non ci arrivi, ora?
Io volevo quella lacrima che mi hai sempre rifiutato... per vita, ricordi, l'essere stato messo in disparte o disprezzato.
Voglio che smetta paura e dipendenza.
Perché non si tratta di quello che tu puoi darmi, da tempo non sono più una bambina.
Si tratta di quello che io posso dare, come Tua donna.
E, se permetti, con questo aggettivo possessivo nessuno ti hai mai chiesto deferenza, solo un briciolo di rispetto.
E sì, anche una legittimazione personale.

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