martedì 17 marzo 2015

Colette. La stella del vespro. Il racconto autobiografico della giovinezza. La primavera di una vita dal salotto di casa. Traduzione e cura di Angelo Molica Franco. Nelle librerie dal 25 marzo 2015

Un’inedita e struggente Colette si racconta ne La stella del
 vespro, pubblicato per la prima volta nel 1946, lungo frammenti scritti con la cura e la sofisticatezza a cui ormai ha abituato i
suoi lettori e di cui è diventata maestra: gli avvenimenti e le osservazioni della vita quotidiana: i capricci di primavera; i viavai del compagno Maurice Goderek; le visite che riceve – tra cui Truman Capote – le audizioni per la riduzione teatrale de La Seconde; l’impegno a raccogliere tutte le sue opere per il progetto Œuvre complete per l’editore Le Fleuron; l’Académie Française. Ormai immobilizzata dalla vecchiaia, dal peso e dall’artrosi, osserva il cielo, il succedersi al giorno della luna o del vespro nel quadrato ritagliato dalle finestre del suo grande appartamento
a Palais–Royal. Leggiamo una Colette malinconica e meditativa, chiusa nel suo appartamento, in cui riceve, mangia, scrive e legge: evoca i ricordi dai tempi della guerra, medita sulla sua condizione di invalidità e i suoi nuovi rapporti con il mondo da scrittrice “nota e riconosciuta” e, amabilmente, conversa con le sue care presenze, con gli esseri da lei sempre amati – appassionatamente o teneramente – come la madre Sido; la figlia di cui evoca il ricordo della nascita nel 1913; Missy (la contessa Mathilde de Morny); l’ex marito Henry de Jouvenel; Polaire; il migliore amico nonché terzo e ultimo marito Maurice Goderek; il giovane reporter che viene ad intervistarla; la prostituta Renée che le appare nel giardino innevato della sua casa, un giardino dalla cui descrizione si distingue a fatica da quello di Saint–Sauveur.
L’autrice: è stata una delle grandi protagoniste della sua epoca, un mito nazionale. Tra le sue opere ricordiamo la fortunata serie di Claudine, La Vagabonda (1911), Chéri (1920), La fine di Chéri (1926), La gatta (1933), Julie de Carneilhan (1941), Il puro e l’impuro (1941), Il kepì (1943), Gigi (1944) e Prigioni e paradisi (1949). Venne insignita delle più importanti onorificenze: membro dell’Académie Goncourt, nonché Grand’Ufficiale della Legion d’Onore, membro onorario del National Institute of Arts and Letters. Fu la prima donna nella storia della Repubblica Francese a ricevere funerali di Stato.
«Una scrittrice che sa far letteratura e arte di ogni momento della vita» 
Il Messaggero
«Difficile non commuoversi.»
Brunella Schisa,
 Il Venerdì di Repubblica
«Non è vitalismo magari cinico quello
di Colette, lei incarna semplicemente il compito più alto dello scrittore: insegnarci a guardare il mondo. Paesaggi della natura e paesaggi dell’anima sempre e comunque in tutta la loro intensità e bellezza.»
Federico Pietranera, Rai – Gr2
Di Colette, Del Vecchio Editore ha pubblicato per la prima volta in Italia Prigioni e paradisi (2012) e Le ore lunghe. 1914–1917 (2013).

Pagine: 190 - euro 15 - ISBN: 9 788861 101302
DelVecchioEditore via dei Giardini, 2 00062 Bracciano (RM) redazione:tel.0697240096
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