mercoledì 26 agosto 2015

Archetipi del sogno: la danza | Al "Museo Marcello Tommasi già Atelier di Benvenuto Cellini", la mostra antologica di Sandro Cabrini.

Un percorso tra reale e onirico, raccontato da sagome umanizzate - figure emblematiche dell’espressione artistica di Sandro Cabrini - è la mostra antologica “Archetipi del sogno: la danza”, aperta al pubblico dall’8 ottobre all’8 novembre al “Museo Marcello Tommasi già Atelier di Benvenuto Cellini”.
L’esposizione, che si snoda nelle sale interne e nel giardino antistante il Museo, presenta un corpus di 40 opere,  realizzate dal 1970 ad oggi, fra cui sculture, installazioni, opere su carta, su tela, video e numerosi inediti.

Il file rouge che lega questi lavori è la rappresentazione stilizzata dell’uomo, dai tratti semplici e lineari, una presenza costante resa con l’utilizzo di diverse tecniche e materiali: da sculture in ferro o legno, a opere in carta o su tela.
Le sculture Dance e Dance in the ballroom del 2013 realizzate in ferro arrugginito, sottolineano il tema della mostra legato alla danza, attraverso figure che evocano un movimento armonico in uno spazio indefinito. Scenari analoghi vengono riproposti nei collage su carta di cotone indiana Moon e Garden del 2012, dove le numerose sagome ondeggianti e dalle tinte primarie, si stagliano sul foglio, creando un forte impatto visivo e riconducendo ad una dimensione ovattata, legata al sogno.
Di estrema delicatezza e forza sono le opere realizzate nel 2015, bassorilievi in carta, Masquerade, Chorus, Backstage, che nuovamente vedono protagonisti soggetti stilizzati che danno vita a dinamiche coreografie.

L’originalità del lavoro di Sandro Cabrini emerge nel trasmettere una molteplicità di significati e di riflessioni, partendo dalla ripetizione di una forma - sola o in gruppo, statica o danzante -, che assume un aspetto poetico, misterioso, rassicurante e ironico.
Un’espressione di estrema semplicità, che racchiude al contempo, riflessioni sull’uomo, sul rapporto con il mondo circostante, sulla società umana e sugli stati d’animo.
La poetica dell’artista è chiaramente sintetizzata nel testo critico di Maurizio Vanni che afferma: “Cabrini non si preoccupa di interpretare le proprie lucide visioni surreali, ma cerca nella totale libertà espressiva quei flussi di energia cerebrale che, unite alla fantasia e a un personale humour, coinvolgono lo spettatore in un processo consapevole di conoscenza e auto-conoscenza. Di fronte alle sue strutture in bassorilievo e alle sue istallazioni, è possibile perdere il senso del quotidiano ritrovandosi a fantasticare in mondi assurdamente possibili”.

Accompagna la mostra un catalogo con testi critici e opere che ripercorrono la carriera artistica di Sandro Cabrini.



Cenni Biografici
Sandro Cabrini nasce a Milano nel 1948, si diploma al Liceo Artistico di Brera e nel 1975 si laurea in Architettura al Politecnico di Milano. Dal 1968 si dedica alla pittura e alla creazione di una particolare forma di espressione simbolica. Tra il 1995 e il 2000 compie diversi viaggi di studio negli Stati Uniti e in Inghilterra, e nello stesso periodo è invitato a svolgere un’attività didattica presso l’Università IULM di Milano, in cui approfondisce i temi della scrittura alfabetica e dei simboli. Nel 2009 viene invitato a San Pietroburgo a svolgere un Master Class sulla sua attività pittorica. Nel corso della sua carriera artistica espone con mostre personali e collettive in Italia (Milano, Torino, Orvieto, Lucca, Genova, Grosseto, Pordenone) e all’estero (Chicago, Houston, San Pietroburgo, Ginevra, New  York, Miami, Seoul, Hong Kong, Shanghai).
Alcune sue opere sono esposte in permanenza presso: la Civica Raccolta del disegno di Salò, Ospedale di Circolo Macchi di Varese, il Parco delle Sculture dell’Idroscalo di Milano con una scultura realizzata per Expo, il Yeoung Museum of Contemporary Art - Gwang-Ju di Seoul - Sud Corea e il Chang Lian a Shanghai - Cina. www.sandrocabrini.com

Museo Marcello Tommasi
Il Museo Marcello Tommasi già Atelier di Benvenuto Cellini è uno spazio che affonda le proprie radici nelle vicende artistiche di Firenze di cinque secoli fa. Era infatti il luogo dove Benvenuto Cellini (1500-1571) fuse l’aitante Perseo che mostrava orgoglioso la testa di Medusa dalla Loggia dei Lanzi, in Piazza della Signoria. Nei primi anni settanta il laboratorio, che durante il corso dei secoli vide l’alternarsi di artisti e artigiani, fu acquistato dallo scultore e pittore Marcello Tommasi, che ne fece il suo studio per quasi quarant’anni, lasciando una ricca collezione di marmi, gessi, bronzi, disegni, bozzetti, dipinti e incisioni.
Lo studio è stato di recente recuperato, grazie a un lavoro di restauro conservativo e di archiviazione delle opere custodite al suo interno, lasciando  il più possibile integri architetture, suddivisione degli ambienti, disposizione degli arredi.
Oggi lo spazio, gestito dalla nipote di Marcello Tommasi, Francesca Sacchi Tommasi, offre una ricca programmazione mostre ed eventi culturali. www.etraeventsfirenze.it

Coordinate mostra
Titolo Sandro Cabrini. Archetipi del sogno: la danza
Sede Museo Marcello Tommasi già Atelier di Benvenuto Cellini
Via della Pergola 57 - 50151 Firenze
Date 8 ottobre - 8 novembre 2015
Inaugurazione giovedì 8 ottobre, ore 18
Orari martedì - sabato dalle 15 alle 19
Info pubblico tel. 055 3860357 -  info@etraeventsfirenze.it

Ufficio stampa mostra
IBC Irma Bianchi Communication
Tel. +39 02 8940 4694 - info@irmabianchi.it

testi e immagini scaricabili da www.irmabianchi.it

La forma dell’acqua. Leandro Russo, a cura di Arianna Beretta.

Prosegue la stagione espositiva a Donna Bianca e, in collaborazione con Circoloquadro, inaugura giovedì 27 agostoLa forma dell’acqua, mostra personale di Leandro Russo, artista siciliano che ora vive e lavora a Milano.

Sono poco più di 30 le tele esposte in questa personale che riunisce i lavori degli ultimi due anni dell’artista siciliano. Suddivisi in tre serie, le opere esposte si concentrano sul tema del paesaggio e della natura e sono tecnicamente un unicum. Leandro Russo infatti utilizza l’acqua come medium che “versa” direttamente sulle tele tenute sul tavolo in orizzontale. Attraverso un lavoro paziente e di assoluto controllo, l’artista muove la tela in modo da far scorrere l’acqua insieme al colore (ecoline) e creare così la figurazione finale.

Il paesaggio diventa progressivamente una riflessione sul ruolo della natura e sui luoghi interiori.
Scrive Arianna Beretta nel testo: Qui il paesaggio, ma ormai è più corretto parlare tout court di natura, si sfalda, si scioglie in macchie di colore che si liquefa sulla tela. Qui l’acqua prende finalmente la “sua” forma. Tecnicamente controllatissima, la pittura di Leandro Russo ci pone di fronte a cellule, a brani di terra, a sovrapposizioni di elementi primordiali. In questa serie ritroviamo il paesaggio naturale e quello più intimo della natura stessa, con un invito alla lettura che spinge l’osservatore su livelli differenti in un continuo andare e tornare a un ritmo naturale, quello del respiro.




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Leandro Russo nasce nel 1973 a Giarre, Catania. Si laurea in Economia Bancaria presso l'Università degli studi di Messina ma decide di cambiare destino ritornando alla sua passione primordiale: la pittura. Inizia un percorso da autodidatta che lo porta ad esplorare tecniche diverse tra cui l'acquerello che diviene il medium espressivo elettivo della sua figurazione. Ha avuto modo di partecipare a diverse collettive (Catania, Taormina, Chieti, Milano).

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Leandro Russo | La forma dell’acqua
a cura di Arianna Beretta

Donna Bianca, Palazzo Coluccia, via Matteotti 41, Specchia (LE)
In collaborazione con Circoloquadro, Milano

Con il patrocinio del Comune di Specchia e il contributo di Macinate Cantine 1931

Inaugurazione: giovedì 27 agosto 2015 h.18.30
In mostra: dal 27 agosto al 20 settembre 2015
Orari: dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 18.30 alle 23.30 (chiuso il lunedì)
Informazioni: tel: 327/3817220; email: donnabianca@outlook.it

OFFICINE FOTOGRAFICHE PRESENTA “DARK CITIES: PARIS” DI DANIELE CAMETTI ASPRI IN MOSTRA AL “MAKE YOUR FESTIVAL” DI ROMA

Officine Fotografiche (www.officinefotografiche.org),   associazione non profit nata per divulgare e sostenere la cultura dell’immagine, presenta Daniele Cametti Aspri (www.danielecamettiaspri.com) con il suo progetto "Dark Cities: Paris" al Make Your Festival di Roma, in scena il 4 e il 5 Settembre all’interno di ‎EUTROPIA, Citta dell'altra Economia (Campo Boario, Testaccio).

“Dark Cities: Paris” è la prima tappa di un lungo progetto che ha portato il fotografo Daniele Cametti Aspri ad esplorare le capitali europee sotto “nuova luce”. Si tratta di un’evoluzione del lavoro dell’artista nello studio della luce, precedentemente esplorato attraverso la ricerca di toni molto chiari all’interno di ambienti degradati, ed ora attraverso la ricerca della bellezza nell’oscurità.

Il senso del progetto fotografico è, infatti, strettamente legato all’universo descrittivo della luce, o in questo caso della sua quasi assenza, sia dal punto di vista del soggetto ripreso sia della sua riproduzione, in un delicato gioco fatto di ombre ed oscurità che porta a scoprire lentamente luoghi noti e meno noti in una visione lontana dal consueto.



Quando si entra in un luogo oscuro da un ambiente luminoso si vive inizialmente una sorta di disorientamento e gli occhi faticano per i primi minuti ad abituarsi al buio - ma col passare del tempo, lentamente, grazie alla luce residua, che filtra da sotto una porta, o forse da un lampione lontano, inizia a delinearsi una realtà diversa. La luce fioca si appoggia sulle strutture circostanti disegnando un gioco di forme e superfici acromatiche con sfumature di grigi scuri più o meno intensi.

Riguardo al progetto “Dark Cities” Daniele Cametti Aspri ha commentato “Luce ed oscurità sono i due lati opposti dello stesso percorso narrativo con cui racconto i territori che attraverso. Opposti e complementari, imprescindibili l’uno dall’altro come il nero ed il bianco e la notte ed il giorno. L’intento è quello di scoprire cosa c’è nel buio, di trovare del positivo all’interno dell’oscurità, sia in senso materiale che metaforico.”




Biografia Daniele Cametti Aspri

Daniele Cametti Aspri è nato a Roma nel 1968. Nel 1989, all’età di 19 anni, ha fondato la rivista cinematografica professionale Acting News, che dirige a tutt’oggi sul web ed è un punto di riferimento per l’informazione sulla produzione cinematografica in Italia. Vista l’inclinazione tecnica e creativa, nel 2000 fonda una società di Authoring che affianca all’attività giornalistica e tutt’oggi realizza DVD e Blu Ray per le maggiori case di distribuzione home-video. Da sempre grande appassionato di comunicazione, grafica ed immagine sia cinematografica che fotografica, nel 2003 si avvicina alla fotografia con la nascita di suo figlio, ed inizia a frequentare workshop e corsi presso la struttura di Officine Fotografiche a Roma. Da allora non ha più smesso.
Ha esposto in numerose collettive e personali: nel 2012 al Festival Fotoleggendo con Gente di Capocotta; nel 2013 al Naked City Fest, American Dream; nel 2013 al Festival Fotografia di Roma, Unrelated; nel 2014 a Foiano Fotografia, Verde Contemporaneo; nel 2015 a 2NC Fest, Dark Cities/Verde Contemporaneo; nel 2015 presso The Mill, Dark Cities (solo exibition); 2015 presso MIA FAIR, Dark Cities.

Per ulteriori informazioni sull’evento:

Officine Fotografiche

Officine Fotografiche Roma è un'associazione non profit riconosciuta nata per divulgare e sostenere la cultura dell’immagine. L'Associazione è da sempre luogo d’incontro e interscambio tra professionisti e appassionati, un centro di formazione per fotografi a tutti i livelli, un laboratorio progettuale continuo e aperto alla creatività sia individuale che di gruppo e un luogo per l’organizzazione di mostre ed eventi.
Associati e fotografi, grazie alle diverse sezioni tematiche, possono contare su un ampio ventaglio di attività: mostre, concorsi, didattica, laboratori e numerose iniziative dedicate a tutte le fasce d’età e livelli di interesse. Da sempre collabora con le istituzioni, con altre Associazioni Culturali e con le principali realtà legate al mondo della fotografia e dell'arte.

Per ulteriori informazioni:

6Glab – il laboratorio di idee di SEIGRADI / Barbara Gemma La Malfa
Via G. Mameli 3 – 20129 Milano
Tel. +39.02.84560801/ Fax +39.02.84560802
Pagina Facebook: 6Glab

venerdì 7 agosto 2015

† IMMORTAL ZUGZWANG † Agatino Raciti Solo Exhibition


IMMORTAL ZUGZWANG

di Antonio Pulvis



Verbum caro, panem verum

verbo carnem efficit:
fitque sanguis Christi merum,
et si sensus deficit,
ad firmandum cor sincerum
sola fides sufficit. (San Tommaso d’Aquino)


Quando negli scacchi si è obbligati a muovere ma qualunque scelta si faccia porterà alla sconfitta: questa è la situazione che viene definita Zugzwang.

L’artista collega la metafora scacchistica alla perenne possibilità di movimento che la vita ci offre come privilegio ma che ci fa pagare mettendoci inevitabilmente in “scacco”.
Eppure il libero arbitrio ci consente, nei limiti delle opzioni di scelta a noi concesse, incredibili emozioni e passioni che Agatino Raciti visualizza sulle caselle della sua scacchiera con incredibile potenza visionaria.

Troviamo così nella sua opera la forza primordiale della natura e l’intensità delle passioni umane che creano un ciclo immortale di energia che raggiunge il culmine nel ciclo 
“LSD Last Supper Drama”, attraverso una prospettiva al contrario quasi a voler indagare su quello che si nasconde dietro l’ovvio dei secoli.
Con un sapiente senso cromatico Raciti declina infine la sua ispirazione in tre colori fondamentali, ognuno dei quali emblematico di aspetti fondamentali dell’essere:
“LSD” NERO rappresenta la materialità concreta del mondo, stato di origine dal quale nascono i bisogni umani.
“LSD” ROSSA è la natura carnale e la passione pulsante, rappresenta carne e sangue che per transustanziazione derivano dalla trasformazione di pane in vino.
“LSD” BIANCA è lo stato di purezza finale al quale siamo destinati dopo il contatto con la divinità, è la vita che ci aspetta dopo la morte, la bianca spiritualità alla quale tendiamo stempera il colore del cielo di ogni cena.

Agatino Raciti sceglie infatti di interrogarci sul senso della ricerca umana, attraverso un viaggio che trasfigura il dolore in dimensioni di nuova profondità: come il ricorso a sostanze allucinogene può introdurci in una diversa realtà sensoriale, così come il mistero legato agli eventi delle ultime ore terrene del Cristo costituisce la maggiore sfida per l’essere umano, chiamato ad interrogarsi su ciò che può avvenire dopo la morte.
La resurrezione che Raciti annuncia non è in realtà quella del corpo fisico, che anzi in questo progetto viene deformato in modo da rendere ingarbugliati ed irriconoscibili i personaggi, ma piuttosto quella interiore: è la riscoperta di quei lati “oscuri” perché racchiusi e custoditi in uno spazio soggettivo che spesso rifiutiamo di esplorare.
Perno iconografico è il corvo, storicamente collegato al mito del traghettamento delle anime verso “altri mondi”, simbolo potente e contemporaneo.

ENGLISH VERSION
IMMORTAL ZUGZWANG By Antonio Pulvis
Verbum caro, panem verum verbo carnem efficit: fitque sanguis Christi merum, et si sensus deficit, ad firmandum cor sincerum sola fides sufficit. (San Tommaso d’Aquino)
“Zugzwang” in the game of chess means that a player is compelled to move even though any possible choice will worsen his position.
The game of chess is represented by the artist as a metaphor of a “compulsion move” that life offers as a privilege but is inevitably a lost game. Although our liberum arbitrium gives us the capacity to experience a wide range of incredible emotions and passions that Agatino Raciti visualizes on his chess board with a strong visionary power.
Therefore, we find in his artwork the primordial force of nature and the intensity of human passions that create an immortal source of energy reaching the peak in “LSD Last Supper Drama” cycle, through a perspective, by contrast, that nearly investigate what was considered obvious over the centuries. With a sapient chromatic sense, Raciti finally declines his inspiration in three main colors, each of them symbolizes the fundamental aspect of life. The Black “LSD” represents the materiality of the concrete world, associated with the human needs. The Red “LSD” is the fleshly nature and the carnal passion, representing the Transubstantiation, the conversion of the bread and wine into the body and blood of Christ. The White “LSD” is the state of final purity of the human being, after contact with the divine revelation, the life after death, the white spirituality that dissolves the color of the sky after last supper.
Agatino Raciti, in fact, is questioning ourselves about the meaning of human research, through a journey that transfigures the suffering in a dimension of new profundity. Our perception of sensorial reality is altered by the use of hallucinatory substances, like the mystery of the final hours of Jesus Christ may represent the major challenge for a human being, emphasizing the importance of life after death. The resurrection announced by Raciti is not physical or bodily, but only spiritual. In this project the body is deformed and the characters are intricate and unrecognizable. It is the rediscovery of those dark sides, hidden in a subjective space that we often refuse to see. The iconographic fulcrum is the crow, historically associated with the myth of the ferryman to ferry the souls into the underworld.



Immortal Zugzwang 
Agatino Raciti solo exhibition
Palazzo della Cultura,
Via Vittorio Emanule, 121 - Catania
col patrocinio del Comune di Catania 

Preview by invitation only
Venerdì 4 settembre 2015 ore 19:30
Dress Code: Total Black 

***
Opening
Sabato 5 settembre 2015 ore 17:30

INFO

agatinoraciti@gmail.com |   333 2114681 - 095 7428034

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