martedì 10 novembre 2015

MAKING SENSE. Artisti + Makers per nuovi immaginari possibili, a cura di Guido Bartorelli, Caterina Benvegnù e Stefano Volpato.


Dal 5 dicembre 2015, giornata inaugurale, al 3 aprile 2016 le storiche sale di Palazzo Pretorio, a Cittadella (PD), ospiteranno la mostra collettiva Making SenseArtisti + Makers per nuovi immaginari possibili, acura di Guido BartorelliCaterina Benvegnù e Stefano Volpato.
Dopo la fase iniziale, rappresentata da un periodo di residenza, il progetto Making Sense si evolve ora nelle due successive tappe in cui è stato strutturato: la mostra, frutto del lavoro congiunto di Artisti e Makers, e la serie di incontri e conferenze dedicati ai temi presi in considerazione dal progetto.

Making Sense mira infatti ad indagare le interazioni tra il linguaggio dell’arte contemporanea un tema quanto mai attuale, la nuova artigianalità e le pratiche ad essa connesse, di cui sono figura chiave i makers, facendo allo stesso tempo tesoro del contesto territoriale in cui si opera, ricco di storia e testimonianze artistiche, ma anche di spirito di impresa, attività di ricerca, desiderio di sperimentazione. 

Attualmente uno dei fenomeni più caratterizzanti della fase economica, tecnologica e sociale, che stiamo vivendo, consiste proprio nel prepotente riemergere dell’istanza do it yourself, letteralmente “fattelo da solo”, con aspetti profondamente rinnovati. Il campo primo e ancora più evidente dove ciò avviene è il cosiddetto Web 2.0, in cui il fruitore non è solo un consumatore passivo, ma si attiva in prima persona in qualità di produttore di contenuti.

A partire dai flussi digitali online questa tendenza alla partecipazione diretta si è riversata anche nella realtà materiale offline: dalla diffusione delle stampanti 3D alla prototipizzazione rapida grazie agli hardware liberi, dalle nuove concezioni di grafica e di editoria sino alle sperimentazioni nel design e nella manifattura, tali pratiche rimettono in gioco una dimensione artigianale del fare rinnovata da possibilità e connessioni inedite, attuando nuove ed interessanti modalità di trasformazione creativa, economica, sociale. 
Proprio da questo contesto provengono i makers, nuovi artigiani digitali, il cui modus operandi è fortemente caratterizzato dalla filosofia del do it yourself, e dell’open source, la condivisione di saperi ai quali chiunque può liberamente attingere, contribuendo anche con proprie modifiche e implementazioni, così da produrre valore aggiunto. 
Nuove modalità di lavoro che restituiscono importanza e valore alla capacità di produrre, del saper fare, alla cultura del possedere un’abilità, tematiche comuni e centrali anche nel campo della pratica artistica. Un legame profondo che si rintraccia a partire dall’etimologia stessa del termine artista, la cui radice latina art (da cui ars, traduzione del termine greco téchne), rimanda proprio alla dimensione del fare.

Prendendo dunque le mosse da questo terreno comune, i curatori hanno scelto di attivare ardite e sperimentali collaborazioni tra cinque artisti contemporanei, i cui linguaggi espressivi vanno dall’installazione alla scultura, dalla ricerca sonora al digitale, e che sono Francesco Bertelé, Roberto Fassone, Kensuke Koike, Laurina Paperina e Elisa Strinna, e tre realtà maker italiane: Friends Make Books (Torino), Lumi Industries (Treviso), Recipient.cc (Milano).
Lo scorso giugno, attraverso un breve periodo di residenza presso gli spazi di Palazzo Pretorio, gli artisti sopra citati si sono confrontati e interfacciati con gli strumenti della cultura making e neoartigianale, tra cui la stampante 3D, il duplicatore Risograph e la scheda hardware open source Arduino, con l’obiettivo di sperimentare e creare nuove sinergie tra queste due realtà.

Il progetto espositivo Making Sense è il tentativo di porre assieme, in collaborazione, due ambiti creativi, che finora si sono quasi del tutto ignorati: artisti e makers. È possibile che la loro collaborazione faccia luce sulle pratiche degli uni e degli altri? È possibile che questo ponte dischiuda al nostro sguardo prospettive inedite, che contribuiscano a dare senso all’esperienza del contemporaneo?
L’esposizione, allestita all’interno del piano nobile di Palazzo Pretorio, metterà in mostra i lavori che sono il risultato della suddetta collaborazione tra artisti e makers, articolandosi però anche come percorso di riflessione critica sulle tematiche del progetto. Alcuni lavori saranno accompagnati da una documentazione che permetterà di approfondire la conoscenza delle fasi progettuali. Inoltre un’intera sala della mostra metterà a disposizione dei visitatori una stampante 3D, tecnologia esemplificativa del mondo dei makers, invitandoli a farne esperienze diretta.

Per tutta la durata dell’evento espositivo, si terranno anche incontri e conferenze, insieme ad esperti, professionisti e studiosi di chiara fama, per sviluppare, discutere, rivedere gli spunti offerti dal progetto da un punto di vista estetico, economico e sociale, tramite un’interazione con l’allestimento espositivo. 
Cultura del making e linguaggi della contemporaneità, dunque, dialogheranno attraverso il confronto tra figure eterogenee, e pur trasversali alle questioni sollevate.

Infine un catalogo, edito da CLEUP (www.cleup.it), accompagnerà la mostra proponendo approfondimenti sui temi scientifici del progetto, grazie a interventi di curatori ed esperti, lasciando comunque un importante spazio all’esame critico dell’opera degli artisti coinvolti.
Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione Palazzo Pretorio Onlus, con la collaborazione del Comune di Cittadella e la Fondazione CARIPARO, patrocinato dal Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi Di Padova e con il contributo di Metalservice S.p.a.


MAKING SENSE
Artisti + Makers per nuovi immaginari possibili

A cura di Guido Bartorelli, Caterina Benvegnù, Stefano Volpato
Palazzo Pretorio - Cittadella (PD)
5 dicembre 2015 - 3 aprile 2016

INFO E CONTATTI 

TEL: 049/9413474 - fax 049/9413476 ,  EMAIL: info@fondazionepretorio.it  

www.fondazionepretorio.it

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