martedì 21 marzo 2017

INTERVYOU. Nel privé con Lele Torrisi, intervistato da Marla Lombardo.



Spirito pionieristico e visionario, crede fortemente nella sua professione e la sua cucina poggia su un tasso di personalità ben al di sopra della media, in cui sfrontatezza e irriverenza vengono domate da ottime capacità tecniche e gastronomiche.

D’altronde non poteva essere diversamente, avendo maturato esperienze con Gordon Ramsey, Alain Ducasse ed il nostro italianissimo Carlo Cracco.

Chef dalla personalità fortemente curiosa e sempre proiettata nel futuro, coniuga con talento il verbo “mangiare” con il resto del mondo, con quel suo “classico contemporaneo” che sorprende e ti trasporta in un “banchetto sensoriale”.

Un continuo viaggio nei sapori e negli odori, con la mente onnivora concentrata solo in un’unica direzione. Così si potrebbe sintetizzare la sua esperienza e carriera.
 
  Lele Torrisi è l'ospite di INTERVYOU, il privé di Untitled Magazine.



Lele “chef” si nasce o si diventa?
Chef si diventa. Dopo anni di impegno, dedizione, grande passione e abnegazione.

Partiamo dalle origini, quando è nata questa tua “passione” per L’Arte Culinaria e qual è stata la spinta per intraprendere questo percorso lavorativo?
Le mie nonne. Le loro mani che ancora ricordo. L’emozione di ogni gesto che il solo pensiero mi riempie gli occhi. Ho cominciato a sudare in cucina quando nella mia vita ero stanco di investire attendendo che il risultato arrivasse, sentivo il fuoco dentro e sapevo che qualcosa poteva rendermi libero, mostrarmi i risultati immediatamente.

Cosa ti piace del cibo?
Del cibo amo la passione che lo circonda ed i suoi contrasti. Amo i Dessert. Amo il dolce che collocherei nell’ordine sensoriale in primis cosi come adoro il gusto amaro delle cose.

Lele i sensi sono importanti? Qual è il tuo preferito?
Molto importanti soprattutto nella loro interezza: per questo non credo negli eventi dove si castra uno dei sensi. Ndr BlindDinner.
Anche se sono dichiaratamente un auditivo, Il mio senso supremo è l’Olfatto. Sono un naso.

Se io dico “Gusto”, tu dici…
Non dico, strofino semplicemente la lingua sul palato e cerco il sapore ZERO, ovvero l’amaro.

Ogni Chef ha un segreto, qual è il tuo?
Sono sempre stato un convinto sostenitore che il segreto dello chef è quel qualcosa che tutti vorrebbero non conoscere. Non vi sono segreti, compro il meglio e lo manipolo meno possibile.

Qual è il cibo, o l’ingrediente, di cui non puoi fare a meno?
L’amore.

  
Chi riconosci come tuoi simili?
Gordon Ramsey, Antonino Cannavacciulo, Alain Ducasse (con il quale ho in comune la data di nascita 09/13).

Tra le tue varie città, in cui hai vissuto, lavorato, amato, mangiato, ce n’è una cui sei più legato, diciamo per “affinità elettive”?
Non sono avvezzo ad un unico “amore”. Amo Montecarlo per il senso di ordine e pulizia, amo Los Angeles perché abbraccia diverse culture con la giovialità della buona educazione, amo Torino perché mi ha cresciuto nutrendo con la sua cultura la mia passione e si è prestata ad essere trampolino di lancio


Come giudichi il Paese ITALIA in genere?
FuckedUP

E a Siracusa, dove vive e lavori, che scena vedi? Cosa sta succedendo in questa città?
Una piccola Italia. Siracusa è un posto splendido che racchiude un mare di opportunità. Purtroppo è ancora ancorata a vecchi dogmi, ad una cattiva gestione che non si prodiga per ampliare le proprie opportunità canalizzando il turismo tutto l’anno. Non investe sul territorio in termini di qualità, in termini di internazionalità e poco in termini di ricerca e sviluppo. Un'economia turistica stagnante che definisce solo sette mesi di florida attività. Un panorama dove l’offerta locale sembra essere un continuo rimpasto di professioni, ristoranti con menu enciclopedici e copiati uno dall’altro. Pochissima attenzione al territorio, pochezza di contenuti in termini di professionalità ed accoglienza. Il cliente è aggredito per strada invece che invitato a vivere quella che potrebbe essere una esperienza senza eguali. Un luogo dove è troppo semplice confondere la bontà con l’abbondanza (abbordabile).

Photographer Credits Maria Pia Ballarino

Photographer Credits Maria Pia Ballarino

Quali sono state le tue collaborazioni più importanti?
Gordon Ramsey, Alain Ducasse e Carlo Cracco ai tempi di CraccoPeck mi hanno visto sudare da comis, ultima ruota del carro in un percorso di Stage, mentre pulivo ogni cosa e nel mentre con gli occhi “rubavo” maestria. Da Gordon ho appreso la tenacia, da Alain la grazia, da Carlo le parolacce.

Come sono cambiati i clienti, ed i loro gusti, negli ultimi anni?
I clienti sono tornati a voler vedere il cibo, la fame stessa è rientrata alle origini. D’accordo ci sia voglia di ricerca e cura dei particolari ma anche che il piatto debba esprime cibo nella sua concretezza e non la proiezione di esso. Qualità e non quantità in un prodotto che parla chiaramente di cibo chiaramente identificabile.

Cosa accadrà in futuro? Cosa è scritto nell’agenda di Lele?
Dopo la pubblicità internazionale per il gruppo Campari che mi ha visto rappresentare la Sicilia in America, sono pronto a girare un film sulla mia vita dal titolo “Lele Torrisi, the #sicilychef” per una produzione newyorkese. Successivamente mi trasferirò in via definitiva a Los Angeles per cercare di lanciare un format televisivo. Ricominciare naturalmente. Crescere sempre.

Tre aggettivi che ti rappresentano, o ti definiscono.
Appassionato, Diabolico, Mentalista.

Photographer Credits Maria Pia Ballarino
Qual è il tuo motto?
Buy the best, touch as less. No more than three elements in my food.

Ed il tuo vizio preferito? O hai solo virtù?
Ma quali vizi, sono un ragazzo serio: non mi fidanzo con tutte quelle che mi porto a letto.

Qual è la tua più grande paura?
Tornare a casa la sera e non trovare amore intorno a me.

Cosa fa Lele quando non è un “Chef”?  Come trascorri i tuoi giorni, e, soprattutto, le tue notti?
Food Seeking. Sono costantemente alla ricerca di materia prima, studio e ricerca della stessa. La notte? Cerco di sconfiggere i miei demoni…



SPECIAL MENU’ PER INTERVYOU

Gambero di Mazara, cotto nel burro di cacao scorza di limone Siracusa IGP su base di melograno marinato allo zenzero

Siciliani al ragù di tonno in bianco su esplosione di bufala e datterino condito in freddo


Risottino carnali al cantalupo, mantecato al miele dell'Etna e yogurt Bio con spinacino all'agro e fondue di ragusano DOP


Quenelle di mare in crosta, passeggiando nell’orto di primavera

Il corteggiamento degli amari. Budino classico di cioccolato fondente, arancia amara e amaretto.

Lo zabaione artigianale diventa cappuccino, nel ricordo di mia nonna


*** 


Se volete sapere di più su Lele Torrisi, seguitelo nei suoi canali social...


Instagram @sicilycheflele 



Nessun commento:

Posta un commento