lunedì 8 maggio 2017

Dolomiti bellunesi: le Tre Cime di Lavaredo e il lago di Misurina diventano set cinematografico.


Tutti pazzi per le Tre Cime: le montagne simbolo delle Dolomiti Patrimonio dell'Umanità sono da sempre tra le cime dolomitiche più conosciute, più visitate, più fotografate. Da anonimi viaggiatori come da grandi registi, che qui – e in tutte le Dolomiti – hanno girato e continuano a girare scene spettacolari, fortemente aiutati da un paesaggio che lascia a bocca aperta, e sempre sorprende. Un anno fa è toccato ai Coldplay, che qui hanno ambientato alcune scene del video musicale della canzone Up & up; a brevissimo, sulle Tre Cime salirà anche la troupe di Star Wars. O meglio, dello spin off e prequel della famosissima saga: Red cup sarà la storia del giovane sbruffone Han Solo, prima di Star Wars. Il film uscirà nelle sale tra un anno circa, le scene sulle Dolomiti Bellunesi saranno girate nelle prossime settimane.

Per chi volesse curiosare sul set prima dell'arrivo della troupe, la meta è il lago di Misurina, con le mucche d'ordinanza e la bella corona di montagne che si specchia sulle acque scure, il laghetto d'Antorno poco più su, quindi il Monte Piana e i prati alti attorno alle magnifiche Tre Cime. Tutti questi luoghi, oltre a ispirarne di nuove e fantascientifiche, hanno interessanti storie da raccontare, e (per il turista) da scoprire. Perché, ad esempio, sono stati campo di battaglia e scenario di strazianti sacrifici, durante la Prima Guerra Mondiale: il Monte Piana, oggi spettacolare terrazza panoramica su una considerevole porzione di Dolomiti, cento anni fa era chiamato dai soldati Monte Pianto, e fu teatro di una terrificante guerra di posizione, combattuta in condizioni estreme da giovanissimi austriaci e italiani.

Oltre ad essere luogo di guerra e Resistenza, però, le Dolomiti Bellunesi sono terra di leggende e passati fantastici – ottimo carburante per le camminate più faticose. Prendiamo il lago di Misurina, ad esempio. Invece che passarci di fianco velocemente, giusto il tempo di una bella fotografia da social, perché non fermarsi un po' di più, respirare a fondo l'aria fina (quell'edificio giallino, perfetto per le foto, è l'Istituto Pio XII, centro d'eccellenza per la cura in alta quota delle malattie respiratorie pediatriche) e farsi raccontare la storia della capricciosa Misurina? Eccola qui: Misurina era una bambina pestifera, adorata dal padre, il re Sorapiss. Un giorno Misurina venne a sapere che esisteva uno specchio magico in grado di leggere i pensieri di chiunque vi si specchiasse: ovviamente, fece il diavolo a quattro, pur di averlo. Il padre infine convinse la sua proprietaria, una fata del monte Cristallo, a cedere lo specchio alla bambina. La fata, in cambio, chiese però al re di lasciarsi trasformare in una montagna: i suoi fiori, sempre al sole sul Cristallo, avevano bisogno d’ombra. Misurina, pur di avere lo specchio magico, avrebbe accettato qualunque cosa. D’improvviso il re cominciò a crescere, a crescere: la bambina, distratta, rimase impigliata nella croda che saliva sempre più in alto, perse l’equilibrio e precipitò nel vuoto. Il monte Sorapiss, disperato, pianse tutte le sue lacrime per la morte della figlia capricciosa, e diede vita così al lago di Misurina. Lo specchio si frantumò in mille pezzettini e cadde nel lago: ancora oggi se ne vedono i riflessi colorati che si rincorrono sullo specchio d’acqua.


Il lago d'Antorno, poco più su verso le Tre Cime, è un altro set naturale molto apprezzato dalle produzioni cinematografiche: qui, ben prima dello spin off di Star Wars, sono state girate alcune scene di un altro film cult degli anni Ottanta, il fantasy Ladyhawke di Richard Donner, che ha approfittato anche di un altro spettacolare angolo di Dolomiti, il passo Giau. Dal passo Giau – bellissimo punto di partenza per splendide passeggiate, tra le quali consigliamo in particolare la salita alla piana di Mondeval e al rifugio Croda da Lago – è rimasto stregato pochi anni dopo anche Jean-Jacques Annaud, regista di film come Il nome della rosa e Sette anni in Tibet, che tra il Giau, Misurina e le Cinque Torri ha girato L'orso. La storia è ambientata nella Columbia Britannica del XIX secolo, e ha per protagonista un orso grizzly: di grizzly sulle Dolomiti non ce ne sono proprio, ma il film di Annaud deve essere stato in qualche modo anticipatore, perché da qualche anno l'orso (bruno, però) sulle montagne Patrimonio Unesco c'è tornato, seppur per sporadiche gite a sorpresa…

Gli scenari ampi e boscosissimi delle Dolomiti Bellunesi sono perfetti per i film che raccontano storie di natura, o incentrati sul rapporto che esiste tra uomo e ambiente: recentissimi, nel 2016 sono stati girati sui Monti Pallidi Abel – Il figlio del vento con Jean Reno, la storia dell'amicizia tra un bambino e un piccolo aquilotto, e La pelle dell'orso, con Marco Paolini. Nel primo caso, alcune tra le scene più belle sono state realizzate sul passo Falzarego, sopra il Lagazuoi. Il passo Falzarego è uno snodo in alta quota, imbocco di valli magnifiche e punto di osservazione privilegiato: ci si alza come aquile per godere della vista del Lagazuoi, del Pelmo, del Sass de Stria, della Tofana di Rozes, del Civetta… Il film La pelle dell'orso (regia di Marco Segato) è invece una storia più boschiva, legata alla terra e all'uomo, la storia di un vecchio orso feroce che terrorizza una comunità superstiziosa, e la storia dell'avventura e del rapporto schivo tra un padre e un figlio. La pelle dell'orso è ambientato nei boschi fitti e silenziosi della Val di Zoldo, terra di chiodi e di gelati, di carbonai e montanari. Per rivivere alcuni momenti del film, salite a Fornesighe, bellissimo paese di legno, su un colle assolato in bilico, e perdetevi tra le stradine ripide e le case a terrazza, oppure addentratevi energici nella bellissima Val Pramper

Altro film da rivedere e rivivere, profondamente dolomitico, è Il segreto del Bosco Vecchio di Ermanno Olmi, ispirato a un libro magnifico del bellunese Dino Buzzati. Andate ad ascoltare il vento Matteo in compagnia del colonnello Procolo (un invecchiato e incattivito Paolo Villaggio, nel film), tra i boschi remoti del passo Tre Croci. L'immaginifico Bosco Vecchio di Buzzati si concretizza, nella trasposizione cinematografica, nell'estesa foresta di Somadida, tra Auronzo e Cortina d'Ampezzo. La foresta di Somadida, tra le più belle delle Dolomiti, è stata una tra le riserve di legno più importanti per la Repubblica di Venezia, che con questi alberi costruiva remi e pennoni delle navi della sua ricca flotta. Oggi è luogo protetto di passeggiate rilassanti e silenzi.

Infine, poco lontano da Somadida c'è Cortina d'Ampezzo, la regina delle Dolomiti Bellunesi, anche e soprattutto da un punto di vista cinematografico. Tra le vie e le crode di Cortina sono stati girati oltre cento film, dagli anni '20 e '30 di Luis Trenker e Leni Riefenstahl, ai cinepanettoni dei fratelli Vanzina. Moltissime grandi star hanno soggiornato e lavorato qui: da Ingrid Bergman a Sophia Loren, da Brigitte Bardot a Clark Gable ed Henry Fonda… E quasi ogni angolo di Cortina è stato ripreso: l'hotel Miramonti (ne Il conte Max del 1957, con Alberto Sordi) e l'hotel Cristallo (in La pantera rosa di Blake Edwards, con Peter Sellers), la casa delle Regole in Corso Italia e il trampolino olimpico (in Solo per i tuoi occhi del 1981, dodicesimo film della saga di James Bond), l'hotel Majestic (in Fantozzi in paradiso del 1993) e tanti altri luoghi ancora. Se siete appassionati di cinema, non vi resta che raggiungere Cortina d'Ampezzo e qui dedicarvi a un'affascinante caccia al tesoro, sulle tracce delle scene più varie ambientate tra i palazzi del centro e ai piedi delle sue magnifiche montagne.

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