giovedì 21 novembre 2019

Acqua di colonia. Al teatro Elfo Puccini di Milano, in scena lo spettacolo di Elvira Frosini e Daniele Timpano.


27 novembre - 1 dicembre | sala Bausch 

Acqua di colonia
uno spettacolo di Elvira Frosini e Daniele Timpano
aiuto regia e drammaturgia Francesca Blancato
scene e costumi Alessandra Muschella e Daniela De Blasio
disegno luci Omar Scala
produzione Gli Scarti, Kataklisma teatro 
con il contributo produttivo di Romaeuropa Festival, Teatro della Tosse, Accademia degli Artefatti; con il sostegno di Armunia Festival Inequilibrio
si ringrazia Teatro di Roma, C.R.A.F.T. Centro Ricerca Arte Formazione Teatro



Il colonialismo italiano. Una storia rimossa e negata che dura sessanta anni, che inizia già nell'Ottocento, ma che nell'immaginario comune si riduce ai cinque anni dell'Impero Fascista. Cose sporche sotto il tappetino, tanto erano altri tempi, non eravamo noi, chi se ne importa.
È acqua passata, acqua di colonia, cosa c'entra col presente? Eppure ci è rimasta addosso come carta moschicida, in frasi fatte, luoghi comuni, nel nostro stesso sguardo. Vista dall'Italia, l'Africa è tutta uguale, astratta e misteriosa come la immaginavano nell'Ottocento. Somalia, Libia, Eritrea, Etiopia sono nomi, non paesi reali, e comunque ‘noi’ con ‘loro’ non c'entriamo niente, gli africani stessi sono tutti uguali. E i profughi, i migranti che oggi ci troviamo intorno, sull'autobus, per strada, anche loro sono astratti, immagini, corpi, identità la cui esistenza è irreale: non riusciamo a giustificarli nel nostro presente. Come un vecchio incubo che ritorna, incomprensibile, che ci piomba addosso come un macigno.




Dalla rassegna stampa

Con il loro nuovo spettacolo Elvira Frosini e Daniele Timpano tornano alla propria vocazione originaria, quella di provocatori delle coscienze, di indagatori delle macchie inconfessabili che si annidano nelle pieghe della nostra cultura progressista e democratica. [...] Ci parlano dell’indifferenza e del malinteso senso di superiorità con cui ancora guardiamo alle popolazioni africane che ogni giorno arrivano da noi in cerca di riscatto. Il vero sale dello spettacolo sta nella franchezza con cui i due autori-attori non temono di scavare nelle piccole intolleranze quotidiane di fronte a un venditore di fiori extra-comunitario, riesumano i versi di un trucido motivetto (Odio il Kebab / e il Ramadan) che girava nel 2014 su Internet, giocano sul tabù di Faccetta nera, che tutti conoscono, ma che – sul loro invito – nessuno osa cantare, per non assecondare il proto-fascista che si cela potenzialmente in ciascuno di noi.
La Frosini e Timpano, intelligenti, caustici, velenosi, sono bravissimi a destreggiarsi fra fumetti d’epoca, canzoni, regi decreti, discorsi pubblici di allora e di oggi. [...] Dopo la scomparsa di Paolo Poli, i due attori romani – se l’accostamento non sembra irriguardoso – sembrano gli unici in grado di attingere a un certo variopinto bric a brac che svaria dai motivetti di Rodolfo De Angelis all’accorata melassa di Addio sogni di gloria (struggente, però, nell’esecuzione finale di Giuseppe Di Stefano).
Renato Palazzi, Delteatro.it

[...] Quanto scrivo oggi più che una recensione è un atto di contrizione. Non sarebbe ovviamente così se quanto ho visto, Acqua di colonia, non fosse un capolavoro del teatro, al pari degli exploit di Ascanio Celestini, Marco Paolini, Marco Baliani, Laura Curino. La peculiarità, che poteva essere solo di origine romana (Daniele Timpano è un romano, Elvira Frosini è nata a Tivoli), la peculiarità, dicevo, è nel disincanto. Lavorando su una poderosa ricerca storica, ci raccontano le vicende del colonialismo italiano in Africa, non solo quello del Corno d'Africa, ma quello precedente e successivo. Soprattutto ne scorgono i residui, i depositi culturali, i tic, i modi di dire, di pensare, di reagire, di fronte alla Storia e al presente: come e cosa è stato ed è l'Africa per noi? Ne scaturisce un racconto sconvolgente, manco a dirlo vergognoso. Spesso in luoghi insospettabili. Dalle cifre in uomini e armi impiegate per conquistare le ‘colonie’ (e conseguente numero di vittime) al modo in cui Giuseppe Verdi scrisse l'Aida su commissione, dell'Egitto ignorante, fino al più insospettabile tra gli intellettuali, fino a Pasolini. Una storia raccapricciante trasmessa con un sarcasmo sottile, senza eguali.
Franco Cordelli, Corriere della Sera

 



TEATRO ELFO PUCCINI, corso Buenos Aires 33, Milano 
 Orari: mart/sab 19:30, dom 15:30 
 Prezzi: intero € 33 / martedì posto unico € 22 / rid. giovani e anziani € 17,50 / under18 € 13.50 - Info e prenotazione: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org.

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