lunedì 7 marzo 2022

Pandemic violence - Diario di una Pandemia. Alla Biblioteca Vaccheria Nardi di Roma, la performance di Monica Pirone sul tema della violenza domestica subita dalle donne durante la Pandemia, a cura di Lola Maria Rita Delli Quadri.

 


Pandemic violence- Diario di una Pandemia

 

Performance

di Monica Pirone


a cura di Lola Maria Rita Delli Quadri


Giovedì 10 marzo ore 16,30

Biblioteca Vaccheria Nardi

via Grotta di Gregna 37, Roma


INFO


Giovedì 10 marzo alle ore 16,30, presso la Biblioteca Vaccheria Nardi di Roma, via Grotta di Gregna n.37, Monica Pirone presenterà la performance Pandemic Violence- Diario di una Pandemia.

Avremo modo di riflettere su quanto la Pandemia abbia peggiorato la vita di donne che costrette per via del lockdown a rimanere in casa, si sono protette dal Coronavirus, ma non hanno potuto sfuggire alla furia violenta di compagni che non potendo scaricare frustrazioni  in altro modo, si sono accaniti su di loro. Porteremo questo tema con una azione performativa che dia modo di rappresentare questo dato che l’Istat ha registrato con un incremento dell’80 % di richieste di aiuto al numero 1522 ed alle varie organizzazioni a difesa della donna sul territorio, dato oltretutto a ribasso tenendo conto che proprio la presenza fisica e psicologica costante del carnefice in casa, ha impedito a molte donne di potere chiedere aiuto. 


Ragioneremo sull’ambiente “casa” e del duplice significato di luogo “nido” e luogo “prigione”. L’intento è di coinvolgere donne sul territorio a prendere coscienza di questo dato allarmante che alza l’asticella ulteriormente nel nostro Paese e nel mondo intero e che colloca ad oggi nel mondo la donna come prima vittima in termini di diritti nell’ambito famigliare e del lavoro e che ci catapulta indietro, inferendo un colpo forte a tante conquiste faticosamente acquisite negli ultimi anni. 

La performance tiene conto del luogo in cui verrà presentata la prima volta, ovvero una biblioteca, La Vaccheria Nardi, sita nel quartiere periferico romano di Colli Aniene. Questa azione performativa parte quindi, da una solida base di lettura e viene inserita l’azione performativa per sottolineare alcuni punti della vita della protagonista che per scelta non ha nome. 

Il testo è in parte illustrato , la protagonista sostituisce i disegni alle parole, nei giorni in cui non riesce ad esprimere ed a raccontare come ha passato la giornata, ne prende le distanze e si rifugia in un mondo a colori, infantile ed onirico dove può immaginare ed immaginarsi totalmente al di fuori, rifiuta la violenza ed attraverso il disegno trova il conforto.



Sullo sfondo di un grande dramma collettivo che è l’inizio, ovvero la fase uno della Pandemia da Coronavirus ed il conseguente Lockdown, si consuma un dramma ben più radicato ed antico che è la violenza nella sua espressione estrema ed irrecuperabile, nell’ambito famigliare. Tale azione riesce addirittura a mettere sullo sfondo del racconto le conseguenze del Covid 19 con le relative morti che ne sono conseguite e che ancora adesso continuano a verificarsi. La protagonista così ci racconterà ciò che è e che lei non riesce ad accettare, motivo per cui non si rivolge a nessuno per essere aiutata e ciò che, potrebbe essere. L’elemento maschile, volutamente non definito nel carattere e nell’aspetto, eccetto qualche accenno che serviva per poter far dialogare lei con lui, non è di fatto raccontato perché quello che è narrato è la percezione che ha la donna di suo marito che oramai subisce da troppo tempo e non vede neanche più il perimetro esterno della persona che vive con lei. Di fatto non vi è descrizione, perché qualunque racconto su di lui avrebbe potuto creare degli alibi, dati dalla sua condizione di sofferenza e di fallimento che nella lettura non è sottinteso  per nessun motivo. Niente giustifica tutta questa violenza ed il suo personaggio non meritava alcun alibi.

 

“Il diario di una donna senza nome, scritto nei mesi del lock-down del 2020, è diventato uno specchio che mi riflette, che ci riflette, facendoci trasalire quando riconosciamo alcune somiglianze che ci fanno venire i brividi e le lacrime; e sospirare di sollievo quando intuiamo le differenze che ci allontanano dall’abisso di terrore in cui quella donna cade”.

Monica Pirone lavora su questo tema dal 2011 e realizza spesso progetti legati al mondo femminile, sono inoltre in corso, a tale riguardo, installazioni e mostre che proprio questo anno saranno presentati, il primo appuntamento ad aprile a Matera , HSH a cura di Lola Maria Rita Delli Quadri, in collaborazione con la Coldiretti ed il Comune di Matera, racconterà proprio la tematica della violenza domestica con una video installazione.

Dopo la performance il testo, sarà a disposizione nella biblioteca, per essere letto fino alla fine di marzo.

 

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