lunedì 7 marzo 2016

INTERVYOU. Nel privé con Maurizio Carriero, intervistato da Marla Lombardo.


Egli è uno spirito solitario e visionario, dotato di una personalità ambiziosa che difende l’originalità e la perfezione. Attento osservatore del mondo che lo circonda, ama farsi sorprendere dalla realtà in cui vive quotidianamente, specialmente se si ha, come lui, una particolare predisposizione a captare quello che solitamente non si vede.

Egli non vive, però, fuori dal tempo, in una dimensione nostalgica. La sua è una pittura umanista fatta di attori antichi che interpretano sentimenti contemporanei.
Il suo sommo scopo è portare nel finito un frammento di infinito, quasi ad immortalarne la natura divina.

Il suo pensiero artistico si potrebbe riassumere parafrasando Jung: "Noi contiamo qualcosa solo in virtù dell’essenza che incarniamo, e se non la realizziamo, la vita è sprecata."
 
Maurizio Carriero è l'ospite di INTERVYOU, il privé di Untitled Magazine. 


 

Maurizio artisti si nasce o si diventa?
Sicuramente pittore si nasce e occorre una vita per definirsi tale. Hokusai diceva: ‹‹Arrivato a ottantacinque anni, finalmente, dopo aver studiato, percorso molte strade, forse, ma non è sicuro, sono un pittore››. Artisti invece ci si scopre.

Quando hai cominciato ad approcciarti all'Arte, qual è stata la spinta per cominciare?                  
Da che ho memoria il contatto con l’arte è stato sempre per me una costante imprescindibile dalla mia esistenza. Non vi è stata nessuna spinta particolare ma, piuttosto, un naturale “istinto”.

Come mai ha scelto come mezzo espressivo la pittura? Perché ti sei avvicinato a questo linguaggio?
Ho provato molte strade prima di capire che la pittura risultasse a me  il mezzo più congeniale per comunicare. Da ragazzo ero sicuro che sarei diventato uno scultore ma il contatto diretto con le forme mi creava un senso di inappagamento poiché la materia doveva risultare solo uno strumento per un dialogo, non un fine. Ho sviluppato, credo, un approccio alla pittura molto “scultoreo”ed è questa forse la caratteristica che distingue il mio modo di dipingere da quello degli altri pittori. Sono sicuro che un giorno tornerò a dedicarmi alla scultura con una consapevolezza diversa.

Ritratto obliato
2015, olio su tela ovale, cm 90x80
  
Se io dico “Contemporaneo”, tu dici…
Il “Contemporaneo” è un nebuloso caos edificato sulle ceneri della storia. Credo che possiamo acquisire una visione più chiara di ciò che è “contemporaneo” adesso solo dopo decenni.

Ci sono alcuni artisti che hanno influito o influiscono sul tuo lavoro? A cosa ti ispiri?
Non credo molto all’ispirazione quanto più alle “intuizioni”. Io vivo con passione il fascino delle immagini e quasi sempre tali immagini non sono state create da me ma voglio farle mie. Ecco che un turbine di intuizioni si agita nella mia mente e mi induce, con trepida motivazione, a realizzare un dipinto. All’inizio di un dipinto non so bene quale sarà il suo esito ma mi lascio andare alla ricerca e al caso per poi sorprendermi. Picasso diceva: ‹‹Io non cerco, trovo››.


Il tempo
2014, oil on linen, cm 130x160
Maschera di santità
oil on linen, cm 80x70

Il gioco tra luce e ombra … Che senso gli dai nelle tue opere?
Credo che il mio modo di gestire il rapporto tra luce e ombra sia direttamente correlato alla mia esperienza di vita. Io sono cresciuto fra Napoli e i paesaggi campani e laggiù  la luce, il crepuscolo, le albe, hanno davvero qualcosa di speciale. I contrasti e le ombre sono nette come campiture di eleganti tonalità di bruno e le luci sono rasserenanti e modellano con grazia le forme. Questa è una testimonianza che vive ancora nei dipinti degli artisti che venivano in Campania dalla Francia, dalla Germania e dalle Fiandre nel XVII secolo per il “Grand Tour”.  Nella mia ricerca pittorica si scorgono maggiormente riferimenti ai “Caravaggisti” e al loro modo di usare quella luce drammatica e teatrale non tanto per un appagante risultato visivo ma quanto più per esaltare quel senso di “consapevolezza” che conferiscono le entità che emergono dall’oscurità.

Da qui all'eternità
2013, oil on linen, cm 180 x 150
Trionfo dei palpiti
black chalk on cardboard, cm 70x50

Assunzione nucleare
2012, charcoal on paper cm 100 x 70
 
Chi riconosci come tuoi simili?
Riconosco come miei simili tutte le creature e le forme visibili e invisibili dell’universo.

Tra le tue opere, ce n’è una cui sei più legato, diciamo per “affinità elettive”?
Quando un’opera è ultimata ho una sensazione di distacco da essa ed è come se non mi appartenesse più. Cerco di non affezionarmi a quello che faccio ma di avere costantemente un atteggiamento critico e scostato.

Notturno
2014, oil on linen, cm 90x80
Canto d'amore
2013, oil on linen, cm 90 x 80


Come giudichi il Paese ITALIA in genere?
Si sente spesso parlare con disappunto dell’Italia, specie da persone che come me intraprendono una carriera “particolare”. Tuttavia io ritengo che il profondo spirito italiano sia molto più glorioso di ciò che c’è sulla superfice e la nostra storia grava troppo su di noi per ignorarla e volgere a confini futuristici ed esterofili. Il mio spirito è profondamente italiano e lo percepisco quando ascolto “Verdi”, quando percorro le nostre strade millenarie, quando mi commuovo davanti alle opere dei maestri, quando sorrido e quando sogno ad occhi aperti. Le difficoltà sono reali davanti ai problemi politici, economici e sociologici di un paese ma la consapevolezza di uno spirito ben distinto come quello italiano, favorisce di certo una possibile presa di posizione salda e cosciente.

E a Milano, dove vivi e lavori, che scena vedi? Cosa sta succedendo in questa città?
Milano è una città che ho sempre paragonato all’opera di Boccioni del  1910 “La città che sale” per il suo ritmo frenetico che come un vortice ti spinge direttamente nel turbine degli accadimenti. Io, in realtà, vado in contro a questo stile di vita con un po’ di distacco poiché, pur facendone parte, preferisco vivere la città “a modo mio”.

Tema d'amore
2014, oil on linen, cm 180x220

La sera
2015, oil on canvas, cm 120x140

Cosa accadrà in futuro? Cosa è scritto nell’agenda di Maurizio?
Cerco di non pensare troppo al futuro, anche in virtù del mio spirito ambizioso e tendo quindi a concentrarmi molto nel mio presente. Adesso sto lavorando ad un progetto di mostra che mi coinvolge moltissimo e quando sarò in prossimità della chiusura di questo ciclo pittorico penserò a dove destinarlo.
 

Tre aggettivi che ti rappresentano, o ti definiscono.
Pignolo, attento, scrupoloso.

Qual è il tuo motto?
'Stultitiam simulare loco prudentia summa est' . Sii stupido, quando lo richiede la situazione stessa!

Ed il tuo vizio preferito? O hai solo virtù?
Per le mie virtù lascio che mi giudichino gli altri e per quanto riguarda i miei vizi, adesso non riesco proprio a pensare ad uno che sovrasti gli altri.

La fede esplosa
2012, oil on canvas, cm 80 x 60

Qual è la tua più grande paura?
Certo potrei elencare svariate paure ma i tormenti degli individui sono faccenda assai privata ed è meglio parlarne a quattrocchi con un amico. Per quel che riguarda la mia attività pittorica forse ciò che mi fa soffrire più di tutto è non aver abbastanza tempo per dipingere, fare ricerca, studiare e approfondire le questioni dell’arte. Devo dedicarmi anche ad altre attività lavorative ed è naturale che io sia costantemente proiettato al desiderio di dipingere. Kafka riflettendo sulle sue due professioni, quella di scrittore e quella di assicuratore diceva: ‹‹ Se una sera scrivo qualcosa di buono, il giorno dopo in ufficio sto sulle spine e non riesco a combinare niente. Questo via vai va sempre peggiorando. In ufficio adempio esteriormente i miei doveri, non invece i miei doveri interiori, e ogni dovere interiore non adempiuto diventa un’infelicità che non si allontana più da me››.

L’Uomo è ancora misura di tutte le cose?
Questo è un concetto arcaico che va a braccetto con l’idea egoica che l’uomo ha di sé. È la natura misura di tutte le cose.

Sua Grazia
2016, olio su juta, cm 165x115
  
Cosa fa Maurizio quando non è un “Artista”?  Come trascorri i tuoi giorni, e, soprattutto, le tue notti?
So di avere il “Physique du rôle” per dare adito a pensieri che figurano la mia persona come un individuo misterioso ma devo dirti che le mie giornate e, soprattutto, le mie notti sono molto tranquille.





                                                                                                                                 

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