sabato 20 agosto 2016

“Matrem”. Alla Galleria Montevergini di Siracusa, la mostra personale di Andrea Chisesi.



 
“Matrem” 
L’ombra d’un fiore è la beltà
 - Giosuè Carducci - 

La mostra permette di ammirare 45 splendide opere dedicate alla natura, la madre di tutte le cose.
I monocromi di Andrea Chisesi sono realizzati con il Matrem Tanacetum parthenium,( particolare tipo di fiore)
Simboli per eccellenza di quanto vi sia di più effimero sul nostro pianeta, i fiori hanno esercitato un fascino permanente sull'occhio degli artisti.
 

"I fiori esprimono la naturalezza, il farsi e il disfarsi della natura. Con il loro effimero splendore rappresentano, meglio di ogni altro soggetto, la vita e la morte",
Studiando il linguaggio dei fiori, l'artista cerca di penetrare nei segreti della natura, di risalire all'essenza della vita, della creazione.
 

Ogni opera nasce da un esigenza, il dialogo tra la natura delle cose e la societa’ che cambia nel corso del tempo, spesso fa capolino lo sgretolamento, l’erosione inesorabile del tempo, ci mette davanti alla fine delle cose, ma non per questo alla efferata morte.

La scelta del fiore, è dettata dalla delicatezza dei petali, anche se mancanti o spezzati dal vento non perdono la loro eleganza e leggerezza i fiori simboleggiano la vita, quel viaggio che ognuno di noi affronta da solo. “Nasciamo e moriamo soli”, dice l’artista, “colei che più ci ha amato ci ha donato la vita e con essa la morte”, inesorabile arriva quando il destino chiama.

"TRE GRAZIE"
 
Ogni simbolo ogni tratto ha un significato, nella pittura di Andrea, il cerchio ad esempio rappresenta la coppia, la croce il sacrificio, tutto ha un codice ben preciso.

Quando la preparazione ha raggiunto un suo equilibrio è pronta ad accoglie l’immagine, il rapporto che si crea tra la sua pittura e la fotografia diventa inscindibile, coesistono in un equilibrio di donazioni, la pittura si rivela al corpo, esso ne paventa il volume ed a sua volta lascia spazio alla pittura che diventa la corazza la pelle del corpo stesso.

Non a caso Andrea Chisesi sceglie le immagini dei grandi ed eterni eroi, sopravvissuti ai secoli come miti e leggende, rappresentanti dell’ego di ogni uno di noi, prendono luce e vita dalla gioia dei matrem, dai fiori che l’uno sull’altro nella tela ci rivelano l’uomo, l’eroe, il mito.

"ACHILLE"
Una spasmodica ritmica pennellata guida il fruitore alla ricerca della corazza, nella superficie liscia e levigata del marmo, essa prende vita dalla gioia dei fiori che donano all’opera la tenerezza e la fragilità, il cuore di un eroe è puro, si lascia cogliere dalla tenerezza e dalla bellezza delle cose semplici.

Chisesi muove dal fondo della tela le trasmutazione delle immagini, senza ossessioni progettuali ma con sapiente capacità di trarre forza da esse, attraverso le fusioni il soggetto ha una nuova vita, l’arte è l’ esercizio provvisorio di una conoscenza poetica destinata a durare attraverso la reinterpretazione acquisisce una nuova vita, una nuova dimensione. 


giovedì 11 agosto 2016

XII EDIZIONE DI NOTARTE FESTIVAL. A Noto open gallery in via Nicolaci dal tramonto in poi.

XII EDIZIONE DI NOTARTE
( Noto 11-27 AGOSTO 2016 )

 
NotArte Artisti Associati e Studio Barnum sono pronti ad inaugurare la XII edizione dell'open gallery più attesa dell'estate, nel cuore del centro storico della città Patrimonio dell'Unesco, e grazie all'attenzione e collaborazione dell'Amministrazione Comunale che, come in ogni edizione, supporta e sostiene quest'evento ormai longevo. Come da tradizione, infatti, ma con delle interessanti novità, NotArte srotolerà il suo tappeto visivo lungo la splendida via Nicolaci, arricchita da una particolare illuminazione e da strutture che risaltano le opere dei tanti artisti che hanno raccolto l'invito del Direttore Artistico Vincenzo Medica, tutti i giorni dal tramonto in poi.

Dalla prima edizione, targata 2003, ideata dalla stesso Medica insieme con Mario Zuppardo, la manifestazione ha avuto un crescendo esponenziale che ha permesso di renderla uno dei punti forti del programma estivo, nel quale è sempre inserita grazie alla precisa volontà dell'Amministrazione Comunale. Con il Sindaco Corrado Bonfanti una forte spinta è stata impressa in questo tipo di iniziativa culturali ed artistiche di un certo rilievo, perché si ritiene di fondamentale importanza la fruizione per tutti di eventi di questo tipo, anche perché richiamano migliaia di visitatori che contribuiscono a far accrescere l'appeal della manifestazione.

Grazie a questo, alla credibilità degli organizzatori, alla qualità artistica della proposta nel salotto buono della città, si è registrata, per questa edizione la sensibilità di alcune aziende e delle attività imprenditoriali che insistono nella via Nicolaci, che hanno contribuito all'allestimento dell'evento.

Il sipario urbano ci introduce nella scena dell'arte netina, e si alzerà ogg, giovedì 11 agosto 2016, alle ore 21 alla presenza del Sindaco di Noto Corrado Bonfanti, dell'Assessora alla Cultura Sabina Pangallo, del Direttore Artistico Vincenzo Medica e di una madrina davvero eccezionale Florinda Vicari, personaggio poliedrico con importanti esperienze nel piccolo e grande schermo. Un'artista nel senso più purista del termine, una bellezza mediterranea con tanto talento che ha saputo imporsi in set completamente diversi tra loro: il cinema di Damiano Damiani e quello di Andrea Schinaas; la tv con la Rai, Sky, Rai World, Rai Sat Extra; performance dal vivo come La partita nel cuore, live concert di Mario Biondi, di Fiorella Mannoia e live opening di mostre come quella di Picasso e quella di Chagall. Al momento cura la comunicazione e diffusione della mostra "Warhol è Noto".

Da oggi e fino al 27 agosto ogni sera sarà diversa in via Nicolaci con NotArte grazie ad un'altra novità di questa XII edizione, StArt up, Arti performative a cura del Lab/oratorio Sacro Cuore.
 

GLI ARTISTI:
Caterina Aidala, Davide Aricò, Saverio Bertrand, Corrada Caccamo, Veronica Cameo, Giovanna Campisi, Salvatore Castellino, Corrado Cavarra, Carmela Cirinnà, Anna Corsini, Chiara Fronterrè, Montserrat Grau Ferrer, Massimiliano Frumenti, Paolo Golino, Alberto Grande,Cettina Lauretta, Valentina Mammana, Emanuela Minaldi, Fabio Montalto, Fulvia Morganti, Stefano Musso, Maria Nanzarelli, Francesca Nobile, Lucio Pintaldi, Mariella Ricca, Corrado Roccaro, Marcello Scrofani, Andrea Talevi, Mario Zuppardo
 

GLI SPONSOR:
Main Sponsor: Eloro Immobiliare e  Warhol è Noto;
i commercianti della Via Nicolaci: Cantina Modica di San Giovanni, Arato Corrado/Palazzo Nicolaci, Ristorante Vicari, Pic Nic golosità alla frutta;
e gli sponsor: Pacat viaggi, Pizzeria Esperia, Itaca boutique, Sabbenerica a putia d'Ercole, Ristorante Al Terrazzo/Terrazzino, A Cu Sa...? osteria moderna.

*Si avvisa che con la cartolina di NotArte 2016 è possibile visitare la mostra di Andy Warhol, all'ex Collegio dei Gesuiti, usufruendo dell'ingresso ridotto (€7,00 anzichè €10,00)

martedì 9 agosto 2016

Mostratì. Contemporary Art Exhibition, a cura di Marla Lombardo. A Noto dal 1 al 30 settembre 2016, con workshop ed incontri letterari.


"Al genio non serve riflettere – gli basta mostrarsi."
Giovanni Soriano, Maldetti, 2007

Dal 1 al 30 settembre 2016 la prestigiosa sede di Palazzo Trigona di Noto, ospiterà “Mostratì”, la mostra d’arte contemporanea a cura di Marla Lombardo, patrocinata dal Comune di Noto, promossa dall’Associazione Turistica ProNoto ed organizzata dall’Infinity Agency.
L’evento è stato già inserito nel programma online e cartaceo della manifestazione “Effetto Noto” organizzata annualmente dal Comune di Noto e giunta alla sua VIˆ edizione.
 

Gli artisti invitati ad esporre sono Garjan Atwood, Turi Calafato, Andrea Chisesi, Monia Merlo, Giuseppe Piccione, Corrado Roccaro.
Mostratì presenta una serie di opere ispirate al concetto di “Ritratto”, in cui il comune denominatore attinge dall’immaginario collettivo per farsi portatore di segni, codici e valori.
I lavori proposti per Mostratì sono tutti inediti e manifestano chiaramente l’intenzione degli artisti di confrontarsi col proprio vissuto, in un dialogo fatto di rimandi continui alla propria dimensione artistica, secondo un proprio linguaggio estetico-espressivo e contaminazioni socio-culturali.

In questo ampio e vario contesto espositivo, in cui la fotografia torna protagonista, con tre fotografi di PhotoVogue, la mostra sarà arricchita da workshop, incontri ed eventi collaterali.

I giorni 8 e 9 settembre con "Fashion Icon", Workshop di Fashion & Beauty Photography a cura di Marcello Scrofani e Slowmotion Travels in collaborazione con il designer e retoucher Marco Pasqua.
Giorno 15 settembre per il ciclo "Incontri a Palazzo" si terrà l'incontro letterario con lo scrittore e giornalista Francesco A. Russo ed il fotografo siciliano noto a livello internazionale Aldo Palazzolo.


Giorno 20 settembre per il ciclo "Incontri a Palazzo" si terrà l'incontro letterario con la fotografa siracusana Maria Pia Ballarino ed il docente enogastronomico e chef Giovanni Fichera.


Infine, venerdì 30 settembre, il giorno del finissage della mostra, avrà luogo la sfilata del fashion designer palermitano Sergio Daricello, entrato ormai di diritto con il suo proprio Brand nel gotha della moda internazionale. Nel suo curriculum si annoverano collaborazioni e nomi come Dolce&Gabbana, Etro, Versace, Giuliano Fujiwara e la regina del pop Madonna.



Catalogo online su www.mostrati2016.com
Testo critico a cura di Emanuele Beluffi




Mostratì
1- 30 settembre 2016
Palazzo Trigona, 
Via C. Benso di Cavour, 91, Noto

FREE ENTRY
Orario: Tutti i giorni 10:30- 14:00 e 18:30-22:00
Segreteria Organizzativa e Ufficio Stampa:
Infinity Agency – Marla Lombardo
3381613713 – marla@00infinity.com



Con il supporto di Info Point Noto




sabato 6 agosto 2016

Alla MyOwnGallery - Superstudio Più d Milano, la mostra personale della scultrice "Maria Cristina Carlini. Le ragioni del luogo” , a cura di Flaminio Gualdoni.


MyOwnGallery - Superstudio Più

Via Tortona 27, Milano



Maria Cristina Carlini. Le ragioni del luogo

a cura di Flaminio Gualdoni



4 - 29 novembre 2016

inaugurazione giovedì 3 novembre, ore 18.30







“Maria Cristina Carlini. Le ragioni del luogo” è la suggestiva mostra personale della scultrice, curata da Flaminio Gualdoni ed esposta presso MyOwnGallery - Superstudio Più da 4 al 29 novembre.

In esposizione si ammirano diversi inediti affiancati da sculture storiche in grès, legno, bronzo, oltre a singolari opere su carta, che descrivono accuratamente il lavoro dell’artista molto legato alla selezione e alla sperimentazione di materiali diversi.  

Commenta Flaminio Gualdoni “La sapienza è quella del ceramista, ma il pensiero è un costruire inteso come atto fondamentale dell’umano, un auscultare le materie – siano esse massimamente naturali come il legno, o artificiose come lo straniato acciaio – sino a comprendere e far essere il momento decisivo in cui esse si fanno luogo, ragione d’una qualità spaziale in cui s’incrociano la storia, la memoria, il trascorrimento dolcemente visionario”.

Il linguaggio di Maria Cristina Carlini nasce dall’amore per la terra, per la natura, per l’uomo e la sua storia, unisce passato e presente con opere che trascendono il tempo; ne sono esempio le sculture realizzate per l’occasione, quali Khmer, che, pur essendo di stampo contemporaneo, richiama per forma e colore, grazie ai cerchi in grès sovrapposti, le colonne del tempio cambogiano Khmer di “Banteay Srei” del X secolo d.C.. Il nome di questo luogo sacro, significa “Cittadella delle donne” e un’antica leggenda attribuisce proprio ad una donna la realizzazione di raffinata elaborazione delle sculture di divinità addossate alle pareti, poste come guardiani del tempio. Allo stesso modo Maria Cristina Carlini colloca all’esterno della Galleria i suoi Guardiani del segreto, un’imponente scultura monumentale che alterna elementi verticali in legno e in lamiera ad evocare un equivalente dispiegamento di custodi e che nel titolo rimanda apertamente un dipinto straordinario di Jackson Pollock.

Una forte connessione temporale si riscontra anche in Meride, un assemblaggio di formelle appoggiate al pavimento, dove i simboli astratti creati nella lavorazione a tecnica mista del grès rimandano ai segni rintracciati sui fossili rivenuti sul Monte San Giorgio nel Canton Ticino.



Cenni Biografici

La scultrice Maria Cristina Carlini inizia a lavorare il grès a Palo Alto in California, per poi estendere la sua ricerca artistica all'impiego di materiali diversi quali il ferro, l’acciaio corten, il legno e la resina. Il suo percorso artistico comprende mostre personali e collettive in numerose sedi pubbliche e private nazionali e internazionali. Le sue sculture monumentali sono presenti in permanenza in tre continenti: Europa, America e Asia. Fra le ultime sculture monumentali collocate in permanenza si ricordano: La nuova città che sale installata in occasione di Expo 2015 presso la Fiera Milano Rho e presentata da Philippe Daverio e Vento che arricchisce il percorso scultoreo del Parco dell'Arte dell’Idroscalo di Milano.

Numerose pubblicazioni hanno punteggiato l’attività artistica di Maria Cristina Carlini e hanno scritto di lei importanti critici quali: Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Martina Corgnati, Gillo Dorfles, Carlo Franza, Flaminio Gualdoni, Yakouba Konaté, Elena Pontiggia. 









Coordinate

Titolo  Maria Cristina Carlini. Le ragioni del luogo

A cura di Flaminio Gualdoni

Sede MyOwnGallery - Superstudio Più, Via Tortona 27, Milano

Date 4 - 29 novembre 2016

Inaugurazione giovedì 3 novembre, ore 18.30

Orari martedì - domenica dalle 15 alle 19.30 | lunedì chiuso

Ingresso libero

Info pubblico tel. +39 02 4225 01 - info@myowngallery.it  - www.myowngallery.it



Ufficio stampa per Maria Cristina Carlini

IBC Irma Bianchi Communication

tel. +39 02 8940 4694 - info@irmabianchi.it

testi e immagini scaricabili da www.irmabianchi.it




ELECTRO CAMP IV. Workshop: Seijiro Murayama, Ronit Ziv, Valentina Valentini e Walter Paradiso. Iscrizione aperte.

Saranno tre le esperienze seminariali nell'ambito di Electro Camp, festival di arti performative che, per il quarto anno consecutivo, avrà luogo la seconda settimana di settembre a Forte Marghera. 

Promosso dall'associazione Live Arts Cultures, il programma della cinque giorni è a oggi in via di definizione, ma sono già stati annunciati i workshop su suono e movimento, temi pregnanti dell'intera manifestazione: il primo con il percussionista giapponese Seijiro Murayama, che lavorerà sull'ascolto e sull'improvvisazione non idiomatica con voce, strumenti analogici e non, includendo anche la manipolazione di oggetti; il secondo, differente nell'approccio, sarà affidato alla danzatrice e coreografa israeliana Ronit Ziv, che condurrà un'esperienza con al centro la trasposizione del testo drammatico nel movimento a partire dal personaggio eschileo di Cassandra.

Rivolti a musicisti, attori, performer e soggetti interessati ad approfondire le varie direzioni e discipline proposte da questi artisti di fama internazionale, i due workshop saranno completati dal ciclo di incontri "Drammaturgie sonore: spettacoli, installazioni, video" condotto dagli studiosi Valentina Valentini e Walter Paradiso afferenti al gruppo Acusma di Bologna, che proporranno alcuni casi di studio nell'ambito delle arti performative con al centro i temi del festival, appunto suono e movimento, trattando di William Kentridge, Ryochi Kurokawa, e molti altri.

Iscrizioni aperte a ciascun laboratorio scrivendo una mail a info@liveartscultures.org
Info: liveartscultures.weebly.com; Facebook: liveartscultures.

martedì 2 agosto 2016

LE CATTEDRALI DELL’ENERGIA. Architettura, industria e paesaggio nelle immagini di Francesco Radino e degli Archivi Storici Aem, a cura di Francesco Radino e Fabrizio Trisoglio.


Casa dell’Energia e dell’Ambiente
piazza Po, 3 - Milano

LE CATTEDRALI DELL’ENERGIA
Architettura, industria e paesaggio nelle immagini di Francesco Radino
e degli Archivi Storici Aem

a cura di Francesco Radino e Fabrizio Trisoglio

21 ottobre 2016 - 27 gennaio 2017
inaugurazione giovedì 20 ottobre, ore 18.30



La grande mostra fotografica “Le cattedrali dell’energia. Architettura, industria e paesaggio nelle immagini di Francesco Radino e degli Archivi Storici Aem”, esposta dal 21 ottobre al 27 gennaio presso la Casa dell’Energia e dell’Ambiente di Milano, ideata e promossa dalla Fondazione Aem - Gruppo A2A, offre al pubblico un’ampia panoramica sui luoghi e sulle architetture che - tra passato e presente, da nord a sud Italia - rappresentano le strutture dell’impresa legate all’energia dal 1910 ad oggi.

L’esposizione, curata da Francesco Radino e Fabrizio Trisoglio, si articola in due sezioni che creano uno stretto dialogo fra loro. La prima, un’inedita campagna fotografica a colori, realizzata da Francesco Radino nel 2016, ripercorre gli edifici simbolo dell’impresa, le nuove architetture del Gruppo A2A e i suoi territori, dalle centrali valtellinesi al Friuli, dai termovalorizzatori lombardi agli splendidi invasi della Calabria. La seconda, dal taglio storico, propone un’accurata selezione di scatti fotografici in bianco e nero, appartenenti al prestigioso patrimonio fotografico conservato negli Archivi Storici Aem. Le immagini della prima metà del Novecento ritraggono i luoghi storici di Aem: imponenti centrali, officine, ricevitrici e monumenti elettrici dislocati nella città di Milano, a Cassano d’Adda e in Valtellina, realizzate da Vincenzo Aragozzini, Guglielmo Chiolini, Antonio Paoletti, Gianni Moreschi e altri.
Il corpus di immagini mette in evidenza due sguardi, due epoche, due diverse narrazioni che intrecciano trasversalmente paesaggio, architettura ed estetica attraverso i quattro principali elementi: acqua, terra, aria e fuoco, fondamentali anche per la produzione di energia.




La mostra è corredata da un prezioso volume di oltre 150 immagini di grande valore storico e artistico che approfondiscono significativamente il tema. Nel libro, a cura di Francesco Radino e Fabrizio Trisoglio, sono presenti le introduzioni istituzionali di Alberto Martinelli, presidente di Fondazione Aem - Gruppo A2A e di Giovanni Valotti, presidente A2A e importanti contributi critici di: Roberto Mutti, Francesco Radino, Ornella Selvafolta e Fabrizio Trisoglio. Il coordinamento generale è di Luisa Toeschi, consigliere di amministrazione di Fondazione Aem.



Coordinate mostra
Titolo LE CATTEDRALI DELL’ENERGIA. Architettura, industria e paesaggio nelle immagini di Francesco Radino e degli Archivi Storici Aem
A cura di Francesco Radino e Fabrizio Trisoglio
Sede Casa dell’Energia e dell’Ambiente, piazza Po 3 - Milano
Date 21 ottobre 2016 - 27 gennaio 2017 
Inaugurazione giovedì 20 ottobre 2016, ore 18.30
Orari da lunedì a venerdì, ore 9 - 17.30
chiuso dal 23 dicembre 2016 al 7 gennaio 2017
Catalogo a cura di Francesco Radino e Fabrizio Trisoglio
Coordinamento generale Luisa Toeschi
Ingresso libero

Informazioni al pubblico
Tel. +39 02 7720 3935 – Fax +39 02 7720 3894

Ufficio Stampa mostra
IBC Irma Bianchi Communication
Tel. +39 02 8940 4694 - mob. + 39 328 5910857 - info@irmabianchi.it
testi e immagini scaricabili da www.irmabianchi.it

Alla Triennale di Milano, la personale "Living Your Dream" di CARLO CALDARA, a cura di Federico Carlo Simonelli con testi critici di Emanuele Beluffi e Giulia Monti.


Carlo Caldara
Living Your Dream

Inaugurazione:
giovedì 11 agosto 2016, ore 18.30


Palazzo della Triennale 
Spazio espositivo IMPLUVIUM

Mostra:
dal 12 al 30 agosto 2016
 
La Triennale di Milano ospita, dal 12 al 30 agosto 2016, la personale di Carlo Caldara (Milano, 1965) Living Your Dream, ideata e prodotta da Show Eventi, progettata e allestita dall’architetto Federica Kluzer Caldara. Realizzata con la consulenza del project manager Leopoldo Chizoniti, a cura di Federico Carlo Simonelli con testi critici di Emanuele Beluffi e Giulia Monti; partnership dell’evento Galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter di Milano


Catalogo della mostra disponibile presso Palazzo della Triennale

 
 

Carlo Caldara: sogni in bianco e nero

Testo critico a cura di Emanuele Beluffi 

(https://emanuelebeluffi.wordpress.com/2016/07/31/carlo-caldara-sogni-in-bianco-e-nero/)

“This is a true story”. Così iniziava ogni episodio delle serie TV americana Fargo ispirata al film omonimo dei fratelli Coen -che riportava nei titoli di testa la stessa scritta. Ma True story è anche il titolo di un’opera su alluminio e plexiglass a specchio di Carlo Caldara, ri-arrangiata ex post a partire da un olio su acciaio e plexiglass a specchio intitolato The End: se pensate a  The End dei Doors fate bene, ma questa grande e solitaria stazione ferroviaria, con quel treno che sta partendo o forse è appena arrivato, chissà?, non vi fa pensare anche un po’ alla Nouvelle Vague e al Neorealismo? Guardando The End di Carlo Caldara ci immaginiamo una scena esistenzialista in bianco e nero, con le strisce di fumo che avvolgono un immaginario personaggio solitario perso nei suoi pensieri, magari Humphrey Bogart, chiuso in un cappotto bianco con la sigaretta pendula dalle labbra.
Esistono opere letterarie strutturate in maniera cinematografica e anche la produzione d’arte di Carlo Caldara si può accostare a questo stile narrativo (l’arte è sempre narrativa, anche i monocromi di Ettore Spalletti lo sono), con quei lirismi brevissimi e secchi che lasciano molto all’immaginazione, giustapposti nel complesso dell’immagine raffigurata, che sembrano risuonare insieme all’opera visuale come haiku giapponesi:

notti liquide evaporano foto di speranze attraversano il giorno allucinazioni bianche illuminano l’orizzonte

Frammenti lirici che, nella genesi e nello sviluppo dell’opera di Caldara, arrivano solo alla fine, dopo il titolo e dopo l’immagine, come un suo potenziamento “ontologico”, un’accentuazione del suo esser-lì-per-noi. Non a caso l’altro mezzo espressivo prediletto di Carlo Caldara è lo specchio (inutile stare a pensare a Pistoletto o Kapoor. Per ogni opera pittorica, fotografica, scultorea, performance, video, esistono gli ovvi riferimenti illustri, quindi: fatti salvi il debito di sangue e le citazioni esplicite di un autore contemporaneo, trovarne gli ispiratori è un’opera di facchinaggio culturale che non interessa a nessuno, al massimo agli eventuali storiografi del futuro).
L’altro mezzo espressivo di Caldara, dicevamo, è la superficie riflettente -alluminio, acciaio: le sue immagini sono tutte allo specchio. Evidente il rimando esplicativo al confronto con se stessi, cosa che è anche un recupero circolare nel lavoro di Caldara: non a caso, una sua precedente serie artistica è incentrata sulla figura dei boxeur -ma io che sono antico e provinciale voglio usare la parola arcaica “pugilatori”- e quale disciplina più e meglio della boxe (ci sarebbe anche la filosofia, ma vabbeh) mostra come il tuo peggior nemico sia proprio tu?
Ma nel lavoro di Caldara non mancano i riferimenti all’universo musicale: aprendo con True Story avevo infatti parlato di ri-arrangiamento, come si usa nella lavorazione di un brano musicale e alla sua riorganizzazione nel complesso delle progressioni armoniche. Bene, Caldara ha fatto la stessa cosa: se guardate bene, infatti, True Story è il ri-arrangiamento di The End. Una campionatura visuale ma anche, come abbiamo appena visto,  un recupero circolare del tempo (artistico).  Un po’ come quel  mirabolante strumento fantascientifico di cui ci parlò una volta Martin Mystère (la famosissima serie a fumetti nata negli anni Ottanta dalla fervida mente di Sergio Bonelli): il cronovisore, un apparecchio che permetteva di “rivedere” il passato come in un televisore, appunto, con le immagini un po’ sbiadite dal tempo. La stessa cosa che avviene con certi esemplari particolarmente evanescenti dell’immaginario di Caldara, che si dissolvono come immagini del passato o immagini di un sogno, trasfigurandosi in sogni a occhi aperti: forse anche per questo la sua mostra si intitola così, Living your dream.
 
 

lunedì 1 agosto 2016

"Ciauru di Fimmina". Alla Galleria Civica d'Arte Contemporanea Montevergini di Siracusa, la mostra fotografica di Maria Pia Ballarino.

CIAURU DI FIMMINA
Mostra fotografica di Maria Pia Ballarino

Con il Patrocinio del Comune di Siracusa
Dal 13 al 28 agosto 2016
Galleria Civica d'Arte Contemporanea Montevergini 
Via S. Lucia alla Badia 1, Siracusa
  
“Ciauru di fimmina”, progetto fotografico dell’artista Maria Pia Ballarino, fotografa eclettica e originale, è un’ode alla sensualità femminea sicula e alle donne siciliane, una celebrazione espressiva ed eloquente che rappresenta la storia d’amore tra la fotografa aretusea e la Sicilia, sua terra nativa. 
“Ciauru di fimmina”, locuzione che tradotta dal dialetto siciliano significa testualmente “odore di donna”, formata dai sostantivi ciauru e fimmina, accezioni forti, pregni di sicilianità, è un percorso ricercato e sviluppato nel tempo, attraverso le immagini, incentrato sì sulla bellezza estetica, ma più di tutto sulla percezione emozionale, sull’odore e sul profumo. Odore e donna, binomio assoluto e topos artistico di cui l’arte nei secoli non ha mai potuto fare a meno, accostamento imprescindibile, efficace e funzionale che ha potere esoterico, quasi come se dal senso dell’olfatto si riuscisse a comprendere una sottile ma ben delineata differenza, tra chi è semplicemente donna e chi, invece, è soprattutto fimmina.
Mi viene a mente il romanzo Eva, di Giovanni Verga, “C’era un profumo singolare in quella camera, un profumo di cosa viva, un profumo di donna e di donna amante”; o gran parte della poesia francese di Charles Baudelaire che, nella poesia Profumo esotico e nei suoi Fleurs du Mal, del binomio “odore e donna” ne ha fatto struttura portante, quando la bellezza bruna dell’amata Duval e il profumo della sua chioma gli rianimavano un mondo di sensazioni: “Quando, con gli occhi chiusi, in una calda sera di autunno, respiro l’odore del caloroso tuo seno, vedo passare spiagge felici abbagliate dai fuochi d’un monotono sole; Guidato dal tuo odore verso incantevoli climi, vedo un porto pieno di vele e di antenne agitate da l’onda marina”. E poi Scent of a woman, passando alla magia del cinema. Il regista Martin Brest ha realizzato un capolavoro nel 1992 (rifacimento di Profumo di donna di Risi), in cui il cieco Frank, interpretato abilmente da Al Pacino, svela sin dalle prime battute la sua grande passione – le donne – vantandosi di riconoscerle dal profumo e lasciando a bocca aperta il suo giovane accompagnatore.

 Credo che non ci sia nulla di più coinvolgente di questo”. Sono parole di Maria Pia Ballarino su Ciauru di fimmina. Odore e donna, combinazione linguistico-sensoriale che fuoriesce alla perfezione negli scatti della fotografa aretusea: corporature mediterranee, talune veraci e sanguigne, altre incubatrici di maternità che, attraverso una nudità accennata e mai volgare, sprigionano carnalità e purezza insieme. “La massima espressione della Sicilia è la donna perché racchiude in sé il fuoco, i colori, l’anima della mia terra. La Sicilia per me è quindi fimmina.” Accredito sostanziale che la Ballarino sottolinea con ardore.
Un progetto fotografico che rappresenta un quotidiano autobiografico fatto dagli istanti più intimi dell’artista, dai sapori, dagli odori. Una serie di immagini 30x45 cm (più passepartout 10x10), stampate su carta baritata, cotone e polaroid, accompagnate da scritti e poesie di scrittori siciliani (e non solo), per dare risalto ad una sicilianità che ha brama di manifestarsi, attraverso ogni forma d’arte, e dare spazio al talento di cui la Sicilia, terra vigorosa di acqua e fuoco, è ricca.
Testo critico a cura di Francesco A. Russo