domenica 19 gennaio 2020

UNTITLED MAGAZINE. Intervista alla fotografa e scrittrice Anna Montana, a cura di Marla Lombardo.

(Photo Cover Credits: Jan Sobottka)

 «Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro. E se tu riguarderai a lungo in un abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te.» 
(Friedrich Nietzsche, Al di là del bene e del male)


Anna Montana, fotografa, scrittrice, spirito inquieto e anima
sensibile, capace di toccare e smuovere i contorti labirinti della mente, lì dove fa più male, nella carne.


Creatività in tumulto e sensibilità poliedrica, in continua ricerca del proprio essere ed esserci nel mondo. 

Ogni stimolo che viene dal mondo esterno per lei è una sfida, un’occasione per mettersi in gioco, per fare meglio, anche se preferisce la quiete apparente della sua solitudine, 
e si lascia corteggiare dal silenzio assordante della sua inquietudine.
 
Noi di Untitled Magazine l'abbiamo intervistata in esclusiva per voi.
 

Chi è Anna Montana? 
Anna Montana è un insieme di culture ed identità, è una continua ricerca di se stessa. 

Anna, scrittori si nasce o si diventa? 
Io credo che scrittori si nasca, indipendentemente dal padroneggiare una lingua. 

Che cos'è per te “essere creativa”? Perché scrivi? Cosa ti spinge a dare forma ai tuoi pensieri e alle tue emozioni? 
Ciò che spinge a dare forma alle mie emozioni ed ai miei pensieri è l’impossibilità di saperli gestire diversamente. Ho sempre pensato che le persone senza “vena creativa” siano sotto un certo punto di vista fortunate. Questo non è un gioco di poco conto: ci sono persone che non possono vivere senza una certa forma di arte. 


Qual è l'esperienza che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?    
Credo che l’esperienza che mi ha condotto alla scrittura fin da piccola sia il cercare di mettere ordine a quel caos mentale dentro e fuori di me. Il caos mentale è sia dentro che fuori. Non riesco ad individuare un episodio concreto, ma è frutto di molte esperienze, prima di tutto è frutto di sofferenze. 

Se io dico “Fiori, tu dici...
Io dico “Spine”. 

Anna i tuoi “fiori” hanno le spine? 
Certamente, le mie rose hanno molte spine. Devo ancora imparare a destreggiarmi tra esse. 

Come mai hai scelto come mezzo espressivo la scrittura, e in particolare la poesia? Perché ti sei avvicinata a questo linguaggio? 
La Poesia, il pro-durre, lo svelare, è differente dall’arte della parola. Queste cose me le ha insegnate un certo Martin H. 



Che cos'è per te “essere libero”?  
Credo che “essere libero” significhi “essere responsabile”. 

Chi riconosci come tuoi simili?  
Come miei simili riconosco i gatti e tutti gli artisti, tutti coloro che hanno bisogno della creatività per vivere. 

Cosa accadrà in futuro? Cosa è scritto sull'agenda di Anna? 
A questa domanda posso solo rispondere che la mia agenda attende solo di essere riempita. 

Tre aggettivi che ti rappresentano, o ti definiscono. 
Borderline, sincera, ingenua. 

12. Qual è il tuo motto? 
La vita è sostanzialmente tragica, ma qualche volta riesce ad essere meravigliosa”. 
(Woody Allen)

E il tuo vizio preferito? O hai solo virtù? 
Ho troppi vizi non salutari, uno che mi piace particolarmente è il vizio del caffè. 


Qual è la tua più grande paura? 
La mia più grande paura è di non poter essere quella che sono. 

Ormai da qualche anno vivi in Germania, hai qualche episodio divertente o curioso che ti è capitato lì da raccontarci? 
Diversi anni fa avevo regalato la ‘Nduja (insaccato calabrese) ad un tedesco, lui ha pensato bene di spalmarla sul pane a colazione in grandi quantità, un poco come se fosse burro e marmellata. Le conseguenze le lascio immaginare ai lettori. 

Cosa fa Anna quando non è una scrittrice, o se preferisci un’artista? Come trascorri i tuoi giorni, e, soprattutto, le tue notti? 
Questa è una domanda che mi manda in crisi perché mi trovo in un momento della mia vita in cui tutto pare insormontabile. Le notti sono insonni e riempio il vuoto emotivo con leccornie devastanti, nell’attesa di una nuova prospettiva di vita. Il mondo globalizzato pare essere spietato con chi vuole vivere semplicemente in amore ed armonia. Quello che mi circonda è un mondo disumanizzato, un mondo retto dall’economia delle banche, un mondo di basse vibrazioni e di ignobili valori.



FIORI INTERIORI
Poesie di Anna Montana

Attraverso la rottura fra sé e il mondo degli altri, la poesia racconta di una dissociazione assai più lacerante e profonda, più che personale, che riguarda tutti: la condizione intima dell'uomo tragico, separato dalla società in cui vive.
Questa dissonanza è la dimensione sensoriale cui Anna Montana ci riporta costantemente donandoci un antidoto delicato di "fiori interiori".

DETTAGLI
Copertina flessibile: 80 pagine
Editore: Self Publishing (29 settembre 2019)
Lingua: Italiano

Per ordinare una copia del libro, scrivere a:
annamontana597@gmail.com


"Che di giocar alla salute
io non ebbi abbastanza
quando sul letto di morte
gridai all'eccesso della sostanza.

Non fu nutrimento
perchè del nutrimento mi uccisi
fu del muro tuo
madre che mi abbandonasti.

(Giocar che nuoce, da Fiori Interiori)

Se volete sapere di più su Anna Montana, seguitela nel suo canale social...
Facebook Page: Fiori Interiori



Nessun commento:

Posta un commento