giovedì 25 marzo 2021

"Ligabue, la figura ritrovata. 11 artisti contemporanei a confronto", a cura di Nadia Stefanel e Matteo Galbiati.

 


LIGABUE, LA FIGURA RITROVATA
11 artisti contemporanei a confronto

A cura di Nadia Stefanel e Matteo Galbiati
Con la consulenza scientifica di Francesco Negri
Palazzo Bentivoglio, Gualtieri (RE) 
8 maggio - 14 novembre 2021

Orari e modalità di accesso saranno comunicati sul sito www.museo-ligabue.it
Per informazioni e prenotazioni: T. +39 0522 221853, M. +39 349 2348333, info@museo-ligabue.it



La Fondazione Museo Antonio Ligabue di Gualtieri (RE) riparte da Antonio Ligabue, presentando a Palazzo Bentivoglio, dall'8 maggio al 14 novembre 2021, un nuovo corpus di opere dell'artista, scelte da Francesco Negri.

Curata da Nadia Stefanel e Matteo Galbiati, la mostra "Ligabue, la figura ritrovata. 11 artisti contemporanei a confronto", propone un inedito dialogo tra il segno di Antonio Ligabue e quello di undici artisti contemporanei che operano, prevalentemente, in ambito figurativo: Evita Andùjar, Mirko Baricchi, Elisa Bertaglia, Marco Grassi, Fabio Lombardi, Juan Eugenio Ochoa, Michele Parisi, Ettore Pinelli, Maurizio Pometti, Giorgio Tentolini e Marika Vicari.

Agli artisti invitati, i curatori hanno chiesto di porsi in dialogo con le opere di Antonio Ligabue selezionate per l'esposizione, testimonianza di un percorso in cui la figura, in una prima fase caratterizzata da una precisa connotazione, viene successivamente sottoposta ad una estrema sintesi, fino a dissolversi nel colore.



«Il progetto - spiega Nadia Stefanel - nasce dall'incontro fra Antonio Ligabue e undici artisti contemporanei. Fra un artista, che ha unito Arte e vita in modo così stretto da districarne difficilmente la giunzione, che ha realizzato opere sempre sul filo dell'immaginazione e con la sola necessità di dipingere per esistere, e la contemporaneità dell'arte di oggi. Chi lo vide dipingere rimase fortemente colpito dalla libertà e sicurezza di esecuzione senza pentimenti o titubanze, un modus operandi istintivamente guidato da una ricca fantasia visionaria, che lo portava alla immediata realizzazione figurativa, senza abbozzi preliminari. Ligabue possedeva la sapienza di modulare il colore per ricreare quelle forme appartenenti ad un viaggio nomade e in solitaria, il suo, ma guardava anche alla natura con ammirazione sincera e sguardo limpido, per trovare alla fine un riparo dagli attacchi del mondo nella bellezza minuziosa dei dettagli dei suoi animali, nei manti delle sue fiere, nei piumaggi impalpabili dei rapaci, nelle forme descritte anatomicamente dal colore».

Ripercorrendo le sensazioni e le emozioni suscitate dalle opere e dall'espressività di Ligabue, per la prima volta il Salone dei Giganti accoglie un peculiare dialogo tra il maestro di Gualtieri e undici artisti contemporanei in un inedito confronto di reciprocità e convergenze che testimoniano come, anche nell'attualità dei linguaggi dell'oggi, sia presente un simile spirito trascendente e una pari centralità di riflessione posta sull'uomo, il suo sentire ed essere nel mondo.

«La scelta di questi artisti - spiega Matteo Galbiati - guarda alla specificità delle loro ricerche che, senza condizionamenti o scelte d'occasione, hanno sempre posto l'essenza della loro visione proprio sull'animo come centro di valore per le loro esperienze estetiche. Il tema e il concetto di figura rappresentata è il mezzo per oltrepassare l'immediatezza del resoconto visibile e lasciar affiorare la tensione e la passionalità di immagini che trasfigurano esperienze comuni e condivise. Il loro linguaggio consacra la potenza dell'immaginazione che sa guidare lo sguardo di ogni osservatore ben oltre la singolarità del racconto specifico e rende ciascuna opera una soglia spalancata sulla sincerità del pathos umano. In questo senso Ligabue non rivive in loro, non è spunto per una "ricopiatura", ma in loro prosegue l'ideale di coinvolgimento dell'altro, la connessione della realtà con un altrove denso di mistero e di tutta la sua trepidante speranza».




La mostra comprende 16 dipinti di Antonio Ligabue, molti dei quali non esposti negli ultimi anni, che Francesco Negri ha personalmente selezionato e studiato, ed una trentina di opere realizzate dagli artisti invitati, la maggior parte delle quali inedite.

Il percorso espositivo si articola in due sezioni: la prima si sviluppa intorno all'energia epidermica, carnale e fisica del colore e del suo realizzarsi attraverso il farsi concreto nella pittura; la seconda pone l'accento sul potere trasfigurante dell'arte, che coglie l'immagine nell'istante in cui diventa memoria, sogno, miracolo, apparizione, fissandola prima di una sua inesorabile sparizione.

Tra concretezza e levità, il racconto di questa mostra ripropone non solo l'aspetto più iconico di Ligabue, ma ne vuole anche ripercorrere l'umanità dirompente e sensibile, capace di ritrovare nella sua spontaneità la lungimiranza di un sentire ben più profondo di quanto emerge da una superficiale apparenza. Attraverso gli undici artisti presenti si propone un altro modo per leggere la "figura" - dell'uomo e del suo ambiente - che, accompagnandosi alla semplicità vera di Ligabue, sa riconciliare il nostro sguardo con presenze che sanno ritrovare se stesse e il proprio essere al di là del tempo. 

L’esposizione "Ligabue, la figura ritrovata. 11 artisti contemporanei a confronto", promossa dal Comune di Gualtieri e dalla Fondazione Museo Antonio Ligabue, è realizzata in collaborazione con Regione Emilia-Romagna e Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori, con il contributo dei Soci della Fondazione Museo Antonio Ligabue - Emilbanca(main sponsor), Landi RenzoBooreaCoopservice -, di Padana Tubi e Apart Art Advisory.

Nel corso della mostra sarà pubblicato un catalogo Vanillaedizioni con i testi dei curatori ed un ricco apparato iconografico. I pannelli esplicativi che accompagnano la visita dello spettatore, introducendo le ricerche degli artisti contemporanei, così come le schede presenti nel catalogo, sono realizzati dalle studentesse del corso di "Didattica dei Linguaggi Artistici" (prof. Matteo Galbiati) dell’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia

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