lunedì 21 novembre 2011

EVERYTHING WE ARE, YOU CAN ENCLOSE IT IN TWO PARENTHESES | Dorothy Bhawl in mostra a Brescia

Sabato 26 novembre 2011 presso gli spazi del BOOKSTOP di Brescia, in Via Leonardo Da Vinci n. 5, sarà inaugurata la mostra "EVERYTHING WE ARE, YOU CAN ENCLOSE IT IN TWO PARENTHESES" dell'artista  Dorothy Bhawl.

Dorothy Bhawl è un artista autodidatta emergente, interessato al mondo contemporaneo, soprattutto alla realtà che appartiene e avvolge questa epoca: quello dei social network, con un sentimento di odi et amo. Si concentra su due livelli artistici: quello pittorico e quello fotografico.
Se il primo rimane il suo prediletto, dove si evince soprattutto l’amore per questo linguaggio privo di parole, animato da punteggiatura, il secondo è quello dove meglio si comprende la visione del mondo per questo artista. Visione che già nella scelta del nome lo distingue. Dorothy è, infatti, la bambina che viene scaraventata nel magico mondo di Oz, che ne comprende il funzionamento e ne diventa l’eroina. Allo stesso modo Dorothy Bhawl usa le proprie fotografie per descrivere la realtà con esagerazioni degne del mondo di Oz, con colori che ricordano la versione cinematografica del musical e con uno sguardo che si concentra sull’aspetto ludico dell’arte. Queste caratteristiche cozzano non poco con la visione del mondo che viene sempre mostrato con una nota leggermente negativa. Questo sottolinea ancora di più l’odi et amo che contraddistingue questo artista. Una contraddizione che forse è tipica di questo tempo, dove la critica non è più marginale ma è punto focale del mondo, dove per essere “in” bisogna rifiutare ogni aspetto convenzionale e criticarlo. 



L’aspetto nuovo nelle fotografie non è il rifiuto delle convenzioni, ma un’accesa critica per questo modo di approcciarsi al mondo. Se infatti una risposta potrebbe essere un ritorno alla tradizione, per sottolineare la mancanza strutturale di un linguaggio che rifiuta il convenzionale, Dorothy Bhawl supera il rifiuto delle convenzioni con un ulteriore rifiuto di esse. A volte forse troppo eccessive, ma mai volgari. Ogni scatto manifesta una visione che di volta in volta l’artista rifiuta o accetta.
Per quanto riguarda l’aspetto pittorico questo è il più difficile da intendere. Dorothy spesso dice che il mondo può essere racchiuso tra due parentesi. Questo sottolinea l’amore dell’artista per un linguaggio semplice, diretto, al tempo stesso complesso e pieno di sottintesi. 




Se a un primo sguardo alcuni quadri possono sembrare un ammasso di punteggiatura senza senso, con uno sguardo più attento si estraggono smile, ovvero quel linguaggio composto solo da punteggiatura che viene usato in chat e negli sms. Linguaggio pieno di potenziale visivo, semplice, ma che alcune volte risulta privo di coerenza. In altri casi invece questo linguaggio viene usato per giocare con il fruitore, dove la genialità sta proprio nell’uso di diversi linguaggi che manifestano la profonda ironia dell’artista, ma anche quanto complesso è il linguaggio umano. Altre volte invece l’artista assegna a questi segni un senso personale che viene poi illustrato con altre immagini all’interno del quadro. 




In tutto questo il filo conduttore è proprio il mondo virtuale. L’attenzione per il linguaggio usato in internet, per il computer e per la tecnologia che spinge l’uomo oltre nuovi orizzonti e che al tempo stesso lo fa regredire.
In conclusione Dorothy Bhawl è un artista romantico, con uno sguardo innamorato e al tempo stesso disincantato del mondo. Eccessivo e sintetico. Una contraddizione vivente, ma al tempo stesso lineare e coerente con sé stesso.

Testo a cura di Paola Mariolini




VERNISSAGE Sabato 26 novembre alle ore 18.30

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