sabato 19 novembre 2011

Jacques Lartigue | Un fotoamatore di genio

Un precoce prodigio della fotografia, un fotoamatore di genio, un professionista della felicità. Tutto questo è stato Jacques Henri Lartigue, diventato celebre negli anni Sessanta, alle soglie dei 70 anni, quando le sue fotografie entrano nelle sale del MoMA di New York. 

Nato in una famiglia della ricca borghesia francese di inizio Novecento, fin da piccolo Lartigue comincia a fermare in immagini il romanzo della sua vita familiare vista con gli occhi di un bambino, pronto a meravigliarsi e a ridere. 

Da allora in poi, questo “ragazzo” che trascorrerà la sua lunga vita senza mai doversi preoccupare troppo di sbarcare il lunario, riuscirà a comporre immagini di una poesia infinita, di una grazia rara perché spontanea e privata, di una magia che ancora oggi incanta.

Insieme al suo diario, la fotografia diventa per Lartigue la registrazione di ciò che lui vive e di ciò che vorrebbe vivere, nello sforzo di scegliere per sé e per il suo piccolo mondo dorato una felicità che desidera possa diventare eterna.

Così, ogni giorno lascia sulla pellicola una riserva di immagini folgoranti, di salti e giochi d’acqua, di amici felici, di donne belle e sorridenti, di abiti svolazzanti, di corse di automobili, di gite al mare, di frammenti di spensierata gioia desiderando, con struggente nostalgia, che quel giorno felice possa non finire mai.







“Morire non è molto più che dimenticare”. In questa frase è racchiusa l’intera filosofia di vita e tutto l’universo poetico-espressivo del grande artista francese Jacques Henri Lartigue.
Si, perchè più di ogni altro fotografo della sua generazione Lartigue fu l’esponente di una tendenza creativa che privilegiava il non vedibile, l’attimo estetizzante del movimento, il nulla del divenire, la sospensione dell’esistenza. La sua, dunque, è stata autentica poesia della visione, divagazione lirica dello spazio-tempo, ricerca di un vuoto profondissimo e denso di sensazioni interiori. 





Spesso lo si accusa di aver attraversato il novecento in una sorta di dorato isolamento aristocratico, senza alcun contatto con gli incredibili e drammatici eventi che si verificavano in Europa. Ma non sempre il compito dell’artista deve essere quello di documentare la storia. Lartigue viveva in una dimensione creativa “altra” che si concretizzava in una fotografia modernissima sotto il profilo grafico e compositivo e per certi versi trasgressiva sotto quello contenutistico, come nel caso del celebre scatto (1919) in cui Bibi, la sua giovane prima moglie, è ritratta nella toilette.






Jacques Henri Lartigue | 1894 - 1986


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