giovedì 26 novembre 2015

INTERVYOU. Nel privé con Sergio Daricello, intervistato da Marla Lombardo.


"Semplicemente un giorno mi sono svegliato con la convinzione di voler fare lo stilista.

Creatività in tumulto e talento di rara intensità seduttiva. Il suo rapporto con la moda lo definirei "una bellissima storia d'amore", in cui la passione è l'ingrediente magico di ogni sua creazione sartoriale e visione artistica.
Passione per la propria terra, la propria cultura, le proprie origini, passione per il bello che prende sorprendentemente vita negli abiti del talentoso designer palermitano. 

Sergio Daricello è l'ospite di INTERVYOU, il privé di Untitled Magazine.


Fashion designer, artista e professore all’Accademia delle Belle Arti. Un curriculum di tutto rispetto il tuo in cui spiccano i nomi di Anna Gemma Lascari, di Etro e Dolce e Gabbana, e ancora Gianni Versace e Giuliano Fujiwara ed infine la regina del pop Madonna. Premesso che pretendo risposte che vanno in profondità, e non in lunghezza, chi è, a parte tutto questo Sergio Daricello?

Beh, aiuto, difficile parlare di me in terza persona... Credo di essere una persona che crede fermamente che il sogno possa diventare una realtà, capace di affrontare quei lati oscuri e difficili che nelle favole vengono accennati. La caparbietà mi distingue credo, la voglia di cimentarmi in avventure che mi piacciono un sacco nonostante mille casini, sono un uomo che non ha mai perso il bambino che era, e credo di essere un creativo. Per creativo intendo quell'essere sempre con le mani e la testa indaffarate a disegnare, pensare e costruire, a smontare e rimontare. Ho sempre amato disegnare, e quindi credo di essere un buon disegnatore, ho sempre amato leggere, e sono un buon lettore, sono un amante dei gatti perché li ritengo esseri speciali. Sono uno che non ama per nulla i cani e non mangio pesce. 
Sono un amante della Regina Marie Antoinette e colleziono oggetti artistici e porcellane e libri che la riguardano, sono un siciliano innamorato della sua Palermo e vorrei poter avere braccia grandi per poterne abbracciare ogni singola pietra. Sono un fotografo innamorato dei soggetti che ritrae (monumenti per lo più) sono un buon amico spero, anche se non molti capiscono che non sono sempre libero. Sono un professore che ama trasferire quanto imparato ai suoi studenti, sono uno stilista che ama creare un mondo con il proprio gusto e che spera che anche gli altri lo amino, sono una parte della mia famiglia che amo, sono quello che non ha mai tempo e che cerca in ogni modo di far tutto, sono una persona che ama il proprio compagno e vorrebbe sposarlo ma la legge non glielo permette, sono quello che a volte ride quando dovrebbe incazzarsi, e si incazza quando dovrebbe ridere, sono quella persona che combina cavolate e poi trova il modo per recuperare bene, sono quello che difenderebbe la propria libertà, e che difende i propri gusti musicali che tutti gli criticano ma un po' me ne frego se certe cose mi danno gioia; sono quello che soffre per le cattiverie fatte senza motivo e per alcune invidie, e sono quello un po' sbadato che dimentica di pagare le bollette perché rimanda al giorno dopo perché non ha tempo, e poi si ritrova senza gas e luce. 
Insomma sono un "Pesci" con un ascendente "Gemelli" tendente al biondo, ma in molte cose ho un senso pratico che gli altri non si aspettano e forse invidiano. Sono uno che non sta mai fermo,  che vorrebbe girare per un mese tutto il mondo, non per lavoro, ma per conoscere e magari poter dormire di più la mattina. Cambia l'ordine a tutte queste cose e il risultato non cambia.

Sergio chi o cosa ti ha portato al mondo della moda?
Mi ci ha portato un insieme di cose tutte accadute nello stesso momento: un viaggio a Parigi,  l'amore per la creatività, un consiglio di una zia molto amata, una professoressa di accademia,  un amore che mi ha rifiutato perché impossibile e lontano, e la voglia di costruire uno stile, e quella voce che mi diceva dentro da tanto tempo che quella era la strada giusta per me.

Se dico “Istanbul”, tu dici…
Una delle porte del mio cuore.
La città che mi ha permesso di tagliare con un passato che non mi apparteneva più e che non riuscivo a scollarmi di dosso, la città che amo e che mi ha riportato alle mie radici, alla mia Palermo. Istanbul mi parla di tradizioni, di grandi amici, di persone che sono entrate nel mio cuore, di lunghe passeggiate sul bosforo a guardare i minareti mentre il sole sta calando e restituisce un cielo di un blue violaceo trapuntato di stelle. Istanbul e i suoi suoni, la sua luce, il suo cibo, resta, quando chiudo gli occhi un rifugio, un profumo che si insinua senza che non ci sia una lacrima di nostalgia quando sta per svanire. Istanbul è la città che ha rifinito l'uomo che sono.



In che cosa consistono le tue “creazioni”: che temi affronti e con quali materiali? Puoi citarne alcuni?  
Le mie creazioni oggi sono prevalentemente abiti. Purtroppo il tempo libero a disposizione per dipingere o modellare è davvero poco, per cui quello che resta lo dedico ai miei affetti. Il mio lavoro è comunque anche il mio divertimento, il modo che ho per riversare la voglia di fare e di creare. I temi che affronto sono sempre legati alla mia terra, alla mia città, non guardo troppo alle tradizioni ma allo snodarsi artistico architettonico che le varie dominazioni hanno avuto a Palermo. Mi piace entrare dentro le linee, trovarne sintesi modellistiche e stilistiche per poi avere invece chiari rimandi con le stampe che raccontano forse un po' più didascalicamente (ma spero non con accezione negativa) quanto mi abbia ispirato. Per i materiali amo sempre le sete e le organze, non so perché, forse perché sebbene trasparenti e leggere mi permettono di poter usare delle strutture ben definite in grado di restituire alla fine dei volumi netti.




*Foto: Credo Photography

Model : Glora Ascolese 

MUA:  Fabiana Amabile 


Chi riconosci come tuoi simili?
Quelli che sognano sempre, che provano a sorridere e ci credono, quelli che non se la tirano, e quelli che non hanno paura, mi piacciono le persone semplici che hanno comunque una personalità molto ben definita. E mi piacciono le persone complesse che però una volta che hai capito le loro ascisse e coordinate diventano di semplice lettura.

Nel tuo lavoro creativo, a cosa ti ispiri? Come nascono le tue collezioni?  
Le mie collezioni nascono da lunghe passeggiate domenicali in cui la città mi entra dentro e ascolto certi stimoli anziché altri. E' lì il momento in cui tutto ha inizio. E così fotografo ed incamero, e poi la testa fa il resto.

Come giudichi il Paese ITALIA in genere?
Paese esteticamente molto bello, troppo diverso al suo interno, troppe divisioni e razzismi che non portano sicuramente alla crescita. A livello politico avrei da scrivere un'enciclopedia ma meglio tacere, forse perché non ho una levatura rilevante, o forse perché comunque sarebbe inutile. Quello che vedo però è che ogni bene che ne viene fuori nasce dal singolo e non dall'istituzione statale, ma lamentarsi non serve comunque.

E a Palermo, dove vivi e lavori, che scena vedi? Cosa sta succedendo in questa città?
Io sono pazzo visionario temo, ma io vedo una città che sta riprendendosi dopo decadi buie, vedo una città bellissima che evolve e con mille opportunità da cogliere ma che nessuno vede perché sempre tutti convinti che nulla cambi. Io le vedo invece e do tempo cinque anni affinché anche gli altri possano vederne effettivamente il miglioramento.

Pensi davvero che oggi sia più facile?
Non l'ho mai pensato, anzi penso tutto il contrario, ma non per questo penso sia impossibile, forse più ardimentoso ma anche divertente, se fosse facile non ci sarebbe nessun piacere. Bisogna studiare tutte le situazioni più in profondità e soprattutto essere pronti ad ascoltare anche il vento che spesso ci racconta cose che non ascoltiamo per distrazione.



*Foto: Marco Mezzani
MUA: Roberto Mambretti


Cosa accadrà in futuro? Hai qualche progetto o evento in programma?
Vorrei Sposarmi ma non posso... Ma forse la domanda era professionale?
Allora, in futuro la mia collezione sarà presente in Francia, a Parigi con l'ufficio stampa e con lo showroom vendita. Magari a marzo proprio in Francia faremo una presentazione della collezione. Ma non aggiungo nulla di più. Stay tuned, direbbe qualcuno.

Tre aggettivi che ti rappresentano.
Caparbio, sognatore, emotivo (in bilico con sensibile che ha un'accezione più positiva)

Cosa fa Sergio quando non è un "Fashion Designer"?
Legge, si occupa dei gatti, fa il turista, sta con la sua nonna, sta con il suo compagno, prova a cucinare, e canta, canta sempre anche quando è un fashion designer.







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