giovedì 2 giugno 2016

Alla Galleria Wikiarte di Bologna, le mostre personali di Marco Randazzo, Roberto Re, Giovanni Trimani, a cura di Deborah Petroni, presenta Francesca Bogliolo.


La Galleria d’Arte Contemporanea Wikiarte
in Via San Felice 18 - Bologna
È lieta di invitarvi
Sabato 04 giugno 2016
ore 18.00
All’inaugurazione delle mostre personali di:

MARCO RANDAZZO
ROBERTO RE
GIOVANNI TRIMANI


Marco Randazzo nasce a Siracusa il 17 Novembre del 1983. Si laurea all'Accademia di Belle Arti di Catania nel 2007 e all'Accademia di Belle Arti di Brera nel 2010, a Milano, dove attualmente vive. Collabora con numerose gallerie d'arte nazionali e internazionali, riviste e artisti provenienti da correnti pittoriche diverse. Il suo modo di dipingere negli anni si trasforma, pur mantenendo una certa coerenza in alcuni importanti dettagli, il colore per esempio. Ciò deriva forse dal temperamento di Marco e dalle sue origini, dal calore e dalla quiete che caratterizzano una terra come la Sicilia. Parallelamente, i tratti sicuri, i cerchi che si accavallano tra di loro e che non hanno un inizio e una fine, sono forse il frutto della vita milanese dell'artista, dove tutto è in perenne movimento, a tratti nervoso. L’opera su tela Dimmi addio esprime perfettamente il disagio di un essere umano catapultato in una realtà in continuo divenire, dove nulla è dato e tutto cambia ogni secondo. Ho tutto in testa ma non riesco a dirlo è il ritornello che fa da sfondo a molti dei suoi dipinti, per esprimere quello che Marco prova e che non riesce, o forse addirittura non vuole, dire in altri modi. Nel secondo dipinto su tela, La presunta santità di Irene, ancora una volta domina il colore che rivela quello che gli passa per la testa e che, spiegato diversamente, non avrebbe lo stesso effetto. E ancora i cerchi, simbolo della perfezione, di ciò che non ha rottura e cesura, e le lettere sparse, sempre per sottolineare la difficoltà di dare chiarezza a pensieri e azioni. La serie Frame esprime un reale senso di incomunicabilità attraverso l’uso della tecnologia: una serie di film aperti con un programma sbagliato che, dunque, non permette una corretta visualizzazione dei frame, ma solo di una serie di pixel, mischiati poi a testi, bruciature della carta, cerchi e colori. La serie Appunti comprende errori di stampa ripresi dalla sua tesi di specializzazione, rielaborati con interventi pittorici e il ritornello “Ho tutto in testa ma non riesco a dirlo”. Colori caldi, passionali, il caos e ancora quella coerenza di fondo che fa di Marco un artista consolidato. Paradossalmente il modo migliore per esprimere un'idea è astrarla ulteriormente, per poi trasformarla in colori, cerchi, testi, bruciature e in tutto quello che può collegarla alla realtà ma senza contaminarla.

Roberto Re di origine parmense (Casaltone) si esprime attraverso un’interiorità esplosiva di colori che pervadono la tela e qui si concretizzano e si materializzano in una dimensione soggettiva che può essere facilmente colta ed interpretata anche in una prospettiva oggettiva. I colori dalle forti e magnetiche tonalità, si trasformano in parole sulle sue tele e sono mossi da una intensa e frenetica urgenza di narrare e raccontare tutte le diverse sfumature che pervadono il suo animo. Colori intensi e sgargianti che sanno essere più efficaci delle parole stesse nella intenzione di rivelare e mostrare le più intime emozioni e sensazioni che spingono l’artista a manifestarsi attraverso colorati monologhi capaci di trasformarsi in convincenti dialoghi, grazie proprio all’utilizzo potente dei colori.
Forti combinazioni cromatiche creano effetti precisi e marcati senza alcuna intenzione predefinita di dare alle opere una esplicita definibilità.
I quadri di Roberto Re quasi fuoriescono dalle loro cornici mentre li sta ammirando e sembra quasi che ti vogliano prendere per mano e ti vogliano portare ad addentrarsi nel suo mondo vasto e colorato, dove tutto è possibile, senza vincolo alcuno di limite o confine. Si può così liberamente entrare nella mente di Roberto Re nel momento in cui ha creato le sue opere, entrando in una dimensione atemporale dove l’unica certezza coinvolgente e convincente è rappresentata dalla forza del colore.
L’astratto è infatti il tema artistico preferito da Roberto Re che può essere sia astratto materico, sia astratto geometrico e sia astratto informale e pur nelle diverse dimensioni, rimane intatto l’intento di esplorare al di là di ogni vincolo immaginativo e interpretativo. Nell’astratto materico Roberto Re intende creare dal nulla, plasmando i materiali e combinandoli in un percorso tanto di armonia quanto di indefinibilità.
Nell’astratto geometrico invece l’artista intende intraprendere una nuova via costruita su un collage di più quadri insieme capaci, così uniti e consequenziali, di svelare il proprio percorso introspettivo ed emotivo. Infine nell’astratto informale l’artista esprime tutta la propria libertà creativa ed interpretativa.
La sua partecipazione a diverse Mostre collettive di rilevante importanza sono un’ulteriore conferma della sua validità artistica.

Giovanni Trimani. Arte come Anima. A questo imperativo risponde la poetica artistica elaborata da  Trimani, artista onnivoro di momenti e di bellezza. Un impianto coloristico vibrante valorizza una scelta stilistica contraddistinta da un linguaggio visuale originale, che mostra richiami colti reinterpretati alla luce di un alfabeto dai contorni netti e definiti. Rimandi alla pop art si mescolano a echi primitivi e citazioni classiche, in una commistione esotica che guida l’osservatore alla scoperta dell’interiorità recondita dell’artista e del suo personale continente. L’immediatezza comunicativa, filtrata dalla sperimentazione formale, apre le porte alla comprensione di un mondo artistico che sembra essere generato da quello che Rimbaud definiva “deragliamento dei sensi”, attitudine che predispone alla visionarietà e guida alla comprensione dei significati. Trimani non evade dalla realtà: semplicemente compie una ricerca incessante di se stesso attraverso l’espletamento della propria pratica artistica, per permettere all’osservatore di fare altrettanto mentre contempla le sue opere. Il fil rouge teso tra le opere è quello della joie de vivre, in un approccio dionisiaco che attraverso la bellezza esteriore vuole mettere in risalto la ricchezza interiore, secondo una concezione che affonda le sue radici nell’arte greca, ripresa in tempi diversi da artisti rinascimentali e moderni. Se l’approccio costante alla materia nasconde l’interesse per la vita, nell’impressione del segno sulla tela è racchiusa la volontà di fissare indelebilmente un’emozione irripetibile, mentre la scelta tonale riaccende l’entusiasmo per ciò che l’occhio rischia di trascurare a causa dell’abitudine. Una curiosità felice traspare dalle opere di Trimani, ebbro di esperienze e avido di significati: è la stessa dote che per Baudelaire costituiva il “punto di partenza del genio”, quella che permette di salvaguardare l’armonia tra ciò che si manifesta e ciò che si nasconde, di riconoscere la ricchezza dell’istante presente, di penetrare il mistero della vita. Lo sguardo dell’artista si insinua tra le ambiguità della modernità per restituircene con sguardo sincero contraddizioni e possibilità, perpetrando un’incessante ricerca che permetta di riconoscere un’insperata bellezza, celata tra le pieghe della quotidianità.

Presentazione Mostra:
Dott. ssa Francesca Bogliolo

Curatrice mostra:
Deborah Petroni

Sponsorizzata e pubblicizzata da:
www.ilpensieroartistico.eu
www.paolobalsamo.it

Durata mostra:
dal 04 al 16 giugno 2016
orari:
dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 con orario continuato
Lunedì e domenica chiuso
Ingresso gratuito

Info e contatti:
Mail: info@wikiarte.com
Sito: www.wikiarte.com

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