venerdì 3 maggio 2019

Mah...MilanoMilano? Alla Galleria Francesco Zanuso, in mostra i dipinti di Alessandra Bruno e le sculture di Nada Pivetta.





Titolo: Mah...MilanoMilano?
Artisti: Alessandra Bruno - Nada Pivetta
Sede: Galleria Francesco Zanuso
Indirizzo: Corso di Porta Vigentina 26 - 20122 Milano
Date: dall'8 al 30 maggio 2019
Inaugurazione: mercoledì 8 maggio dalle 18.00 alle 21.00
Orari: da lunedì a giovedì 15.00 - 19.00 | venerdì e in altri orari su appuntamento
Mobile: +39 335 6379291
E-mail: francesco.zanuso@gmail.com
Sito: www.galleriafrancescozanuso.com
Mediapartner: Frattura Scomposta Contemporary Art Magazine

In mostra acquarelli e tecniche miste di Alessandra Bruno e sculture in legno, bronzo, ceramica, smalti su rame di Nada Pivetta
Alessandra Bruno

Nada Pivetta
 
La fisionomia del torso e l’elasticità della pelle contengono funzioni essenziali alla vita: gli organi di trasformazione ed assimilazione, insieme ad un mistero di fuoco che trascende il tempo della carne. Nada Pivetta scava e svuota sibille di legno, imprime tracce altre, apre respiri al bronzo e srotola strati di fogli di ceramica, fedele testimone scompaginata di un attraversamento di luce dalla scintillante morbidezza smaltata. Sottorilievi del vivere col corpo indagati in scultura.
Gabriele Mandel descrive con i termini generosi dell’età dell’oro lo spaesamento intrinseco al lavoro di Alessandra Bruno che attraverso una iniziale ricerca pittorico-materica ha scelto di lavorare pressoché esclusivamente con l’acquarello: porta della memoria, magia per rivivere paesaggi incantatori, consolatori, che la consapevolezza più equa verso il presente della mezza età ha riorientato verso l’esplorazione dell’ambiente urbano d’adozione.
Milano, esoscheletro del vivente metropolitano, negli anni recenti si trasforma anche nei materiali costituenti: vetro, acqua, vegetazione, da nuovi privilegiati riflettono crocevia di luci cangianti, concedono spazi, visioni e movimenti di più ampio respiro.


Dal testo di Gabriele Mandel dedicato a Alessandra Bruno:
[…] Guardate questi orizzonti, carichi di nebbie cromatiche, di gusti lontani che sfuggono, come il sentore d’anice delle caramelle d’un tempo, o si avvicinano prepotenti con linee pastellate, sapore di pane appena sfornato. E poi, come a distacco di una pace campestre, ecco il gioco di una decorazione, un metter giù immagini come calano i Tarocchi sulla tavola della cartomante, e son intimismi e azzurri acidi, che sconfinano nell’Espressionismo inizio secolo, o rammentano i lavori di Pincas amico di Modigliani, o della Scuola Romana o d’un certo Spazzapan fra le sue cose più intime e tenere. Ma per parlar compiutamente di questa pittura, per collocarla nel suo giusto castone, occorrerebbe esulare, andar lontano sulle rive della Senna, in quella Parigi che è ancora centro ideale della cultura del mondo. […]

La stessa Alessandra Bruno scrive di Nada Pivetta:
L’incontro con il tuo lavoro, produce in me un mutamento benefico. Mi sento protetta infatti da una potenza calda e sapiente. Il tuo legno, scolpito secondo forze archetipiche maschili, nette, tese, verticali, ha la presenza tiepida e gravida dell’accogliente madre terra. Leggo nella tua materia, l’arrendevolezza al lasciarsi consumare, necessaria alla cura del principio vitale.
La disponibilità a trasformarsi secondo codici di armonia universale per dare origine ad una espressione di coscienza, unica pertanto sacra. Il custode del tempio, monaco guerriero sostiene con solidità valorosa, l’eco dell’eterna vita contenuto nel grembo della mucca sacra, nel suo sacro latte. In un ritmo circolare di perpetuo rinnovarsi rimanendo uguale a se stesso. Somma si esistenza-resistenza attorno ad un nucleo di mistero assoluto. Nada, scolpisci l’anima del tempo.




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