venerdì 3 maggio 2019

Settimo cielo. Al Teatro Elfo Puccini di Milano, in scena la commedia di Caryl Churchill, per la regia di Giorgina Pi.


7 / 12 maggio, sala Fassbinder

Settimo cielo
di Caryl Churchill
traduzione Riccardo Duranti
regia e scene Giorgina Pi
con Marco Cavalcoli, Sylvia De Fanti, Tania Garribba, Xhulio Petushi, Aurora Peres,
Alessandro Riceci, Marco Spiga
costumi Gianluca Falaschi
luci Andrea Gallo, ambiente sonoro e dimensione musicale Collettivo Angelo Mai
produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale
in collaborazione con Sardegna Teatro, Angelo Mai/Bluemotion

Capolavoro del 1979 di una delle più importanti penne del teatro mondiale, Caryl Churchill, portato in scena da Giorgina Pi, Settimo cielo è una commedia che dall’Africa coloniale si sposta nella Londra swinging della rivoluzione sessuale. Un viaggio tra le politiche del sesso vissuto da un gruppo familiare, prima catapultato nell’Africa coloniale di fine Ottocento, poi nella Londra swinging della rivoluzione sessuale in piena ribellione punk anni Settanta (in una traversata temporale di solo 25 anni).
Mai rappresentata prima in Italia, la commedia conserva il sapore di certe ambientazioni di Derek Jarman: l’impeto del movimento delle donne e degli omosessuali di quegli anni in Inghilterra, con Margaret Tatcher che proprio nel 1979 diventa Primo Ministro; il fervore della ricerca di nuove forme che sostituissero l’immagine stereotipa della coppia e della famiglia, per rappresentarne le istanze più aggiornate. Infatti, i personaggi vivono un tentativo di ridefinizione delle proprie identità, provano a superare i ruoli che gli sono stati assegnati, in un continuo parallelo tra oppressione coloniale e sessuale. Così, immerso in una dimensione queer e punk, Settimo Cielo deborda tra continenti e secoli: «essere quello che si vuole essere, non quello che si può. È il divenire postumano che modifica luoghi e relazioni», riflette la regista Giorgina Pi.

L’Africa coloniale del primo atto è quella terra dei neri diventata una cartolina dei bianchi. Nei ruoli invertiti rispetto alle sessualità supposte (uomini interpretati da donne e viceversa) o al colore della pelle (neri interpretati da bianchi) – è il “cross casting” voluto da Caryl Churchill – risuona l’importazione inglese della cultura omofoba in Africa. L’erotica invenzione del selvaggio, le leggi punitive contro gli omosessuali che la Gran Bretagna impose nelle sue colonie e che ancora oggi dilaniano l’Uganda e altri paesi con il carcere a vita per gay e lesbiche. (...) Quarant’anni dopo resta intatta l’ossessione di controllare i corpi e l’urgenza di difendere la libertà di “vivere come si vuole e non come si può”. (...)


Settimo Cielo porta in scena una famiglia e il suo entourage: parenti, amici, conoscenti e amanti. Nel primo atto Churchill sceglie di usare il “cross casting” ricreando un girotondo di adulteri commessi e fantasticati, un intreccio di passioni che mette in ridicolo l’ideologia patriarcale e imperiale che li anima. Nel meccanismo teatrale si ironizza sull’ipocrisia della censura nella letteratura vittoriana ai riferimenti sessuali che aveva l’effetto di riempirli di sottotesti erotici. La molteplicità delle passioni si complica quando la presenza sulla scena di corpi maschili e femminili smentisce paradossalmente il carattere trasgressivo di rapporti omosessuali tra personaggi incarnati da interpreti di sesso diverso e problematizza quelli eterosessuali tra personaggi affidati a interpreti dello stesso sesso. Il cambiamento è la cifra del secondo atto, un cambiamento cercato attraverso la sperimentazione e l’interrogazione di sé, che coinvolge soggetti che nel primo atto erano socialmente repressi: donne e omosessuali. In una situazione in cui le concezioni di femminilità (e mascolinità) cominciano a non essere più rigidamente codificate, e sono diventate visibili, legittime e pubblicamente agibili orientamenti sessuali diversi, i personaggi si muovono incerti ma pronti a reinventarsi nelle relazioni – soprattutto quelli che, invecchiati di soli venticinque anni, portano in sé l’eredità vissuta delle norme vittoriane.

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Elfo Puccini, sala Fassbinder 
da martedì a sabato ore 21.00/domenica ore 16.30 
 Info e prenotazione: tel. 02.0066.0606 
Prezzi: Intero € 32.50, online € 16.50, Martedì € 21,50

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