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venerdì 30 novembre 2012

ADRIANO RONCHINI. GLI ARTISTI CHE HO AMATO | A Terni una mostra rende omaggio all'illuminato collezionista Adriano Ronchini, a cura di Marco Meneguzzo


La mostra è dedicata alla figura di Adriano Ronchini, illuminato collezionista che ha pioneristicamente introdotto l’arte di oggi in una regione come l’Umbria, fermamente rivolta per vocazione storica, alla grande arte di ieri.
La sua intuizione nel riconoscere e promuovere artisti che sarebbero poi divenuti tra i più noti al mondo, lo ha portato, in un periodo estremamente fertile per l’arte, come furono gli anni ’60 e ‘70, ad avere riconoscimenti importanti nella sua poliedrica figura di talent scout, mercante, collezionista e gallerista.
La sua collezione privata ha annoverato opere di artisti storici come, Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, accanto al gruppo della Nuova Scuola Romana di San Lorenzo - Pizzi Cannella, Nunzio, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo - fino a giovani come Alex Pinna, Lucio e Peppe Perone, Matteo Basilè.
Adriano Ronchini amava profondamente l'arte concettuale e l'arte povera, e fu tra i primi a scommettere su artisti come Pistoletto, Castellani, De Dominicis e altri della stessa generazione, conservandosi sensibile alle trasformazioni dell’arte contemporanea con la capacità di leggerne le sempre nuove tendenze.
Adriano Ronchini è scomparso nel giugno del 2009 a Terni, lasciando al territorio un’importante eredità culturale per professionisti e amatori.

Adriano Ronchini

Il progetto di mostra si pone l'obiettivo di ricostruire un percorso espositivo attraverso l'esposizione di opere significative degli artisti che hanno in qualche modo segnato e caratterizzato la sua passione, raccontando attraverso le opere, il rapporto di Adriano con l’arte contemporanea.
Una mostra di grande importanza per la presenza di opere che hanno fatto e continuano a fare la storia dell’arte, di artisti scomparsi e viventi, italiani e internazionali, regalando un’ampia e personale visione di un’arte che grazie alla sensibilità e il coraggio avuto da Ronchini, viene oggi presentata a Terni.



OPERE IN MOSTRA

In mostra 50 artisti, tra cui:
Afro, Alberto Burri, Alex Pinna, Alighiero Boetti, Christo, Conrad Marca-Relli, Daniel Spoerri, Domenico Bianchi, Emilio Prini, Enrico Castellani, Fathi Hassan, Felice Levini, Franco Angeli, Franco Passalacqua, Gianni Dessì, Giulio Paolini, Giuseppe Capogrossi, Giuseppe Gallo, Giuseppe Maraniello, Guido Strazza, Heidi Kennedy Robin, Hermann Nitsch, Lucio Fontana, Marcello Camorani, Marco Lodola, Marco Tirelli, Marine Hugonnier, Mario Schifano, Matteo Basilè, Max Neumann, Michela Zaza, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Rotella, Nam June Paik, Nunzio,  Paolo Serra, Peppe e Lucio Perone, Piero Manzoni, Piero Gilardi, Piero Pizzi Cannella, Pier Paolo Calzolari, Renzo Vespignani, Rossella Fumasoni, Salvatore Scarpitta, Santomaso, Sergio Fermariello, Sergio Lombardo, Toti Scialoja, Vincenzo Agnetti.

Sergio Lombardo (SELO-0003) Nikita Krushov 1962 smalto su tela 180x230 cm

Tracciano un percorso di grande valore artistico le opere degli anni sessanta e settanta, dall’arte povera, alla pop-art e all’arte concettuale, che oggi ritroviamo nelle più grandi mostre nazionali e internazionali, nei Musei e nelle gallerie più importanti e in ogni libro di storia e critica dell’arte.

La mostra darà la possibilità di conoscere a fondo la storia di Adriano Ronchini, anche attraverso testimonianze di artisti, collezionisti e galleristi a lui vicini negli anni, grazie ai quali ascolteremo una storia dell’arte unica, originale e utile a tutti noi.

“Gli artisti che ho amato” è un progetto promosso dal Comune di Terni e dalla Regione Umbria in collaborazione con CAOS (Centro Arti Opificio Siri) di Terni che, dopo le due grandi mostre dedicate a Piermatteo D'Amelia e Giulio Turcato, si pone sempre di più come nuovo centro espositivo di riferimento nel centro Italia.
L'evento é sostenuto dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Terni e Narni.

La cura della mostra sarà affidata al curatore Marco Meneguzzo in collaborazione con la famiglia Ronchini e l'organizzazione al CAOS che, con Civita Servizi, vanta un'esperienza specifica nell'organizzazione di mostre d'arte e con Indisciplinarte una particolare attenzione al tema della contemporaneità in Umbria. La mostra sarà inoltre accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo e di un percorso di laboratori per ragazzi.

CURATELA

Marco Meneguzzo (1954), dal 1984 insegna Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, e dal 1996 anche “Museologia e gestione dei sistemi espositivi” nel Master Universitario di I livello organizzato dalla stessa Accademia. Nel 1986 è stato commissario per la Quadriennale di Roma. Nel 1993 ha curato una sezione video per la Biennale di Venezia. Come curatore indipendente, dal 1979 ha curato o presentato più di  cento mostre d’arte moderna o contemporanea. Dal 1984 ha collaborato con la direzione del Padiglione d’Arte Contemporanea (PAC) di Milano realizzando importanti rassegne. Ha inoltre organizzato o presentato altre personali in altri prestigiosi spazi come il Museo Pecci di Prato, il Palazzo delle Papesse di Siena, la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, la Villa Reale di Monza, il Museo del Novecento di Milano, il Complesso Monumentale del S. Giovanni di Catanzaro. Ha pubblicato libri e monografie con le più importanti case editrici italiane e collabora regolarmente alle pagine d’arte del quotidiano italiano “Avvenire”, delle riviste “Mood”, “Arte” e “Tema Celeste” ed è tra i corrispondenti italiani della rivista americana “Artforum”. E’ consulente editoriale della casa editrice Johan & Levi di Monza.

Attenti a quei due (The Persuaders) | A Taranto la collettiva d’arte contemporanea a cura di Gianmichele Arrivo, Ilaria Miccoli e Angelo Raffaele Villani.


S’inaugura sabato 1 dicembre 2012, presso la galleria ROSSOCONTEMPORANEO a Taranto, e sabato 15 dicembre, presso la galleria CO.61 ARTECONTEMPORANEA a Grottaglie (Ta), la collettiva d’arte contemporanea “Attenti a quei due (The Persuaders)” a cura di Gianmichele Arrivo, Ilaria Miccoli e Angelo Raffaele Villani.

Dieci artisti - Anna Maria Battista, Giuseppe Ciracì, Alessia Cocca, Raffaele Fiorella, Paola Mancinelli, Monticelli & Pagone, Cosimo Piediscalzi, Raffaele Quida, Piera Scognamiglio, Sasha Zelenkevich – sulla via della ricerca intima, attraversano quel complesso mondo esteriore ed interiore che accompagna l’IO.
Dalla seconda inaugurazione, la mostra sarà visitabile in entrambe le gallerie che resteranno aperte in contemporanea fino al 5 gennaio, con opere degli stessi artisti declinate in maniera e proporzioni diverse.
L’evento si fa così novità assoluta di concetto e proposta nel panorama culturale locale. Per la prima volta due gallerie d’Arte, ROSSOCONTEMPORANEO e CO.61 ARTECONTEMPORANEA, lontani dal concetto di egocentrismo, lavorano in totale sinergia. È così che l’arte contemporanea a Taranto si fa Sistema. Un approccio propositivo di cooperazione per stimolare quel processo di aggregazione ormai improcrastinabile, unico reale mezzo di crescita per il nostro territorio, dove la cultura è sinonimo di qualità di vita.
“Attenti a quei due”, che gioca dichiaratamente sulla dualità scanzonata tra Tony Curtis e Roger Moore, protagonisti della nota serie televisiva britannica trasmessa dal 1971 al 1972, “THE PERSUADERS!” (Attenti a quei due), sottolinea appunto la fattibilità del processo di cooperazione e anche tra soggetti dichiaratamente concorrenti. Anteporre all’interesse personale e “commerciale”, la causa comune del fare sistema per creare valore aggiunto. Ecco la chiave di successo dell’operazione.
Un esperimento che si pone come primo importante tassello che getta le basi per proporre nuovi linguaggi e costruire un nuovo sistema.
In mostra oltre 50 opere, tra pittura, fotografia, disegno, video ed installazione.


La narrazione dell’IO, le ansie interiori e i contorni indefiniti delle mille variabili , narrata con modalità del tutto personali:

“Chi è io? Cos’è questo intervallo tra me e me?”
(Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine, 1982)

Anna Maria Battista, nelle potenzialità espressive della cera, materiale prediletto della sua più recente ricerca artistica, affiancata a sperimentazioni diverse, ci regala la delicatezza e la mutevolezza della materia plasmata al variare della luce. Immagini ed emozioni impresse e custodite negli strati cerosi di blocchi semplici, formalmente, e ripetuti. Affascinata dal sociale, i suoi blocchi narrano memorie silenziose, frammenti di vita ritrovati e di racconti chiaramente autobiografici.

Nell’arte iperrealista di Giuseppe Ciracì, è raffinata e concettuale, apparentemente antica, con rimandi vagamente barocchi. Il suo fare maniacale spinto alla ricerca del dettaglio: volti, corpi, particolari anatomici, lavorati in chiaroscuro tra visibile e invisibile, in una raffigurazione “a strati” - finito, tessuto muscolare, ossa - sfugge da ogni possibile retorica di semplicistica operazione di mimesi. Nelle sue rappresentazioni Ciracì contestualizza il rapporto con gli altri, in una dialettica diretta. Il viso, in primo piano, incontra (o si scontra) con il mondo delle emozioni e delle sensazioni. Le opere a matita sono frames differenti e successivi. Fogli che creano un percorso dinamico, denso di particolari, e che lasciano spazio ad analisi ed inquietudini profonde.

Giuseppe Ciracì - Face

Alessia Cocca, nella sua ricerca, tra fotografia ed elaborazione digitale, mette in campo immagini dal chiaro rimando personale, introspettivo, anche nostalgico, di un periodo vivace e felice: l’infanzia. Nella piena leggerezza ed ingenuità, lontanissima dal mondo strutturato dei grandi, Alessia rievoca racconti personali, metamorfosi naturali di esperienze vissute come per un ricco album fotografico di famiglia. Emerge sempre la forza indelebile del nostro passato.

In bilico tra poesia e disagio e fatiche della vita quotidiana, sempre raccontate con estrema ironia ed eleganza, le videoinstallazioni di Raffaele Fiorella si rivelano per il loro sottile e sofisticato gioco di contraddizioni. Ombre cinesi, che ci riportano all'infanzia, dove ogni immagine potrebbe essere una finestra su altro mondo, che è un evento, un sentimento, una sensazione. Si tratta di opere installative, a metà tra la video art e l’opera scultorea, tridimensionale. Fiorella mette in scena corpi umani in movimento, proiezioni di sagome su contesti installativi composti da oggetti, costruzioni, ambientazioni ad hoc, un po’ come in celebri film di animazione. Piccoli fantasmi che aprono finestre su universi domestici, a volte ironici e scanzonati, a volte impegnati e testimonianza di disagi e di “vite in equilibrio”.

La poesia di Paola Mancinelli si veste della forza di un abito metropolitano. I suoi pensieri sono segni di un tempo presente, vivace e profondo, ricco di sfumature a noi vicine, quotidiane. Sensazioni che ci appartengono da sempre, tacite, ma che lanciano nella loro lettura, momenti di riflessione profonda e la necessità del confronto. Le esperienze, le sensazioni, le ambientazioni non direttamente fisiche e riconoscibili, sono ricche di colore e passione, e trasmettono una necessità inspiegabile di riappropriazione.

Il mondo estetico di Monticelli & Pagone è il mondo di una contemporaneità ambigua, rappresentata da soggetti dalle posture contratte e compiacenti, plastiche, perfettamente in posa quasi come antiche statue, svuotate però proprio di quella prerogativa di iniziale antica classicità. Posizioni disinibite, dall’equilibrio instabile, arricchite da particolari variopinti, feticci, che rimandano ad un sentimento di contrapposizione, tra l’esaltazione della bellezza corporea e l’abbrutimento contemporaneo del pensiero. Una doppia narrazione simultanea, tra colore e il bianco e nero, tra immagine e la sua macchia, rappresentazione del tormento individuale degli artisti, nell’ambiguità del loro sentire, dibattuto tra serietà e ironia.

Monticelli & Pagone 
Cosimo Piediscalzi si fa narratore del suo intimo quotidiano, attraverso un “Diario visivo” di disegni veloci, dal tratto fresco e divertito, che inscenano una realtà paradossale. Immagini e gestualità intervallate da ampi spazi di bianco, necessarie pause narrative, come per ogni storyboard che si rispetti. Presi dalle incombenze del quotidiano, non ci accorgiamo della meravigliosa ricchezza che contorna la nostra vita, e tutto ci scivola nella totale indifferenza. Piediscalzi recupera questi “soggetti amorosi”, collezione di “ritratti” o di “nature morte”, frammenti di piccole storie quotidiane, esaltando il sentimento di amore-odio per ciò che ci circonda. Ogni ritratto, ogni ambientazione è parte del vissuto dell’artista, ed è intimamente intriso delle emozioni e delle libertà più pure e innocenti della fanciullezza.

Raffaele Quida affida le proprie opere installative ad indagini, a tratti ironiche, a tratti seriose, sulle esasperazioni di un sistema consumistico, quale l’attuale, e di una società fortemente viziata, con un orecchio teso verso l’ignoto, quasi a voler esternare una necessità di infinito e di eternità, anelito di un mondo migliore. E tutto ciò, col fare tipico di un ricercatore astrofisico, genuinamente emozionato anche dalle più piccole misteriose percezioni spaziali. Le sue opere, intrise di gestualità e materia, di convergenze e contrasti, si fanno espressione di pensieri dalla grande carica spirituale, che, mutuando un senso d’immaterialità e d’impalpabilità, evocano universi interiori coraggiosamente palesati.

Il tratto espressionista di Piera Scognamiglio esplode dirompente nella sua ricerca artistica più recente: un universo sognante costituito da figure femminili dalla intensa carica erotica. Figure mai ingenue, ma smaliziate e consapevoli della forza della propria intimità, finanche ammiccanti quello status di mercificazione proposto dal fare quotidiano. Figure senza tempo, immerse in campiture scevre da ogni riferimento spaziotemporale, che si arricchiscono di particolari allusivi e di chiara matrice naturalistica. Il suo segno, deciso, di penna e matita su carta e acetato, non traccia contorni definiti, lasciando che la figura rappresentata sia il risultato di una sapiente costruzione di freschezza gestuale.

Il linguaggio informale delle opere di Sasha Zelenkevich, infine, si carica di una decisa volontà segnica e coloristica, trovando fonte d'ispirazione nei ricordi del passato, e caricandosi di una espressività pittorica, dai toni coloristici e dai tratti tenui e sognanti. Una materia sensoriale che è testimone di rimembranze lontane, di sentimenti fugaci e di mille segmenti caratterizzanti, filtrati attraverso la potenza della personale immaginazione. Piccoli segni emotivi di una figuratività imprigionata dalle campiture predominanti, spesso monocrome, dalle quali affiorano impercettibili rimandi della memoria, colori, gestualità, parole in cirillico che sono tracce autentiche dell’interiorità dell’artista.



ARTISTI
Anna Maria Battista, Giuseppe Ciracì, Alessia Cocca, Raffaele Fiorella, Paola Mancinelli, Monticelli & Pagone, Cosimo Piediscalzi, Raffaele Quida, Piera Scognamiglio, Sasha Zelenkevich.


ATTENTI A QUEI DUE (THE PERSUADERS):

dall’1 dicembre 2012 al 5 gennaio 2013
a cura di: Gianmichele Arrivo, Ilaria Miccoli, Angelo Raffaele Villani







ROSSOCONTEMPORANEO
Via Regina Margherita, 40 - (Piazza Garibaldi) | Taranto

orario mostra: da lunedì a sabato, 16,00/20,00
CO.61 ARTE CONTEMPORANEA
Via Paritaro, 61 | Grottaglie (Ta)

orario mostra: da lunedì a sabato, 16,00/20,00