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lunedì 26 settembre 2011

PORTRAITING A SOUL | FRANCESCA NOBILE

Francesca Nobile, classe 1980, è un’artista siciliana a tutto tondo: pittrice, grafica pubblicitaria, insegnante di pittura e yoga. Le sue opere raccontano sentimenti ed emozioni.




Paesaggio 2003 | Carboncino e inchiostro su carta cm 30x40

Sogno 2009 | Tecnica mista su tela cm 70x120
Noi l’abbiamo intervistata e fotografata nel suo Atelier d'arte nel cuore di Ortigia.






1- Quando hai cominciato ad approcciarti all'arte, quale è stata la spinta per cominciare?
Ho sempre amato disegnare, ma quando ho capito che volevo dedicarmi davvero all’Arte ero all’ultimo anno di Liceo Scientifico e così l’anno successivo mi sono iscritta all’Accademia di Belle Arti di Firenze.



2- In che cosa consistono le tue opere: che temi affronti e con quali mezzi? Puoi citarne alcuni?
Ogni opera o progetto comincia sempre dalla volontà di capire meglio me stessa, quindi parte da un “racconto” personale, non importa se si tratti di un’opera figurativa o astratta. Un’opera è come un parto da cui bisogna distaccarsi una volta finita perché diventi oggetto e soggetto con una sua anima. Il tema delle opere riguarda tutti gli opposti, la ricerca di quello che ci manca e di ciò che abbiamo, il buio e la luce, la notte  e il giorno, il cielo e la terra che si rincorrono; tutto a indicare l’equilibrio degli opposti come componenti fondamentali dell’esistenza che fanno si che le cose vadano avanti, si evolvano e si completino nel tempo. Sono opere che raccontano di cose lontane e intangibili e allo stesso tempo del più piccolo e umile sentimento. I mezzi che utilizzo variano dalla pittura, alla grafica o alla fotografia.



3- Cos'è per te l'arte? La tua visione dell'arte contemporanea?
L’Arte è quando ti dedichi a qualcosa con Amore, ecco perché ho chiamato il mio studio in via Logoteta, 16 “LOVE PROJ&CT”.
Penso che l’Arte contemporanea sia ovunque, una volta stava solo nei musei, adesso la puoi trovare in un manifesto pubblicitario, in uno spettacolo teatrale, come in una mostra e così via. L’arte contemporanea è accessibile a tutti ma bisogna avere delle conoscenze adeguate o comunque una spiccata sensibilità per coglierla e trarne beneficio.



4- E a Siracusa, che scena vedi? Il tuo studio è in via Logoteta, nel cuore di Ortigia, cosa sta succedendo in questa zona?
Siracusa si muove lentamente, ma si muove.
Ortigia è un posto magico, un’isola dentro a un’isola, un sogno dentro a un sogno e qualche volta credere e pregare per la realizzazione di un sogno fa si che si avveri.



5- Ci sono alcuni artisti che influiscono sul tuo lavoro? A cosa ti ispiri? Come nasce la spinta creativa?
Gli artisti che ho studiato con più passione sono: Schiele, Klimt, Turner e Monet, Pollok, Kiefer, Kandinsky , Rotko, Cattelan e molti altri e ognuno di loro influisce, per qualcosa di diverso, nel mio lavoro così come i libri che leggo, i film che guardo, le persone che incontro.
La spinta creativa nasce da qualsiasi cosa, anche dal guardare il cielo e liberare la mente dai pensieri quotidiani, o da un fiore che da solo si fa spazio tra le mura di un palazzo, occorre però una mente allenata alla meditazione che ti permetta di vedere queste cose. Di solito si dice che si creano le cose migliori quando si soffre e secondo me, è proprio perché è in quel momento che possiamo vedere le piccole cose che di solito non vedremmo. Allenando la mente si arriva a capire che l’Arte non è sofferenza ma è il contrario.



5- Cosa accadrà in futuro? Hai qualche mostra o evento in programma?
Si, ho in programma una mostra collettiva alle Ciminiere di Catania, una a Palazzo Vecchio a Firenze, un’altra personale a Noto, inoltre sto preparando un nuovo progetto che unisce pittura e fotografia e poi ho altri progetti in programma con i miei amici di Tunafishbanda, artisti con cui collaboro a Siracusa.


6- Cosa fa Francesca quando non è "artista"?
Non lo so, credo che un artista sia un’artista e basta, anche quando fa la cacca ed esserlo è anche una responsabilità come quella di essere se stessi. Posso decidere di uscire fuori da questo e non essere artista o non essere come sono, ma se lo faccio so che sto recitando so che è solo per gioco ma poi devo tornare sulla via altrimenti mi perdo in un cammino che non mi appartiene.










"TO BE FREE. TO BE PRESENT"



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