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giovedì 22 ottobre 2020

ARTEAM CUP 2020. Alla Fondazione Dino Zoli di Forlì la mostra dei 60 artisti finalisti del concorso ideato dall’Associazione Culturale Arteam di Albissola Marina (SV), giunto alla sesta edizione.

 


ARTEAM CUP 2020 | VI edizione

Mostra dei finalisti
A cura di Matteo Galbiati, Livia Savorelli e Nadia Stefanel

Fondazione Dino Zoli, Forlì (FC) 
24 ottobre - 5 dicembre 2020 

Open day: sabato 24 ottobre, ore 16.00-19.30 
Presentazione ufficiale: sabato 24 ottobre, ore 18.00

Ingresso libero. È richiesto l’uso della mascherina


Si terrà alla Fondazione Dino Zoli di Forlìdal 24 ottobre al 5 dicembre 2020, la mostra dei 60 artisti finalisti ad Arteam Cup, il concorso ideato dall’Associazione Culturale Arteam di Albissola Marina (SV), giunto alla sesta edizione.

Curata da Matteo Galbiati, Livia Savorelli e Nadia Stefanel, l’esposizione sarà aperta al pubblico sabato 24 ottobre dalle 16.00 alle 19.30. Nel rispetto della normativa vigente, gli ingressi saranno contingentati e i visitatori dovranno necessariamente prenotare la propria visita entro il 22 ottobre (T. +39 0543 755711, info@fondazionedinozoli.com) scegliendo tra due fasce orarie alternative: 16.00-17.30 o 18.00-19.30. Chi effettuerà l’accesso alle ore 18.00 potrà partecipare alla presentazione ufficiale di Arteam Cup 2020.




Arteam Cup - dopo l’esordio nel 2015 all’Officina delle Zattere a Venezia, l’edizione 2016 al Palazzo del Monferrato di Alessandria, quella 2017 negli spazi industriali restituiti all’arte di BonelliLAB a Canneto sull’Oglio, l’edizione 2018 già ospitata dalla Fondazione Zoli di Forlì e il 2019 con la mostra dei finalisti a Villa Nobel a Sanremo - costituisce a pieno titolo l’evento "fiore all’occhiello" dell’Associazione Culturale Arteam, dalla quale prende il nome. In ogni edizione, invariate le finalità: fornire, con la mostra dei finalisti, un’importante occasione di visibilità e confronto con differenti location espositive; contribuire, attraverso i differenti premi ideati per ogni edizione, all’ingresso degli artisti nel circuito delle gallerie d’arte e nel mercato principale; far vivere esperienze formative importanti, come le residenze d’artista, i progetti speciali o curatoriali; creare ed incentivare interazioni e momenti di scambio tra gli artisti; mettere in moto un confronto attivo con il mondo dell’Impresa. La più grande ambizione di Arteam Cup è, infatti, quella di "fare rete", tessendo legami importanti tra i vari operatori del sistema arte.





«Con questa edizione di Arteam Cup, sottolinea il presidente di Arteam Diego Santamaria, abbiamo voluto rendere ancora più preziosa ed importante la selezione ad Arteam Cup, creando tre distinte categorie - Pittura, Scultura e Fotografia - all’interno delle quali la Giuria individuerà un vincitore di categoria e, tra questi, il vincitore assoluto. Un modo per contribuire a delineare un percorso professionalizzante, fondamentale per supportare l’artista con tutti gli strumenti utili alla sua crescita e alla diffusione del suo lavoro».

Ospitando la sesta edizione di Arteam Cup, la Fondazione Dino Zoli, motore culturale delle attività imprenditoriali che fanno capo al Dino Zoli Group, apre nuovamente le porte della propria sede all’Associazione Culturale Arteam, che già nel 2018 aveva allestito a Forlì la mostra dei finalisti della quarta edizione del concorso. Una collaborazione che, nel tempo, è divenuta partnership, con l’assegnazione nel 2018 e nel 2019 di due premi speciali: il Premio acquisto Fondazione Dino Zoli e il Premio speciale residenza Dino Zoli Textile.




«La rinnovata collaborazione con l’Associazione Culturale Arteam - spiega Monica Zoli, Dino Zoli Group - rientra a pieno titolo nella politica culturale della Fondazione Dino Zoli, tesa alla valorizzazione della creatività emergente (attraverso il programma "Who’s Next") e al rafforzamento di reti di relazioni in ambito artistico ad ampio raggio. Ci riconosciamo pienamente nell’attenzione rivolta da Arteam agli artisti under 30 e, più in generale, alla costruzione di percorsi professionalizzanti. Dare opportunità ai giovani fa parte degli obiettivi che abbiamo più cari nell’attività imprenditoriale delle aziende del Dino Zoli Group e che trovano espressione anche nei progetti della nostra Fondazione». 





Una giuria professionale, composta da Marina Dacci (curatrice e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani), Matteo Galbiati (critico d'arte e docente, Direttore web Espoarte e membro interno di Arteam), Lorenzo Madaro (curatore d’arte contemporanea e docente), Raffaele Quattrone (sociologo e curatore d'arte contemporanea), Leonardo Regano (storico dell’arte, critico e curatore indipendente), Livia Savorelli (Direttore Editoriale Espoarte) e Nadia Stefanel (direttrice della Fondazione Dino Zoli di Forlì, Cultural e Communication Manager per Dino Zoli Group), ha selezionato la rosa dei 60 finalisti ed individuerà i tre vincitori di categoria, tra i quali verrà decretato il vincitore assoluto di Arteam Cup 2020.  La premiazione si terrà sabato 5 dicembre presso la Fondazione Dino Zoli.

Nel corso della mostra sarà pubblicato il catalogo Vanillaedizioni. L'esposizione è realizzata con il supporto di Belletti & Baroni Costruzioni di Rimini e di NM> Contemporary di Monaco; partner tecnico I Sabbioni di Forlì; media partner Espoarte

I 60 FINALISTI:
 
FINALISTI SEZIONE PITTURA (INCLUDE ANCHE DISEGNO, ILLUSTRAZIONE, INCISIONE E GRAFICA)
Elisa Baldissera, Valentina Biasetti, Giulia Bonora, Diego Dutto, Paola Fonticoli, Sofia Fresia, Nadia Galbiati, Manuel Gardina, Pierfilippo Gatti, Monica Gorini, Asako Hishiki, Silvia Inselvini, Miriam Montani, Luca Moscariello, Andrej Mussa, Jasmine Pignatelli, Ettore Pinelli, Federica Poletti, Carlo Alberto Rastelli, Federico Severino, Tina Sgrò, Kanaco Takahashi, Rolando Tessadri
 
FINALISTI SEZIONE SCULTURA (INCLUDE ANCHE INSTALLAZIONE)
Tiziana Abretti, Guido Airoldi, Alessio Barchitta, Veronica Benedetti, Renata e Cristina Cosi, Loredana Galante, Ilaria Gasparroni, Monika Grycko, Carla Iacono, Angelo Iodice, Fukushi Ito, L'orMa, Gabriele Landi, Giulia Manfredi, Camilla Marinoni, Vincenzo Marsiglia, Simone Negri, Mauro Panichella, Samantha Passaniti, Diego Randazzo, Eva Reguzzoni, Maya Teresa Zignone
 
FINALISTI SEZIONE FOTOGRAFIA (INCLUDE ANCHE VIDEOARTE E NEW MEDIA ART)
Alessandra Baldoni, Elena Bellantoni, Sofia Bersanelli, Nicola Bertellotti, Erica Campanella, Eleonora Chiesa, Carolina Corno, Armida Gandini, Luca Gilli, Federica Gonnelli, Silvia Margaria, Angelo Marinelli, MC2.8 (Maria Chiara Maffi e Chiara Giancamilli), Lucrezia Roda, Mona Lisa Tina



Fondazione Dino Zoli
Viale Bologna 288, Forlì

Per informazioni
Tel. +39 0543 755770 - info@fondazionedinozoli.com

 ***

Organizzazione: Arteam Associazione Culturale
tel. +39 019 4500744 - info@arteam.eu


Dedicata ai grandi uomini della cultura scomparsi di recente la mostra di Mario Vespasiani presso l'Archivio di Stato di Pesaro.

 


MARIO VESPASIANI

Ritratti: sguardi ed anime

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Archivio di Stato di Pesaro - Urbino

a cura di Cecilia Casadei - Roberto Domenichini 

Coordinamento di Sara Cambrini


Archivio di Stato, via della Neviera 44 - Pesaro

11 ottobre - 14 novembre 2020

Lun-ven: ore 8,30-18,00 \ sabato: ore 8,30-13,00 



L'Archivio di Stato di Pesaro è onorato di ospitare la mostra di Mario Vespasiani “Ritratti: sguardi e anime” un progetto dedicato ai grandi personaggi del mondo della cultura scomparsi in questi mesi, tredici acquerelli su carta dal grande valore simbolico e umano, che confermano la sua abilità di ritrattista e un’enfasi coloristica che sottolinea un'evidente profondità di pensiero.
Ritratti inediti che sembrano sdoppiarsi, apparendo prima frontalmente con gli sguardi rivolti allo spettatore e poi rovesciati, senza gli occhi a significare la nostra incapacità di percezione delle anime, di scorgere un mondo parallelo. Le stesse cornici non solo racchiudono i lavori, ma esaltano l'effetto speculare e fluttuante di ciascuna opera, avendo al loro interno un rivestimento di specchi.
All’arte il compito di tenere viva la memoria di chi ha lasciato tracce nobili nel territorio della cultura, di non dimenticare il bene e gli insegnamenti ricevuti in dono che persistono oltre la vita. L'arte colta Vespasiani che negli anni si è distinta per la varietà dei temi e per l'alto livello di ricerca trova nell'Archivio di Stato di Pesaro la sede ideale dove essere ammirata. Una pittura preziosa e ricca di riferimenti per un luogo di studio e conoscenza.
Nell'installazione si nota il dialogo dei ritratti con i documenti presenti in archivio e il continuo rimando di riflessi, di significati tende a mettere in risalto il valore della memoria e della visione che non si ferma, ma che invita ad essere rielaborata e proiettata in avanti.



Scrive Cecilia Casadei curatrice della mostra: Afferma l'artista "Vivo dove voglio vivere, dove il cielo gioca a fare l'arcobaleno e la luna sembra gocciolare nell'Adriatico, laddove riesco ad essere in sintonia con il cuore del mondo". 
Mario Vespasiani da Ripatransone, provincia di Ascoli Piceno, un artista a tutto tondo: pittura, fotografia, scultura, scrittura. Tecniche diverse, con ognuna si muove agilmente, per diversi linguaggi e una sola dimensione: quella dell’Arte. Una vocazione, una missione, come sarà lui stesso a dire, per dare un volto alle emozioni, per raccontare il mondo. Per indagare il tempo presente, per accogliere la spiritualità in quello che ci sta intorno, per raccontare se stesso. 
Per riflettere sul senso e il compito dell’arte. Per rendere partecipi gli altri del suo sentire. "Il ritratto, la natura morta, il sacro, il paesaggio, gli animali, tematiche diverse riconducibili ad un solo grande cosmo. Volti, fiori, animali fanno parte di un unico spettacolo animato da una tensione verso il sublime, il meraviglioso, l'infinito", il suo pensiero. 
Vespasiani acuto osservatore della natura, dell’agire scellerato degli uomini irrispettosi della terra che abitiamo, sente forte l’appartenenza all’Anima del mondo, attento alle grandi lezioni della storia dell’arte, all’influenza che il passato ha sul presente, alle rivoluzioni culturali, a quelle della tecnica, ai cambiamenti sociali. Sempre con l’intento di scoprire l’universo sconosciuto che ci appartiene. Non poteva non farsi interprete del contingente, in un tempo in cui un virus ha cambiato la storia di tutti noi e del mondo, in un tempo in cui l’arte è, troppo spesso, solo provocazione, frutto del sistema di un mercato. 
Eccolo dipingere con la tecnica dell’acquerello tredici ritratti di personaggi dell’arte, della cultura, del teatro, della letteratura scomparsi nel 2020, quando il Covid 19 ha falciato vita su vita. A rimanere sono le cose, le opere che ci parlano del passaggio degli uomini sulla terra. Ci sono le testimonianze dell’arte, della creatività. Una celebre poesia di Evgenij Evtusenko recita: quando un uomo muore …non sono uomini che muoiono ma mondi …rimangono certo i libri, i ponti, le macchine, le tele dei pittori….molto è destinato a restare. I ritratti sono di Philippe Daverio, Ezio Bosso, Ennio Morricone, Franco Maria Ricci, Germano Celant, Christo, Luis Sepulveda, Roberto Gervaso, Valeriano Trubbiani, Franca Valeri, Alberto Arbasino, Emanuele Severino, Sergio Zavoli. Tredici acquerelli che confermano l’enfasi coloristica e l’abilità ritrattista di un autore che sposa l’arte come una religione attraverso una forte spiritualità e profondità di pensiero. 




Sono ritratti che Vespasiani ha dipinto prima realisticamente con occhi che ci guardano, e poi, specularmente, eliminando gli occhi: noi non possiamo più vedere i volti dei personaggi per la nostra incapacità di vedere le anime, mentre loro continuano a guardarci. Arte per il desiderio di gettare un ponte fra il cielo e la terra, testimoniare il visibile e l’invisibile, tenere viva la memoria di chi ha vissuto d’arte e di cultura nelle sue più alte espressioni, ha lasciato sulla terra tracce nobili della sua esistenza. Arte alla ricerca di una Bellezza durevole, ritratti per raggiungere la dimensione dell’eternità. Sguardi profondi, occhi che restituiscono l’energia dei protagonisti, sfumature di calde cromie che di energia si nutrono e che energia riflettono, volti che si illuminano per squarciare l’ombra del trapasso. Inno alla vita, omaggio a chi abiterà in un’altra dimensione. 
"Amo l'albero che svetta sulla roccia incurante delle intemperie, la cultura dell'impegno, il pioniere che cerca nuovi territori, il fuoriclasse che trova il capolavoro nel fallimento, il gatto che vede nel buio, la cura con cui una madre prepara i pasti, il ritorno delle rondini, il cuore di Mara". 
Mario Vespasiani è con noi.


“Uscire FUORI: libertà vigilata". Bando di concorso a cura di Circuiti Dinamici. Deadline: Domenica 25 ottobre 2020.

 


Bando di concorso

Uscire FUORI: libertà vigilata"

Le iscrizioni sono aperte fino a domenica 25 ottobre

Inviare la documentazione a: circuiti.arte@gmail.com

 

L’artista vincitore del concorso avrà come premio una bi-personale nel ns spazio, rientrando nel progetto: CIRCUITI CONDIVISI – nuovi punti di vista DINAMICI**.



Circuiti Dinamici
via Giovanola 21/c - Milano


1 – Tema

In questi mesi la domanda che ci siamo sentiti fare più spesso è stata sicuramente: "Com'è andata durante il lockdown? Come hai vissuto quei giorni?". Ma dopo mesi rinchiusi a casa, la nostra domanda vuole essere un'altra

Com'è uscire FUORI? Com'è cambiata la vostra ricerca artistica una volta che vi siete riappropriati dello spazio esterno e siete usciti? Come sono mutate le parole delle vostre poesie? E i gesti e il linguaggio del corpo sono cambiati nelle vs performance? E le vostre fotografie e i vostri dipinti oggi cosa narrano? Ci siamo imbattuti più o meno tutti - durante il confinamento - con spazi limitati, solitudine e routine quotidiana, ma ciò che interessa a noi è come avete documentato e reagito al dopo, a quel ritorno di apparente normalità. Come riscoperto la realtà con occhi nuovi?

 

Il concorso è aperto a tutti gli artisti (senza limiti d'età) operanti nel campo delle arti visive: pittura, fotografia, scultura, video, performance, fumetto, street art, poesia. Ogni artista può proporre massimo 2 opere che saranno vagliate dal comitato scientifico dell’Associazione Circuiti Dinamici. La mostra collettiva “Uscire FUORI: libertà vigilata si terrà presso gli spazi espositivi dell’Associazione Circuiti Dinamici – via Giovanola, 19 Milano – dall'8 novembre al 26 novembre 2020.  Tutte le opere selezionate per la mostra collettiva saranno incluse nel catalogo cartaceo con testo critico.

La comunicazione ufficiale delle opere selezionate avverrà a mezzo mail ai candidati selezionati.

Le selezioni sono inappellabili e insindacabili. Le opere non devono contenere messaggi pubblicitari né immigini e parole offensive o discriminanti.

 

**CIRCUITI CONDIVISI – nuovi punti di vista DINAMICI

Il vincitore di questo concorso, sarà posto in dialogo con il vincitore di un altro concorso, sempre indetto da Circuiti Dinamici. All’interno dello spazio espositivo di Circuiti Dinamici si creerà un dialogo tra le opere di due artisti vincitori, diversi per ricerca e poetica artistica, che dovranno condividere lo spazio in un’ottica di comunità, convivenza e condivisione. CIRCUITI CONDIVISI per nuovi punti di vista, possibili interazioni, contraddizioni e tensioni tra le opere e le poetiche. Uno spazio in cui convivono identità diverse, in cui le differenze restano visibili e al contempo definiscono occasioni di incontro e di scambio.

 

2 – Caratteristiche delle opere:

a) Le opere a parete -(quadri, grafiche, fotografie, fumetto, illustrazione - street art) non devono superare gli 80 cm. di larghezza e i 2 mt. di altezza.

b) Opere tridimensionali (scultura, installazione): dovranno occupare uno spazio massimo di 1 mt.x1mt.x1mt. 

c) I video devono avere la durata massima di 4 minuti (compresi eventuali titoli e titoli di coda). I video possono essere inviati tramite link (youtube/vimeo) o CD-ROM.

d) Le performance devono avere una durata massima di 10-15 minuti. Eventuale materiale scenico e audio è a carico dell’artista. Circuiti Dinamici non procurerà materiale per la performance, Candidarsi solo se si è in grado di realizzare la performance durante la serata d'inaugurazione.

e) Poesia:inviare massimo 4 composizioni inedite, ciascuna non superiore a 40 versi in formato .Doc/Word.

 

3  – Termini e modalità di partecipazione

La candidatura al concorso e alla selezione è assolutamente gratuita. La quota di partecipazione alla mostra,  solo per gli artisti selezionati, è di 53 euro per artista, di cui 28 euro relative all’organizzazione della mostra e 25 per il tesseramento all’Associazione. Per gli artisti già tesserati la quota di partecipazione è di  25 euro.

Per chi parteciperà alla sezione PERFORMANCE/POESIA (e solo per la suddetta sezione):

La quota di partecipazione alla mostra è di 35 euro per artista/poeta, di cui 10 euro relative all’organizzazione della mostra e 25 per il tesseramento all’Associazione.  Per gli artisti/poeti già tesserati la quota di partecipazione è di 10 euro.

4 -Le iscrizioni sono aperte fino a domenica 25 ottobre 2020

5 - Consegna documentazione:

Inviare la documentazione a: circuiti.arte@gmail.com con i seguenti allegati:

curriculum vitae: incluso di nome, cognome, data di nascita, residenza, cellulare ed e-mail.

immagini.JPG delle opere (alta risoluzione per stampa - 300 dpi), con didascalia dell’immagine (nome, cognome, titolo, misure, tecnica, materiale)

- è gradito un breve accenno sull'idea/progetto dell'opera

 

“Good Morning Covid-19”. Nel romanzo d'esordio di Carla Di Donato le surreali e imprevedibili vie d'uscita da una pandemia.


Sabato 24 ottobre 2020 alle ore 18.30, presso lo IALS di Roma, la presentazione del libro. 

A dialogo con l'autrice lo scrittore Luca Improta. Simone Nebbia, scrittore e critico, e Pergentina Pedaccini Floris, studiosa di letteratura e comunicazione, saranno i moderatori dell'incontro che si svilupperà anche tra letture e performance di danza.


***

Ingresso libero, posti limitati. 

La prenotazione è obbligatoria, tramite e-mail: goodmorningcovid19@gmail.com

 

 

Come sopravvivere ad una lunga quarantena? Ad una crisi mondiale? Ad una pandemia? Come sfuggire al nemico invisibile: l'ansia, la paura... se stessi? Quattro amici più una voce narrante, uniti ma divisi nel lockdown, si inventano le loro originali, comiche, imprevedibili e surreali vie d'uscita. Good Morning Covid-19, edito da Edizioni Era Nuova, è il primo romanzo di Carla Di Donato, autrice di volumi e saggi accademici (Carocci, 2015), testi teatrali, collaboratore per “La Civiltà Cattolica”, danzatrice e insegnante di Theatre Jazz, che sarà presentato a Roma, sabato 24 ottobre alle ore 18.30, presso lo IALS di Roma (Sala 1). A dialogo con l'autrice lo scrittore Luca Improta, moderati dallo scrittore e critico Simone Nebbia e da Pergentina Pedaccini Floris, studiosa di letteratura e comunicazione. Letture a cura di Filly Balice, ideazione coreografica a cura di Manolo Casalino, danzatrice Cassandra Genovesi.

Il romanzo è nato durante il 'tempo sospeso' della quarantena, un tempo solo in apparenza immobile che l'autrice, tra caos, contraddizioni e paure, condivideva online con i suoi allievi e amici in occasione del rituale “risveglio muscolare”. Good Morning Covid-19 vuole raccontare l'intenso movimento di questo periodo; il grande viaggio interiore intrapreso durante la chiusura forzata alla scoperta di un “altrove” da affrontare e da non temere. (A tal proposito la dedica “La staticità mi annoia” di Marco Ierva è un “controtempo” ideale ad un libro ambientato in quarantena).


Farò il risveglio in videochiamata, così loro vedono me ma soprattutto io vedo tutti loro, penso. Perché li voglio vedere. Come lo chiamo questo gruppo? Beh, risveglio... Buongiorno... Good Morning... [...] Da circa due settimane, giorno più giorno meno (chi se li ricorda così precisi i giorni?), ogni mattina alle 10.30, tranne la domenica, “Good Morning Covid-19” si sveglia, da solo, si dà il buongiorno, da solo e... inizia a risvegliarsi... insomma... inizia la sua giornata. Nel frattempo il gruppo si è un po’ allargato, la mamma di un’amica, conoscenti... ma non più di otto-dieci in tutto. È un gruppo di persone che si sveglia la mattina... e sceglie di alzarsi dal letto e vestirsi”. (Estratto dal capitolo “Conosci te stesso”). 


“Avevo la necessità di costruire un universo letterario intorno a un mondo di personaggi che definisco 'per caso', ovvero storti, sghembi, non a fuoco, in cerca di equilibrio in un momento storico assurdo, e in cui ognuno si può ritrovare. - Racconta la scrittrice - I cinque personaggi sono osservati dalla voce narrante all'interno di un prisma, sono 'vetri di piume'; non hanno filtri, aprono e condividono il loro mondo interiore e lo rovesciano all'esterno con generosità e follia”. Fluncho, il Ninja, Sandwich, La Flaca e Carlot siamo noi, sono i nostri amici visti da un narratore che, da Plotino a “Chorus line”, da Alda Merini a Mr. Rain, ci sorprende ad ogni passo nel labirinto della nostra, umana, libertà: scegliere, ogni giorno, di dare il Buongiorno alla Vita. 


Good Morning Covid-19 non segue un filo logico tra gli avvenimenti, è un labirinto di pensieri ispirato dall'opera in copertina del libro di Nino Vario - continua Di Donato - Non c'è consequenzialità, ci sono accadimenti che si intersecano, così come nella vita quotidiana. In realtà, anche stando fermi noi abbiamo volato, viaggiato. Abbiamo fatto saltare tutte le strutture, riorganizzato le nostre vite, i nostri pensieri, le nostre emozioni. E sperimentare nuove forme di viaggio, di cambiamento, può aiutarci a trovare un (nuovo) centro e affrontare meglio, in modo diverso, la paura”.


“Il 2020 è un anno speciale: il virus ha sconvolto le nostre abitudini, le nostre certezze e questo libro ne è la testimonianza. La musica, il ballo diventano l’unica via di uscita, di essere felici, di conoscersi, la possibilità di volare, immaginare, viaggiare. Alla Roma di viale Regina Margherita si aggiungono Fiumicino, Londra, il mondo. Poi la quarantena finisce, si esce dalla grotta, e si torna a vivere, ma con una conoscenza nuova che ti fa vedere nel mondo e il mondo come per la prima volta”. (Dalla prefazione a cura di Pergentina Pedaccini Floris).


 

Carla Di Donato
è autrice di volumi e saggi accademici, testi teatrali (nel 2010 vince il Premio Fersen con “Il Ponte”), poesie e format per la radio (“A scena aperta”), è giornalista pubblicista, per “La Civiltà Cattolica” cura la sezione Teatro e Spettacolo dal vivo della rubrica “Rassegna Bibliografica”. Ricercatrice indipendente in Teatro e Arti dello Spettacolo, Dottore di Ricerca presso le Università La Sorbonne Nouvelle-Paris III e Roma Tre, pubblica monografie su Alexandre Salzmann (Alexandre Salzmann e la scena del XX secolo, Carocci 2015; L'invisibile reso visibile, Aracne, 2013). Precedentemente curatrice e relatrice del progetto di formazione del pubblico “Il Corpo che Danza” presso il Teatro Stabile dell'Umbria e Ricercatrice per il Peter Brook Special Project presso il Victoria and Albert Museum di Londra. Danzatrice jazz (BOP Jazz Theatre Company/UK), insegna Theatre Jazz presso lo Ials Roma.

 



venerdì 16 ottobre 2020

"Pieno, vuoto. Divergenze consonanti". Alla Galleria d'Arte 2000 & NOVECENTO di Reggio Emilia, in mostra le opere degli artisti Marco Gastini, Giorgio Griffa e Nunzio.

 


PIENO, VUOTO. DIVERGENZE CONSONANTI
Marco Gastini, Giorgio Griffa, Nunzio

Dal 24 ottobre 2020 al 24 gennaio 2021

Galleria d'Arte 2000 & NOVECENTO
Via Sessi, 1/F, Reggio Emilia

INGRESSO LIBERO

La mostra sarà visitabile fino al 24 gennaio 2021 nei seguenti orari: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì, sabato ore 10.00-12.30 e 16.00-19.30; giovedì e domenica solo su appuntamento.  
L'accesso agli spazi della Galleria sarà contingentato nel rispetto delle disposizioni previste dal Governo e sarà obbligatorio l'uso della mascherina.



La Galleria d'Arte 2000 & NOVECENTO di Reggio Emilia, in Via Sessi, 1/F,  presenta, dal 24 ottobre 2020 al 24 gennaio 2021, la mostra "Pieno, vuoto. Divergenze consonanti" con opere di Marco Gastini, Giorgio Griffa e Nunzio. Tre artisti che offrono un importante contributo alla contemporaneità espressiva ed artistica, testimonianze di segni diversi, che ripercorrono la ricerca e la storia della produzione artistica italiana.




Nella sua ricerca plastica Nunzio (Cagnano Amiterno, L'Aquila, 1954) cerca di eliminare tutto ciò che vi è di superfluo, ciò che non serve. Una forma, uno spazio, un pensiero, diventa qualcosa di esemplare e questo spesso lo fa togliendo e mai aggiungendo. Così facendo ha ridefinito il concetto stesso di apparenza, attraverso splendidi lavori architettonici che uniscono sostanza, corpo e vuoto in uno straordinario equilibrio ritmato. Un'azione combattiva tra peso e leggerezza, una forte tensione tra i due poli, così che la materia stessa risulta come contrastata al suo interno.


Per Giorgio Griffa (Torino, 1936), parafrasando Milan Kundera, si potrebbe affermare che nel contrasto tra i valori guida della nostra esistenza, la pesantezza e la leggerezza, l'artista torinese si pronuncia a favore di quest'ultimo termine, optando per il fascino discreto, la carica elusiva e inafferrabile della leggerezza. Al pieno, all'incombente, all'ingombro fisicamente concreto dei materiali, l'artista torinese oppone la fragile inconsistenza delle sue tele non trattate; lasciate fluttuare sulla parete, libere dalla schiavitù della cornice e del telaio, mentre il colore, scartate le tinte pure e le squillanti accensioni timbriche, è smorzato su una gamma di mezzi toni e ricondotto al tracciato elementare della linea. Emerge una poetica del vuoto, del non finito, assunto come norma programmatica di un processo operativo lasciato intenzionalmente aperto e non concluso. Per Griffa, la rappresentazione dello spazio si realizza tracciando sulla superficie della tela una sequenza di segni, senza necessariamente obbedire alle regole tradizionali della composizione. I segni primari, nella loro semplicità, sono disposti a formare una successione ritmica che, a un certo punto, s'interrompe, lasciando spazio a quel vuoto che diventa sinonimo d'incompletezza ma anche allusione di infinita potenzialità.


Marco Gastini (Torino, 1938-2018) è presente con tre opere databili a metà degli anni 2000, periodo in cui l'artista torna a focalizzarsi sullo spazio della singola grande tela, lavorando sulle contrapposizioni tra pieno e vuoto, tra estremamente leggero ed estremamente pesante. Si apre così un nuovo mondo plastico pittorico, una diversa dimensione spazio-temporale, dove ogni elemento (pieno-vuoto, luce-ombra, materia-colore) risulta come sospeso nella solitudine del proprio apparire puro e semplice, all'interno di una libera, complessa, ed anche contraddittoria, fenomenologia visiva che scatta come fatto estetico unitario attraverso l'effetto catalizzatore dell'azione dell'artista, attraverso cui prende forma l'energia della pittura.



 Per informazioni
 Tel. 0522 580143 - info@duemilanovecento.it


***





CSArt - Comunicazione per l'Arte
Via Emilia Santo Stefano, 54
42121 Reggio Emilia 
T. +39 0522 1715142 - info@csart.it 
Chiara Serri
M. +39 348 7025100  - chiara.serri@csart.it  

Rome Art Week. Anche la galleria Horti Lamiani-Bettivò aderisce alla V edizione con la mostra collettiva "Nonostante tutto", a cura di Daniele Arzenta.

 


NONOSTANTE TUTTO

Mostra collettiva d'arte contemporanea

Sergio Angeli | Monica Pirone | Alessandro Cannistrà | Donato Piccolo | Ennio Calabria | Domenico Giglio | Stefano Trappolini | Carola Masini | Pietro Calabrese | Fabio Massimo Caruso


A cura di Daniele Arzenta | assistenza alla curatela Fabiana Grosso

Dal 26 al 31 ottobre 2020
Inaugurazione: lunedì 26 ottobre ore 18:00



Via Giovanni Giolitti 163, Roma



In occasione della V edizione di Rome Art Week e a seguito della ripresa delle attività, per la riapertura dei musei e dei luoghi della cultura, la galleria Horti Lamiani-Bettivò, in via Giovanni Giolitti 163, inaugura lunedì 26 ottobre 2020, alle ore 18,00 la mostra Nonostante tutto, curata da Daniele Arzenta.

La mostra intende proporre una raccolta di opere significative di personalità di spicco dell’arte contemporanea a Roma. 

Gli artisti che ne prenderanno parte sono: Sergio Angeli, Monica Pirone, Donato Piccolo, Alessandro Cannistrà, Ennio Calabria, Domenico Giglio, Stefano Trappolini, Carola Masini, Fabio Massimo Caruso e Pietro Calabrese

Un gruppo di artisti dagli stili divergenti, dalle tecniche dissimili trovano un’armonia perfetta nello spazio di galleria, il cui allestimento è frutto della sensibilità del curatore Daniele Arzenta, come, tra l’altro, il titolo stesso della mostra – Nonostante tutto – scelto dallo stesso Arzenta per celebrare ancora una volta il trionfo dell’arte e la ripresa delle attività culturali dopo un lungo periodo di stasi e di attesa dovuto all’emergenza sanitaria.

Nel corso della mostra si potranno ammirare lavori di Sergio Angeli, artista che si è distinto soprattutto per opere pittoriche ma che, nel corso della sua carriera artistica, ha maturato una spiccata sensibilità per la poesia, la scultura e le installazioni. Le sue opere sono frutto di una sensibilità personale che congiunge il materico e lo spirituale, il mondo fisico e quello psichico. Osservando la superficie polimaterica, l’osservatore si dissipa in una selva cromatica e selvaggia di membra. Il modo in cui i colori danzano e si scontrano tra loro, con fare violento e a volte spontaneo, fa riferimento ad opere di artisti fondamentali per la storia dell’arte, come, ad esempio, Francis Bacon, Jean-Michel Basquiat, Egon Schiele, Fussli, Mario Schifano e molti altri. L’obiettivo della sua opera è quello di assorbire esperienze quotidiane e fissarle, fermandole nel tempo, cercando di scovare nella parte più oscura del proprio essere le sensazioni e interpretarle attraverso l’uso di vari materiali. 

A seguire opere di Monica Pirone, la cui attività artistica è fortemente segnata da un’energia capace di avvolgere immediatamente l’attenzione di chi guarda. La superficie si presenta come un’epidermide; un essere vivente testimone di una violenza creatrice dell’esistenza. Romana di nascita, ha una prima formazione artistica nella capitale e lavora con molte personalità di spicco del mondo dell’arte, del cinema e del teatro. 

Fortemente improntate sul connubio tra arte e scienza sono, invece, i lavori di Donato Piccolo, artista romano tra i più significativi della sua generazione. Nuvole, fumi e vapori si innalzano nelle sue opere come tracce lasciate dalla forza creatrice dell’artista che si innestano in un dialogo con macchinari e oggetti complessi, esiti di una modernità sempre più elaborata e meccanica. Come un moderno Leonardo alle prese con l’ingegneria, la tecnologia e l’arte, Piccolo è testimone di un’opera volta a riunire filosofia e scienza in un contesto sempre alla ricerca di una perfezione artefice dell’universo. 

Il tema dei fumi è anche presente nei lavori di Alessandro Cannistrà, la cui visione artistica e le tecniche innovative gli permettono di esplorare le nozioni astratte del tempo, del silenzio, dell’alienazione e del sublime. Utilizzando un materiale che “sporca” la superficie candida, il carbone su carta, ed esplorando la realtà come una sfumatura drammatica ed evanescente di Goya, Cannistrà sembra voglia far emergere istinti, pensieri e angosce nascoste nel più intimo del nostro inconscio. 

Ennio Calabria, fra i pittori più significativi della generazione emersa tra il 1950 e il 1960. Testimone attento del suo tempo, la sua pittura è rivolta sia al territorio sociale che a quello esistenziale. Inaugura una pittura in continua ricerca della definizione più profonda dell’identità e della forma del mondo nell’arte. Il tema della sua pittura è l’ininterrotta metamorfosi del soggetto messo alla prova con l’esperienza disarmante della sempre più elevata velocità degli scambi sociali. Intenso, drammatico, a volte spigoloso e fortemente penetrante, Calabria conferma l’originalità della sua pittura, continuamente in dialogo con il passato, il presente e il futuro. 

Dal linguaggio fortemente antagonista ad un sistema di potere totalizzate e critico nei confronti di ogni forma di oppressione delle libertà sociali e individuali è l’opera di Domenico Giglio. Un’arte che genera messaggi forti, simbolici, coinvolgenti, che lasciano all’osservatore la possibilità di una riflessione profonda, improntata sulla drammaticità del sociale e dell’esistenza intera. L’uso del bianco e del nero, l’uso del testo, il mettere insieme le tecniche e l’introduzione di oggetti “ready-made” sono tutti elementi che convivono nella sua opera per rivelare un’eterogeneità di esistenze che coesistono in società fatte di vittime, di carnefici, di dissidenti.

Dal forte intento comunicativo è anche l’opera di Stefano Trappolini, artista e insegnante di fotografia che espone in importanti collezioni private in Italia e all’estero. L’uso della tecnica mista, i colori primari, secondari e terziari che si contrastano e l’aggiunta di elementi esterni, come ad esempio ritagli di giornale o le sue famose “sagome”, sono portatrici di un linguaggio nuovo capace, nello stesso tempo, di guardare al passato. Complessivamente le opere sono fortemente dinamiche. Il dinamismo rimanda alla formazione dell’artista e all’attenzione che volge verso la fotografia e la cinematografia e alla sua storia. Riferimenti indiretti ad un occhio esperto possono far emergere un’attenzione verso le ricerche fotografiche di Muybridge o le opere futuriste.

Materica, scultorea, drammatica e avvolgente è, invece, l’arte di Carola Masini. La sua ricerca è incentrata soprattutto sulla scultura, sulla pittura e sulle arti visuali in genere privilegiando l’uso di materiali poveri e di recupero. L’opera materica si lega al concetto, al ricordo, al pensiero e alla forza creatrice che l’ha generata. Il tempo diventa protagonista di un’opera che richiede un lasso indefinito, come indefinito è anche il senso del ricordo, che conserviamo nel profondo delle nostre menti. 

Ad interpretare gli stati d’animo ed i relativi mutamenti sono le geometrie intriganti di Fabio Massimo Caruso, artista orvietano di nascita ma romano di formazione, che crea delle tessiture e trame di forte vitalità, improntate sulla forma e l’uso del colore. Attraverso l’uso dei segni, egli crea un effetto cinestetico che emerge dalla composizione. È un processo pittorico che nella sua dinamica crea forme in continua trasformazione, che percorrono uno spazio senza limiti. Ad emergere sono dei paesaggi interiori, dei garbugli geometrici ordinati ma caotici nello stesso tempo, che incantano l’occhio di chi guarda per la capacità di far emergere vortici di emozioni e di pensieri.  

Ultimo tra gli artisti in mostra, Pietro Calabrese. Presenta una visione artistica, che, nell’atto creativo, rimanda immediatamente al gesto surrealista. Calabrese si rifà ad una forza creatrice automatica a cui tanto si erano appellati artisti come Man Ray in sperimentazioni fotografiche. Il segno lasciato sulla superficie come su una moderna Sindone, come il ferro inumidito sporca di ruggine una superficie bianca, così l’artista indaga ogni spettro della mente e della materia fisica per lasciare testimonianza del proprio passaggio. 



Info: hortilamianibettivo@gmail.com

Orari galleria da martedi a sabato dalle ore 11 alle ore 18