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mercoledì 20 giugno 2018

Belles d'Epoque. A Siracusa la I edizione del Premio Cassandra. Un evento esclusivo all'insegna dell'eleganza e della bellezza che intende celebrare il fascino dell’automobile d’epoca.




Belles d'Epoque
Prima Edizione "Premio Cassandra"

Domenica 8 luglio 2018
Villa Cassandra
Traversa Sinerchia, 1F, Siracusa

“Un evento esclusivo all'insegna dell'eleganza e della bellezza che intende celebrare il fascino dell’automobile d’epoca.”

Sito internet: www.premiocassandra.it






“Belles d’Epoque” sarà il tema della I Edizione del “Premio Cassandra” in programma domenica otto luglio 2018 presso la splendida Villa Cassandra di Siracusa.
L’evento, organizzato dall’Infinity, agenzia di comunicazione di Bruxelles che opera sia a livello nazionale sia internazionale, in partnership con l’A.S.A.S. – Associazione Siracusana Automoveicoli Storici – si caratterizza sia per il suo prestigio – con la presenza di auto d’epoca uniche – sia per l’aria glamour che si respira durante tutta la manifestazione.
Il ricco programma della giornata è articolato in varie fasi. Si inizia con il concorso e la sfilata d’eleganza di auto d’epoca, in cui un’apposita giuria valuterà le varie automobili in base a dei criteri ben specifici. Si prosegue con il cocktail party in giardino, accompagnato dalla musica jazz live dei Boogie Googles, fino a giungere alla premiazione. Il presentatore ufficiale della manifestazione è l’attore Francesco Di Lorenzo, mentre la Madrina è Miss Italia Rachele Risaliti.
Il “Premio Cassandra” è realizzato dall’artista scultore catanese Vito Guardo.
  
L’evento prosegue con la sfilata di moda degli stilisti parlermitani Sergio Daricello e Tiziana Capillo dell’Atelier Daricello – Capillo che presentano la loro collezione di abiti da sera "Epocal".

In serata la cena di gala, riservata esclusivamente a 100 ospiti e con un menù  - “Dirty Martini” -  creato ad hoc per l’occasione dallo Chef Seby Migliore, a base di pesce e materie prime ricercate, concluderà questa splendida manifestazione, arricchita dalla presenza di Eve La Plume, la Regina del Burlesque italiano che con il suo spettacolo inedito aggiungerà un tocco di glamour in più.



Eve La Plume



 
INFO&PRENOTAZIONI 
 
Press: Marla Lombardo > 3381613713 | info@premiocassandra.it
Villa Cassandra > 3914098173
 



L’esclusa No show - tirannia dialettica della visibilità. Da un’idea di Anna d’Ambrosio e Emanuele Beluffi. Artisti: Alessio Barchitta, Emanuele Dainotti, Manuel De Marco, Ivano Sossella.



Project economART di Amy d Arte Spazio



Da un’idea  di
Anna d’Ambrosio e Emanuele Beluffi


Artisti: Alessio Barchitta, Emanuele Dainotti, Manuel De Marco, Ivano Sossella


20 giugno h. 19.30   performance
21 giugno   h. 18.30   mostra


Dal 20/06 al 16/07/2018




Cosa significa rifiuto per l’escluso?
Che forze entrano in campo?
Che tipo di consapevolezza e reattività?
La negatività del rifiuto può diventare cifra economica?

La grande ESCLUSA, l’ARTE, si nega allo show.

Nella società del positivo, in cui le cose, divenute nient’altro che merci, devono essere esposte per esistere, il loro valore culturale svanisce a vantaggio del valore espositivo.

Il valore di esposizione si fonda unicamente sul fatto di produrre interesse [….]. La società esposta è una società pornografica, ogni soggetto è l’oggetto pubblicitario di se stesso. Tutto è rivolto all’esterno, svelato, denudato, svestito ed esposto, ridotto a un prodotto “votato, nudo, senza segreto, al divoramento immediato” (Jean Baudrillard).

Solo la messa in scena espositiva genera valore: ogni sviluppo autonomo delle cose è abbandonato. L’obbligo di esposizione porta all’alienazione della COSA.

L’imperativo dell’esposizione conduce a un’assolutizzazione del visibile e dell’esteriore. L’invisibile non esiste, perché non produce alcun valore di esposizione, alcun interesse.

Nel 1998 Gérard Wajcman  identifica l’oggetto-chiave del  secolo con l’assenza, oggetto simbolico con-figurato per sottrazione, vera fabbrica di distruzione di massa  e di conseguente produzione di assenza.

Anche l’arte diventa il risarcimento di un’attesa che non approda a nessuna visita, una maniera di giocare il doppio ruolo di ospite, parlando ad alta voce e contemporaneamente tacendo per fondare il miraggio di un incontro. Umoristicamente l’artista si mette all’opera seguendo il nuovo adagio che chi cerca non trova. In tal modo egli si procura e nello stesso tempo pratica l’allontanamento da ogni incontro, la riduzione del reale al puro ingombro, al meccanico movimento dell’aprire e chiudere la porta. Aprendo e chiudendo, la porta dell’attimo.

Tutto questo va verso la costruzione di situazioni inedite che vogliono sovvertire le relazioni ordinarie producendo stupore e forte carica emozionale sui pubblici. Un esempio fra tutti Christian Boltanki, che posizionò nel sottosuolo la sua opera in modo che i visitatori non vi potessero accedere, ma potessero vederla soltanto attraverso una vetrata.






Consapevolezza


“In questi ultimi due giorni-meglio, in queste ultime due sere- ho visto una mostra chiara e senza senso e una mostra oscura ma sensatissima […]” laversionedibeluffi.wordpress.com

Il progetto espositivo l’ESCLUSA si divide in due parti:

la prima presenta l’azione performativa della negazione all’esibizione (no Arte, no show);

la seconda riscrive e reintroduce l’Arte, la reale ESCLUSA, decidendo dialetticamente come, quando e per chi mettersi in mostra.

Una scelta iconoclasta radicale, a favore del negato e del rimosso, tangibile nella sua concreta astrattezza. In cui artisti, pubblici e specialisti  sono gli attori del grande gioco dell’arte contemporanea.

Pietro Gaglianò, nel suo Memento. L’ossessione del visibile, propone esempi di artisti, collettivi, progetti ed opere d’arte che hanno saputo offrire scorci trasversali, prospettive altre e forme alternative di elaborazione di idee ,alla massificazione culturale che regna imperversando in ogni campo [….] di ottimizzare la fruizione del pubblico, di capire come, dove agire e cosa proporre.

Lo ”spazio sovrano“ viene rivendicato, ottenuto, circoscritto e protetto.

Il confine divina ed evoca, la differenza fra l’ammesso e il respinto, l’incluso e l’escluso. […..] la sua unica modalità esistenziale è l’incessante attività di separazione. Non c’è da stupirsi se il  confine trasuda ansia e tende i nervi. Tutti i confini generano ambivalenza, ma questo è eccezionalmente produttivo, qualsiasi riproduzione del reale passi necessariamente attraverso questo filtro e, dunque, quanto siano pretestuose l'esattezza e l'obiettività porta allo scoperto le trame dei comportamenti collettivi come espressione di gerarchie di valori insiti nella struttura sociale.

L'attenzione sociologica è strettamente connessa ai problemi relativi alla messa in scena acuendo il senso di sospensione temporale verso una vera asincronia.

L’analisi etnografica delle reazioni spontanee dei pubblici, permetterà di studiare oltre ai contenuti delle reazioni e del rigetto , anche la forma di queste ultime.

“Posare lo sguardo”, si dice. Deporlo, aggiungo, è un gesto di rispetto, non di rimpianto. Implica una decisione: abbandonare il punto di vista sopraelevato.

  
L’esclusa

No show - tirannia dialettica della visibilità

20 giugno  |  h. 19.30  |  performance
21 giugno  |  h. 18.30  |  mostra 




Amy d arte spazio

via Lovanio 6, Milano


+3902654872

Alik Cavaliere. L'universo verde. A Palazzo Reale di Milano la mostra antologica dello scultore, che ne ricostruisce il percorso artistico, soffermandosi sul tema della natura.


Alik Cavaliere. L’universo verde
27 giugno - 9 settembre 2018
Palazzo Reale, Milano
a cura di Elena Pontiggia

la mostra si estende a
Museo del Novecento, Palazzo Litta, Gallerie d’Italia - Piazza Scala,
Università Bocconi, Centro Artistico Alik Cavaliere
 

Conferenza stampa martedì 26 giugno ore 12:00
Palazzo Reale, Sala Conferenze, Piazza Duomo 14 - 3° piano



introduce
Domenico Piraina, Direttore di Palazzo Reale

intervengono
Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano
Fania Cavaliere, Presidente del Centro Artistico Alik Cavaliere
Elena Pontiggia, Curatrice della mostra

Inaugurazione martedì 26 giugno
ore 18:00 – Palazzo Reale, Sala Cariatidi, Piazza Duomo 12
ore 20:00 – Centro Artistico Alik Cavaliere, via Edmondo de Amicis 17



Nel ventennale della scomparsa di Alik Cavaliere (Roma 1926 - Milano 1998), artista fra i maggiori della scultura italiana del secondo Novecento, Palazzo Reale ospita dal 27 giugno al 9 settembre un’importante antologica ad ingresso gratuito, che ricostruisce il percorso dell’artista, soffermandosi sul tema della natura.

Promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura e Palazzo Reale e realizzata in collaborazione con l’Archivio Alik Cavaliere, la mostra è curata da Elena Pontiggia e ha il suo cuore nella prestigiosa Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale, per estendersi poi ad altre cinque sedi in un percorso ampio e articolato che coinvolge la città di Milano: il Museo del Novecento, Palazzo Litta, Gallerie d’Italia, Università Bocconi e il Centro Artistico Alik Cavaliere.

Le opere esposte a Palazzo Reale mettono in luce le diverse fasi e tematiche dell’artista, dalle monumentali Metamorfosi dei tardi anni Cinquanta all’innovativo personaggio Gustavo B. dei primi anni Sessanta, protagonista di un racconto composito sulle tante esperienze dell’uomo del tempo, accostato a Bimecus, una valigetta “fai da te” contenente elementi in bronzo e legno, un tempo componibili anche dall’osservatore per entrare in sintonia con l’autore.
   
Emergono capolavori di straordinaria suggestione come Quae moveant animum res. Omaggio a Magritte, 1963 e il famoso Monumento alla mela, sempre del 1963; in particolare in questi due lavori l’artista riprende da Magritte il tema della mela al quale associa il pensiero di Lucrezio secondo cui la mente umana genera immagini anche irreali e la natura è vista come un ciclo infinito di nascita e morte. Dello stesso periodo si osservano Tibi suavis dedala tellus submittit. La terra feconda di frutti e Il tempo muta la natura delle cose, esposte nel 1964 in una sala personale alla Biennale di Venezia. 



La mostra si sofferma inoltre su un tema ricorrente nella poetica dell’artista, la gabbia, quale simbolo dei limiti e delle costrizioni che incombono sull’uomo; una condizione ben rappresentata in E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce, 1967 approfondita nei numerosi lavori successivi dal titolo W la libertà in cui gli elementi naturali, imprigionati all’interno di rigide forme geometriche, tentano invano di evadere. Come afferma lo scultore: “La gabbia era un senso di oppressione di qualche cosa a cui non riusciamo a sfuggire. Ho anche imprigionato ricordi, memorie, cose che si erano perdute. La natura fioriva all’esterno di questa gabbia”.

Di grande rilievo sono le sculture monumentali come lo spettacolare Albero per Adriana, 1970 e Mezzo albero, 1971 e il percorso si conclude, negli anni Novanta, con l’irripetibile installazione della Grande pianta Dafne (cm 450x410x400), 1991. L’opera, riprendendo il mito di Apollo e Dafne narrato nelle Metamorfosi di Ovidio, ritrae la figura femminile avvolta da un intrico di rami e allude al legame simbiotico tra l’uomo e il mondo naturale.

L’esposizione nella Sala delle Cariatidi rivela che l’artista ha anticipato di decenni problematiche e sensibilità che oggi sentiamo come nevralgiche. Commenta a tale proposito Elena Pontiggia: “Nessun artista, nella scultura del Novecento, ha scolpito il mondo della vegetazione e, per essere più precisi, l’universo verde delle foglie, dei frutti, dei cespugli, degli arbusti, degli alberi, come Alik Cavaliere”. Nella sua ricerca l’artista infatti ha affrontato molti soggetti, come si osserva nelle varie sedi della mostra, ma il tema della natura, nei suoi aspetti di rigoglio e sofferenza, espansione e costrizione, è il centro di tutto il suo operare.

Quello di Cavaliere è un lavoro in cui le tante fonti di ispirazione artistica - da De Chirico a Magritte, da Giacometti a Duchamp, dall’informale alla Pop Art all’arte concettuale, senza escludere qualche reminiscenza Liberty, pur reinterpretata con accenti insieme più ironici e più allarmati - si caricano di tante suggestioni poetiche e filosofiche con riferimenti a Lucrezio, Campanella, Petrarca, Leopardi, Giordano Bruno, Spinoza, Shakespeare, Rousseau, Ariosto, dando vita a opere ricche di significato, ma mai letterarie o meramente contenutistiche. Nella sua arte le domande esistenziali si mescolano al gioco dada, la precisione della forma di ascendenza surrealista si alterna alla libertà della materia di derivazione informale, il senso artigianale della scultura convive con l’operazione concettuale, generando opere tra le più singolari e le meno inquadrabili del nostro panorama espressivo.

Accanto al nucleo centrale di Palazzo Reale, la mostra diffusa propone focus specifici in altre sedi come un grande omaggio di Milano ad Alik Cavaliere.

Il Museo del Novecento ospita il ciclo “Le avventure di Gustavo B.”, a partire da Il Signor G.B. si innamora, opera acquisita dalle civiche raccolte nel 1984, in occasione dell’apertura del Cimac. In mostra saranno presentate al pubblico altre 4 sculture e un dipinto della medesima serie ideate dall’artista tra il 1960 e il 1963, dedicate alle vicende “surreali” dell’immaginario signor Gustavo B., in qualche modo alter ego dell’artista.

Palazzo Litta, nell’ambito dell’innovativo progetto Palazzo Litta Cultura ideato dal Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo per la Lombardia e da MoscaPartners, accoglie l’opera E sarà sempre di tutti quelli che credono con la loro arte di defraudare la natura (1967) nel giardino interno al Cortile d’Onore, mentre alle Gallerie d’Italia è ospitata la scultura W la libertà (1976-77), che riprende il tema delle piante rinchiuse nelle gabbie. L’Università Bocconi - Sala Ristorante pone l’accento sulle incisioni originali Attraversare il tempo realizzate a quattro mani con Vincenzo Ferrari e infine il Centro Artistico Alik Cavaliere offre un’ampia raccolta di lavori di piccole e grandi dimensioni, esposti sia all’interno, sia nel giardino.

Accompagna la rassegna il catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale, con testi della curatrice Elena Pontiggia, di Francesco Tedeschi, Angela Vettese, Francesca Porreca, Davide Polesel, una poesia su Cavaliere di Miklos Varga, e con una testimonianza della figlia Fania Cavaliere.

La mostra si inserisce nel percorso con il quale Palazzo Reale, per il terzo anno consecutivo, esplora nella programmazione estiva l’arte contemporanea, rafforzando quest’anno la proposta con la collaborazione del Museo del Novecento e presentando così alla città quattro artisti per raccontare la creatività dei nostri tempi: Agostino Bonalumi, Alik Cavaliere e Pino Pinelli a Palazzo Reale, Agostino Ferrari al Museo del Novecento.

UFFICI STAMPA

IBC Irma Bianchi Communication
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Testi e immagini scaricabili da www.irmabianchi.it
   
COMUNE DI MILANO  Elena Conenna - elenamaria.conenna@comune.milano.it

SILVANA EDITORIALE  Lidia Masolini - T +39 02 45395111 - press@silvanaeditoriale.it

“Morsi di Sicilia”, al “Sultano” va in scena l’isola da ascoltare, da vivere, da assaggiare.

L'incanto di una sera d'estate. Il fascino di un'antica masseria fortificata tra la campagna e il mare. La magia di suggestioni letterarie evocate da uno spettacolo itinerante sotto le stelle. La seduzione del gusto con una stuzzicante cena a base di piatti tipici della tradizione. È questo il mix di ingredienti delle serate a tema "Morsi di Sicilia", organizzate nella splendida cornice della dimora storica "Il Sultano" sulla Strada S. Croce a Punta Secca (località assurta a grande notorietà grazie alla serie televisiva "Il commissario Montalbano") a partire dal 22 giugno con inizio alle ore 21, e che si svolgeranno ogni venerdì per tutta l'estate. 

L'obiettivo di "Morsi di Sicilia" è quello di condurre lo spettatore che abbia varcata la soglia della dimora, in un viaggio a ritroso nel tempo, alla ricerca dell'anima autentica della nostra terra. Un viaggio tra toponimi arabi e tipologie costruttive che ricordano l'hacienda di Spagna; tra luoghi, arnesi e memorie del lavoro contadino raccolte nel museo etnografico ricavato all'interno della dimora, e ambienti nobiliari dalle raffinate atmosfere, riservati alla famiglia proprietaria. Come lussureggianti giardini mediterranei, terrazze per scrutare il mare all'orizzonte e sale da conversazione.

A fare da colonna sonora e commento al viaggio saranno brani musicali e letterari – da Verga a Bufalino, da Buttitta a Tomasi di Lampedusa e altri - cuciti assieme in uno spettacolo, scritto e diretto da Alessandro Sparacino e interpretato dagli attori dello spazio Cultura "Piccolo Palcoscenico". Concluderà la serata un buffet all'aperto, preparato dalla chef Daniela Blandino, che delizierà il palato con un percorso gastronomico inteso ad approfondire la conoscenza della tradizione locale, con piatti tipici rivisitati e ingredienti del territorio, dai formaggi stagionati ai prodotti delle nostre campagne, dalla pasta di grani antichi fino al bianco mangiare di mandorle.

"Morsi di Sicilia" è organizzata dall'Associazione culturale "Il Sultano" in collaborazione con lo spazio Cultura "Piccolo Palcoscenico" e Human Travel Group - tour operator, che metterà a disposizione dei bus navetta per raggiungere la struttura da Scicli, Sampieri, Marina di Modica, Pozzallo, Modica, Ragusa, Ragusa Ibla e Marina di Ragusa (orari e punti di partenza su https://www.humantravelgroup.com/seratatipicasicilia).

«Morsi di Sicilia - spiega il presidente dell'Associazione culturale "Il Sultano", Carmelo Iacono – nasce dall'esigenza di ampliare l'offerta turistica e culturale del nostro territorio, con una formula innovativa che punta a offrire un'esperienza unica e irripetibile, valorizzando luoghi, la cultura e il buon cibo». Per informazioni e prenotazioni, telefonare allo 0932 090149 oppure al 338 1302258. La prenotazione è obbligatoria.

Pokè Nights!. A Milano un nuovo goloso appuntamento da East Market Diner

Da Milano a Honolulu il passo è breve, soprattutto in fatto di gusto. Nasce così un nuovo appuntamento con la cucina internazionale firmato East Market Diner, lo spin-off del popolare mercatino domenicale East Market. Dal 21 al 24 giugno quattro giorni non stop dedicati al Pokè hawaiano, piatto tipico della tradizione dell'isola.
Il nome significa “tagliato a tocchi”, e infatti il pesce è senza lische e tagliato a quadrotti, non a fettine. Tradizionalmente di piovra o di tonno, nasce come piatto povero dei pescatori e quindi nella scodella erano contemplati anche alimenti scarto. Il condimento “poke” nasce da influenze asiatiche, e, infatti, è realizzato con salsa di soia, alghe, olio di sesamo con l'aggiunta di cipolle, peperoncino, verdure, spezie e altro. La ricetta, nata come contaminazione, si trasforma oggi ancora una volta e può contemplare pomodori, peperoni verdi, insalata o avocado.
Da East Market Diner sarà possibile personalizzare la propria ciotola con tanti ingredienti freschi e diversi. Riso, alghe, edamame, carote, cetrioli, mango, avocado, ginger, arachidi, salmone o tonno della migliore qualità, la nuova versione con gamberi fritti o tofu nella versione per vegani. Nel menù anche Avocado Fries e Pokè Buger.
Oltre alla sala interna, da East Markert Diner è anche disponibile il terrazzo sul tetto dell'edificio con quaranta posti a sedere e proprio per la natura informale e legata alla tradizione dello street food non è previsto il servizio al tavolo.

Pokè Nights!
East Market Diner
Dal 21 al 24 giugno  
Giovedì e venerdì dalle 18 alle 24
Sabato dalle 12 alle 24
Domenica dalle 12 alle 22
Infoline 0266661881