Project economART di Amy d Arte Spazio
Da un’idea di
Anna d’Ambrosio e Emanuele Beluffi
Artisti: Alessio Barchitta, Emanuele Dainotti, Manuel De Marco, Ivano Sossella
20
giugno | h. 19.30
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performance
21
giugno
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h. 18.30
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mostra
Dal 20/06 al 16/07/2018
Cosa significa rifiuto per l’escluso?
Che forze entrano in campo?
Che tipo di consapevolezza e
reattività?
La negatività del rifiuto può diventare
cifra economica?
La grande ESCLUSA, l’ARTE, si nega allo show.
Nella società del positivo, in cui le cose, divenute
nient’altro che merci, devono essere esposte per esistere, il loro valore
culturale svanisce a vantaggio del valore espositivo.
Il valore di esposizione si fonda unicamente sul fatto
di produrre interesse [….]. La società esposta è una società pornografica, ogni
soggetto è l’oggetto pubblicitario di se stesso. Tutto è rivolto all’esterno,
svelato, denudato, svestito ed esposto, ridotto a un prodotto “votato, nudo, senza segreto, al divoramento
immediato” (Jean Baudrillard).
Solo la messa in scena espositiva genera valore: ogni
sviluppo autonomo delle cose è abbandonato. L’obbligo di esposizione porta
all’alienazione della COSA.
L’imperativo dell’esposizione conduce a un’assolutizzazione
del visibile e dell’esteriore. L’invisibile non esiste, perché non produce
alcun valore di esposizione, alcun interesse.
Nel 1998 Gérard Wajcman identifica l’oggetto-chiave del secolo con l’assenza, oggetto simbolico
con-figurato per sottrazione, vera fabbrica di distruzione di massa e di conseguente produzione di assenza.
Anche l’arte diventa il risarcimento di un’attesa che
non approda a nessuna visita, una maniera di giocare il doppio ruolo di ospite,
parlando ad alta voce e contemporaneamente tacendo per fondare il miraggio di
un incontro. Umoristicamente l’artista si mette all’opera seguendo il nuovo
adagio che chi cerca non trova. In tal modo egli si procura e nello stesso
tempo pratica l’allontanamento da ogni incontro, la riduzione del reale al puro
ingombro, al meccanico movimento dell’aprire e chiudere la porta. Aprendo e
chiudendo, la porta dell’attimo.
Tutto questo va verso la costruzione di situazioni
inedite che vogliono sovvertire le relazioni ordinarie producendo stupore e forte
carica emozionale sui pubblici. Un esempio fra tutti Christian Boltanki, che
posizionò nel sottosuolo la sua opera in modo che i visitatori non vi potessero
accedere, ma potessero vederla soltanto attraverso una vetrata.
Consapevolezza
“In
questi ultimi due giorni-meglio, in queste ultime due sere- ho visto una mostra
chiara e senza senso e una mostra oscura ma sensatissima […]” laversionedibeluffi.wordpress. com
Il progetto espositivo l’ESCLUSA si divide in due parti:
la prima presenta l’azione
performativa della negazione all’esibizione (no Arte, no show);
la seconda riscrive e reintroduce l’Arte, la reale ESCLUSA, decidendo dialetticamente
come, quando e per chi mettersi in mostra.
Una scelta iconoclasta radicale, a favore del negato e
del rimosso, tangibile nella sua concreta astrattezza. In cui artisti, pubblici
e specialisti sono gli attori del grande
gioco dell’arte contemporanea.
Pietro Gaglianò, nel suo Memento. L’ossessione del visibile, propone esempi di artisti,
collettivi, progetti ed opere d’arte che hanno saputo offrire scorci
trasversali, prospettive altre e forme alternative di elaborazione di idee
,alla massificazione culturale che regna imperversando in ogni campo [….] di
ottimizzare la fruizione del pubblico, di capire come, dove agire e cosa
proporre.
Lo ”spazio sovrano“ viene rivendicato, ottenuto,
circoscritto e protetto.
Il confine divina ed evoca, la differenza fra
l’ammesso e il respinto, l’incluso e l’escluso. […..] la sua unica modalità
esistenziale è l’incessante attività di separazione. Non c’è da stupirsi se
il confine trasuda ansia e tende i
nervi. Tutti i confini generano ambivalenza, ma questo è eccezionalmente
produttivo, qualsiasi riproduzione del reale passi necessariamente attraverso
questo filtro e, dunque, quanto siano pretestuose l'esattezza e l'obiettività
porta allo scoperto le trame dei comportamenti collettivi come espressione di
gerarchie di valori insiti nella struttura sociale.
L'attenzione sociologica è strettamente connessa ai
problemi relativi alla messa in scena acuendo il senso di sospensione temporale
verso una vera asincronia.
L’analisi etnografica delle reazioni spontanee dei pubblici,
permetterà di studiare oltre ai contenuti delle reazioni e del rigetto , anche
la forma di queste ultime.
“Posare lo sguardo”, si dice. Deporlo, aggiungo, è un
gesto di rispetto, non di rimpianto. Implica una decisione: abbandonare il
punto di vista sopraelevato.
L’esclusa
No show - tirannia dialettica della visibilità
21 giugno
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h. 18.30
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mostra
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