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mercoledì 31 maggio 2017

"Segno – Gesto – Colore”. Al Sesto Senso Art Gallery di Roma, in mostra le opere di Antonio Tamburro, Mimmo Paladino, Mimmo Centonze, Corrado Delfini.


La mostra “Segno – Gesto – Colore” mette insieme quattro artisti diversi tra loro per stile e soggetti pittorici ma accomunati da tre elementi fondamentali: il caratteristico uso del segno, del gesto pittorico e del colore. 

Nei dipinti di Antonio Tamburro l'elemento principale è il colore che emerge dalle tele in modo dirompente e armonico, attraverso l'uso di ampie pennellate e della spatola. Le scene realiste dei suoi dipinti sono costruite mediante segni pittorici riconoscibili che rafigurano la vita quotidiana: metropoli attraversate da folle di ombrelli, caffè frequentati da figure solitarie, spiagge affollate da figure femminili. Tutti i dipinti di Antonio Tamburro sono caratterizzati da una sorprendente energia e dinamismo resi sia dal gesto fluido delle pennellate, sia dai segni veloci dei pastelli ad olio che sovrapponendosi al colore lasciano alcuni particolari del disegno non finiti, quasi astratti. Nel dipinto Fermata del Taxi (120x150 cm) acrilico e olio su tela, l'atmosfera è creata dalle varie tonalità dei grigi e dalla luce che si riflette nella pioggia, interrotte come in una sinfonia musicale dalle accese note cromatiche degli ombrelli rossi, blu e dal giallo del taxi in lontananza, mentre in primo piano, con il volto nascosto dall'ombra emerge una figura femminile vestita in bianco, in attesa del taxi. 

Nelle opere di Mimmo Paladino, le incisioni dalla serie Mathematica, emerge il disegno geometrico che scompone le forme in segni precisi e netti, risaltati dalle diverse tonalità cromatiche. In queste incisioni è ricorrente l'elemento dell'uomo manichino, un archimede moderno circondato dalla monotonia e dalla ripetità degli oggetti: coni, cilindri, quadrati, sfere. Ricorrono anche i simboli alchemici e sacri come la coppa, il triangolo, le mani, la croce.

Nei dipinti di Mimmo Centonze, della serie dei Capannoni (70x100 cm) oli e alchidici su tela e carta, il gesto dinamico delle pennellate è risaltato dalla brillantezza e dalla pastosità dei colori. Le sue opere raffigurano una realtà in continua trasformazione e in perenne movimento. Attraverso un vortice di segni l'artista sembra volersi disfare delle forme reali e uscire dal magma della materia cromatica, per arrivare all'essenzialità del gesto pittorico che dal figurativo tende all' astratto. Un potente fascio di luce emerge dalle porte dei Capannoni propagando l'intero spazio di energia vitale, come un eruzione vulcanica, creando un forte senso
di vastità dello spazio.
 

Nei dipinti astratti di Corrado Delfini (tecnica mista su tela e faesite) i colori brillanti e la gestualità delle pennellate creano un effetto di osmosi che porta lo spettatore ad immaginare nuove forme dietro la trama pittorica dei suoi dipinti, in un susseguirsi di richiami simbolici inaspettati. Il suo stile è vicino all'espressionismo astratto, le sgocciolature del colore ricordano la tecnica del dripping, mentre alcuni riferimenti al graffitismo parietale ci riportano all'attualità del nostro tempo, attraverso un cammino immaginario proiettato verso il futuro. 


SEGNO - GESTO – COLORE
Opere di 
Antonio Tamburro 
Mimmo Paladino 
Mimmo Centonze 
Corrado Delfini


Dal 9 giugno al 10 luglio 2017
6° Senso Art Gallery
Via Margutta, 43
00187 – Roma
(0039) 3497075469
info@sestosensoartgallery.com  

martedì 30 maggio 2017

All'Escher di Roma l'ultima tappa di DustyEye, Il Migliore dei Futuri Possibili.


Il 10 Giugno 2017 alle ore 20.30 verrà affissa l’ultima targa del primo ciclo de Il Migliore dei Futuri Possibili, concludendo il primo viaggio tra i fiordi dello Spaziotempo.

Interverranno VKlabe - Vincenzo Bordoni e Federico Lai “ Flai” (Linus)


"In una visone lineare della Storia, dove ogni microsnodo quotidiano ha in potenza il peso di ribaltare radicalmente l’avvenire, alcuni eventi vengono posti sotto i riflettori della Memoria andando a comporre il comune ricordo di quanto è stato.

Con il Migliore dei Futuri Possibili azzardiamo ad anticipare il Domani con una serie di targhe commemorative postdatate dall’intento predittivo. Se gli eventi narrati e le date siano reali o ipotetici, sarà il tempo a deciderlo. Il Futuro non nega nulla all’immaginazione.

Progressi dell’Intelligenza Artificiale, derive dei Social Network, esplorazioni di realtà parallele, ecoterrorismo miniaturizzante. Tutto in lastre di alluminio inciso. Formato 30x20 cm.”





Per approfondire:
www.DustyEye.com

Media Partnership:
ignorarte

Eliamo live alla II edizione del BirrArt&Gourmet.


 Alzate i bicchieri di birra a ritmo di musica!

Giovedì 1 giugno 2017, a paritre dalle ore 20:15, in occasione della Kermesse "BirrArt&Gourmet" dedicata ai birrifici artigianali e al gourmet siciliano, grande musica dal vivo con Eliamo che presenterà i brani più significativi della sua discografia, brani tratti dai suoi album "Intermittent Lights” e “Hello World!”. 
 
 
Eliamo è un artista eclettico e dalle sfumature ombrose. 
 
Definito come "un cantautore filosofo", nei suoi lavori Eliamo affronta temi come il distacco, la nostalgia, la solitudine, la nevrosi, la follia e molto spesso il tema del viaggio.
Il disagio esistenziale e la ricerca della propria identità sono concetti alla base delle sue canzoni. 
 
Eliamo scrive le sue melodie, i suoi testi in inglese, compone gli arrangiamenti dei suoi lavori ed esegue i suoi brani registrando da sé ogni singolo strumento. Generalmente si presenta sul palco da solo, accompagnato dalla sua chitarra e dalle backing tracks delle sue canzoni.
 
 
Dopo un’esperienza significativa a Londra e Dublino, è negli States che la sua musica si arricchisce in modo significativo, subendo le influenze dell’elettronica e della dance. 
Al suo rientro in Italia, escono, autoprodotti, gli album ""Intermittent Lights” e “Hello World!”. 
 
Attualmente è impegnato nella produzione del suo primo album come cantautore italiano, a breve l’uscita del singolo dal titolo “Brucia”.
 

BirrArt&Gourmet
Antico Mercato di Ortigia, Siracusa

 

OtherMovie Lugano Film Festival 2017. Al via la VI Edizione che ruota attorno al tema della violenza.


Marla Lombardo, autrice della foto per il poster dell'Edizione 2017

"La vita è l'arte dell'incontro
 
05/06 Mendrisio: Casa Astra | 06/06 Lugano: Studio Foce | 07/06 Paradiso: Gallery Art on… Paper 


 07-8/06 Lugano: Cinestar Arena|09-11/06 Massagno: ArtHouse Lux 


 12-13/06 Lugano: Cinestar Arena | 12/06 Lugano: i2a Villa Saroli | 14/06 Massagno: ArtHouse Lux



info@othermovie.ch | ufficiostampa@othermovie.ch | tel. +41 78 930 57 14




La violenza. Tema complesso, difficile, subdolo. E, purtroppo, sempre d’attualità a causa della sua natura multiforme. OtherMovie Lugano Film Festival sceglie di confrontarsi per la sua sesta edizione con questa tematica delicata e che offre numerosi spunti di riflessione. L’intero programma si ramifica attorno alla violenza, tematizzandone le varie declinazioni che la compongono con l’ormai consolidata formula che ci caratterizza: proposte cinematografiche e artistiche accompagnate da dibattiti, confronti, momenti di scambio. 

Tra le novità dell’edizione vi è proprio l’accento più marcato su quest’ultima componente e sulle sezioni che la prevedono, sulla base del riscontro ottenuto lo scorso anno. A crescere non è solo l’offerta culturale che la nostra rassegna propone, ma anche l’interesse degli addetti ai lavori: sono oltre 1'500 da 94 Paesi le pellicole presentate per essere proiettate durante la manifestazione. Di queste, sono 5 i lungometraggi, 6 i documentari e più di 60 fra cortometraggi e opere di video arte, quelle rientrate nella rosa definitiva dell’edizione 2017 di OtherMovie. L’appuntamento è dal 5 al 14 giugno, con due eventi speciali prima dell’inizio del festival.


Prima dell’apertura, il festival torna con un evento speciale a Casa Astra a Mendrisio, dopo l’ottima accoglienza dell’anno scorso. Durante la serata saranno proposti un film peruviano (“Welcome to Los Cabitos”) che tematizza la detenzione clandestina dei sospettati di appartenenza al Sendero Luminoso durante gli anni Ottanta e un documentario (“In the same boat”) che tratta alcune delle principali sfide della società odierna tramite interviste ai maggiori pensatori ed economisti contemporanei: da Zygmunt Bauman a Tony Atkinson, da Sege Latouche a Mauro Gallegati. Il regista del documentario, Rudy Gnutti, sarà presente alla cena comune che si terrà nel prezioso spazio di accoglienza del Mendrisiotto.


L’apertura vera e propria quest’anno sarà una grande festa. Dalle 20 del 6 giugno lo Studio Foce sarà la cornice per accogliere tutti gli amici e i simpatizzanti del nostro progetto e per brindare al sesto anno di vita della manifestazione. Le protagoniste della serata saranno la video arte e la musica. Durante la proiezione di opere di diversi artisti locali e internazionali, numerosi momenti musicali per tutti i gusti si susseguiranno sul palco. Darà il via alle danze la cantautrice e cabarettista berlinese Stereochemistry, seguita dal trio composto dal chitarrista e cantautore Simone Baldini Tosi, dal violoncellista Kerem Brera e dalla violinista Maristella Patuzzi. Quest’ultima, con Sara Beretta Piccoli e Tamara Merlo, inscenerà l’evocativa performance “Io non ho paura”. Altri importanti contributi musicali saranno dati da Marko Miladinovic, dai Fedora Saura, da Baby Lou e dai Balkan Lovers.



OtherMovie fin dalla sua nascita si propone come ponte culturale fra Est e Ovest grazie alla sinergia con diversi festival cinematografici europei e non. In quest’ottica è un grande onore annunciare un evento di sicuro richiamo. Il 2 giugno sarà inaugurata all’ArtHouse Lux di Massagno l’esposizione fotografica “10 anni di Kustendorf”, in collaborazione con l’omonimo festival del film creato da Emir Kusturica e con la scuola di cinema di Lugano (Cisa). Le immagini saranno l’occasione per ricordare gli amici e i colleghi del pluripremiato regista balcanico, che in questo decennio hanno visitato l’etnovillaggio costruito nella Serbia sud-occidentale. Fra questi: Johnny Depp, Diego Armando Maradona, Cristian Mungiu, Asghar Farhadi, Isabelle Huppert, Matteo Garrone, Jean-Pierre e Luc Dardenne, per citarne alcuni. La mostra sarà visitabile durante gli orari d’apertura del cinema fino alla fine del festival. Il 10 giugno, sempre al Lux sarà proiettato il documentario realizzato da Kusturica stesso sulla propria creatura, mentre l'11 sarà presentata al pubblico una scelta di cortometraggi presentati al Film Festival di Kustendorf.


Un’altra interessante esposizione fotografica prenderà avvio il 7 giugno all’Art on… paper di Paradiso ed è Perdite [S]velate dell’artista italo-svizzera Giuli Gibelli. La mostra – aperta per dieci giorni – propone il punto di vista della fotografa sulle perdite che vive chi è vittima di violenza.

Tra i momenti più attesi della rassegna, la proiezione di "Dietro gli occhiali bianchi", documentario che - tramite il racconto di mostri sacri del cinema come Martin Scorsese e Giancarlo Giannini - propone il racconto della vita e della carriera di Lina Wertmüller. La pellicola, una prima in Svizzera, contiene numerosi video e immagini inediti ed è stata realizzata da Valerio Ruiz, suo aiuto regista e stretto collaboratore. Ruiz sarà presente la sera della proiezione per portare una sua riflessione personale sulla celebre cineasta italiana. Il 7 giugno al Cinestar.


La violenza nella sua forma psicologica e di genere sarà il punto centrale da cui si svilupperà la serata dell'8 giugno al Cinestar. Le registe Cristina Puccinelli e Elisabetta Pandimiglio toccheranno infatti - tramite rispettivamente il corto "Stella amore" e il documentario "Sbagliate" - il tema delle donne che non desiderano avere figli e di come vengano viste dalla società. In chiusura di serata, organizzata in collaborazione con MissDonna Club, seguirà una tavola rotonda a cui saranno presenti le due cineaste e curata dalla dottoressa Piera Serra. In continuità con quanto fatto finora, il 9 giugno la sala di Massagno ospiterà quattro cortometraggi greci provenienti dal Greek Film Center di Atene.


Uno spazio ancora maggiore, si diceva, è stato conferito quest'anno ai momenti di incontro e di scambio su argomenti d'attualità. Per questo, visto l'alto gradimento suscitato nel 2016, raddoppierà l'appuntamento per la sezione A proposito del Medio Oriente/About the Middle East”, curata dalla giornalista Chiara Sulmoni. Dopo la Siria l'anno scorso, il focus si sposta ora sull'Afghanistan. Venerdì 9 sarà proiettato "Kabullywood", premio della critica al Festival del Film Orientale di Ginevra. Ospiti della serata saranno Farhad Bitani - ex capitano dell'esercito afghano - e Claudio Bertolotti - ex ufficiale della Nato reduce dallo Stato asiatico -, che faranno il punto sullo stato attuale del martoriato Paese. Il 10, a margine di altre proiezioni di valore, si ribalterà il punto di vista trattando il tema della sicurezza con gli occhi dell'Europa. Oltre a Bertolotti, parteciperanno al dibattito Daniele Raineri - giornalista e inviato di guerra de "Il Foglio" - e l'esperto di sicurezza Stefano Piazza. Seguirà all'incontro la proiezione del lungometraggio "Sporazum" (letteralmente "Accordo"), che affronta il tema del difficile ritorno dei serbi alle proprie case in territorio kosovaro.


Un gradito ritorno per OtherMovie è l'artista ticinese Pierre Casè. A lui è dedicata una serata speciale - il 12 giugno al Cinestar - con la proiezione del documentario "Come in una favola", realizzato da René Pandis e Thomas Radlwimmer. La pellicola indaga sulla vita e sull'opera dell'artista valmaggese, che per parlarne sarà presente all'evento assieme a Pandis. Il 13 giugno invece ci sarà spazio per un momento di meta-riflessione di sicuro interesse. All'i2a alle 18.15 prenderà avvio il dibattito "Il cammino incerto. Dove va il cinema?". Il produttore Nicola Bernasconi, il direttore del Cisa e dell'ArtHouse Lux Domenico Lucchini e Roberto Rippa, co-direttore della rivista digitale "Rapporto Confidenziale" affronteranno la crisi della settima arte. A seguire il film "Cut", che tematizza il problema attraverso lo sguardo di un operatore cinematografico. Sempre il 13 sarà proiettata la pellicola “Babylon Sisters” di Gigi Roccati. Il lungometraggio italiano affronta con piglio brillante il tema dell’integrazione.


Il 14 giugno si terrà infine "[S]guardo da vicino", il concorso ufficiale di OtherMovie. Le undici pellicole arrivate alla fase finale saranno giudicate da una giuria internazionale che al termine della giornata premierà le opere più meritevoli. In chiusura di festival nuovamente un momento di festa e allegria. Alle 22 Sarà proiettato il documentario di Engjell Ndocaj "Marco Zappa: La musica è la mia vita... ma l'Albania è il mio amore", un viaggio nella vita artistica di tre musicisti. A seguire, il party "Back to the '60": concerto del Trio Marco Zappa, con Angelo Quatrale e Ilir Krzekurti. La serata si terrà all'ArtHouse Lux.

Drago Stevanovic

Direttore OtherMovie






Programma Completo del Festival > http://othermovie.ch/programma-2017



lunedì 29 maggio 2017

Street Attack 2.0. A Roma, in via Giolitti, l’artista Mauro Sgarbi dipingerà un nuovo murale.


Desertum fecerunt et pacem appellaverunt

Un motto del Movimento Studentesco, che potrebbe descrivere al meglio la posizione di alcuni intellettuali dei I Municipio: rendere il Centro Storico di Roma un guscio vuoto, cancellando feste e tradizioni e vietando ogni forma d’arte di strada, disumanizzare i poveri e i deboli, alzare barriere.

Posizione che le Danze di Piazza Vittorio, nate dall’idea di un gruppo di amici, uniti dall’amore per l’Esquilino, per la musica e le danze popolari, hanno sempre combattuto; per loro, il Centro Storico è uno spazio vivo, in cui fare conoscere e condividere la bellezza e la dignità di culture differenti, che si arricchiscono a vicenda, in una nuova e più ampia armonia.

Le armi di questa battaglia sono i linguaggi universali, comuni a ogni uomo: la Musica, la Danza e l’Arte.
Negli ultimi anni, infatti, le Danze di Piazza Vittorio hanno affiancato agli incontri, ai laboratori e alle sonate in piazza,  una serie di iniziative di Street Art all’Esquilino, per rendere più vivibili con la bellezza gli spazi urbani del Rione, spesso dimenticati dalle istituzioni e dai suoi abitanti.
Iniziative che, in collaborazione con la Casa dei Diritti Sociali,  hanno reso una porzione degradata di via Giolitti un museo a cielo aperto, grazie ad artisti del calibro di Mauro Sgarbi e di Beetroot.

Grazie alla collaborazione con l’AGS CoRiME, con il grande murale Diversità Elemento di Vita, un’opera di Mauro Sgarbi diventata uno dei simboli del Rione, e con le installazioni dell’artista Leonella Masella, le Fontane di Marc’Antonio e Cleopatra, le Danze di Piazza Vittorio hanno poi reso il Nuovo Mercato Esquilino uno dei punti di riferimento dell’Urban Art capitolina.

Il 10 e 11 giugno questa storia si arricchirà di un capitolo, ritornando nel luogo da dove è cominciata, in via Giolitti 225.

In occasione di Street Attack 2.0, l’artista Mauro Sgarbi dipingerà un nuovo murale, che renderà onore a uno degli uomini simbolo del Rione, che con semplicità, ogni giorno ne incarna i valori e ne tiene viva la memoria.

E la mattina dell’undici giugno, alle ore 11.30, le Danze di Piazza Vittorio celebreranno questo atto d’amore e di creatività con uno spettacolo di musica e ballo, per racchiudere in un unico abbraccio di note tutti i popoli dell’Esquilino.

Dove: Roma, via Giolitti 225

Quando: 11 giugno 2017, ore 11.30

Contatti: Emanuela Cinà


Cellulare: +39 3921216678



A Pescara la mostra "In tempore belli" di Gian Piero Gasparini, con testo critico di Emanuele Beluffi.



Gian Piero Gasparini. In tempore belli 
Dal 2 al 15 giugno 2017 
Vernissage 2 giugno ore 18:00
Sala degli Alambicchi – Ex Aurum | Largo Gardone Riviera, Pescara 


IN TEMPORE BELLI

Battaglia contro il tempo

L'arte è un artificio, una bugia. Ma è fatta per porsi domande e dare emozioni.

Le domande importanti sono poche e una di queste è: perché non possiamo fermare il tempo?

Questa mostra fa parte di un ciclo di tre nelle quali l’artista analizza il rapporto tra l’opera d’arte e il tempo.

Questa sezione espositiva comprende dieci opere tratte dal Rinascimento italiano che fanno parte di un percorso, sulle quali l’artista ha svolto un lavoro di riscrittura.

L’opera d’arte non è mai il prodotto della solitudine assoluta; ha bisogno degli altri, di un lettore, di uno spettatore o uditore che la riceva e, in un certo senso, la ricrei. A questa condizione opera il miracolo della nascita e della rinascita.

Opere che ormai ci appartengo tanto culturalmente quanto affettivamente riscritte in una chiave di lettura inedita, come viene definita in gergo musicale una “cover”, ovvero una riedizione, nella quale la geometria ha una propria funzione specifica e cioè di suggerire e di indagare attraverso il colore separato, coagulato in campiture, a definire lo spazio e creare le premesse per una analisi , fino a che punto un’opera d’arte può essere reinventata?

Ciò che sta alla base di qualunque creazione sta anche alla base di qualunque percezione e ricezione: leggere un libro, ascoltare della musica o guardare un quadro significa appropriarsene e, in questo senso, ricrearli.
 
 

>>> Leggi qui il testo della mostra <<<
 


Sala degli Alambicchi - Ex Aurum
Largo Gardone Riviera
65126 Pescara 

Titolo dell'evento: 
Gian Piero Gasparini. In tempore belli

Data di vernissage: 
2 giugno ore 18,00

Data di chiusura:  
15 giugno 2017

Orari di apertura:  
tutti i giorni 9:00-13:00 / 15:00-19:30

Tel: 
085 454 9508

Biglietto: 
ingresso libero

Orario del vernissage: 
18,00 - 21,30



Catalogo: 
LDV - Vanilla Edizioni


venerdì 26 maggio 2017

“Marquise”. Alla galleria Statuto13 di Milano, la mostra personale di Paola Paleari, a cura di Massimiliano Bisazza.


“Marquise”

Mostra personale di pittura di:
Paola Paleari

A cura di Massimiliano Bisazza

Opening:  7 giugno  2017 dalle h 18,30 alle h 21,00
In mostra fino al 20 giugno 2017 mattino

Presso: Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13
Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano

Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato


Una realtà necessaria a Paola Paleari pittrice è quella di fare arte. Esprimere il proprio sentimento, anche quello più recondito, le proprie paure, le violenze psicologiche subite sono un'esigenza insopprimibile e intensa; ma anche raccontare i luoghi nella natura che accompagnano il percorso della poetica di quest'artista costantemente.

Altalenante per scelta e per propria decisione, le sue opere oscillano sempre e comunque tra il semi-figurativo  e l'astrazione impetuosa, gestuale, espressionistica.

Le donne dipinte con acrilici, smalti e tecniche miste sulle tele della pittrice Paleari sono spesso anime ferite, tramortite, svuotate e mai complici di quell'ambiente ostile e doppio che è la causa primaria delle sofferenze vissute in primis dall'artista e di cui si fa portavoce; accomunando il pensiero di molte donne che si sentono da lei rappresentate umanamente.
Ecco allora che possiamo osservare in mostra dipinti come quello della “Marquise” - la Marchesa - in rosso che ci accoglie di spalle, con  quel suo incarnato diafano, pallido, senza mai mostrarci il viso. La testa reclinata verso il basso è acconciata da una capigliatura scomposta e di u rosso acceso. Ma non ci guarda, ci ignora ma ci sente, non ci osserva ma ci percepisce; grazie a un abile gioco di messinscena magistralmente palesato nel quadro di Paola Paleari.


Personaggi femminei che ci mostrano la vagina, il loro tegumento; ma lo fanno con un atteggiamento totalmente privo  di malizia o di intenti seduttivi. Semplicemente si mostrano al fruitore sia esternamente - l'involucro - che internamente - lo spirito – e troppo spesso hanno le bocche chiuse o sono private di occhi o vista; per non vedere, non parlare, per essere il meno scomode possibili, per essere messe all'angolo.


Ma nella seconda parte della mostra emergono le tele che esprimono la ricerca spirituale avvenuta a contatto con la natura, nei boschi, tra gli alberi. Riusciamo chiaramente a percepirne il profumo, la sensazione del muschio, dell'umido delle tamerici...e ne cogliamo il processo interiore; che ci parla, che dialoga con noi, che ci conduce dalle fitte e oscure foreste ai boschi illuminati e quasi onirici, incantati.

Possiamo intendere dunque un auspicio positivistico, una luce che aumenta con l'avvicinarsi ai lavori più recenti, una sensazione di percorso che conduce a una guarigione interiore

Un mondo, quello di Paola Paleari, pieno di visioni forti; di rossi violenti e passionali, di neri intensi e pieni di buio, di blu calmanti e scroscianti come lo è l'acqua che tutto genera e che tutto può distruggere. Una dimensione che anela alla ricerca interiore, al miglioramento dello spirito, alla pace interiore e di conseguenza con il genere umano laddove ogni fruitore della mostra può rivivere la propria vicenda personale nel mentre osserva le opere di questa sensibile pittrice.




Per informazioni:

Cell. +39 347 2265227 (mart-sab h11/19)