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lunedì 2 luglio 2012

L'ARTE FA ESPLODERE LA STORIA | A cura di Mariella Casile


Le parole che verranno non vogliono fare rumore, essendo ben lontane da qualsivoglia denuncia vogliono solo spingere alla riflessione in questo mondo del darsela a bere.
Scrivere di un caso specifico non ci conviene, non farebbe altro che dar visibilità, continuando ad alimentare il chiacchiericcio su qualcosa che è stato di proposito fatto, e a noi non interessa dar luogo a  voci e fatti che alimenterebbero per l'ennesima volta  l'artefatto mettendo in ombra il manufatto. Perciò un esplicito riferimento in queste frasi non avrà luogo...sarà il pensiero di chi legge ad interpretare, a collegare etcetera etcetera... Se un pensiero c'è ancora.
Il nuovo cogito ergo sum Cartesiano rispecchia la frase del sociologo McLuhan : è il mezzo che crea il messaggio!! Verissimo ahimè, ahinoi!!
L'arte è qualcosa che fa esplodere la storia. Là dove c'è storia non c'è nulla. C'è il puro movimento: puro, purissimo. Un'intervista televisiva, una pagina sui giornali web, vale quanto qualsiasi altra cosa perché fa parte del contesto anche quello...
I miei pensieri sono rivolti agli ultimi articoli postati su alcune pagine del mondo di internet .. Le mie riflessioni vagano da un area semantica all'altra, e allora faccio delle pure considerazioni decidendo di farle diventare verbo accompagnati dalla solenne convinzione dei mezzi di scrittura e di analisi che ci accompagnano.
Si rileggono almeno una volta l'anno un paio di romanzi di Dostoevskij e lì si sta a scrutare se esista la redenzione...Oggi  gli scrittori scrivono qualcosa che tutti possono capire altrimenti la democrazia crolla, e questo vale anche per l'arte. L'adesione a qualcosa che non mi supera, anzi che mi somiglia ...e tutti se ne compiacciono. Tutti amano un artista che non si supera, che è come noi perciò non ci supera, non pensa più di noi e per questo non ci squassa, non ci induce a pensare.
Ma questo è un equivoco formidabile! E' puro fumo negli occhi quando si parla di un'originalità che deve essere spiegata...proviamo a spiegare la Pietà Rondanini di Michelangelo...l'opera è superiore alla spiegazione che le supera tutte le spiegazioni, mentre l'installazione le spiega tutte... Pensiamo allo stralcio di film in cui Alberto Sordi visita la Biennale... E pensiamo all'ironia di Sordi che altro non ci vuol dire che l'unica che aveva talento era la moglie che sapeva contare damblè. Perciò un coefficiente di difficoltà  ci deve essere nelle opere d'arte, altrimenti che senso ha? Una cosa la devi saper fare che io non so fare e che ti porta ad accaparrarti il titolo di "artista", ormai ben lontano dalla visone cara ad Ungaretti. A te è venuto in mente di dar vita al marmo in maniera struggente come fece Michelangelo? No! E allora ammirala!!!
Le opere non devono essere elementari perché se io vado a vedere Pablo Picasso, e vedo che a 13 anni lui domina la grammatica pittorica di Velasquez, allora io sono obbligato a tener conto di quello che ha fatto dopo, perché il coefficiente di difficoltà me l'ha superato, dopo di che mi costringe a pensare a qualcosa di altro. Ma non chi parte non sapendo fare niente dicendo di aver avuto un'idea...è molto diverso. Li avete visti i Picasso di quando aveva 13/14 anni? Lui e' credibile, lui può fare il che gli pare, perché a quel punto sono io che devo pensare, ma non e' l'artista di oggi che chiama denuncia quello che non riesce a fare che mi fa pensare, perché ancora non mi ha fatto vedere niente che superi un coefficiente di difficoltà che per lo meno mi faccia dire va bene, d'accordo.... Van Gogh ha dipinto decine e decine di quadri falliti e chi si intende di pittura lo vede, però diavolo, onore a chi ha tentato di trovare davvero una strada verso le decine e decine di fallimenti. Volendo si potrebbe dire di Modigliani, per esempio, che e' giunto ad un livello di elementarità che comincia ad essere un obiezione al mio discorso e allora Modigliani e' un grande artista o non lo è?
 Quello era diciamo un parametro. Un parametro che come tutti i parametri non deve essere rigido, tuttavia diciamo sia indicativo.
Ammetto che l'arte possa andare al di la di un significato immediato, anzi, le grandi opere d'arte vanno al di la di un significato estemporaneo. Ritorno dunque al punto che l'artista debba saper fare qualcosa che gli altri non saprebbero fare, sennò è un mondo creato, artefatto e così via.... Per dirla semplice: Il chiacchierone del bar non è un filosofo!
E qui inizio ad arrivare al punto per cui queste riflessioni sono diventate verbo scritto.
L'arte non ha una funzione sociale. finisce per averla per la sua eccellenza, per la sua qualità, ma non parte per avere una funzione sociale. Parte per dire com'è la vita di tutti indipendentemente dalle appartenenze. Quello che Pier Paolo Pasolini ha fatto di buono non è la denuncia sociale è che alla fine ha toccato la vita dei disgraziati e quella è arte. Ma non era arte il contesto ideologico per cui lui voleva fare quello, anzi questo lo avrebbe potuto portare al fallimento. Quello che gli è riuscito, è riuscito perché le doti artistiche hanno prevalso sul principio politico che doveva fare qualcosa di utile. Proporsi che l'arte debba avere uno scopo sociale è pura follia. Così l'arte si è resa manutengolo di una fazione politica, e perché dovrebbe parlare? Per carità è tutto chiaro che bisogna stare dalla parte degli svantaggiati, che bisogna battersi contro le ingiustizie e così via, ma giustappunto sono Leonardo e Michelangelo che si battono contro l'ingiustizia non volendo battersi per il principio e mettersi contro questo, ma volendo creare qualcosa di bello. Adesso si vuole denunciare e basta. Ma Denunciare cosa?
Io denuncio la vostra inadeguatezza! La denuncia è bella sotto il profilo politico da sempre, ma sotto il profilo artistico funziona se l'artista sa fare qualcosa realmente. Oggi troppi artisti chiamano denuncia quello che non sanno fare.
E' un puro posizionarsi senza ne capo ne coda da un punto di vista artistico poi dal punto di vista politico avrà tutto il suo valore...Ma cosa ce ne facciamo di artisti che chiamano sperimentazione e denuncia la loro totale mancanza di genio?  E ancora peggio cosa c'è ne facciamo di coloro che per farsi notare realizzano delle opere chip e volgari... Ed io a te mi rivolgo: Vieni dalla Patria di Malevich dovresti essere un pochino più serio di quelli che vengono dalla patria di Sgarbi.

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