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martedì 4 aprile 2023

Palms Spring. A Noto, ai Bassi Palazzo Nicolaci di Villadorata, in mostra le opere di Emilia Faro e Michela Palermo, a cura di Maria Chiara Di Trapani con Vincenzo Medica.

 


Nell’ambito della Rassegna “Percorsi di NOTOrietà 2023”curata da Studio Barnum contemporary,
con il patrocinio Assessorato alla Cultura del Comune di Noto 




Palms Spring
Emilia Faro | Michela Palermo
A cura di Maria Chiara Di Trapani con Vincenzo Medica
Dal 5 Aprile al 28 Maggio 2023
Inaugurazione: Mercoledi 5 aprile alle ore 18:00

Bassi Palazzo Nicolaci di Villadorata, Noto



Palme svettanti. Metafora di bellezza, eleganza, grazia, stabilità. Due artiste unite nella creazione di un racconto visivo carico di suggestioni oniriche. Alzare lo sguardo per seguire le linee di un esile tronco di palma e sentirsi tutt’uno nel movimento ondeggiante delle foglie mosse dal vento e aperte come un raggio di sole, è un gesto che riempie di stupore. Per la sua capacità di slanciarsi verso il cielo la palma si distingue per altezza e flessibilità e rappresenta un collegamento tra il terreno e il divino. 


 



Simbolo dell’unione di maschile e femminile, per il tronco dalla forma fallica, mentre foglie e frutti sono espressione di femminilità. È un albero storicamente divinizzato sia dagli indiani e dagli arabi, e nell’antica simbologia del Cristianesimo rappresenta il martirio, la vittoria, dell’ascesa, della rinascita e
dell’immortalità. L’ esposizione, presenta due sguardi femminili per raccontare con medium artistici differenti questo albero dai forti significati simbolici. Emilia Faro, si esprime attraverso la tecnica dell’acquerello, il video e la scultura. Da lungo tempo interpreta con forme sempre diverse i dettagli di questo albero dando vita ad un palmeto dalle cromie nei toni del blu e del rosa intenso, che riportano alla mente i versi del Cantico dei cantici, in cui la bellezza della donna amata viene descritta con l’immagine della palma: «La tua statura è slanciata come una palma e i tuoi seni sembrano grappoli. 


L’artista di origine siciliana, inizia la sua riflessione durante la moria causata dal punteruolo rosso. Realizza il video A Palm of Victory I shall wear (2013) dal titolo di un Gospel americano dei primi del Novecento. Scorrono  frame di un albero che si sovrappone fino a diventare un tutt’uno con una figura femminile dai lunghi capelli: il vento la scompiglia e flette ma non la può spezzare perché dentro di sé la donna-palma ha una forza infinita. Completa il ciclo di opere la serie Volcanic plants: un giardino immaginifico di piante succulente della macchia mediterranea realizzate con la sabbia vulcanica nelle tonalità e sfumature d’indaco, nero e rosa, colori simbolo di “forza creativa, fertilità e rinascita”. 





In dialogo le polaroid e le stampe fotografiche ai sali d’argento di Michela Palermo. Le sue immagini sono il risultato di una ricerca dove la matericità della fotografia analogica diviene strumento narrativo di paesaggi interiori e visioni senza tempo. La fotografia diventa scrittura personale: interessata al processo di creazione di libri d’artista, l'artista crea opere capaci di rileggere con nuove prospettive il suo archivio fotografico. Presenta qui in frammenti, immagini che raccontano geografie ricche di contrasti nella luce, in cui il paesaggio umano e naturale si fondono l’uno nell’ altro. “Ciò che chiamiamo passato è in qualche modo simile a ciò che chiamiamo estero. Non è una questione di distanza, è il passaggio di un confine” (Chris Marker).


La pellicola sembra fissare cosi un sentimento di saudade, di mancanza per luoghi attraversati e mai appartenuti. Oltre gli squarci del bianco e nero, le sfumature di grigio aiutano a rendere meno definiti i lineamenti, a sgranare e lasciare lo spazio per dubbi, sogni e domande. Con sguardo sofisticato lo stile di Michela Palermo riesce a cogliere il quotidiano, una statua monumentale e il ritratto dai lineamenti non definiti, come attimi senza tempo, carichi di suggestioni e intensità. Palms Spring si presenta come sintesi
di due percorsi artistici capaci di cristallizzare nelle loro opere poesia e bellezza quotidiana con un’attenzione al flusso del tempo e al riposo degli oggetti.

- Maria Chiara Di Trapani -

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