Shut up and laugh!
(Zitta e ridi!)
Installazione
di
Monica Pirone
a cura di Monica Cecchini
20 Aprile – 2 maggio 2023
Vernissage: Giovedi 20 aprile alle ore 18:00
Galleria Incinque Open Art Monti, Roma
Ingresso libero
(La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 16.30 alle ore 20:00, eccetto i festivi solo su appuntamento)
Quindici installazioni che vedono la bambola che tutti noi abbiamo avuto almeno una volta nella vita, ricoprire il ruolo della donna che vive il presente, in ogni parte del mondo e in ogni condizione sociale e che in molti casi subisce. Cambiano i capelli, i colori, i vestiti, gli accessori, ma una sola cosa rimane: il sorriso! Quel riso di chi volente o nolente è costretto ad interpretare, quando l’imperativo è: zitta e ridi!
Una bambola che quasi tutti abbiamo posseduto e che in molti casi abbiamo subìto. Occhi chiari, capelli biondi, corpi slanciati, seni generosi, hanno tracciato e delineato quel prototipo femminile che per molte di noi ha generato inadeguatezza. Solo da pochi anni, il canone di riferimento si è esteso ed è riuscito ad raccontare ogni colore della pelle e differenti misure nel quale potersi identificare. Denominatore comune in ogni bambola: quel sorriso stampato.
Shut up and laugh, ovvero zitta e ridi, è il titolo della mostra, nato proprio dal lavoro di Monica Pirone, rivolto a trasformare queste bambole per renderle espressioni e rappresentazioni di vita, insieme a tutto il loro vissuto. Nelle minuziose fasi di trasformazione, l’artista si rende conto che l’unico elemento sul quale non può intervenire è quel sorriso stampato che non può essere trasformato. Qualsiasi cosa succeda, in qualunque angolo del mondo quel sorriso, è li sul volto della donna, quasi a tracciare inesorabilmente il suo destino. Un sorriso che rimane e che racconta la forza di chi anche nelle situazioni peggiori non può mollare.
Continuare a ridere o meglio a sorridere. Questo perseverare si può vedere come un segno di forza, malgrado tutto? O è un destino femminile che vede la donna obbligata, accondiscendente, pronta in ogni situazione a doversi stampare in faccia quel riso amaro, che nonostante tutto la condanna a dovere essere sempre all’altezza delle aspettative?…
E dunque, Zitta e ridi! E’ la frase pronunciata troppe volte da quel perbenismo che ci vuole formali e composte, anche quando vorremo piangere e disperarci, perché abbiamo subìto troppo.
Attraverso questo lavoro l’artista ha ritenuto di estendere lo sguardo a tutte quelle donne nel mondo che oggi soffrono di leggi ingiuste e situazioni al limite, create per lo più dalla mano dell’uomo, che ancora oggi le rendono troppo spesso vittime.
Un lavoro appassionato che nella gestualità stessa, la riporta a quella età dell’innocenza, del cucire, progettare abiti, ritagliare piccole stoffe, ricamare, pettinare. Ritornare bambine e prendersi cura delle nostre bambole come fossimo noi stesse, ma nello stesso tempo darle la forza e la consapevolezza che quel sorriso può scomparire, trasformarsi, diventare
grido di giustizia oppure espressione di vero sentire.
Questo lavoro minuzioso e dettagliato è divenuto per l’artista una sorta di percorso catartico, che le ha generato tenerezza e pietas, per tutte le donne che nel mondo ancora soffrono molto.
La mostra è una anteprima, che vede esposti alcune delle sue installazioni. Molte altre sono in procinto di essere realizzate in un work in progress continuo.
Ogni bambola avrà la propria installazione con la quale l’artista la contestualizzerà nell’ambiente da cui proviene, descrivendone la situazione attuale del posto o del paese di provenienza e la condizione sociale. Piccoli particolari che fanno cogliere il vissuto, in uno storytelling ove unica cosa che rimane uguale è il sorriso fisso sul volto delle bambole.
Così si racconta Monica Pirone che proprio per questo motivo ha scritto il libro “A casa tutto bene” Edizioni Bordeaux, uscito a dicembre 2022, che affronta in un altra forma, proprio il grave problema della violenza domestica: “Queste opere rientrano in un mio percorso personale di ricerca del mondo al femminile e coerentemente si accompagnano al mio studio che da circa dieci anni esplora la sfera dell’universo femminile, cercando di andare oltre gli stereotipi e sensibilizzando il pubblico ad una seria riflessione che porti un contributo alla lotta contro la discriminazione di genere”.
Nessun commento:
Posta un commento