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mercoledì 26 giugno 2013

MISSING | A Piccola Galleria di Bassano del Grappa la personale dell'artista Filippo Robboni | Testo critico a cura di Emanuele Beluffi


FILIPPO ROBBONI, CORPO E NON ALTRO
Testo critico a cura di Emanuele Beluffi 

Storici dell’arte e non, operatori del settore e maverick assoluti, filosofi di professione e lettori di inserti culturali della domenica concorderanno più o meno tutti nel riconoscere nella complicità uno dei tipi se non il tipo fondamentale delle relazioni che si instaurano fra un quadro e il suo osservatore.  No, L’Urlo di Munch non occasiona nessun invito autocompiacente, ma qui non si sta parlando della complicità nel senso erotofilo del termine, né si sfruculia sugli intenti pedagogici di un quadro, che per sua natura non deve tener bordone a niente e a nessuno. Però. Però una relazione di partecipazione fra l’opera d’arte e il suo fruitore sussiste, fissa ed effettiva nel corso dei secoli, fedele a se stessa nelle variabili interpretazioni che pensatori e artisti e critici hanno teorizzato nei loro tomi prima e nelle lezioni conservate via podcasting poi. Si potrebbe ciurlar col manico citando come esempio il sommo Arthur Schopenhauer che dedicò all’arte visiva  e alla sua relazione con l’osservatore un intero libro del suo capolavoro ottocentesco Il mondo come volontà e rappresentazione, si potrebbe sfangarla con Gombrich e la sua psicologia dell’arte nonché le ultime acquisizioni in filosofia e scienza cognitiva relative alla filosofia della percezione, ma la vita è breve e va corretta. E d’altro canto siamo stanchi di apporti metateorici al lavoro d’arte  neutralmente complici del citazionismo extra artistico che si profondono in circonvoluzioni dotte su letteratura e cinema ma che del lavoro del pittore in questione non dicono nulla.
Bando alle ciance, Filippo Robboni è un pittore che spacca e se qualcuno fosse alla ricerca di una  pittura consacrata al corpo e alla corporeità nella sua produzione pittorica ci sguazzerebbe. In modo particolare fa specie che in una congerie artistica in cui il corpo va via come il pane (pittura, scultura, video e fotografia e ovviamente esperienze performative, ma in quest’ultimo caso la corporeità è un po’ come il mix vodka e vermouth, senza i quali non esisterebbe il vodka martini), il lavoro d’arte di Filippo Robboni si fonda sul corpo negandolo (insomma come la teologia negativa che descriveva Dio definendo cosa Dio non fosse): i soggetti di questo ciclo pittorico sono corpografie dei proprietari assenti della corporeità, privati della loro parte cosciente per mezzo del “toglimento” della parte oculare e di tutto il resto della storia, solo volti dai quali la pittura fa sgorgare la loro stessa essenza carnale trasfigurando la figuratività in una corporeità onnilaterale. La pittura di Filippo Robboni imprigiona i soggetti nella loro carne facendoli corpo totale e silente: l’identità è surdeterminata, non hanno alcunché da comunicare all’esterno né hanno bisogno di occasionare relazioni d’alcun tipo con l’osservatore. Nessuna empatia, nessun messaggio, il film pittorico di Filippo Robboni è ineffabile e lascia i soggetti prigionieri di se stessi in un rapporto tra finitezza umana e ciò che tale finitezza trascende: sono soli, non hanno appercezione, non hanno io cosciente, non cercano te che guardi, sono il microcosmo transitorio ed effimero ed enigmatico rispetto al quale persiste il ciclo del Tutto, il macrocosmo con le sue leggi eterne e oltreumane. Insieme all’essenza carnale, è l’accadimento (un tramonto, per esempio), che in questa nuova serie pittorica di Filippo Robboni sta lì e sopravviene in una maniera niente affatto tranquillizzante, in un circolo descrittivo dalla composizione “altra” (ciò che è evidente nella serie “geometrica” dei lavori in mostra, laddove il gruppo di opere a carattere “descrittivo” non fa che reiterare lo stesso concetto ma per mezzo di una figurazione eminentemente simbolica), negando fortemente qualsivoglia grado di empatia e relazione con l’osservatore, rispetto al quale anzi i soggetti stanno fissi e sussistenti in un tempo che non altrimenti si può definire se non eterno presente.  

 
Filippo Robboni – Into the cave #1 – 2013

Filippo Robboni – Dusk #1

Filippo Robboni | Missing

3 luglio>30 agosto 2013

Piccola Galleria
Piazza dell’Angelo 2, Bassano del Grappa, Vicenza
info@piccolagalleria.com
www.piccolagalleria.com

mercoledì 19 giugno 2013

STATEMENTS 2013.2 | A Circoloquadro di Milano la collettiva a cura di Ivan Quaroni



Malvina Berti, Antonio Bisignano, Stefano Cerioli, Dalcio, Fabio Eracle Dartizio, Jacopo Dimastrogiovanni, Loretta Fiore, Flavia Gaglini, Ottavia HiddenArt, Veronica Lovati, Christian Masuero, Elena Menga, Francesco Messina, Robeperse, Leandro Russo, Elena Tagliapietra, Anna Turina, Silvia Viganò


Inaugurazione: giovedì 20 giugno, dalle 18.30
In mostra dal 20 al 28 giugno
 2013
Circoloquadro, via Thaon di Revel 21, Milano


La collettiva Statements 2013.2 conclude la quarta edizione del workshop Manuale per artisti. Tutto quello che un artista deve sapere per entrate nel mondo dell’arte contemporanea, ideato e curato da Ivan Quaroni.

Il workshop, concepito in forma di lezioni e incontri dove il confronto e la discussione sono continue e produttive, si è svolto in poco più di due mesi coinvolgendo artisti diversi, per luogo di provenienza, età e ricerca artistica.

Obiettivi del percorso, da una parte raffinare la sensibilità critica degli artisti nel confronto del proprio operare artistico e uscire quindi da dinamiche chiuse e infruttuose, grazie anche all’incontro con altri artisti (Silvia Argiolas, Vanni Cuoghi, Massimo Dalla Pola, Pastorello, Michael Rotondi) e professionisti (lo stesso Ivan Quaroni, Flavio Arensi e Igor Zanti) che hanno permesso una visione più obiettiva della propria ricerca; dall’altra preparare i partecipanti ad affrontare il sistema dell’arte e il lavoro dell’essere artisti.

A questo proposito scrive Arianna Beretta nel testo in catalogo: “La capacità di andare oltre la visione personale, alla ricerca di errori o debolezze, è indispensabile per un artista che, abituato ormai a lavorare chiuso nel proprio studio, non ha la possibilità di un confronto diretto e continuo con chi pratica lo stesso lavoro. Il rischio di isolamento e soprattutto di una visione parziale,e perciò inadeguata, molto spesso blocca una produzione che avrebbe in sé tutte le componenti per avere successo.
L’allenamento a quella che negli Stati Uniti viene definita “criticality”, ovvero l’abilità a esercitare una lettura critica della propria ricerca riuscendo a individuare punti di forza e di debolezza, porta gli artisti ad una nuova consapevolezza rispetto alla propria ricerca artistica e al lavoro prodotto.”

I lavori in mostra spaziano dalla pittura a olio a quella ad acquarello, dalla foto al video per finire con l’installazione.

Jacopo Dimastrogiovanni, Lucrezia, 2012, acrilico, pastello e carte su tela, 100x80cm

Leandro Russo, Apparently they were reconciling with nature, 2013, ecoline e china su tela, 70x 100cm.

Ottavia HiddenArt, Daydreaming In a japanese sunday afternoon, 2012, stampa di elaborazione digitale di fotografia d'epoca su dbond, 80x80cm

Loretta Fiore, In un passato remoto e nel presente, 2013, serie di 12 stampe digitali, 20x30cm



***

STATEMENTS 2013.2, a cura di Ivan Quaroni
Malvina Berti, Antonio Bisignano, Stefano Cerioli, Dalcio, Fabio Eracle Dartizio, Jacopo Dimastrogiovanni, Loretta Fiore, Flavia Gaglini, Ottavia HiddenArt, Veronica Lovati, Christian Masuero, Elena Menga, Francesco Messina, Robeperse, Leandro Russo, Elena Tagliapietra, Anna Turina,  Silvia Viganò
Inaugurazione: giovedì 20 giugno 2013
In mostra dal 20 al 28 giugno 2013
Catalogo: testo di Arianna Beretta
Orari: da martedì a venerdì dalle 15 alle 19, o su appuntamento
Informazioni: info@circoloquadro.com , Tel. 02 6884442 – 339 3521391

giovedì 13 giugno 2013

FAT – Festa Altri Teatri | Il Centro di Palmetta di Terni e il Festival “NUTRIMENTI emergenze contemporanee” ospitano una serata dedicata alla danza contemporanea umbra


FAT nasce nel 2009, da un’idea della compagnia Déjà Donné (una delle associazioni di N.U.DA Contemporanea), come occasione di scambio e confronto sul territorio fra il pubblico e gli addetti ai lavori, un momento in cui la performance può essere consumata in maniera semplice e diretta. Una vera e propria festa dell’arte performativa, un luogo di incontro dove la danza si fonde con le arti visive e con il multimediale senza confini e barriere.
Dal 2012 N.U.DA. Contemporanea, in accordo con i suoi associati, ha fatto sua l’iniziativa organizzando tre eventi dedicati alla danza contemporanea in tre diverse location umbre: Umbertide, Perugia e Tuoro sul Trasimeno.
L’intento principale che ha unito e caratterizzato gli eventi, oltre quello della festa, è stato quello dell’incontro e del confronto artistico.
Dopo il successo dei FAT 2012, N.U.DA. Contemporanea ha deciso di portare avanti il progetto anche nell’anno 2013, proponendo una serata all’interno della programmazione del Festival “NUTRIMENTI emergenze contemporanee”, uno dei progetti più interessanti nel panorama artistico umbro e che si pone a sostegno della creatività giovanile accompagnandone lo sviluppo e la promozione in tutte le sue forme.

La festa dell’arte e della danza contemporanea umbra si svolgerà presso il Centro di Palmetta, centro di aggregazione giovanile del Comune di Terni, luogo privilegiato dell’incontro dei giovani della città e sede dell’Associazione Demetra, che dal 2005 lo gestisce e che, nel 2007, ha creato “Nutrimenti”.

Le performances e le videoinstallazioni presentate nel corso della serata sono creazioni delle compagnie e delle associazioni che compongono N.U.DA. Contemporanea:
• ContemporaneaMente Gruppo Danza presenta la performance “Attesa”
Luisa Contessa presenta la performance “In rilievo”
• Dance Gallery presenta la performanceStudio per Fratres con Andrea”
Compagnia Carole Magnini/Evidanse presenta la performance "Au fil de..." 
Claudia Franceschini presenta la performancePHI”
• Fabritia D’Intino (con la collaborazione artistica di Lenka Flory e la produzione di Déjà Donné) presenta la performance “Cosamia 2.0”
• Segni Particolari/Amina Amici presenta tre promo video dei suoi lavori: “Per tre corpi forse, prologue”, “Come una ruga #2”, “Stabat Mater”




Ingresso gratuito

Info e contatti:
Centro di Palmetta - Indirizzo: strada S.Maria la Rocca, 12
Zona Villa Palma 05100 Terni - Umbria
E-mail: info@palmetta.it - nutrimenti@gmail.com - Tel / Fax: (+39) 0744-306985 - Cell: (+39) 334 3302467
N.U.DA. Contemporanea
Ufficio stampa: email press@nudacontemporanea.net  - cell. (+39) 339 3369594


PROGRAMMA

 ContemporaneaMente GruppoDanza: “ATTESA”
Coreografia e danza: Sara Libori e Arianna De Angelis Marocco
Musica: Maria Letizia Massetti
Costumi: VagaMé Creazioni Artigianali, Sartoria, Gioielleria, Design
Attraverso la ricerca di un linguaggio gestuale e scultoreo viene presentato un percorso di decostruzione che porta al nucleo semplice delle emozioni. Le danzatrici, gli oggetti di scena ed i loro indumenti, subiscono l’influenza di questo cammino astraendosi dalla loro funzione classica e mutando nel corso dell’intera performance.

• Luisa Contessa: “IN RILIEVO”
Di Luisa contessa
Con Elena Posati e Luisa Contessa
Musiche di Lorenzo D'Amario - Foto " La trasparenza della bellezza " di Valentina Gaia Pacheco
L’essere oltre lo specchio. Vedo che c’è una bellezza. Accettazione reciproca da cui nasce armonia che scaccia il disequilibrio. Il difetto ci attrae. In esso c’è armonia.

Dance Gallery: “Studio per Fratres con Andrea”
Coreografia Valentina Romito
Interpreti Giulia Brutti, Sara Maurizi, Debora Renzi
Musica  composta ed eseguita da Andrea Rellini
Azioni nate per lo spettacolo Fratres che debutta domenica 23 giugno e che qui è proposto in una versione modellata sulle musiche di Andrea Rellini. Scrivere, pensare, disegnare, architettare. Modi di comunicare e di relazionarsi all'altro, sia esso presente sia evocato, come in una preghiera.

Compagnia Carole Magnini / Evidanse: "Au fil de..." 
Il gesto della parola: interventi itineranti... dall'ingresso, nell'albero, alla veranda, alle scale...
Un personaggio effimero, che segue il cammino... a seguire... Canto e testo in danza.

• Claudia Franceschini: “PHI”
Coreografia e Costumi: Claudia Franceschini
Suono: metronomo meccanico
Mappe dello spazio e del tempo. Mappe del corpo e della mente. Linee e curve, numeri e sequenze per muoversi, cercando una proporzione in bilico tra imperfezione e perfezione. Geometrie sacre ed archetipi universali si manifestano in una danza. Matrici di vita generano movimento, tra un diminuendo e un crescendo. Un progetto ancora in divenire che trova ispirazione nelle geometrie della vita e nel codice aureo.

• Fabritia D’Intino / in collaborazione con la compagnia Déjà Donné: “Cosamia 2.0”
Di e con Fabritia D’Intino
Collaborazione artistica di Lenka Flory (direttrice artistica Déjà Donné)
Musica: Guano Padano,  Arctic Monkeys
Produzione: Déjà Donné
“Cosamia 2.0” è la testimonianza delle frustrazioni creative dovute all’accumulo di esperienze.
Il dubbio pervade ogni tentativo di successo. Ogni scelta drammaturgica e coreografica sfocia nell’esternazione di quell’indecisione che accumuna ognuno di noi. L’artista si domanda apertamente se quello che si suppone debba condividere è davvero il suo talento, piuttosto che le sue capacità, il suo gusto o semplicemente la sua persona.

• Segni Particolari/Amina Amici - Tre promo video:
-Per tre corpi forse, prologue”
Un progetto di Amina Amici
Coreografie di Amina Amici e musiche di Bruno de Franceschi
Con Amina Amici e Elisa Vanessa
Video di moa video
- “Come una ruga #2”
Coreografia di Amina Amici e musica di Bruno de Franceschi - Video di Andrea Cocchi
- “Stabat Mater”
di e con Amina Amici - musiche Bruno de Franceschi
Costumi Amina Amici
Scenografia Francesco Trecci - Primo assolo del ciclo "Maria o dell'appartenenza" - Seguono "Come una ruga", "Come una ruga#2" e "iàmariamàr" - girato al Teatro Rurale di Terzo di Danciano - Mercatale di Cortona (AR) - regia e montaggio Gilles Dubroca.

lunedì 10 giugno 2013

Miky Degni fa il suo ingresso alla Coronari Art Gallery di Roma


L’artista milanese farà il suo ingresso nella galleria romana con una serie di dipinti inediti dedicati al tema della passione. Il primo appuntamento è fissato per il 20 giugno 2013, a seguire luglio, ottobre, novembre e dicembre, per concludersi nel 2014 con una personale di tutta la sua produzione (quadri, gioielli, oggetti di design e fashion)

Le prime tre tele inedite, dal titolo “les ombres de la sensualité”, tutte realizzate ad acrilico e smalto, sono la rappresentazione di una femminilità eterea, diafana, quasi ad illustrare una bellezza che vuole nascondere la propria identità, lasciandone intravedere solo i contorni. Quei contorni dove ogni spettatore può interpretare e immaginare la propria bellezza ideale.




Miky Degni è graphic designer e artista. Il suo quartier generale è a Milano e la sede del suo studio si trova in uno dei luoghi a più alta concentrazione di creatività. I navigli del quartiere Ticinese. Lavora come professionista dal 1990 e ha al suo attivo collaborazioni per aziende nazionali ed internazionali quali: Adidas, Borbonese, Citroen, Comieco, Ericsson, Emerson, M.a.c. Cosmetics, Università Bocconi.
Tra i suoi lavori più rappresentativi si ricorda: l’installazione permanente all’Alexander Museum di Pesaro, l’esposizione al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano e la partecipazione alla 54a Biennale Venezia a cura di Vittorio Sgarbi.


Per informazioni: Coronari Art Gallery - via dei Coronari, 111 Roma - Tel. 06.89716552
Ufficio stampa Miky Degni: Sonja Annibaldi - sonjamara.annibaldi@fastwebnet.it - 338.3504905

TUFFATORI | Fino al 30 settembre 2013 allo Studio Barnum contemporary di Noto in mostra le opere dell'artista Sergio Fiorentino


T U F F A T O R I
Sergio Fiorentino
Opere produzione 2013

fino al 30 settembre

Studio Barnum contemporary

via Silvio Spaventa 4 | NOTO | (Siracusa)

info 333 9503039

ingresso libero | free entry

a cura di Vincenzo Medica

www.sergiofiorentino.com

catalogo in galleria

T U F F A T O R I

Comunque fermi: sospesi o in ascolto o assorti o sognanti.
In attesa: di divenire o di essere.

Li ho incontrati nei miei sogni i Tuffatori o mi hanno sognato.
Mi precedono o procedo da loro perché spero di essere stato nei sogni di qualcuno prima di essere, nei pensieri di qualcuno, nei suoi desideri.

Siamo anche fatti di sogno: siamo reali e immaginari ad un tempo, abitatori del qui e dell'ora ma anche di infiniti altri luoghi e infiniti altri tempi che continuamente creiamo.

É dall'acqua che proviene il vivente: siamo stati abitatori dell'abisso, viandanti dell'onda, profughi della corrente.
E nell'acqua, assieme al vivente, che il sogno si é manifestato: vivere e sognare.

Vivere é sognare, sognare è vivere.
Ogni uomo ripete la storia del vivente nel ventre materno: immerso in acque vitali, nei sogni della madre e nei suoi stessi sogni.

Acqua e sogno, acque di sogno in cui continuamente ci tuffiamo, ci immergiamo, perché portiamo nella nostra anima un mare segreto, sconosciuto a noi stessi, abitato da tutte le possibilità, generatore di emozioni e di pensieri.


Siamo acqua
Acqua che si specchia
Specchio che si specchia
In questo mondo
Che ci appare solido
E che il sonno
scioglie in sogno.

Siamo sogno
Che nuota nel mare oscuro
Del sonno per
Dare mondo
A chi veglia.

Ci tuffiamo nell'acqua
Come ci tuffiamo
Nel sonno
Chiudiamo gli occhi
Per vedere
Il mare
E per vedere nel mare
Il nostro nascere
E il nostro perire.

Ci tuffiamo nel mare
Come ci tuffiamo
Nella Madre
Come in un eterno ritorno
Perché eternamente la perdiamo
Eternamente ci perdiamo.

Siamo Nessuno che desidera tutto
Siamo niente che desidera qualcuno

Volgiamo le spalle al deserto
A tutta la sabbia delle clessidre

E confidiamo nell'acqua.

Giuseppe Raniolo



ENGLISH VERSION


D I V E R S
Still nevertheless: suspended or attentive or engrossed or dreamy.
Waiting: to be or to become.

I met them, the Divers, in my dreams or they dreamt me.
They came before me or I came from them because I hope I was in someone's dream before becoming me, in someone’s thoughts, in their desires.

We are also made of dreams: we are real and imaginary at the same time, inhabitants of the here and now but also of countless other places and countless other times that we continually create.

The living come from the water that: we have inhabited the abyss, we have been wayfarers of the waves and refugees of the currents.
And it is in the water, together with the living, where dreams are manifest: live and dream.

To live is to dream, to dream is to live.
Every man repeats the story of living in their mother’s womb: immersed in the vital waters, in the mother’s dreams and his own dreams.

Water and dreams, water of dreams into which we continuously dive, we immerse ourselves because, unknown to us, in our soul we carry a secret sea inhabited by all possibilities, the generator of emotions and thoughts.

We are water
Water that reflects
Mirror that reflects
In this world
That appears solid
That sleep
melts into dream.

We are dreams
That swim in the dark sea
Of sleep to
Give life
To those who are awake.

We dive into the water
As we dive
Into sleep
We close our eyes
To see
The sea
And within the sea to see
Our birth
And our death.

We dive into the sea
As though we dive
Into the Mother
Like an eternal return
Because we lose her eternally
We eternally get lost.

We are No-one that wants everything
We are nothing that wants someone


Let us turn our backs on the desert
On all the sand in the hourglasses

And trust the water.
Giuseppe Raniolo