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domenica 25 agosto 2013

MARLA LOMBARDO | A COLPI DI IMMAGINI: La fotografia come arte e terapia del sé


Martedì 27 agosto alle 19.30 nel cortile dell’Assessorato alla Cultura di Siracusa (ex Convento del Ritiro) si terrà l'incontro con l’artista Marla Lombardo dal titolo: “A colpi di immagini: la fotografia come arte e terapia del sé”. Converseranno con l'artista Nuvola Rinaldi e Fulvio Giardina.

L'incontro è inserito nell'ambito della rassegna “L’Agorà della Biblioteca”, sei appuntamenti in cui artisti e scrittori incontrano il pubblico siracusano discutendo di arte e società e proponendo il loro punto di vista “strabico”, estraneo ai facili luoghi comuni che spesso risultano pervasivi nel mondo della cultura.

Marla Lombardo, artista siracusana eclettica, sensibile e visionaria, ha deciso di esprimere i suoi turbamenti dell’animo attraverso una poetica dell’immagine capace di sollevare il velo dalle apparenze che rivestono i complessi labirinti della mente. I suoi scatti fotografici, per massima parte autoritratti d’artista, usano un bianco e nero conturbante per esprimere una conflittualità di sensi mai davvero risolta e sospesa tra fisicità e pathos, coscienza e indeterminatezza, egocentrismo e volontà di fuga.

Sondando le lacerazioni più oscure, i desideri più inappagati, la fotografia diventa strumento di esplorazione e ridefinizione di identità in grado di cogliere, e non possedere, la bellezza profonda delle cose.

«La mia arte – sottolinea l’artista – è come un viaggio all’interno della mente per mettere a nudo la mia coscienza, che nella sua incrollabile determinatezza presenzia alla propria celebrazione senza esistere, al di là della propria storia, al di là della propria immagine riflessa, catturata e consumata».

© MARLA LOMBARDO PFOTOGRAPHY

© MARLA LOMBARDO PFOTOGRAPHY

© MARLA LOMBARDO PFOTOGRAPHY

lunedì 19 agosto 2013

© Il Manifesto della CreAttività | Donato Di Poce


“ Ho camminato a lungo
     Tra le pagine dell'infinito
     Poi un giorno mi sono seduto
     Sui  gradini dell'Immaginazione
    E ho scritto un libro”

                               Donato Di Poce

1. Riprenditi il bambino che è in te
Fai uscire e rivivere il bambino che c’è in te, rispondi di“Si” al desiderio di “toccare” e “sperimentare”
la tua vita. La vita è un “gioco” molto serio.

2. La vita è adesso, innamorati della vita ogni giorno.
Ricordati di vivere il presente, come se ogni momento fosse l'ultimo della tua vita. Vivilo con intensità e passione qualcosa resterà in te e a chi vive intorno a te.
Guarda e ascolta il mondo come se fosse la prima volta. Innamorati della vita.
Guarda e ascolta oltre il tuo desiderio. Esplora i tuoi gusti e regalati un po’di tempo ogni giorno. Vivi intensamente un tuo interesse, un tuo hobby CreAttivo.

3. Guardare non è vedere, cerca la bellezza ovunque
Più bellezza cerchi più bellezza trovi, più ispirato ti sentirai e più CreAttivo sarai.
Il desiderio di bellezza attira la CreAttività. La bellezza è ovunque basta guardare più a fondo, guardare più in là, avere attenzione e godersi il piacere delle piccole cose.

4. Accetta le tue emozioni autentiche e vivi la tua Reverie
Sogna ad occhi aperti, impara ad esprimere le emozioni. I sensi , le intuizioni e le emozioni sono segnali preziosi, non frenarli ma impara ad esprimerti e a comunicare.

5. Prenditi cura e nutri la tua anima CreAttiva
Tieni un diario delle tue emozioni, studia e frequenta le persone creAttive. Leggi libri e vai a vedere mostre, trova una cosa bella da fare agni giorno e documentala, scrivila, dipingila, fotografala, etc...)

6. Sii sempre te stesso sii sempre autentico
La strada della felicità è una sola: diventare sempre più te stesso. Abbandona le maschere e i falsi valori. Fai quello che ti piace e ti fa star bene. Diventa te stesso. Questo renderà uniche, autentiche e degne di essere vissute le tue giornate. Apri la porta del tuo cuore al mistero e alla magia che la vita ci concede.
Steve Jobs diceva “Non lasciare che altri vivano i tuoi sogni”.

7. Impara e Osserva invece di giudicare
Prova a vivere la azioni degli altri senza nessun tipo di giudizio, praticando la pura osservazione. Il giudizio è il peggior nemico della creatività. Non denigrare e non invidiare la CreAttività altrui.

8. Impara a collegare le cose e Sii curioso!
Pratica la danza delle Idee, impara a collegare le cose, le idee, le persone i fatti. Poniti problemi e cerca di risolverli. Impara ad avere dubbi e stupirti delle relazioni tra le cose.

9. Sii CreAttivo, passa all'azione!
Programma del tempo per la tua creatività, pianifica un obiettivo e poi passa all'azione. Hai fantasticato finora su progetti bellissimi? Ora agisci la tua CreAttività.
Non avere paura di sbagliare o di fare cose banali. Abbandona le certezze, Osa...e ricorda che alcune delle migliori idee, sono nate per caso o per errore. Non avere paura di agire controcorrente. La CreAttività è la via del fare tra l'essere e il divenire.

10   10. Inventa e vivi la tua vita e socializza la tua CreAttività.

Conoscere, Sviluppare, Sperimentare, Agire
Sono i quattro pilastri della crescita
Della nostra consapevolezza CreAttiva
Sii l'impronta dei tuoi passi. Il tuo corpo è la via tra l'impronta e il cammino. Sii sempre autentico e percorri il tuo sentiero. Se desideri una cosa che non c'è inventala. Comunica, condividi e socializza la tua CreAttività, potrebbe far nascere nuove idee a qualcuno e aprire nuovi orizzonti per l'Umanità. Gli uomini cambiano, le cose cambiano, le idee restano. Nelson Mandela ha scritto:
‎"Un vincitore è solo un sognatore che non si è arreso."

Tratto dal libro "Scintille di CreAttività", CFR Edizioni, Sondrio, 2012 pagg. 11-12

MANIFESTO DELLA BELLEZZA | A cura di Fabio Gabrielli, filosofo e Preside della Facoltà di Scienze Umane Università L.U.de.S., Lugano

Mauro Rea | Foto di Donato Di Poce 

Manifesto della bellezza

Viviamo in un’epoca di diffusa precarietà, dove il futuro appare sempre più come minaccia piuttosto che luogo di speranza o di semplice attesa, e dove il tragico senso di impotenza, di smarrimento etico ed esistenziale, a seguito del progressivo de-centramento dei valori, stride profondamente con l’imperativo dell’efficientismo e del produttivismo senza posa, secondo cui, per dirla con Benasayag e Schmit, tutti i pensabili sono possibili.

Occorre, allora, una sorta di controrespiro, un balzo della mente che ci consenta di riorientare vissuti e agiti, di dare cittadinanza attiva a progetti umanizzanti, di attribuire ordine e senso alle idee, invece che accatastarle in qualche modo o, peggio, lasciarle decomporre con muta indifferenza.
In una sola parola, urge ridare voce all’educazione.
Educare ed essere educati significa, infatti, vincere la pigrizia che sclerotizza le idee, l’accidia che le lascia precipitare prima che il loro tragitto sia compiuto, la paura che svuota ogni scelta della sua operatività.
In sintesi:
- L’educazione nasce per difetto, ovvero da uno stato di povertà di conoscenze che ci porta a inaugurare ogni volta, sbigottiti di fronte all’enigmaticità del mondo, il nostro sguardo nella sua ideale tensione al vero;
- l’educazione, come sottolinea con questa bella immagine Duccio Demetrio, consiste nel “varcare le brume del sopore e del languore”, ovvero scavare sotto l’apparente, levigato sentiero di tutto ciò che crediamo consolidato, trovare e mostrare con coraggio i crepacci nascosti, privilegiare l’ombra rispetto alla luce, la solitudine della coscienza vigile rispetto al chiasso accomodante e lusinghiero di quanti, per pigrizia o viltà, congelano idee e visioni del mondo nel pensiero unico;
- l’educazione è riconciliarsi con il mondo: lo scopo di tutta una vita dovrebbe essere quello di aprire le proprie dinamiche conoscitive al mondo, al fine di lenire, per quanto la nostra contingenza ci permetta, le ferite che la vita ci procura e che abitano crudelmente i nostri progetti e i nostri sogni;
- l’educazione, tuttavia, è anche riconoscere la luce del mondo, il suo continuo rinnovarsi, la sua capacità di produrre in noi copiose e feconde ideazioni.


In questo contesto, il Laboratorio dell’ Arte intende promuovere l’arte, in tutte le sue vertiginanti espressioni, attraverso corsi, seminari, eventi, convegni, nell’intima convinzione che educare alle emozioni e ai sentimenti costituisca un’urgenza ineludibile per le nostre livide, informi anime piatte.
Perché partire proprio dall’arte?
Perché ogni artista incarna a pieno titolo quello che Hugo von Hofmannsthal diceva dei poeti: vivono confinati nel “sottoscala”, da cui, senza che nessuno se ne avveda, possono osservare con attenzione il flusso della vita che gli scorre di fronte.
Essi sono “null’altro che occhi e orecchi”.
E ancora: gli artisti, per le tensioni esistenziali da cui sono attraversati, sono come “palombari” sui quali agisce”la pressione di incommensurabili atmosfere”, ma sono anche come “sismografi” capaci di trasporre “in vibrazione ogni scossa, prodotta anche migliaia di miglia lontano”.
L’artista è l’Occhio e l’Orecchio del mondo, è colui che non teme il naufragio della parola, poiché, prima che dalla parola, è abitato, nelle sue opere, dalla verginale
voce del cuore e dalle grammatiche esistenziali dell’anima, che non scalpellano asettici codici morali, non sentenziano, non vaticinano, non afferrano per possedere, ma sfiorano e lambiscono, per riconoscere e rispettare la sacralità del volto.
Di ogni volto!
Grazie all’arte, possiamo riscoprire il senso che collega le cose tra loro, la bellezza capace di ricondurre a unità terra e cielo, uomo e natura, carne e spirito.
Un concetto, questo, che Hölderlin suggella in modo davvero superbo: “Chi non vive in ambivalente reciprocità d’amore con il cielo e con la terra, chi, in tal senso, non vive in unità con gli elementi entri i quali vive, non è, per natura, neanche in armonia con se stesso e non prende conoscenza dell’eterna bellezza”.
Ebbene, il Laboratorio dell’Arte vuol farsi testimone e veicolo della bellezza, grazie al coinvolgimento mirato di personalità non solo esperte nei diversi ambiti artistici, ma anche davvero convinte che la rinascita dell’uomo dipenda strutturalmente dal recupero non esibito ma vissuto del bello e del vero.


Fabio Gabrielli, filosofo
Preside della Facoltà di Scienze Umane
Università L.U.de.S., Lugano