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lunedì 25 febbraio 2019

New Opening del Salon dell'Hair Stylist Antonio Gionfriddo.


Finalmente l'attesa è finita...
 
L'Hair Stylist Antonio Gionfriddo ed il suo staff hanno il piacere di invitarvi all'evento di New Opening del Salon di Floridia.

Un aperitivo inaugurale per festeggiare insieme questa occasione speciale, brindando anche all'anniversario dei nostri 15 anni di attività, in nome della bellezza e dello stile.

L’appuntamento, in una atmosfera elegante e rilassata, è per domenica 3 marzo, dalle ore 18:00 in poi, in via Piersanti Mattarella 25/e.

 PROMO VIDEO - WATCH NOW!

 



Alla Galleria d’Arte Contemporanea Wikiarte di Bologna, le mostre personali di FABRIZIO CADOPPI (BICIO), LORETTA CAVICCHI e GIOVANNI TRIMANI.


Mostre personali di
FABRIZIO CADOPPI (BICIO)
LORETTA CAVICCHI
GIOVANNI TRIMANI

dal 02 marzo al 14 marzo 2019  
INAUGURAZIONE: Sabato 02 marzo ore 18.00
 
Galleria d’Arte Contemporanea Wikiarte
in Via San Felice 18 – Bologna

Durante la serata presenzierà la Dott.ssa Denitza Nedkova



Nel pianeta successivo il piccolo principe vide una sedia. Era vuota. Il piccolo principe non aveva mai visto una sedia e si avvicinò. Senza saperlo quello che fece fu sedersi. Era su una spiaggia e la sedia era rivolta verso il mare. Si sedette tenendo le gambe sollevate, stringendole tra le braccia. Riusciva a stare tutto rannicchiato come una noce. Chiuse gli occhi. (Antoine de Saint- Exupéry,Il piccolo Principe)
….. traccia, fatica, impotenza, potere, simbolo, posizione, riposo, appoggio, trono, fisico, struttura …. Parole evase dal sistema sintattico di un racconto e itineranti in quello cognitivo della comprensione convergono inevitabilmente nel luogo più fisico del corpo – la sedia. Un’orma della presenza reale della nostra struttura morale, la sedia offre riposo ma non pernotto, offre immobilità ma non stasi, invita a fermarsi ma non di rimanere. Andare avanti dipende da come sei. La sedia è un progetto, un’attività cognitiva che nella stabilità fisica trova l’instabilità concettuale: tre piedi sono pochi, cinque già inutili. Il flusso delle complessità del mondo - da ideologie e psicologie, processi evolutivi e tecnologie, a doveri e piaceri – è espresso, senza faticare in terminologie, dalla seggia. Ecco, allora, la vera domanda: se la sedia non è un oggetto ma uno strumento per essere, che forma deve avere? Quella mentale, confermano i lavori di Giovanni Trimani. Una morfologia polimorfa e policroma sita in una sintassi pluridimensionale rende il racconto – quello che realizziamo in contatto con ogni sedia del ChairMan – ottimale. La sequenza lineare di lettura si trasforma in un flusso interpretativo dove stare sopra, sotto, davanti, dietro, accanto o di fronte alla sedia non determina più la nostra comprensione di essa, ma soprattutto la nostra strumentalizzazione del suo messaggio insito.
Un essenzialità lessicale e strutturale compone un messaggio aperto e disponibile a ogni integrazione. Una frase semplice con pochi complementi e senso compiuto che attende il suo sviluppo narrativo è quella sostanziale per l’intervento pittorico a cui Fabrizio Cadoppi sottopone le sue tele. L’l’intenzionale contrasto cromatico e stilistico, volto a frazionare la raffigurazione in profondità, scandisce chiaramente la metrica di una poetica che rimane sempre fedele a se stessa. Ogni tela funzione, dunque, non come frase a se stante ma come unità morfo-lessicale di un cluster semantico fisicamente esteso in una narrazione spaziale che supera la bidimensionale superficie del quadro e invade quella pluridimensionale del suo contesto. Artista, opera e fruitore si trovano ad agire quali parti strutturali di un’unica stessa sintassi spaziale e agentiva, indispensabile per la realizzazione dell’immagine quale evento estetico. Le risonanze degli oggetti artistici, le volumetrie ambientali delle loro intersezioni e la connettività con l’organismo percettivo che ne scaturisce determinano l’espansione, perchè di direzione non si più parlare, del flusso esperienziale nel godimento dell’opera che non è altro che la sua comprensione ovvero realizzazione. Bicio da una personale forma visiva a una grammatica congenita nella cognizione umana che governa ogni canale commutativo dell’essere e gli permette la lettura dell’infinità di espressioni estetiche.
L’utilizzo - ossessiva, costante, invariabile - di un mezzo d’espressione è una scelta ben precisa, che porta dietro di sé un modo di approcciarsi al mondo. Se lo scultore è colui che segue la materia, che si muove con essa, il pittore è qualcuno che sta fermo e la scava. Si possono portare avanti diverse discipline contemporaneamente, ma come ogni persona tende a tenere un determinato atteggiamento mentale nei confronti di ciò che la circonda, anche l’artista ha un linguaggio che gli corrisponde più di altri. Nonostante la preferenza espressiva – palese per natura – le richieste dell’ambiente fisico creano scontri con le altri linguaggi il cui rispondere presume inevitabilmente l’applicazione di una lingua nuova. Loretta Cavicchi emerge come poetica, silenziosamente e gradualmente, da una griglia di tratti semplici che colpiscono per primi il sistema visivo. I cosiddetti low-level features dei fenomeni estetici sono, di fatti, la struttura imprescindibile sulla quale erigere la comprensione della realtà. Quando l’artista basa il suo dialogo con il fruitore su un canale archetipico e universale di comunicare è per innescare un rapporto di fiducia quale massima assicurazione è il prodotto estetico di per sé. La sua lettura è semplice ma nello stesso tempo complessa per la sua natura portante ma esigente una stratificazione continua di contributi intimi e personali. 


Info e contatti:


“Rileggere Leonardo da Vinci. Uno sguardo contemporaneo”. Aperte le iscrizioni al Contest. Deadline: 10 marzo 2019.


“Rileggere Leonardo da Vinci. Uno sguardo contemporaneo

Le iscrizioni sono aperte fino a domenica 10 marzo 2019
L’artista vincitore del concorso avrà come premio una bi-personale nel nostro spazio, rientrando nel progetto: CIRCUITI CONDIVISI – nuovi punti di vista DINAMICI*.
Inviare la documentazione a: circuiti.arte@gmail.com
 

1 – Tema
Il concorso ha l’obiettivo di selezionare gli artisti in virtù del loro lavoro di ricerca che li vede avvicinarsi al mondo e al genio di Leonardo da Vinci. Tra i temi di riflessione a cui gli artisti si possono ispirare: gli elementi naturali (flora, fauna, fossili, minerali), l’Ultima Cena, i ritratti e i volti, il corpo umano e l’architettura.
Dalla selezione ne nascerà una mostra collettiva in cui le opere d’arte contemporanee creeranno un dialogo dinamico e di confronto con i temi affrontati dal Maestro Rinascimentale per dar vita a una rilettura corale del suo genio. Si sottolineerà, infatti, come Leonardo da Vinci sia stato e sia tuttora fonte di ispirazione per artisti dal diverso linguaggio poetico.
Il concorso è aperto a tutti gli artisti (senza limiti d’età) operanti nel campo delle arti visive: pittura, fotografia, scultura, video, performance, fumetto, street art, poesia. Ogni artista può proporre massimo 2 opere che saranno vagliate dal comitato scientifico dell’Associazione Circuiti Dinamici. La mostra collettiva “Rileggere Leonardo da Vinci. Uno sguardo contemporaneo si terrà presso gli spazi espositivi dell’Associazione Circuiti Dinamici – via Giovanola, 19 Milano– dall’8 aprile al 2 maggio 2019.
Tutte le opere selezionate per la mostra collettiva saranno incluse nel catalogo cartaceo con testo critico.
La comunicazione ufficiale delle opere selezionate avverrà a mezzo mail ai candidati selezionati.
Le selezioni sono inappellabili e insindacabili. Le opere non devono contenere messaggi pubblicitari né immagini e parole offensive o discriminanti.
**CIRCUITI CONDIVISI – nuovi punti di vista DINAMICI
Il vincitore di questo concorso, sarà posto in dialogo con il vincitore di un altro concorso, sempre indetto da Circuiti Dinamici. All’interno dello spazio espositivo di Circuiti Dinamici si creerà un dialogo tra le opere di due artisti vincitori, diversi per ricerca e poetica artistica, che dovranno condividere lo spazio in un’ottica di comunità, convivenza e condivisione. CIRCUITI CONDIVISI per nuovi punti di vista, possibili interazioni, contraddizioni e tensioni tra le opere e le poetiche. Uno spazio in cui convivono identità diverse, in cui le differenze restano visibili e al contempo definiscono occasioni di incontro e di scambio.
2 – Caratteristiche delle opere:
  1. a) Le opere a parete -(quadri, grafiche, fotografie, fumetto, illustrazione – street art) non devono superare gli 80 cm. di larghezza e i 2 mt. di altezza.
  2. b) Opere tridimensionali (scultura, installazione): dovranno occupare uno spazio massimo di 1 mt.x1mt.x1mt.
  3. c) I video devono avere la durata massima di 4 minuti (compresi eventuali titoli e titoli di coda). I video possono essere inviati tramite link (youtube/vimeo) o CD-ROM.
  4. d) Le performance devono avere una durata massima di 10-15 minuti. Eventuale materiale scenico e audio è a carico dell’artista. Circuiti Dinamici non procurerà materiale per la performance, Candidarsi solo se si è in grado di realizzare la performance durante la serata d’inaugurazione.
  5. e) Poesia:inviare massimo 4 composizioni inedite, ciascuna non superiore a 40 versi in formato .Doc/Word.

    3  – Termini e modalità di partecipazione
    La candidatura al concorso e alla selezione è assolutamente gratuita. La quota di partecipazione alla mostra,  solo per gli artisti selezionati, è di 50 euro per artista, di cui 25 euro relative all’organizzazione della mostra e 25 per il tesseramento all’Associazione. Per gli artisti già tesserati la quota di partecipazione è di  25 euro.

    Per chi parteciperà alla sezione PERFORMANCE/POESIA (e solo per la suddetta sezione):
    La quota di partecipazione alla mostra è di 32 euro per artista/poeta, di cui 7 euro relative all’organizzazione della mostra e 25 per il tesseramento all’Associazione.  Per gli artisti/poeti già tesserati la quota di partecipazione è di 7 euro.

    4 -Le iscrizioni sono aperte fino a domenica 10 marzo 2019.

    5 – Consegna documentazione:
    Inviare la documentazione a: circuiti.arte@gmail.com con i seguenti allegati:

    – curriculum vitae: incluso di nome, cognome, data di nascita, residenza, cellulare ed e-mail.
    – immagini.JPG delle opere (alta risoluzione per stampa – 300 dpi), con didascalia dell’immagine (nome, cognome, titolo, misure, tecnica, materiale)
    – è gradito un breve accenno sull’idea/progetto dell’opera

    6 – Trasporto
    Gli artisti in caso di selezione per la collettiva dovranno provvedere alle spese per il trasporto (andata e ritorno, comprese le spese di imballaggio e reimballaggio) delle proprie opere, e se lo ritengano opportuno, la loro assicurazione per il periodo di trasporto e mostra, fino alla riconsegna all’artista proprietario. Circuti Dinamici declina ogni responsabilità per eventuali ritardi, smarrimenti, mancate consegne o danni ai pacchi/opere derivanti dalla spedizione e dal trasporto per mezzo di corrieri o poste.

    7 – Dichiarazione e Accettazione
    I partecipanti alla mostra collettiva dichiarano, la loro titolarità esclusiva dell’opera, con riguardo sia al diritto di autore sia al diritto di sfruttamento economico e pertanto, non esiste alcun diritto di privativa da parte di terzi su di essa.Gli organizzatori sono, quindi, esonerati da ogni responsabilità per eventuali contestazioni circa l’originalità e la paternità dell’opera e da eventuali imitazioni o copie da parte di terzi dell’opera stessa. L’artista dichiara, inoltre, di concedere i diritti di riproduzione delle immagini delle opere e della documentazione rilasciate  che serviranno per pubblicizzare il sito internet e tutti gli eventi connessi all’iniziativa, e qualsiasi altra forma di comunicazione. Per quanto sopra detto i dati personali, le immagini delle opere del concorso e/o altre opere inserite nel sito, durante un evento, per promuovere gli artisti e se stessa, o in altri eventi di arte contemporanea, nella promozione su web, comunicazione o marketing, potranno essere utilizzati  senza dover necessariamente richiedere il consenso delle parti o pagare i diritti. L’artista partecipante dichiara di aver letto attentamente il presente Regolamento e di accettarlo in tutti i suoi punti. Circuiti Dinamici sarà libera di riprodurre le opere partecipanti per la pubblicazione/promozione degli artisti in mostra e per la collettiva sui social, catalogo, volantini, locandine.

    8 – Responsabilità
    Circuti Dinamici – pur assicurando la massima cura e custodia delle opere pervenute per le mostre collettiva e personale – declina ogni responsabilità per eventuali furti, incendi o danni di qualsiasi natura, che dovessero verificarsi alle opere durante il periodo in cui rimangono in consegna e durante tutte le fasi della manifestazione. Ogni eventuale assicurazione è a cura e spese dell’artista medesimo. Circuti Dinamici declina ogni responsabilità per eventuali ritardi, smarrimenti, mancate consegne o danni ai pacchi/opere derivanti dalla spedizione e dal trasporto per mezzo di corrieri o poste. La quota di partecipazione non è rimborsabile in nessun caso.

    9 – Autorizzazione al trattamento dei dati personali
    Il candidato autorizza espressamente l’Associazione Circuiti Dinamici, nonché i loro diretti delegati, a trattare i dati personali dell’artista partecipante ai sensi della legge 675/96 (“legge sulla Privacy”) e successive modifiche D.lgs. 196/2003 (Codice Privacy), anche ai fini dell’inserimento in banche dati gestite da Circuiti Dinamici e partners organizzativi.
     
     

    Per qualsiasi informazione scriveteci alla seguente mail: circuiti.arte@gmail.com

CON LA LUCE NEGLI OCCHI. Alla Galleria Triphè di Roma, la presentazione del libro di Maurizio Gabbana, edito Skira.


CON LA LUCE NEGLI OCCHI
di Maurizio Gabbana

Giovedì 21 marzo 2019 ore 19:00
Galleria Triphè, Roma

In occasione del Mese della Fotografia, giovedì 21 marzo 2019 alle ore 19:00, presso la Galleria Triphé di Roma, in via delle Fosse di Castello 2, la presentazione del libro "Con la luce negli occhi " di Maurizio Gabbana, edito Skira.

Seguirà aperitivo con l'arista, con degustazione di vino Cantine Otricolaia e olio Lembo.
 
Mauruzio Gabbana
 
 

via delle Fosse di Castello 2, Roma
contatti: +39 366 11 28 107 | info@triphe.it  

 

venerdì 22 febbraio 2019

Memorie liquide. A Mantova, alla Casa di Rigoletto, la mostra della pittrice Evita Andújar, a cura di Carlo Micheli.


Memorie liquide - Evita Andújar
a cura di Carlo Micheli

Casa di Rigoletto, Piazza Sordello, 23, Mantova
dal 2 al 31 marzo 2019

Inaugurazione: 2 marzo ore 18:00

PROGETTO: Comune di Mantova – Ufficio Mostre
PARTNER: Galleria De’ Bonis | Espoarte
MEDIAPARTNER: Frattura Scomposta
INFO: 0376288208 | info@infopointmantova.it
ORARI: Tutti i giorni 9.00 – 18.00

La pittura di Evita Andújar è una sferzata rivitalizzante all’intero mondo dell’arte contemporanea. Ne fan fede il cospicuo numero di premi vinti e la frenetica partecipazione a mostre nazionali e internazionali che sottintende un apprezzamento incondizionato del suo fare artistico. Proveniente dal restauro, Evita ha conoscenze approfondite di materiali e tecniche, della classicità come della contemporaneità: ne deriva una proposta artistica che attraversa il Novecento cogliendone gli insegnamenti e le innovazioni, per proiettarsi in un Terzo Millennio all’insegna delle fibrillazioni e dell’inquietudine. 

 
Così Roberto Gramiccia: “…non solo piega e fonde, con sapienza e duttilità, codici espressivi diversi per confezionare un proprio personalissimo linguaggio unitario, ma, quel che più conta, è capace di mettere in scena la rappresentazione più efficace della vita nel suo divenire imprevedibile, contraddittorio, dialettico.” Le figure femminili, percorse da una vibrazione che le sdoppia, le destruttura, le scioglie, sono immagini paradigmatiche delle eroine inquiete dei nostri giorni, donne “moltiplicate”, preda di un vortice dinamico che ne offusca quasi le sembianze, per trasformarle in archetipi di una nuova femminilità, più complessa, più multiforme, più consapevole. Per Lorenzo Canova quello di Evita è “Un mondo sospeso tra memoria e futuro, una pittura dove il tempo sedimentato e interiore si intreccia al dinamismo contemporaneo della percezione elettronica, uno sguardo in cui la forma si blocca e si disperde in una dialettica costante tra la millenaria fissità dell’immagine e la sua accelerazione contemporanea: l’opera di Evita Andújar si muove su queste coordinate dove la pittura è allo stesso tempo condensata e dissolta in un sistema costruttivo dove i contrari si uniscono e si allontanano in un perenne moto circolare.” 


“Memorie liquide”, la mostra che si terrà a Mantova nel mese di Marzo, alla Casa di Rigoletto, rappresenta la prima personale istituzionale dell’artista d’origine spagnola. Il progetto, dell’Ufficio Mostre del Comune di Mantova, si avvale della preziosa collaborazione della Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia e del sostegno di Espoarte.

Note biografiche
Evita Andújar nasce a Ècija, Siviglia, in Spagna.
Dopo essersi formata studiando pittura e restauro all’Accademia di Belle Arti di Siviglia ha frequentato diversi corsi di specializzazione di pittura e arte tra i quali il Corso Internazionale di Pittura a Cadice diretto dal pittore spagnolo Antonio López García. Dopo aver terminato anche i corsi di Dottorato, nel 2000 viene in Italia come borsista all’Accademia di Spagna in Roma. Realizza importanti restauri di affreschi come referente tecnico e restauratrice (ad esempio la Scala Regia del Vignola a Caprarola). Lo stretto contatto con gli affreschi sarà fondamentale per lo sviluppo posteriore della sua tecnica pittorica. Ha realizzato numerose mostre in Italia, Spagna, Inghilterra, Francia, Slovenia ed Emirati Arabi, esponendo con grandi artisti contemporanei e giovani artisti emergenti. Tra altre sedi ricordiamo le mostre realizzate a Palazzo Reale e al Museo della Permanente di Milano, all’Arsenale di Venezia, alla Galleria Regionale di Palazzo Bellomo a Siracusa, ai Musei di San Salvatore in Lauro o alla Camera dei Deputati a Roma.
Dal 2000 vive e lavora a Roma.


Il Grande Sacrificio. A Milano, nella Sacrestia del Bramante in Santa Maria delle Grazie, in mostra le opere di Lorenzo Puglisi, a cura di Giovanni Gazzaneo.


Lorenzo Puglisi | Il Grande Sacrificio

a cura di Giovanni Gazzaneo

3 - 28 aprile 2019
inaugurazione martedì 2 aprile, ore 18.30

Basilica di Santa Maria delle Grazie
Sacrestia del Bramante
via Caradosso 1, Milano


Nell’anno del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, Lorenzo Puglisi rende il suo personale omaggio al genio fiorentino presentando a Milano la monumentale e inedita opera pittorica Il Grande Sacrificio, lavoro appositamente realizzato per l’esposizione a cura di Giovanni Gazzaneo nella Sacrestia del Bramante in Santa Maria delle Grazie, dal 3 al 28 aprile 2019.

A poca distanza dal capolavoro vinciano cui è dedicato – la celeberrima Ultima Cena – il dipinto a olio su tavola di pioppo, realizzato da Puglisi nel 2019, si staglia nella Sacrestia in tutta la sua imponenza, sei metri di lunghezza e due di altezza. È l’opera più grande realizzata dall’artista: nell’abisso del nero emergono, nella purezza del bianco, le teste e le mani di Cristo e degli apostoli, in una sequenza ritmica e fluttuante.
L’artista ha dedicato al capolavoro vinciano un ciclo di opere che si inserisce in un percorso di dialogo, iniziato sette anni fa, con i grandi artisti del passato e con i loro capolavori.


Scrive Giovanni Gazzaneo: «La storia dell’arte Puglisi l’accoglie nella sua opera non attraverso la perfezione della compiutezza formale, ma offrendoci un’immagine aperta, libera di giocare nelle polarità del bianco e del nero, in un dinamismo che non conosce fine. Dove il nero non è solo orizzonte, tanto meno cornice: è sostanza stessa dell’opera. Dal buio emerge la presenza, una presenza che da quel buio è sostenuta e in quel buio prende vita: bagliori di luce, scaglie di pittura densa e fremente, come in movimento. Il nero invoca la luce e accoglie il generarsi della forma. E nella generazione della forma possiamo cogliere il senso del contemplare l’arte del passato da parte di Puglisi: l’opera non è morta, l’opera è viva, è feconda e il suo splendore attraversa i secoli e continua a illuminare gli uomini e il tempo. Uno splendore che si fa abbagliante per un’icona come l’Ultima Cena di Leonardo. Gli apostoli, ritratti di uomini veri colti in un turbine di emozioni e pensieri per l’annuncio inaspettato del tradimento – che si accompagna al miracolo più grande, l’offerta d’amore e di vita di Cristo nella consacrazione del pane e del vino – nella visione di Puglisi si fanno volti e mani di luce, quasi a formare una partitura ideale o forse una costellazione di stelle». 



Nel discorso pittorico di Puglisi spazio, luce e figura si risolvono nell’antitesi drammatica della bicromia, con la conseguente sospensione del tempo e dello spazio, in un processo di semplificazione visiva che riduce la composizione dell’opera ai suoi elementi minimali e più profondi, in cui si concentra lo sguardo di chi contempla.
«Nell’Ultima Cena – spiega Puglisi – Leonardo ha lavorato su quello che più gli interessava, ossia il moto interiore dell’essere umano, la relazione tra gestualità, emozione e pensiero che poi vedremo espressi anche in opere come La Gioconda e La Vergine delle Rocce. È da qui che parte il mio tentativo di riguardare all’opera del Cenacolo, che credo rappresenti una summa di tutti i capolavori della storia della pittura occidentale. Nel 2016 ho presentato a Parigi il primo Grande Sacrificio (un metro e mezzo per cinque), cui hanno fatto seguito altri lavori di piccolo e grande formato su carta, tela, tavola e altri materiali incluso il metallo, con l’ambizione e la speranza che a ogni nuova realizzazione dello stesso soggetto il mio lavoro acquisisca maggiore intensità ed energia».

In tutte le opere di Puglisi, incentrate sul bianco e nero, emerge un forte simbolismo cromatico, che vede nel nero non l’assenza bensì la forza del colore (raggiunta attraverso continue stratificazioni) e la rappresentazione della condizione di preesistenza delle cose. Una sorta di caos primigenio dove la creazione è ancora in potenza, dove la materia contiene l’essere prima della generazione del cosmo e della vita. Senza buio non c’è luce, o come sostiene Mark Gisbourne «è dal vuoto più estremo o dall’oscurità che la visione può emergere»: infatti dal nero misterioso, dal buio assoluto dello sfondo che occupa tutta la tavola appaiono, abbaglianti e improvvise, figure composte da pennellate dense, bianche, con soli accenni, talvolta, di rosso e di blu. Fiotti di luce capaci di definire i volumi, i volti, le mani, i piedi, come presenze catturate in un’espressione o in un gesto, frutto di un lungo percorso verso l’essenzialità della rappresentazione. Ispirato dai grandi maestri come Leonardo, Caravaggio, Rembrandt e Goya, Lorenzo Puglisi illumina solo ciò che vuole evidenziare, frammenti che emergono dal buio per cercare la luce.

 
Scrive Alessandro Beltrami nel testo in catalogo: «Puglisi lavora per una completa rimozione del dettaglio. Da un parte con un nero che satura lo spazio, elimina qualsiasi contesto possibile e rende illecito ogni particolare. In un certo senso scarnifica il discorso di qualsiasi aggettivo, di inciso e di struttura complementare, per ridurlo alla proposizione base: soggetto-verbo. Dall’altra opera una ulteriore scarnificazione degli elementi sopravvissuti, tracciati con colpi e velature di colore bianco solo screziate di rosso o giallo: le teste e ciò che noi riconosciamo come parti anatomiche sono in realtà gesti pittorici compendiari che non “dettagliano” nulla o quasi di un volto o di un arto».

La mostra che presenta anche due opere dedicate al tema della Passione di Cristo, Crocifissione del 2018 e Nell’orto degli ulivi del 2017, che trovano ispirazione in Velázquez, Rubens e Goya è infine una rara occasione per ammirare la bellezza della Sacrestia del Bramante, normalmente non accessibile al pubblico, con tutti i suoi tesori, a cominciare dai dipinti che decorano le ante degli armadi cinquecenteschi e che, con le loro accese cromie, creano un dialogo tra antico e contemporaneo in uno dei luoghi più intensi e conosciuti di Milano.

Accompagna la mostra un volume pubblicato da Edizioni Crocevia, a cura di Giovanni Gazzaneo.
Coordinate mostra
Titolo Lorenzo Puglisi | Il Grande Sacrificio
A cura di Giovanni Gazzaneo
Sede Basilica di Santa Maria delle Grazie, Sacrestia del Bramante, via Caradosso 1, Milano
Date 3 aprile - 28 aprile 2019
Inaugurazione martedì 2 aprile, ore 18.30
Orari da martedì a domenica, ore 15-19.30
Ingresso libero
Catalogo Edizioni Crocevia

Info pubblico T. 392 81391491 - fondazionecrocevia@gmail.com - www.fondazionecrocevia.it

Ufficio Stampa
IBC Irma Bianchi Communication
Tel. +39 02 8940 4694 - mob. + 39 328 5910857 - info@irmabianchi.it
testi e immagini scaricabili da www.irmabianchi.it

SUPERCALIFRAGILISTICEXPIALIDOCIUS. Alla 7ettanta6ei Gallery di Milano, la personale di Marco Tamburro, a cura di Alessandro Erra.


MARCO TAMBURRO
Supercalifragilisticexpialidocius
a cura di Alessandro Erra
28 febbraio – 17 marzo 2019 
Inaugurazione: giovedi 28 febbraio, 18:30 - 21:30 


La mostra prevede un allestimento di circa venti opere in tecnica mista su tela. Tamburro, in tutti i suoi lavori, riflette profondamente sulla vita quotidiana, sulla coazione a ripetere, fino alla spersonalizzazione dell’essere umano che esiste ma non vive, inghiottito in una vorticosa esistenza cittadina frenetica, gelida, distaccata, che incessantemente olia un meccanismo alienante e alienato.

Per il progetto milanese gli spunti dell’artista sono la famosa frase di Mary Poppins e la sua iconica valigia. Il binomio fiaba-vita reale è originale ma anche contrastante. Un mondo, quello di Tamburro, incantato e disincantato. Le opere riflettono la realtà dura e delicata in cui viviamo, ma non manca una chiave ironica. 

La valigia, presente in tutte le opere, è come un vaso di Pandora, con dentro le fragilità e le difficoltà che l’uomo, viaggiatore errante in questo mondo, si porta dietro. 

Scrive Emanuele Beluffi
Narra il mito che il famoso scrigno di Pandora contenesse tutte le brutture del mondo e che al fondo fosse rimasta solo la speranza. Ma se osservo queste opere di Marco Tamburro mi accorgo che il famigerato contenitore mitico prende la forma di una comunissima valigia, delineata con quel tratto nervoso tipico dell'artista e con quella aspirazione alla forma colorata e piena che tuttavia qui rimane più che abbozzata e senza giunger mai a vera...apparizione: infatti la "bella materia colorata", come definiva la pittura Isabella Far compagna e moglie di De Chirico, sta tutta nella valigia in questione [...]
Scrive Matteo Maffucci, collezionista: 
[...]  È questa la bravura di Marco, l’immediatezza. Arriva come un pugno in faccia, mai con delicatezza, con velocità. Può far esplodere teste ubriacandoti con il colore, disegnare mondi che si aprono come fossero un’arancia o come uno scrigno per spingerti a scoprire che cosa c’è dentro.
Grazie Marco, se oggi amo l’arte e tutto quello che le ruota intorno, lo devo anche a te [...]

Spiega il gallerista e curatore Alessandro Erra
[...]  Quando con Debora Santagata ragionavamo per la scelta degli artisti ho pensato quasi subito a Marco Tamburro. Per la nostra galleria volevamo artisti non convenzionali e Marco, nonostante fosse già molto conosciuto, è apprezzato, in particolar modo, da quella ristretta nicchia di collezionisti fuori dagli schemi. La sua pittura rapisce, tiene stretti. Ma il rapimento è lieto.  Non si riesce a distogliere lo sguardo dalla frenesia del mondo che rappresenta [...] 




7ettanta6ei Gallery
via Felice Casati 39, Milano 
Tel. 02-66711025 | Email info@76artsrl.com