Arriva nelle librerie e nei bookshop online, con un tempismo perfetto per le cronache di questi giorni, l’esplosivo romanzo autobiografico di Corrado Fabbri, “Lord Kelly - Il ladro di informazioni” (Booksprint edizioni) che abbina il racconto coraggioso e avvincente di una vita avventurosamente vissuta oltre i confini della legalità alle sorprendenti rivelazioni sui metodi e sulle raffinate tecniche utilizzate in prima persona per violare i sistemi informatici più inaccessibili.
Corrado Fabbri (Bologna, 1970), al suo esordio come scrittore, è considerato dalla stampa internazionale e dalle forze dell'ordine uno degli hacker e ingegneri sociali più temuti degli ultimi decenni. Ha accumulato una fortuna violando i sistemi informatici di banche, governi e industrie su commissione di servizi governativi e aziende rivali. Ha subito oltre 80 processi per 290 violazioni al codice penale per truffe telematiche e furti di dati, ottenendo condanne a 15 anni di carcere, poi ridotti a 10 tra indulti e sconti di pena. Nel mezzo, due fughe e una vita da brividi. Pur avendo pagato il suo debito con la giustizia, oggi l'autore vive all'estero sotto falso nome «perché non ti mollano più, ti marchiano a fuoco come una vacca e non ti lasciano vivere». Il libro è stato scritto durante la detenzione, tra il 2002 e il 2014, per poi essere affidato alle stampe, dopo gli ultimi rimaneggiamenti, nel giugno di quest'anno.
Il tema affrontato è di scottante attualità. Il 2020, infatti, è stato un anno da record per i crimini informatici. A livello globale gli attacchi informatici di pubblico dominio classificati come gravi sono cresciuti del 12% rispetto all'anno precedente, del 66% rispetto al 2017 (fonte: Rapporto Clusit 2021). Ed è solo la punta di un iceberg: un gran numero di aggressioni non diventa mai di dominio pubblico. Nessuno può dirsi al sicuro dai pirati informatici. Non a caso tra i settori più colpiti ci sono la pubblica amministrazione, le forze dell'ordine, le forze armate, l'intelligence e le istituzioni, le multinazionali operanti nel campo della sanità e della ricerca farmaceutica, le banche e il mondo dell'alta finanza, i produttori di tecnologie hardware e software. Cioè a dire proprio quei settori che si fondano sulla sicurezza dei dati. I cyber attacchi sfruttano diverse tecniche, solo in parte note. Tra le altre, i malware, il phishing e la Social Engineering o Ingegneria sociale. Quest’ultimo è appunto il settore di elezione di Corrado Fabbri. Con “Ingegneria sociale” si indicano le tecniche hacker atte a ingannare il personale di una società, di una banca o di un ente governativo, inducendolo a rivelare informazioni sensibili, grazie alle quali penetrare nei sistemi di sicurezza più inaccessibili.
Le straordinarie competenze informatiche, l'attenta pianificazione, la minuziosa ricerca dei punti deboli di un sistema e l’abilità psicologica nel manipolare gli altri, quasi elevate ad arte, unite a un’etica del crimine («Ho sempre e solo aggredito aziende o persone che potessero reggere il colpo. [...] Nessun stipendiato delle holding o delle grandi banche che ho ripulito, [...] ha mai dovuto rinunciare neppure a un solo pasto per causa mia»), hanno fatto di Corrado Fabbri una sorta di Arsenio Lupin delle truffe informatiche. Fabbri racconta la sua passione per la tecnologia informatica, la laurea in Information Technology all’università di Miami in Florida, la sua ascesa nel mondo degli hacker, dalle prime innocenti violazioni informatiche fino agli attacchi più articolati nel campo dello spionaggio industriale, remunerati con cifre da capogiro.