La forza della parola, spinge cosi Sergio a sperimentare nuove forme di espressione, ovvero la
pittura.
Scopo principale della sua arte, risiede nella rivelazione di esperienze
vissute direttamente sulla sua pelle.
Le opere non sono frutto di studi analitici e complessi, ma nascono
dall’ascolto delle proprie sensazioni che sorgono dalla vita di tutti i giorni:
decisa è la capacità di cogliere quelle
impressioni e dargli voce attraverso un segno, un tratto pittorico istintivo.
Come afferma lui stesso, l’unione della parola e la pittura è uno stimolo per
l’interpretazione delle opere, “come se tentassi di rendere la mia visione
palpabile”afferma Sergio, infatti molte
delle sue produzioni sono accompagnate da titoli di poesia o da composizioni
poetiche vere e proprie.
I suoi componimenti danno voce a oniriche realtà, alla strenua lotta della vita
che è irrimediabilmente “sacrosanta parvenza”. La luce della quiete sfugge e
l’artista è risucchiato nuovamente dalla notte ingannatrice, il crearsi una via
luminosa, della persuasione, ardendo di luce propria, trafiggendo il sole,
amando e odiando vivendo ogni doloroso giorno. La necessità del buio per
risplendere in esso.
Ancor più interessante è la tecnica e i materiali utilizzati: colori acrilici,
spray e smalti sintetici plasmano l’idea su supporti di legno o faesite, e il
suo elemento d’eccezione sono capelli, ovvero ciò che di umano perdura nella
morsa famelica della morte.
Costituita da cromatismi violenti e contrastanti, la forma dell’idea si espande
e si contrae sul supporto, spasmodiche confessioni nel nero abissale, rossi
pulsanti e verdi acidi vivono e convivono nelle sue opere.
Le opere presentate a Spazio Ginko appartengono ai cicli “Poesia
delle tenebre cuore mio palpitante “ – “Corpus et Animam” – “Corpus Machina”,
riunite in un unico titolo “Simulacro”,
ovvero apparizione.
Il ciclo di produzioni è caratterizzato da una tecnica mista su faesite.
I quadri si presentano stilisticamente costituiti dall’ambivalenza cromatica
dello sfondo: bianco e blu, alludendo alla luce e alle tenebre. Al centro son presenti, come spiriti,
creature dai lineamenti umani, che aleggiano nella composizione, alcune
lasciano intravedere le scheletriche anatomie.
I grigi,i verdi acidi, i ciani e i rossi degli smalti e degli spray dialogano
tra loro, all’interno dei corpi di
queste creature, delineate discontinuamente da tratti di colori più netti e
corposi; il loro interno appare a chiazze dove il ruolo dei i grigi e verdi che
l’idea di malsano e dolorante e immateriale.
In effetti interpretando l’arte di Sergio si approda in quei dualismi
che da sempre costituiscono ragione di lotta nell’animo umano e, che son ben
riconducibili agli stessi titoli delle sue raccolte pittoriche: il corpo e
l’anima, la materia e lo spirito, il razionale e l’irrazionale.
Simulacro è l’apparizione, un qualcosa di indefinito che si materializza
davanti l’occhio dell’artista, ma attenzione si parla di visioni interiori,
sopra la mera oggettività e se vogliamo, riferendoci al visionario Odilon
Redon, frutto dell’occhio mongolfiera, che si leva in alto verso una dimensione
altra.