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mercoledì 27 marzo 2019

Bandiera Verde, le spiagge di Noto a misura di bambino. Il sindaco Corrado Bonfanti: «Premiati gli sforzi rivolti al nostro litorale».


A giugno la cerimonia di consegna in provincia di Cosenza

Bandiera Verde, le spiagge di Noto a misura di bambino



Il sindaco Corrado Bonfanti: 
«Premiati gli sforzi rivolti al nostro litorale»



Anche nel 2019 sul litorale netino sventolerà la Bandiera Verde, il riconoscimento assegnato da oltre 2mila pediatri italiani, coordinati dal prof. Italo Farnetani, ordinario di Pediatria della Libera Università Ludes di Malta, alle spiagge ritenute adatte ai bambini.

La cerimonia di consegna della Bandiera Verde si svolgerà il 28 giugno a Praia a Mare (Cosenza) e per Noto sarà la terza presenza consecutiva.


«Per il terzo anno consecutivo - commenta il sindaco Corrado Bonfanti - otteniamo un riconoscimento che ripaga gli sforzi di un’amministrazione comunale che ha lanciato una serie di progetti per rendere il nostro litorale sempre più sicuro. Tra questi il servizio di assistenza ai bagnanti e l’accesso in spiaggia per i diversamente abili, servizi che riproporremo anche quest’anno».


La Bandiera Verde premia le spiagge dal facile accesso, con l’acqua limpida e bassa vicino alla riva, con la presenza di bagnini e scialuppe di salvataggio e che offrono spazi per l’allattamento o il cambio dei pannolini. In Italia sono 142, di cui 16 siciliane e tra queste anche quella di Vendicari a Noto.




Ufficio Stampa e Comunicazione IstituzionaleOttavio Gintoli
Giornalista Pubblicista - Tess. Num. 156251 - Cell. 347.5000722
www.comune.noto.sr.itgrandieventi@comune.noto.sr.it 





LXIII Premio Basilio Cascella 2019. Termine di partecipazione prorogato al 31 marzo.


Il termine per poter partecipare alla nuova edizione del Premio 'Basilio Cascella' è stato prorogato al 31 marzo, per permettere a quanti lo richiedono di poter partecipare con le proprie opere create sul tema della LXIII edizione: Avidità.
Dal 1955 è uno dei Premi d'Arte, Fotografia e Pittura, tra i più prestigiosi d'Italia, la cui volontà è valorizzare l'arte contemporanea e crearne uno snodo creativo e di riferimento, per esportarla in seguito nella rete internazionale artistica.

“Una società diventa moderna quando una delle sue attività principali consiste nel produrre e consumare immagini. (…) Diventano indispensabili al buon andamento dell’economia, alla stabilità del sistema e al perseguimento della felicità personale. (…) La produzione di immagini fornisce inoltre una ideologia dominante. Al mutamento sociale si sostituisce un mutamento nelle immagini. La libertà di consumare una pluralità di immagini e di beni viene identificata come la libertà per eccellenza.
Una società capitalista e consumistica divora le immagini.
(…) Se potrà esserci un modo migliore per permettere al mondo reale di includere in sé quello delle immagini, esso richiederà un’ecologia non soltanto delle cose reali ma anche delle immagini stesse”.
Susan Sontag
Sulla fotografia – Realtà e immagine nella nostra società

Queste parole, scritte da Susan Sontag nel 1977, delineano già un utilizzo massivo delle immagini, siano esse fotografia, pittura o video, come appropriazione della realtà e identificazione con essa. Si diventa reali quando si è immagine. Se si considera come nell’ultima decina d’anni un nuovo concetto di sociale veicolato fondamentalmente dall’immagine stessa sia nato e si sia evoluto grazie ad internet, se ne comprende il carattere quasi profetico.

Ad ogni singolo artista partecipante viene chiesto di analizzare tale concetto e di esprimerlo tramite pittura o fotografia, portando la vostra personale interpretazione all’attenzione del pubblico.

***


Tema: Avidità
Scadenza: 31 marzo 2019, ore 24.00
Link diretto al bando: https://premiobasiliocascella.files.wordpress.com/2019/01/bando_premio_cascella_2019.pdf


LUCIDI INGANNI. A Mantova, la mostra personale di Andrea Boyer, a cura di Carlo Micheli.


LUCIDI INGANNI      
Mostra personale foto/grafica
di Andrea Boyer
a cura di Carlo Micheli
 
Mantova | Casa Di Rigoletto
Piazza Sordello 23, Mantova
6 aprile | 5 maggio 2019
INAUGURA: 6 aprile ore 18.00

PROGETTO: Comune di Mantova - Ufficio Mostre
INFO: 0376/288208 | info@infopointmantova.it
ORARI: tutti i giorni 9.00 - 18.00
MEDIAPARTNER: Frattura Scomposta

Giovedì 6 aprile 2019 alle ore 18.00 presso Casa di Rigoletto di Mantova, inaugura la mostra di Andrea Boyer "lucidi inganni" a cura di Carlo Micheli. Una cinquantina tra disegni e fotografie realizzate con tecnica straordinaria da un artista sensibile e colto. Elegantissimi trompe l'oeil a matita o citazioni dei classici tramite fotografie tanto irriverenti quanto formalmente perfette. Realizzata su progetto dell'Ufficio Mostre del Comune di Mantova, "lucidi inganni" sarà aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00 fino al 5 maggio.


Le opere di grafica e le fotografie di Andrea Boyer sono “lucidi inganni” la cui essenza consiste nell’apparire. Risolta questa annosa e noiosa dicotomia, Boyer si dedica al disinnesco del significato, a favore di una girandola di significanti nemmeno, poi, così significativi. La sublimazione del banale o lo svilimento del sublime sono le irridenti provocazioni di un artista dell’escapologia che, liberatosi dalla camicia di forza del senso, si diverte a bluffare con la realtà, smontando la scatola rappresentativa, scompigliando le unità di luogo di tempo e di spazio.

Così Manuela Accinno: “Proprio il tempo, con l’interpretazione della realtà che ne dipende, è una delle chiavi di lettura di queste opere. La fotografia e il disegno, i principali mezzi espressivi utilizzati dall’artista, si fanno emblemi di un loro tempo specifico. Il disegno – che di per sé rappresenterebbe il tempo dell’essere – e la fotografia - che per sua natura coglie il tempo nel suo divenire – nelle opere di Andrea Boyer si incontrano per creare un terzo tempo, un’altra realtà in cui l’essere si identifica con il divenire.”
Dunque un gioco raffinato quello di Boyer, che molto deve, formalmente, alla metafisica, con venature surreali e spruzzate di iperrealismo (non acefalo).
Spiega Luca Violo: “Il verosimile si mostra ogni volta dentro l'inganno: un frammento di una verità sconfinata; un fotogramma strappato alla storia ma filtrato dalla memoria, vissuta come un labirinto di prospettive infinite. Un gioco di riflessi che si appalesa attraverso archetipi incerti della propria anima e dei loro sensi.”
Un gioco difficile da giocare, in apparenza, ma di fatto accattivante ed entusiasmante. Il grande bluff e la grande bellezza, scopriremo, coincidono per la nostra gratificazione, inutile e improduttiva, la stessa che si prova nel risolvere un problema matematico, o un giallo particolarmente intricato… Ma le immagini di Boyer sono guanti da raccogliere, per chi abbia ancora la voglia e il bisogno di stupirsi.
Carlo Micheli




Cenni biografici:
Andrea Boyer è nato nel 1956 a Milano. Ha frequentato il Liceo Artistico, e l'Accademia di Belle Arti di Brera (scenografia).
Ha lavorato come fotografo (1978-2000) presso il proprio Studio in ambito commerciale con collaborazioni nella moda, nella pubblicità, nell'editoria, nell'industria. Dal 1990 espone in spazi pubblici e privati con Opere pittoriche (matita, olio, grafica-puntasecca, ceramolle, maniera nera) e fotografiche. Ha collaborato con i più importanti studi di architettura quali BBPR, Albini, Belgiojoso, fotografando e documentando le loro costruzioni. Sue Opere fanno parte di collezioni private e pubbliche in Italia e all' estero.




Collettivo OFFICINENOVE presenta: Elina Chauvet & Eozen Agopian in "Residenza d'artista", progetto a cura di Monica Pirone e Michela Becchis, testi e cura di Helia Hamedani.


Collettivo OFFICINENOVE 
presenta:
Elina Chauvet & Eozen Agopian_Residenza d'artista
progetto a cura di Monica Pirone e Michela Becchis
testi e cura di Helia Hamedani

apertura mostra 29 marzo ore 18

Ass. Cult. Officinenove, via del Casale Galvani 9, Roma
info: officinenove@gmail.com

Dialoghi intrecciati

Elina Chauvet (Casas Grandes, Chihuahua, Messico, 1959 – vive a Mazatlán, Sinaloa, Messico) ed Eozen Egopian (Athene, Grecia - vive e lavora tra NewYork e Athene) si incontrano per una breve residenza a OfficineNove dal 25 al 29 marzo  2019.
Sarà l'ultimo appuntamento del soggiorno di Elina Chauvet a Roma che nelle ultime settimane è stata l’animatrice di diversi eventi nella capitale italiana; residenze, laboratori, performance ed opere inedite in chiave collaborativa e collettiva.
Anche il suo lavoro più conosciuto: l’installazione di Zapatos rojos” (Scarpette rosse”) fin dalla prima produzione è stata creata da donne che donarono le loro scarpe rosse o colorate in rosso. Queste scarpe, partite da Ciudad Juarez in Messico, hanno raggiunto tanti luoghi in tutto il mondo. A volte anche senza la presenza dell’artista che generosamente delega la sua idea a coloro che seminano il suo messaggio. 

Elina Chauvet in tutte le sue opere riesce a testimoniare ingiustizia e violenza, senza riprodurla. Pertanto l’artista in un cammino collettivo, trasforma la violenza in forma e colore, in conoscenza e condivisione. 

Nonostante le storie e le provenienze diverse delle due artiste, questa forza di trasformazione delle forme è presente anche nelle opere di Eozen Egopian. Egopian da più di 20 anni lavora con i tessuti e il filo (Thread). Come ci racconta, i fili sono la rappresentazione simbolica dei suoi ricordi d’infanzia. “Essendo una ragazzina cresciuta in Grecia, ricordo come il ricamo fosse un'attività passatempo del tardo pomeriggio”. Le stoffe invece, vengono selezionate negli anni in diverse aree nel mondo, raccolte a volte in industrie fallite, a pezzi o in scampoli. L’artista con la metafora delle industrie in disuso, vuole ricordarci il valore e la fatica del lavoro operaio e anche fare un omaggio a tutte le donne operaie che nel secolo precedente hanno denunciato discriminazioni sessuali e hanno lottata per la parità dei diritti civili.

Il lavoro di Eozen Egopian, oltre il valore estetico, ha a che fare con un indice temporale e storico. Mettendo insieme i pezzi frammentati con il filo, l’artista rende visibili altre unioni possibili. Si possono manipolare questi stessi tessuti, creare differenti volumi e fare forme nuove nel tempo.
Le scarpe rosse di Elina Chauvet indicano l’assenza del corpo femminile mentre i tessuti colorati e ricamati di Eozen Egopian ricordano la memoria del corpo. Entrambe, tramite gesti semplici ed oggetti comuni, sussurrano comunque la possibilità di cambiare.

DIALOGHI INTIMI. Alla Federico Rui Arte Contemporanea di Milano, la doppia personale di Giuseppe Bergomi e Alma Tancredi.


 
DIALOGHI INTIMI
GIUSEPPE BERGOMI
ALMA TANCREDI 


28 marzo / 17 maggio 2019


Inaugurazione: giovedi 28 marzo ore 18.30 / 21.00

Federico Rui Arte Contemporanea 
 via Turati 38, Milano


Si inaugura GIOVEDI 28 MARZO la doppia personale di GIUSEPPE BERGOMI e ALMA TANCREDI dal titolo Dialoghi Intimi, in cui verrano esposte cinque sculture e dodici dipinti realizzati nel corso degli ultimi anni. Terzo appuntamento della serie di mostre dedicate ai dialoghi, che vuole mettere in risalto tratti comuni nella ricerca di artisti lontani anagraficamente, geograficamente o per mezzi espressivi, mette in luce la comunione artistica di due artisti che sono una coppia nella vita. “E' difficile vivere insieme per due artisti che hanno la stessa arte nel cuore”, diceva Antonietta Raphaël , compagna di Mario Mafai. Giuseppe Bergomi e Alma Tancredi ci raccontano quanto la loro vita, la loro quotidianità, la loro ricerca sia fortemente connessa e correlata, seppur indipendente. Sin dagli esordi, Bergomi trova all'interno della famiglia la sua fonte di ispirazione: la moglie e poi le figlie vengono modellate idealizzando la realtà, facendo uscire un'idea classica di bellezza calata negli affetti e nei sentimenti di una famiglia amata. Una condizione della sua stessa vita che si rivela in arte. Moglie, madre e musa, preziosa collaboratrice dello studio, Alma non vive all'ombra del marito, ma sviluppa la sua ricerca partendo dagli stessi affetti famigliari. La sua visione si allontana dal corpo ma si concentra sugli oggetti quotidiani: una tazzina, un fiore, le tovaglie, la vista dalla casa. Lo sguardo si posa su uno o pochi particolari, dipinti come oggetti singoli, ma che partecipano e appartengono al tutto intorno, apparentemente distaccati e freddi, ma nel loro essere inanimati riscaldati dall'appartenenza alla sfera domestica. “L’arte, ci dice Bergomi, da perfetto artista moderno, non è mai la realtà vera; è il confronto che la coscienza stabilisce con essa, riflessione che ci porta a concepire una realtà parallela, riflesso delle nostre esistenze, idea del mondo in cui convivere, con cui stabilire un continuo dialogo” scrive Vittorio Sgarbi in uno dei numerosi saggi dedicati all'artista. Il dialogo, in continua evoluzione, tra marito e moglie, tra scultore e pittrice, tra artista e modella, trae costante ispirazione nei loro “diari intimi”, da un lato approfondendo la corporeità, dall'altro l'elemento raccontandone gli oggetti, da una parte con la tenerezza di una visione che tende all'ideale, dall'altra con la durezza della pratica quotidiana.

I corpi di Bergomi sono i proprietari assenti di “autocoscienze” plastiche che “sanno” di essere osservate, allo stesso modo in cui gli oggetti della quotidianità di Tancredi si ammantano di quella familiarità che ce li rende...consapevoli, oggetti di muta affabilità che sanno, ci piace pensare, d’essere i protagonisti della nostra visione.” scrive Emanuele Beluffi in catalogo.

 

GIUSEPPE BERGOMI nasce a Brescia nel 1953. Dopo aver frequantato l'Accademia di Belle Arti di Brera, nel 1978 tiene la sua prima personale come pittore nella sua città natale. Dal 1981 l’artista inizia a dedicarsi in modo esclusivo alla scultura, dapprima alla terracotta policroma e poi alle fusioni in bronzo. Espone per la prima volta le sue sculture alla Galleria dell'Incisione nel 1982. Da quel momento iniziano i rapporti con alcune delle più importanti gallerie italiane e straniere ed il consenso della critica più prestigiosa. Nel 1984 Mario De Micheli cura una sua personale alla Fondazione Corrente di Milano e l’anno dopo Bergomi espone a Cortina d’Ampezzo con una mostra curata da Vittorio Sgarbi, che nel 1987 si occupa anche del progetto Dialoghi di Scultura (Torino, Galleria Davico). Nel 1992 Jean Clair lo invita a partecipare al premio istituito dal Centro Internazionale d'Arte Contemporanea Château Beychevelle: qui lo scultore realizza una grande terracotta raffigurante l'allegoria della giustizia, con la quale vince il Grand Prix Château Beychevelle 1993. Nel 1996 Roberto Tassi cura la personale a Milano e Marco Vallora quella di Pietrasanta e, sempre nel 1996, viene invitato alla XII Quadriennale d'Arte di Roma. In tale occasione la Camera dei Deputati acquista la sua opera “Valentina in piedi” che entra a far parte della collezione permanente di Montecitorio. L'anno successivo gli viene conferito il “Premio Camera dei Deputati” e si inaugura una esposizione personale a Palazzo Montecitorio. Nello stesso anno il Principato di Monaco acquista due sue grandi sculture in bronzo, esposte alla VI Biennale di Scultura di Montecarlo. Nel 2000 realizza una scultura monumentale dal titolo “Uomini, delfini e parallelepipedi” per l'ingresso dell'acquario di Nagoya in Giappone. Nell'estate del 2005 il Chiostro del Bramante ospita una grande rassegna dell'artista curata da Italian Factory. La stessa mostra verrà inaugurata a Palazzo Martinengo a Brescia nel febbraio del 2006. Nel 2010 viene insignito del Premio Internazionale di Scultura "Pietrasanta e la Versilia nel mondo". Tra le esposizioni che si sono susseguite dal 1978 ad oggi, si ricordano nel 2007 all'Art Museum di Shangai dal titolo “Italiana”, nel 2011 alla LIV Biennale di Venezia Arsenale e al Festival dei Due Mondi di Spoleto, nel 2012 al complesso di Sant'Agostino di Pietrasanta, nel 2015 all'EXPO di Milano nella mostra “Tesori d'Italia” presenta la scultura “Grande Ellisse” e nel 2016 al Palazzo della Cultura di Catania.

ALMA TANCREDI è nata a Ome (BS) nel 1956. Nel 1975, dopo il diploma e la maturità artistica, inizia la sua attività di orafa aprendo un proprio laboratorio nell'antica Torre d'Ercole, nel centro storico di Brescia, dove realizza gioielli esclusivi ispirati a forme zoomorfe e cinetiche, tra efflorescenze organiche e strutture in tensione. Nel 1987 abbandona definitivamente l'attività orafa per dedicarsi alla famiglia. Espone per la prima volta nell'ottobre del 2000 alla Galleria Ghelfi di Vicenza, in una personale presentata da Vittorio Sgarbi, e nel 2001 alla Galleria Quadra di Brescia con la prefazione di Tino Bino. Di queste mostre hanno scritto Mauro Corradini, Fausto Lorenzi e Alessandro Riva. Nel 2001 espone nella mostra “Vita Silente”, curata da Lucia Stefanelli Torossi alla Galleria Archivio Arco Farnese di Roma. Lo stesso anno espone anche un gruppo di dipinti alla Galleria Forni di Bologna e partecipa alla Fiera di Vicenza con la Galleria Ghelfi. Dopo queste prime esperienze continua a dipingere pur abbandonando l'attività espositiva. Parallelamente posa per lunghi periodi per lo scultore Giuseppe Bergomi di cui è moglie e compagna, musa e modella.La sua esperienza orafa, risulta preziosa nell'assistenza al lavoro in cera per le fusioni in bronzo, e nella collaborazione delle varie attività dello studio del marito.Nel 2017 espone, nella duplice veste di pittrice e modella, allo Studio Etra di Firenze, presentata da Vittorio Sgarbi e Fausto Lorenzi.


Federico Rui Arte Contemporanea
via Filippo Turati, 38 | cortile interno | 20121 Milano (MI)
federico@federicorui.com -  t. +39 392 49 28 569   

Cuochi da tutta Italia a Catania per l’VIII Edizione di CIBO NOSTRUM, la Grande Festa della Cucina Italiana.

CIBO NOSTRUM
31 marzo 2019
Villa Bellini, Catania


La città di Catania è pronta ad ospitare l’VIII edizione di Cibo Nostrum, la Grande Festa della Cucina Italiana, che quest’anno si svolgerà a Villa Bellini il 31 marzo prossimo. Attesi cuochi e pasticceri da tutta Italia.
Saranno almeno 300 le postazioni allestite all’interno della Villa Bellini, dove chef stellati, cuochi professionisti e pasticceri delizieranno il pubblico con le loro ricette e preparazioni gastronomiche, con accanto numerosi tra i migliori produttori agroalimentari, mentre 50 cantine siciliane hanno già aderito all’evento e proporranno in degustazione il meglio delle loro produzioni. A organizzare l’evento è la Federazione Italiana Cuochi, con il suo Dipartimento Solidarietà Emergenze e con il supporto dell’Unione Regionale Cuochi Siciliani. Accanto alle berrette bianche nazionali, infatti, ci sono i colleghi delle nove associazioni provinciali dell’isola, con l’Associazione Provinciale Cuochi Etnei in prima linea.





«È un graditissimo ritorno in Sicilia per tutti quanti noi e con importanti novità, a cominciare dallo scenario  meraviglioso della città di Catania – dichiara il presidente nazionale Fic, Rocco Pozzulo – Non ci si abitua mai alla grande e calorosa accoglienza del popolo siciliano e in particolare del territorio etneo. Siamo lieti che Cibo Nostrum sia entrato nei cuori di migliaia di partecipanti, siciliani ma anche turisti».

In quei giorni Catania diventerà la Capitale del Gusto d’Italia: dal 31 marzo al 2 aprile proprio nel capoluogo etneo si svolgerà il 30° Congresso Nazionale della Federazione Italiana Cuochi, al centro fieristico Le Ciminiere, all’interno dell’ampio programma del Cooking Fest, il Salone dell’enogastronomia e delle tecnologie in cucina, organizzato da Expò.



E tra le novità che riguardano proprio Cibo Nostrum, c’è anche l’appuntamento con la Pasta alla Norma, un omaggio che la Federazione renderà, durante l’evento, alla città e al Comune di Catania, per sottolineare quanto siano importanti le tradizioni gastronomiche del nostro Paese e quanto le ricette e la loro storia possano unire i popoli. 

L’appuntamento sarà curato con il supporto, in particolare, dell’Associazione Provinciale Cuochi Etnei, con a capo il neopresidente Chef Angelo Scuderi. «Il nostro orgoglio quest’anno è raddoppiato, dato che questa Festa vedrà protagonista proprio il nostro territorio – sottolinea Seby Sorbello, cuoco etneo Doc, presidente Fic Promotion, organizzatore delle prime edizioni di Cibo Nostrum, assieme all’amico e collega Pietro D’Agostino, chef stellato taorminese – e siamo certi che i catanesi, ma anche i tanti turisti, risponderanno al meglio al nostro invito».

«Ancora una volta – aggiunge Roberto Rosati, presidente nazionale Dse Fic – lo spirito della manifestazione sarà di beneficenza e, d’intesa con il Comune, anche quest’anno devolveremo parte del ricavato dell’evento ai più bisognosi. Già il grande cuore dei cuochi Fic è in prima linea».




Cibo Nostrum
alla Villa Bellini

€ 10

Ogni ticket da diritto a 6 consumazioni (a scelta libera tra food e beverage)


Se vuoi vivere Cibo Nostrum 2019, ti basterà acquistare i ticket di degustazione online in prevendita fino al 30 marzo 2019 oppure all’interno dei Giardini Bellini di Catania il giorno dell’evento.
I ticket di degustazione valgono sia per le portate che per le bevande. Ad ogni ticket corrisponde un totale di 6 consumazioni.

Il ricavato di Cibo Nostrum 2019 verrà devoluto in beneficenza al DSE – Dipartimento Solidarietà Emergenze FIC, alla Comunità di Sant’Egidio Sicilia e alla Locanda del Samaritano di Catania.



Info e Programma
 

lunedì 25 marzo 2019

PARMA 360. Il Festival della creatività contemporanea propone mostre, installazioni ed eventi diffusi, all’insegna della rigenerazione e della rifunzionalizzazione degli spazi urbani.


PARMA 360 Festival della creatività contemporanea
mostre, installazioni, eventi

IV edizione
L’eredità creativa e tecnologica di Leonardo da Vinci

a cura di Camilla Mineo e Chiara Canali

6 aprile – 19 maggio 2019

Info e Programma www.parma360Festival.it

Ufficio Stampa PARMA 360
IBC Irma Bianchi Communication
Tel. +39 02 8940 4694 - mob. +39 328 5910857 - info@irmabianchi.it



In vista delle celebrazioni di Parma Capitale italiana della Cultura 2020, prende il via sotto il segno di Leonardo, nell’anno che ne ricorda i 500 anni dalla scomparsa, la quarta edizione di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, evento dedicato alle massime espressioni delle arti visive contemporanee e alla creatività giovanile.
Dal 6 aprile al 19 maggio 2019 il ricco palinsesto, dal titolo L’eredità creativa e tecnologica di Leonardo da Vinci, propone al grande pubblico mostre ed eventi diffusi in città in luoghi istituzionali e privati, all’insegna della rigenerazione e della rifunzionalizzazione degli spazi urbani per un coinvolgimento attivo della cittadinanza e dei visitatori.

Nascono così, in dialogo con vie, quartieri e scorci storici e suggestivi di Parma, gigantesche installazioni, pale pittoriche, sculture cinetiche, carte disegnate a mano, proiezioni multimediali, percorsi olfattivi e realtà aumentata, che portano la firma di grandi artisti come Aqua Aura, Maria Cristina Carlini, Giuseppe Ciracì, Peter de Cupere, Duilio Forte, Michele Giangrande, Paolo Mezzadri, Alice Padovani, Enrico Robusti, oltre agli street artists che fanno capo al MAUA Museo di Arte Urbana Aumentata e agli otto artisti cinetici tedeschi Sebastian Hempel, Angelika Huber, Siegfried Kreitner, Pfeifer & Kreutzer, Carolin Liebl & Nikolas Schmid-Pfähler, Hans Schock, Björn Schuelke, Martin Willing



Simbolo dell’unione delle culture umanistica e scientifica, il genio di Leonardo Da Vinci viene omaggiato dal Festival, attraverso l’arte contemporanea, per l’eredità creativa e tecnologica trasmessa imperitura attraverso i secoli, privilegiando le ricerche di quegli artisti che continuano a stupirci per la sperimentazione della loro tecnica espressiva, per l’indagine in settori diversi rispetto a quelli di loro stretta pertinenza, come la scienza, la tecnologia e la percezione, e per la capacità di innovare in modo semplice ma creativo.

Parole chiave del Festival, quindi, incoraggiare e divulgare l’arte contemporanea e promuovere gli artisti emergenti, attraverso la valorizzazione del patrimonio artistico parmense trasformato in un vero e proprio museo diffuso sul territorio. In questo modo chiese sconsacrate, palazzi storici, spazi di archeologia industriale e musei, come il Ponte Europa più conosciuto come Ponte Nord, che riapre al pubblico per l’occasione, l’Edicola ottocentesca di Piazza della Steccata, la Chiesa di San Quirino, il Ponte Romano, l’Oratorio di San Tiburzio, tipico esempio di Barocco parmense, l’Antica Farmacia di San Filippo Neri, il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico e APE Parma Museo, riacquistano il loro valore aggregativo e si arricchiscono di nuove valenze semantiche.


L’iniziativa abbraccia dunque attivamente tutta la città e si arricchisce del circuito off 360 VIRAL per coinvolgere il pubblico in un percorso che spazia dal centro storico fino al quartiere Oltretorrente, con l’obiettivo di rilanciare e promuovere la fervida cultura artistica già presente sul territorio. All’appello sono chiamati oltre 50 spazi creativi di Parma: gallerie, studi professionali, associazioni, coworking, enolibrerie, negozi per una ricca e curiosa offerta espositiva, in collaborazione con Ascom.

PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, che vede la direzione artistica e la curatela di Camilla Mineo e Chiara Canali, è organizzato dalle associazioni 360° Creativity Events ed Art Company, con il sostegno del Comune di Parma e un’ampia rete di partner pubblici e privati.

Il percorso espositivo dell’edizione 2019 prende avvio dal lungo e avveniristico corridoio in vetro e acciaio del PONTE NORD, che ospita le creazioni di Michele Giangrande, Duilio Forte e Peter de Cupere. A firma del barese Michele Giangrande la grande installazione site-specific a dimensione ambientale GEARS (Ingranaggi), dove 1.000 cartoni da imballaggio dislocati come molteplici ruote dentate, a lanterna o gabbia, costituiscono le forme circolari di ingranaggi meccanici, di circa 3 metri di diametro ciascuno, che entrano in relazione con le volumetrie del ponte ad evocare i meccanismi delle complesse macchine di Leonardo. Sospese invece le sculture volanti dell’italo-svedese Duilio Forte, ispirate ad animali immaginari e alla mitologia soprattutto scandinava, secondo le regole del movimento ArkiZoic, quali Ptero IX Ingens una riproduzione gigante in legno di uno Pterodattilo simile a quello esposto al Museo di Storia Naturale di Milano, che vola fisicamente sopra di noi a unire metaforicamente passato e presente, e Sleipnir XLIX, installazione in legno di circa 7 metri di altezza raffigurante il leggendario cavallo di Odino, simbolo per l’artista di esplorazione, scoperta e conquista. Infine il progetto Olfactory Portraits di Peter de Cupere, instancabile sperimentatore da oltre 20 anni dell'arte olfattiva nel mondo e ideatore dell’Olfactory Art Manifest, che vanta all’attivo più di 700 lavori legati alla percezione olfattiva dei contesti sociali, culturali e ambientali. L’artista belga propone un percorso che si dipana in una sequenza di casse di legno per il trasporto di opere d’arte, di dimensioni differenti, che racchiudono odori e fragranze. In questo modo lo spettatore è invitato ad essere parte attiva nella fruizione dell’opera e ad immedesimarsi con la situazione creata, in quanto gli odori influiscono sulla nostra vita emotiva e sulla formazione dei nostri ricordi. Al secondo piano del Ponte Nord la mostra del MAUA, Museo di Arte Urbana Aumentata, ideata e curata da Bepart in collaborazione con la casa editrice Terre di Mezzo, la scuola di fotografia Bauer e altri partner, permette di ammirare tramite l’App Bepart, disponibile gratuitamente su Google Play e Apple Store, 15 degli oltre 50 lavori di Street Art in diverse città italiane, animati con altrettanti contenuti virtuali attraverso la Realtà Aumentata.

Sempre nell’ottica della Realtà Aumentata, i digital artists di Bepart hanno rivestito l’Edicola ottocentesca di Piazza della Steccata con immagini dedicate a Leonardo da Vinci, prelevate dal Codice Trivulziano e dalla Sala delle Asse del Castello Sforzesco di Milano.

La bellezza e l’ipnosi del movimento sono invece le caratteristiche che accomunano le opere dell’innovativa mostra E PUR SI MUOVE presso la CHIESA DI SAN QUIRINO, a cura di Afra Canali e Siegfried Kreitnr, che riunisce le ricerche di otto artisti cinetici provenienti dalla scena tedesca: Sebastian Hempel, Angelika Huber, Siegfried Kreitner, Pfeifer & Kreutzer, Carolin Liebl & Nikolas Schmid-Pfähler, Hans Schock, Björn Schuelke, Martin Willing, i quali condividono con Leonardo l’entusiasmo nella comprensione della magica coreografia del gioco meccanico. L’esposizione è realizzata in collaborazione con la Galleria Kanalidarte di Brescia, che da sempre segue i movimenti cinetici italiani ed internazionali.

Il percorso verso la Chiesa di San Quirino si arricchisce con l’installazione inedita La Chiusa. Omaggio a Leonardo di Maria Cristina Carlini, collocata sotto le arcate del PONTE ROMANO recentemente restaurate nel rinnovato sottopasso della Ghiaia. L’opera, composta da quattro imponenti porte in legno di recupero e ferro, che racchiudono al loro interno un “raggio di luce” dorato, simbolo del riflesso del sole sull’acqua, si ispira al sistema di chiuse fluviali studiato dal maestro fiorentino. La scultrice milanese d’adozione, figura di spicco nel panorama della ricerca plastica italiana contemporanea, indaga nei suoi lavori i rapporti fra l’uomo, la natura e i diversi materiali, interpretando la scultura come continua esplorazione di forme universali e primordiali.

L’artista parmigiano Enrico Robusti presenta un progetto pittorico realizzato appositamente per l’ORATORIO DI SAN TIBURZIO, Danze macabre, sposine ambiziose e angeli caduti. L’opera nasce da una riflessione sulla condizione umana, sullo spirito leonardesco di andare oltre i propri limiti al di là delle leggi universali ed è incentrata sul rapporto tra la sfera terrena e quella celeste. Con il suo stile grottesco e caricaturale, i suoi volti trasfigurati e i cortocircuiti prospettici, Robusti racconta ambizione, progresso, limiti sociali, ansie, disubbidienza, individualismo, momenti di vita quotidiana portati all’esagerazione e all’esasperazione, per rappresentare la voce di una società, dell’uomo, o meglio il suo grido.

Inoltre, in occasione del Festival, riapre l’ANTICA FARMACIA DI SAN FILIPPO NERI dopo un oblio di oltre cinquant’anni, grazie a un progetto di rivalutazione promosso dall’Associazione 360° Crativity Events assieme a Positive River Festival e Ad Personam, con il contributo di Fondazione Cariparma. Al suo interno sono presentate le personali dell’artista pugliese Giuseppe Ciracì dal 6 al 29 aprile e, a seguire, della modenese Alice Padovani dal 4 al 26 maggio. Il progetto Le carte di Windsor raccoglie una decina di lavori su carta di Ciracì, datate 2011-2017, che rielaborano ossessivamente alcuni famosi disegni di Leonardo conservati nelle collezioni della Royal Library del Castello inglese di Windsor, raffiguranti studi di anatomia e fisiologia, caricature e ricerche su cavalli, geografia e catastrofi naturali. I disegni sono carte “mediate” dagli agenti atmosferici, che modificano e trasformano i supporti pittorici. L’artista interviene esclusivamente a matita o sanguigna sulle trasparenti pagine di acetato, assecondando lo sviluppo segnico e sovrapponendosi agli appunti del maestro toscano o colmando gli spazi vuoti, per arrivare a comporre un reticolo di forme anatomiche che utilizzano le tecniche dello “sfumato” e del “non finito” leonardesco. In Codice involontario Padovani unisce alla spontaneità dell’impulso creativo il rigore del metodo scientifico e l’interesse per il mondo naturale. La mostra racconta l’evoluzione del suo percorso dall’utilizzo del disegno come mezzo espressivo e strumento di indagine scientifica ed emotiva, alla classificazione materiale più recente, con animali e insetti reali raccolti in teche entomologiche e scatole. Recuperare, catalogare, ordinare sono atti di memoria, strenui combattimenti per il controllo del tempo e dei ricordi, misurati attraverso azioni artistiche quali assemblaggi, installazioni e momenti performativi. Quella di Alice Padovani è una poetica ibrida, da cui si origina un Codice involontario, innato, inconscio, spontaneo.
Il cortile interno dell’Antica Farmacia è invaso da Il Gioco è il Tempo, enorme installazione di Paolo Mezzadri che, in un percorso ludico e attivo dove lo spazio diventa territorio di un tempo intimo e personale, ci invita a riscoprire dal 6 aprile al 26 maggio il gioco da adulti, a cui abbandonarsi senza schemi e regole per ritrovarne lo spirito, e condividere gesti fanciulleschi senza paura e senza timore.

Quest’anno nel percorso del Festival rientra anche il MUSEO D’ARTE CINESE ED ETNOGRAFICO, considerato tra i più importanti al mondo. Nelle sale le opere contemporanee di Aqua Aura, grazie alla mostra La stratègie du camouflage curata da Marta Santacatterina, instaurano un dialogo profondo con le memorie millenarie di civiltà lontane; emblematico in tal senso il video Millennial Tears, che si apre con gli immensi scenari dei ghiacciai artici, per poi restringere il campo visivo dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, come in The Gift, che presenta in teche scintillanti racchiuse da nastri di tulle cellule impazzite, camuffate da un aspetto ammaliante. L’incessante metamorfosi della vita trova la sua manifestazione estetica anche nelle due serie inedite Sweet November e Carnal Still Life, in cui le elaborazioni digitali di immagini fotografiche fondono l’ambiente della natura e degli oggetti tipicamente urbani con ingrandimenti al microscopio di cellule, tessuti umani, virus e parassiti, al fine di restituire da un lato la complessità di un organismo, dall’altro quella dell’ambiente in cui l’uomo vive e la complessità della riflessione artistica contemporanea.

La programmazione di PARMA 360 si completa con la mostra STORIE DAGLI ABISSI. Mari di Sicilia tra reale e virtuale, eccezionalmente esposta dal 14 aprile fino al 7 agosto presso APE PARMA MUSEO, il centro culturale ed espositivo ideato e realizzato da Fondazione Monteparma. Il progetto, a cura di Francesco Spaggiari, si snoda attraverso i temi della navigazione antica, degli scambi commerciali e delle battaglie navali, con particolare riferimento alla prima guerra punica, e crea un dialogo innovativo tra archeologia, arte e tecnologia per promuovere la valorizzazione e la conoscenza del patrimonio culturale subacqueo. L’allestimento propone per la prima volta un’inedita combinazione tra l’esposizione fisica di reperti archeologici provenienti dai fondali siculi, l’avventura del loro ritrovamento e le soluzioni tecnologiche in grado di offrire un’esperienza immersiva. Scopo principale dell’evento è, infatti, rendere “accessibile l’inaccessibile” con il ricorso alla realtà aumentata e virtuale.