L’arte di Rubens Fogacci vive sotto il
segno dell’Extimità, l’esternazione della parte più intima del sé. Non si
tratta del semplice esternismo corporeo, di quella specie di “outing” della
società odierna, dove tutto è esibito, urlato, nudo. Non si tratta neanche di
un’intimità forzata a rivelarsi, tradita da uno spirito estroverso. La
spiegazione di questo nuovo atteggiamento, antropologico prima ancora che
estetico, sta nella riscoperta dell’intimo, avvenuta per mano della solita
schiera d’intellettuali nella seconda parte del XX secolo e, quindi inte
-letta, ragionata e indotta a ri-nascere, indubbiamente per il sentito malore
della sua carenza. Ebbene, concesso l’ “ esibizionismo” alla nostra realtà,
liberata di ogni internazione, essa tende, per semplice legge fisica, a
bilanciare questo estremismo e a crea un ambiente spirituale, virtuale e
telematico. Questo è il nuovo ambiente della vita interiore e, dunque,
dell’intimità, meglio, dell’extimità o, per dirla con il celebre psicologo
Pasini, la pubblicazione del privato. La nuova cyber intimità richiede il possesso,
no, il possedersi di avanzati strumenti tecnologici che condannano, per la loro
freddezza, alla solitudine e l’ isolamento davanti allo schermo, dove è diffusa
on-line l’anima dell’uomo moderno. Lo spazio e il tempo della condivisione di
sentimenti si azzerano, poiché virtualmente immediati. L’habitat della
creatività, quella destinata all’interpretazione del segreto mondo intero,
s’impoverisce perche trasmesso telematicamente, senza più produrre i corpi
fisici della sua inesauribile flora e fauna. Questo avrebbe potuto essere il
quadro della desolante realtà affettiva, se il nuovo illimitato fare estetico,
quello sorto dopo “la morte dell’arte”, non avesse avvertito la progressiva
perdita dell’essere a favore del fare e non avesse attivato procedimenti etici
per contrastarla. L’operazione artistica del giovane artista bolognese è
esemplare per l’effettuarsi di questi dinamismi di rettifica. La sua ricerca
nasce e si evolve con il chiaro intento né di nascondere, né di rendere
virtuale, il ricco mondo del creativo, bensì di renderlo “fruibile” per il
solitario consumatore cibernetico, capace di percepire solo con gli occhi,
avendo perso la possibilità di coinvolgere gli altri sensi.
Fogacci prepara
frutti gustosi, succhi sgorganti, figure carnali e provocanti usando solo i
colori e la propria maestria di pittore. Decisivo per la buona riuscita di
questo “banchetto per gli occhi” è sempre il moto intimo, la personale gioia di
vivere, portati all’esterno in un impeto barocco, generoso e inesauribile, come
l’animo dell’artista. Figure sinuose, colori vivi, disegno incisivo celebrano
un nuovo realismo post-moderno e post-magico, in continua evoluzione come il
costante work in progress della virtuale rete mondiale. Questa è
un’affermazione voluta e fatta con convinzione giacché l’efficacia comunicativa
è diventata la principale caratteristica anche per l’opera d’arte, costretta a
misurarsi con un’infinità d’immagini, immediate e tecnologiche, ma non per
questo capaci a competere con l’interattività di un oggetto artistico, nata
dalla sua semplice presenza fisica. Essere qui e ora non significa rendersi
visibili in questo momento, bensì offrire il corpo e l’animo all’esterno senza
uno schermo di protezione.
Rubens Fogacci si concentra non tanto sulla
narratività della sua pittura quanto sulla sua presenza “invadente”, in quanto
dominante nel contesto d’esposizione. La pienezza, la policromia e la dinamica
delle forme donano un tono alto alla raffigurazione, conciliante figurativo e
astratto nel linguaggio post-moderno che, già in precedenza, abbiamo definito
come un Melting polular art. La distanza da una delle correnti più “chiassose”
della storia dell’arte è evidente a livello concettuale: La Pop Art include lo
spettacolo quotidiano della società moderna, mentre Fogacci esterna la
complessità della vita interiore, realizzando l’Extimità dell’intimità.
Presentazione critica a
cura di:
Giorgio Grasso
Curatore mostra
Deborah Petroni
Sponsorizzata da:
www.virtualstudios.it
www.genzianariccicomunicazione.it
www.ilpensieroartistico.eu
www.paolobalsamo.it
www.francescocaparrucci.it
orari:
entrata libera dalle 11.00 alle 18.30
e dalle 20.30 con biglietto d’ingresso
relativo allo spettacolo
Mail: info@wikiarte.com
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