Federico Garibaldi è un fenomeno talentuoso non solo
nell’ambito della fotografia di moda - dove ormai è consolidato e conosciuto -
ma emerge anche in quello della fotografia d’arte.
Lo spirito di osservazione, la sensibilità, l’attenzione
dedicata alle luci, ombre, silhouettes, alla tecnica e ai supporti, sono
estremamente raffinati, ricercati.
La sperimentazione e la ricerca contenutistica viaggiano di
pari passo: mai banali o scontate anzi in bilico tra il documentarismo e
l’astrazione aulica introspettiva.
Nei suoi lavori noto un coup
d’oeil maturo e stilistico che guarda alla fotografia tipica del
“reportage” del grande maestro Sebastiao
Salgado che però viene approfondita e direi quasi “condita” dalla forte
personalità e dall’acuta creatività poliedrica di Federico Garibaldi.
Nei suoi viaggi svolti nel Sud Italiano si avverte
quell’atmosfera che nella cinematografia italiana chiamiamo “neorealismo” e che
prosegue negli scatti dei volti, degli occhi, degli oggetti, della natura umana
dei personaggi thailandesi rifranti dall’obiettivo di Garibaldi nel contesto
del suo viaggio asiatico.
Federico Garibaldi va anche oltre tutto ciò e decide di avventurarsi nel
contemporaneo dell’astrazione valicando la forma nell’immagine retinica e
assurgendo alla composizione spaziale atemporale che ci porta in una dimensione
alternativa, quasi virtuale.
I lavori di video arte presentati in Galleria STATUTO13,
infine, sono dotati di grande introspezione e sapranno stupire il fruitore
della mostra grazie all’effetto sorpresa anche grazie alla voluta esposizione
come assoluta anteprima nel nostro Paese….e non solo.
“DoKumenta”
Testo critico a cura di Massimiliano Bisazza
Nel vasto scenario artistico milanese emerge finalmente una
spiccata attenzione verso la fotografia che tardava a contaminare - con
accezione positiva del termine “contaminare” – la nostra città, il nostro
Paese.
Federico Garibaldi è a mio avviso un fenomeno talentuoso non
solo nell’ambito della fotografia di moda (dove ormai è consolidato e
conosciuto) ma anche in quello della fotografia d’arte.
Lo spirito di osservazione, la sensibilità, l’attenzione
dedicata alle luci, ombre, silhouettes, alla tecnica e ai supporti, sono
estremamente raffinati, ricercati.
La sperimentazione e la ricerca contenutistica viaggiano di
pari passo: mai banali o scontate anzi in bilico tra il documentarismo e
l’astrazione aulica introspettiva.
Nei suoi lavori noto un coup
d’oeil maturo e stilistico che guarda alla fotografia tipica del
“reportage” del grande maestro Sebastiao
Salgado che però viene approfondita e direi quasi “condita” dalla forte
personalità e dall’acuta creatività poliedrica di Federico Garibaldi.
Nei suoi viaggi svolti nel Sud Italiano si avverte
quell’atmosfera che nella cinematografia italiana chiamiamo “neorealismo” e che
prosegue negli scatti dei volti, degli occhi, degli oggetti, della natura umana
dei personaggi thailandesi rifranti dall’obiettivo di Garibaldi nel contesto
del suo viaggio asiatico.
Ama trattare temi scottanti come l’indigenza, le condizioni
di vita dove le immagini hanno spesso luci chiare, dove ogni cosa sembra vivere
in bilico.
Se è vero che l’artista/fotografo è confrontabile all’idea
di “fotografo del passato”, cioè il pittore; posso tranquillamente affermare
che Federico Garibaldi è quel “pittore” che sa raccontarci e mostrarci ciò che
la nostra Madre Terra ci dona.
Dagli scorci visuali ai paesaggi intimistici in movimento ai
soggetti immortalati nel diaframma della sua macchina fotografica.
Antonello da Messina, noto pittore del quattrocento italiano,
non ha forse viaggiato nelle Fiandre, osservato, appreso e trasferito lo stile
fiammingo fino al nostro Paese? Esattamente come un fotografo d’altri tempi
dipingeva il dettaglio lenticolare con amore ed attenzione e ci ha permesso di
percepire il mondo di quei secoli lontani, lasciandocene testimonianza.
Federico Garibaldi va anche oltre tutto ciò e decide di avventurarsi nel
contemporaneo dell’astrazione valicando la forma nell’immagine retinica e
assurgendo alla composizione spaziale atemporale che ci porta in una dimensione
alternativa, quasi virtuale.
Se paragonato ancora una volta all’ambito cinematografico
direi che i lavori astratti di Garibaldi evocano le atmosfere di “the Matrix”
dove le “matrici” (appunto) sono degli elementi di tipo tabellare che hanno
strutture matematiche che rappresentano una sorta di cyberspazio o realtà
simulata dalle macchine (cit. Andy Wachowsky, sceneggiatore).
Concluderei con i lavori di video arte, nei quali denoto una
profonda esperienza sensoriale collegabile al mondo della fotografia dove i
segreti nascosti nel vissuto personale dei personaggi incontra in qualche modo
un rimando tutto personalistico e introiettato…dove anche l’osservatore riesce
a cogliere una realtà interpretabile e del tutto propria e intimistica.
“DoKumenta”
Mostra
personale di fotografia di:
Federico Garibaldi
A cura di Massimiliano Bisazza
-Opening: 16 Ottobre 2013 dalle h 18,30 alle h 21,00
In mostra fino al 29 Ottobre 2013 mattino
Presso: Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13
Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano
Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al
sabato
INFO
Cell. +39 347 2265227 | info@statuto13.it
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