NOSTOS di Vito Bongiorno (Opere dal 1990 al 2019)
A cura di Lorenzo Canova
Testi in catalogo di: Lorenzo Canova, Enzo Fiammetta, Ernesto Di Lorenzo
Inaugurazione: sabato 12 Ottobre ore 17:30
Fino al 31 dicembre 2019
MACA - Museo Arte Contemporanea Alcamo (TP)
Piazza Ciullo, 91011 Alcamo TP, Italia
+39 0924 24592, assessoratocultura@comune.alcamo.tp.it
Orari al pubblico: dal lunedì alla domenica dalle ore 9,30 alle ore 12,30; pomeriggio dalle ore
16,30 alle 19,30
A cura di Lorenzo Canova
Testi in catalogo di: Lorenzo Canova, Enzo Fiammetta, Ernesto Di Lorenzo
Inaugurazione: sabato 12 Ottobre ore 17:30
Fino al 31 dicembre 2019
MACA - Museo Arte Contemporanea Alcamo (TP)
Piazza Ciullo, 91011 Alcamo TP, Italia
+39 0924 24592, assessoratocultura@comune.alcamo.tp.it
Orari al pubblico: dal lunedì alla domenica dalle ore 9,30 alle ore 12,30; pomeriggio dalle ore
16,30 alle 19,30
Il Maca di Alcamo ospiterà l’Antologica di Vito Bongiorno “Nostos” per la XV Giornata del
Contemporaneo.
Contemporaneo.
Anche ad Alcamo, il 12 ottobre, si celebra la XV Giornata del Contemporaneo, iniziativa
nazionale che coinvolge i Musei soci di AMACI, l’Associazione dei Musei d’arte Contemporanea
Italiani.
nazionale che coinvolge i Musei soci di AMACI, l’Associazione dei Musei d’arte Contemporanea
Italiani.
Il MACA, la struttura museale alcamese, socia di AMACI, aderisce all’iniziativa, presentando la mostra antologica dell’artista Vito Bongiorno. L’inaugurazione dell’Antologica, sabato 12 Ottobre alle ore 18:00; la mostra resterà aperta al pubblico fino al 31 Dicembre.
Il catalogo della mostra è a cura dello storico dell’arte Lorenzo Canova. Parlano dell’autore l’editore Ernesto Di Lorenzo ed il direttore artistico della Fondazione Orestiadi Enzo Fiammetta.
Breve cenni biografici
Vito Bongiorno nasce ad Alcamo nel 1963, studia al Liceo artistico di Roma dove sviluppa un grande interesse nell’esplorazione della materia in relazione al tempo. Tra il 1985 e 1987 vive a Monaco di Baviera dove allestisce le prime mostre e successivamente a New York. Oggi è tra i protagonisti più rappresentativi dell’arte contemporanea romana, noto per l’utilizzo del carbone e della cenere, come simbolo dell’amarezza, dell’inquinamento, della malattia e della spaccatura che caratterizzano l’umanità. Ciò che preme all’artista Bongiorno è far emergere se stesso, delineando uno stile personale nell’ambito delle correnti più innovative.
Vito Bongiorno nasce ad Alcamo nel 1963, studia al Liceo artistico di Roma dove sviluppa un grande interesse nell’esplorazione della materia in relazione al tempo. Tra il 1985 e 1987 vive a Monaco di Baviera dove allestisce le prime mostre e successivamente a New York. Oggi è tra i protagonisti più rappresentativi dell’arte contemporanea romana, noto per l’utilizzo del carbone e della cenere, come simbolo dell’amarezza, dell’inquinamento, della malattia e della spaccatura che caratterizzano l’umanità. Ciò che preme all’artista Bongiorno è far emergere se stesso, delineando uno stile personale nell’ambito delle correnti più innovative.
Fra i momenti più significativi e recenti della sua carriera: nel luglio 2009, il presidente del Museo delle Trame Mediterranee “Fondazione Orestiadi” di Gibellina, Ludovico Corrao acquisisce all’interno del Museo l’opera di Bongiorno Oltremare a Gibellina. Nel 2014, l’artista espone presso i Musei Capitolini e, nello stesso anno, il Ministero della Pubblica Istruzione gli commissiona un murales di 6 metri all’interno di una scuola romana. Successivamente, interviene con un’istallazione al Museo Cà Pesaro in occasione della Biennale di Venezia mentre a Napoli la sua performance Terra Mater apre le porte al "Naf-Napoli Arte Fiera" .
Nel 2019 espone al Macro Museo d 'Arte Contemporanea di Roma con l’opera Our Planet.
Afferma il Sindaco Domenico Surdi: “Ospitare, presso il nostro Museo di Arte Contemporanea, le opere del Maestro Vito Bongiorno segna una nuova tappa del percorso volto alla costruzione di una visione contemporanea della Città. L’artista alcamese, con questa Mostra, ristabilisce un legame con i luoghi e gli spazi della sua memoria e dei suoi affetti; un’esposizione caratterizzata dall’impiego del carbone al posto dei colori e dei pennelli, il segno distinguibile di Bongiorno.
Dichiara l’assessore alla cultura Lorella Di Giovanni “le opere che il Maestro presenta alla sua personale di Alcamo vogliono descrivere quell’inquinamento morale e sociale che logora il nostro pianeta, svelando la speranza di una rinascita attraverso un linguaggio materico in continua trasformazione”.
Scrive il curatore della mostra, Lorenzo Canova: “Il progetto evidenzia, già dal titolo, il ritorno di un artefice alla sua terra nativa dopo una lunga assenza, un’immersione a ritroso nel proprio passato che fa emergere le creazioni del presente. I riferimenti di Bongiorno fondono le radici classiche della Sicilia alle dialettiche del presente, ricordano le forme di antiche sculture riportando a una meditazione sulle questioni planetarie. L’artista ha ampliato le sue opere in senso tridimensionale, passando dalle mappe mondiali e dalla sagoma dell’Italia alla costruzione di sfere che ricordano il pianeta ed i suoi ecosistemi (pensiamo alle regioni artiche e all’Amazzonia) minacciati dalla corsa al profitto che distrugge tutto, senza tenere in conto il destino delle generazioni future”.
L’editore Di Lorenzo, che cura l’evento antologico ad Alcamo, scrive “Nostos, il titolo di questa antologica di Vito Bongiorno, è perfetto sia per il significato esistenziale che per la sintesi artistica e la valenza simbolica. Ogni artista, come diceva Consolo, è un ulisside: cerca sempre nuovi orizzonti, ma non può prescindere dal ritorno alla propria “isola”; così Bongiorno, pur aperto ad esperienze in Italia e all’estero (da Roma a Monaco di Baviera, a New York) ha mantenuto il suo rapporto umano e creativo con la Sicilia. Un rapporto alimentato di ricordi e di suggestioni, rivelatosi decisivo nelle scelte estetiche: vedi i due elementi cromatici che caratterizzano la poetica dell’artista: il blu del mare e del cielo, il nero del carbone, il senso di luce, apertura e speranza da una parte, quello di spaccatura, amarezza, dall’altra: i chiaroscuri e le contraddizioni della vita e della nostra terra”.
Ed Enzo Fiammetta, Direttore del Museo della Fondazione Orestiadi di Gibellina scrive: “Come misurare la fragilità delle cose? Come riflettere sui delicati equilibri che governano la contemporaneità, definita da una rete di immagini, fatti e relazioni, reali e virtuali, che ci fanno tralasciare le vere necessità che oggi mettono in pericolo la nostra sopravvivenza sulla terra? Le opere di Vito Bongiorno ci portano dentro una dimensione che riflette sul tempo che viviamo, un equilibrio delicato che sopraintende la nostra realtà, la fiducia nell’uomo si deve misurare con la fragilità e l’incertezza che governa il mondo.
La ricerca dell’artista trova conferma nelle sue geografie, realizzate con tessere di carbone, opere che confermano, nel contrasto tra soggetto e materia, la complessità del fine da raggiungere per consentire la sopravvivenza del pianeta e salvaguardare la nostra essenza”.
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