VENUS IN FURS
ARTISTE
Premessa del comitato
Ventiquattro artiste selezionate tramite un’idea aggregativa del Comitato composto da Loredana Galante, Antonella Casazza e Marta Mez, (anch’esse artiste) che hanno ideato e concretizzato una collettiva tutta al femminile. A corredo dell’iniziativa una scommessa sinergica, un catalogo analitico che vuole indagare e restituire uno spettro di declinazioni concettuali ed estetiche frutto di variegate esperienze artistiche. Il progetto espositivo è aperto all’utilizzo di differenti media e stili, linguaggi e poetiche, comprendendo opere di pittura, scultura, fotografia, fiber art, collages, video e performing art. Il Comitato, dando corpo a questa idea, ha inteso delineare la complessità dell’universo femminile attraverso un progetto in cui la voce narrante è rappresentata dalla ricerca artistica, ma la scelta delle artiste risponde dichiaratamente a criteri di stima e affetto reciproci che stanno alla base di questo collettivo di Amiche.
Il titolo della mostra VENUS IN FURS è stato scelto dalla curatrice Rebecca Delmenico autrice del testo che accompagna la mostra. La domanda che il Comitato si pone e rivolge ai visitatori è la seguente: “In una mostra di sole donne ci sono degli elementi comuni dettati da un’inclinazione, da attributi sensibili, da una categoria con specifiche inclinazioni, attitudini, peculiarità biologiche? Se esistono, possono essere alla base di una creazione di valore, di una gradazione contributiva riconoscibile nella nostra società?”
Come si diventa ideatrici e organizzatrici di una mostra di 24 artiste di cui facciamo parte? Una gita condivisa, un’idea, l’istantanea attivazione di tre amiche artiste, una pazienza infinita e tanto impegno. Come si realizza? GRAZIE ad uno spazio: SAC – Spazio Arte Contemporanea che ci ospita ed una curatrice che ci sostiene da subito e ci scrive un testo, Rebecca Delmenico.
Testo di Rebecca Delmenico
Il romanzo VENUS IN FURS (1870) opera di Leopold Von sacher Masoch, rimane celebre nella memoria collettiva: Severin, un uomo sobrio, racconta della propria devozione assoluta per Wanda, che lui identifica con Venere, dea dell’amore. Nella stanza di Severin campeggia un dipinto, per il quale dice di aver tratto ispirazione dalla Venere allo specchio di Tiziano, che raffigura una venere del nord che indossa solamente una pelliccia: essa è l’incarnazione della donna perfetta secondo le proprie fantasie.
Ma la protagonista, proprio in virtù di quella forza che tanto sobillava l’animo di Severin, si ribella e si emancipa dall’ideale a cui è associata per spogliarsi di quella pelliccia che la imprigionava in un ruolo.
VENUS IN FURS è in misura più profonda la definitiva affermazione del desiderio di esprimersi e dell’istinto creativo come forza generatrice. La collettiva “Venus in Furs” riunisce un gruppo di artiste che hanno deciso di esprimere il loro estro e la loro creazione proiettata come pulsione di vita, quello che Freud chiamava Eros, dal nome della divinità greca dell’amore.
Ogni artista si apre a un dialogo che restituisce un grande affresco dove confluiscono, attraverso media diversi, aree di ricerca che indagano il tessuto contemporaneo nelle trame dell’esistenza.
Parliamo del tema della memoria e della percezione del tempo, dei ricordi, o dell’inconscio e dei suoi luoghi inesplorati, passando per il corpo femminile, sinuoso e fluttuante come un velo o scultoreo. La donna e il suo essere nella società odierna è vagliata nel suo scardinarsi dal classico ruolo di angelo del focolare, e allora l’immagine femminile è dipinta mentre è rinchiusa in asfissianti ambientazioni domestiche permeate di infiorescenze, o è alle prese con comuni faccende. Si passa anche all’attualità più stringente, con tematiche sociali che toccano l’antispecismo o più direttamente legate al mondo femminile, delineando percorsi che per quanto dolorosi portano alla rinascita e al ritrovamento di sé.
L’arte ha un valore sociale, di avvicinamento tra le persone, di unione, come un rito collettivo dove regna il principio greco della kalocagathia, dove ciò che è bello è anche buono.
La collettiva VENUS IN FURS è stata possibile grazie all’impegno di Loredana Galante, Marta Mez e Antonella Casazza, che hanno costituito un comitato che si è occupato di coordinare e realizzare il progetto.
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