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mercoledì 5 luglio 2023

Postnature . All'Atelier Montez di Roma, inaugura la trilogia di mostre dal titolo "Sprawl" l'artista Sergio Angeli, a cura di Giò Montez, con testi di Claudia Pecoraro.

 


Postnature 

di 

Sergio Angeli


A cura di Giò Montez

Testo a cura di Claudia Pecoraro


Dal 15 Luglio al 31 Agosto 2023

Vernissage: Sabato 15 Luglio ore 18:30


Audio installazione di Angelo Secondini

Video documentario di Gattonudo production


Atelier Montez

via di Pietralata 147/a, Roma




Dal 15 giugno fino al 30 settembre 2023 a Roma prende il via il progetto innovativo dal titolo Sprawl a cura di Giò Montez.

Atelier Montez presenta una trilogia di mostre, articolate secondo un meccanismo fluidamente concatenato che diventa narrazione unica, come fossero tre capitoli dello stesso romanzo. 

Ad abitare lo spazio, due artisti, Monica Pirone e Sergio Angeli, noti per la loro produzione individuale ma che da anni lavorano anche in duo sotto il nome di 4HANDS.

Fil rouge dei tre atti è l’audio-installazione del musicista Angelo Secondini, che ha concepito un lavoro site-specific seguendo da vicino il lavoro di Monica Pirone e Sergio Angeli fin dalla sua ideazione.


Nello spazio così fortemente antropizzato della prima esposizione, al volgere della sua conclusione, si inseriscono, quasi si insinuano, elementi di segno assai diverso: le “impronte fossili” di Sergio Angeli. A partire da alcuni giorni prima della inaugurazione della sua mostra-residenza Postnature, le installazioni di Monica Pirone cominciano a convivere con queste nuove presenze, fino ad esserne coperte. 

Migliaia di impronte, fossili di elementi naturali raccolti dall’artista nei parchi e nei boschi, sono testimonianze della natura che fu in questa civiltà. Dipartendosi da una grande opera-madre sospesa, orme evanescenti su veline leggerissime di carta riciclata si impadroniscono dello spazio insieme alle stesse matrici naturali delle impronte, sulle quali questa volta sono le sfumature del nero a dominare: «la testimonianza è assenza di colore, che in realtà tutto contiene». 

Alle pareti, arazzi sospesi a rami, contribuiscono a comporre un habitat appartenente al passato, un mondo che non c’è più e di cui rimane traccia. Impronte sempre in movimento, in un fluire imprevedibile, per l’intervento dello stesso artista e delle persone che frequenteranno lo spazio. 


In pieno tempo d’estate, la mostra uscirà fuori dal luogo che la ospita per avanzare nel vicino Parco dell’Aniene. Qui, in una sorta di riconsegna alla natura delle impronte stesse, il pubblico è richiamato alla riflessione interagendo con le opere in modo ancora più intimo: le persone sono spinte a compiere un percorso individuale che può scaturire persino nella appropriazione di una delle installazioni”.





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