Luca Dalmazio nasce a Bologna, e dopo gli studi accademici, si specializza nei Paesi Bassi. Alternando tecniche fotografiche e pittura, dirige la sua arte verso una continua ricerca sul corpo umano: sulla pellicola si riflette l’immagine disegnata a mano dall’artista, sovrapposta e sfasata, fuori registro, a raffigurare l’anima del soggetto, in perenne ricerca della dimensione spirituale da fissare sulla tela, la vera immagine che sottende l’effimera materia del corpo umano.
Anatomy 2 (2007) 100x54 stampa a pigmenti su tela |
Michele (2007) 70x70 matita e inchiostro su carta |
TX RED CROSS (2009) olio su tela |
Ultimamente ha inaugurato ad Urbino la sua mostra personale "Stati di Allucinazione Perversa", proposta nel 2008 presso gli spazi della Galleria Famiglia Margini di Milano. In queste opere pittoriche, l'occhio dell'artista si trasforma in immagine, in occhio fotografico, meccanico per poi divenire membra, movimenti contorsioni, emozioni, corpo dal quale come da una crisalide fuoriesce, dimensionandosi in un'identità fin allora sconosciuta.
"Mi sento perso, solo, impaurito, vulnerabile, cerco di nascondermi, ma sono nudo, inerme, la mente inizia ad affondare nel magma dell’ignoto, non voglio risvegliarmi e ritrovarmi ancora una volta abbandonato. Mi sento osservato, giudicato, uno sguardo insistente incombe dall’alto, mi cerca, mi rincorre e mi schiaccia sul pavimento; una pavimentazione liberty, apparentemente dolce, accogliente, dove è possibile ritrovare le certezze smarrite. Ma come spesso accade ecco che improvvisamente il piacere affannosamente cercato e posseduto diviene dolore, il suolo ha un effetto risucchiante, ingloba, assorbe il corpo dell’artista, lo muove, lo fa suo, tirandone i fili, fino ad arrivare ad esserne il solo padrone. Il motivo decorativo, si ripete all’infinito, ritorna, insiste, circonda il corpo di Dalmazio, lo avvolge, lo aggroviglia non lasciandogli spazio riflessivo, ma divenendo quasi repressivo. Come un tarlo pulsa, batte ripetutamente nella mente e come sostiene l’artista stesso subentra una sorta di stato allucinatorio, nel quale egli pare liquefarsi, divenendo un tutt’uno con l’ambiente circostante. Il luogo è freddo, asettico, monocromo, realizzato con tinte verdi, blu o canna da zucchero, che paiono bloccare il racconto, come se l’istante venisse incastonato in un tempo immobile, dove la sola angoscia è concessa. La monotonia cromatica viene improvvisamente interrotta da alcune “intrusioni” di piccoli interventi pittorici, che si addensano invadendo la decorazione del pavimento; il colore a volte arancio, a volte rosso, diviene elemento vitale, si muove e si insinua tra le trame dello spazio, assumendo sia una valenza di intromissione nella continuità di chi osserva, ma altresì un’ultima opportunità alla quale aggrapparsi prima di abbandonarsi ad uno stato di allucinazione perverso."
Testo a cura di Alberto Mattia Martini
Jenny (2008) 100x70 olio su tela |
SelfPortrait allucination 5 (2008) 30x40 olio su tela |
Self-portrait allucination 1 (2006) 52x41 olio su tela |
Noi l'abbiamo intervistato nel suo studio a Milano, dove vive e lavora, e fotografato nell'intimità del suo bagno.
Luca Dalmazio | Ph by Marla Lombardo |
Ph by Marla Lombardo |
Quando hai cominciato ad approcciarti all'arte, quale è stata la spinta per cominciare?
Fin da bambino mi sono avvicinato al disegno e alla pittura. Amavo disegnare persone, animali, visualizzare i miei sogni o i miei incubi. Durante i primi anni di studi ho focalizzato l’attenzione sull’apprendimento della tecnica e sullo studio del corpo. Sono sempre stato interessato alle visualizzazioni del corpo. Non conosco la ragione di ciò, ma non è importante… lasciarci guidare dal nostro istinto oppure più semplicemente dal desiderio.
Il desiderio è la matrice dell’universo, come diceva il grande André Breton, e desiderare vuole dire talvolta volere a tutti i costi anche se questo appagamento può passare per la distruzione.Il desiderio passa dall’osservazione di ciò che ci piace, alla consapevolezza di desiderarlo, all’appagamento di averlo alfine ottenuto.La nascita della mia opera è stata spinta da un grande desiderio, un bisogno irrinunciabile del mio essere di dare forma alle mie idee, di creare un piccolo mondo parallelo dove le uniche regole sono quelle dettate dal sottoscritto, dove liberare tutte le mie fantasie, nel quale talvolta rifugiarmi per sfuggire ad una realtà banale e talvolta squallida e imperfetta.
Ph by Marla Lombardo |
Come ho già detto gran parte della mia produzione ha come oggetto principale di indagine il corpo.
Un corpo che ho visualizzato nel tempo secondo modalità differenti, utilizzando tecniche diverse. Ho iniziato il mio percorso artistico con lavori pittorici dove accostavo segni di natura tecnica diversa, dalla grafite al graffio, inglobando le figure in strutture geometriche e sfondi colorati monocromatici.
Il colore nei miei quadri è utilizzato per sottolineare l’emotività cromatica della mia relazione con il corpo.
Maggiore attenzione è data da me al segno, mi lega ad esso il piacere di riprodurre il soggetto già indagato fotograficamente ed è un ossessivo riprodursi dello stesso soggetto.
La fotografia interviene nella fase progettuale, per mettere in scena delle situazioni che appaiono reali; un’idea, una storia, una performance, un avvenimento ideato mettendo in scena i modelli, siano essi corpi estranei o il mio stesso corpo negli autoritratti.
Dopo di che comincio a visualizzare gli scatti attraverso la creazione di opere pittoriche.
Mi piace questo intreccio di tecniche diverse: fotografia, disegno, pittura, di nuovo fotografia, la tecnica è importante ma è solo un mezzo qualunque per poter visualizzare quello che hai in mente, secondo me però necessaria .
Le Anatomies ad esempio sono nate così.
E’ un lavoro sul corpo ma anche sulla fragilità della nostra identità.
Corpi disegnati con differenti tecniche e sovrapposti; doppio, gemello, un moderno Narciso che si specchia nell’acqua perdendosi negli abissi della sua mente alla ricerca del suo doppio.
Qui sono partito dall’idea, dagli scatti ai modelli, per passare al disegno e poi di nuovo alla stampa su tela: ma è l’idea la vera opera, il senso del tutto.
Il messaggio, il concetto, questo è importante.
In un altro lavoro pittorico, per cui sono stato anche contestato, The TX Red Cross, ho ritratto una trans crocifissa in una tela a sfondo rosso ad olio su tela.
La crocifissione della trans appare come una provocazione vista in chiave simbolica di un nuovo martire, simbolo di tutte le diversità messe al bando dalla società moderna che si riscopre alquanto ipocrita, perbenista e moralista, come tutti gli imperi in crisi vede affiorare vecchi fantasmi di messa la bando del diverso dalla norma senza per contro interrogarsi sulle proprie mancanze e sui problemi reali da risolvere.
Ecco cos’è per me fare Arte, fare Arte e basta, senza inseguire convenienze e mercati facili. fare ciò che mi piace e dire quello che voglio , quello che penso, almeno nel mio piccolo mondo.
Un corpo che ho visualizzato nel tempo secondo modalità differenti, utilizzando tecniche diverse. Ho iniziato il mio percorso artistico con lavori pittorici dove accostavo segni di natura tecnica diversa, dalla grafite al graffio, inglobando le figure in strutture geometriche e sfondi colorati monocromatici.
Il colore nei miei quadri è utilizzato per sottolineare l’emotività cromatica della mia relazione con il corpo.
Maggiore attenzione è data da me al segno, mi lega ad esso il piacere di riprodurre il soggetto già indagato fotograficamente ed è un ossessivo riprodursi dello stesso soggetto.
La fotografia interviene nella fase progettuale, per mettere in scena delle situazioni che appaiono reali; un’idea, una storia, una performance, un avvenimento ideato mettendo in scena i modelli, siano essi corpi estranei o il mio stesso corpo negli autoritratti.
Dopo di che comincio a visualizzare gli scatti attraverso la creazione di opere pittoriche.
Mi piace questo intreccio di tecniche diverse: fotografia, disegno, pittura, di nuovo fotografia, la tecnica è importante ma è solo un mezzo qualunque per poter visualizzare quello che hai in mente, secondo me però necessaria .
Le Anatomies ad esempio sono nate così.
E’ un lavoro sul corpo ma anche sulla fragilità della nostra identità.
Corpi disegnati con differenti tecniche e sovrapposti; doppio, gemello, un moderno Narciso che si specchia nell’acqua perdendosi negli abissi della sua mente alla ricerca del suo doppio.
Qui sono partito dall’idea, dagli scatti ai modelli, per passare al disegno e poi di nuovo alla stampa su tela: ma è l’idea la vera opera, il senso del tutto.
Il messaggio, il concetto, questo è importante.
In un altro lavoro pittorico, per cui sono stato anche contestato, The TX Red Cross, ho ritratto una trans crocifissa in una tela a sfondo rosso ad olio su tela.
La crocifissione della trans appare come una provocazione vista in chiave simbolica di un nuovo martire, simbolo di tutte le diversità messe al bando dalla società moderna che si riscopre alquanto ipocrita, perbenista e moralista, come tutti gli imperi in crisi vede affiorare vecchi fantasmi di messa la bando del diverso dalla norma senza per contro interrogarsi sulle proprie mancanze e sui problemi reali da risolvere.
Ecco cos’è per me fare Arte, fare Arte e basta, senza inseguire convenienze e mercati facili. fare ciò che mi piace e dire quello che voglio , quello che penso, almeno nel mio piccolo mondo.
Ph by Marla Lombardo |
Cos'è per te l'arte? La tua visione dell'arte contemporanea?
L’Arte con la A maiuscola è qualcosa di importante, affascinante, una splendida malattia che se riesce a penetrare il tuo corpo non se ne va e ti porti dentro per tutta la vita.
L’Arte o la si ama davvero o non sarà, ultima fedele compagna per tutta la vita, ragione di essere e di dare un senso alla nostra presenza su questo mondo.
In un momento in cui si è giunti dove in arte tutto sembra già essere stato fatto, sperimentato qualsiasi materiale o tecnica, immersi come siamo in un mondo multimediale che ci bombarda continuamente di migliaia di immagini talvolta anche surrogate l’artista deve tornare a proporre un suo punto di vista personale, un’idea, un concetto, interrogarsi sul perché delle cose o urlare al mondo la sua semplice e severa presenza, urlare la sua diversità per non essere fagocitato in un universo caotico, anonimo e stereotipato.
L’Arte con la A maiuscola è qualcosa di importante, affascinante, una splendida malattia che se riesce a penetrare il tuo corpo non se ne va e ti porti dentro per tutta la vita.
L’Arte o la si ama davvero o non sarà, ultima fedele compagna per tutta la vita, ragione di essere e di dare un senso alla nostra presenza su questo mondo.
In un momento in cui si è giunti dove in arte tutto sembra già essere stato fatto, sperimentato qualsiasi materiale o tecnica, immersi come siamo in un mondo multimediale che ci bombarda continuamente di migliaia di immagini talvolta anche surrogate l’artista deve tornare a proporre un suo punto di vista personale, un’idea, un concetto, interrogarsi sul perché delle cose o urlare al mondo la sua semplice e severa presenza, urlare la sua diversità per non essere fagocitato in un universo caotico, anonimo e stereotipato.
Ph by Marla Lombardo |
E a Milano, che scena vedi? Cosa sta succedendo in questa città?
Milano è ancora in Italia una piazza interessante visto il clima culturale in cui versa il nostro paese, ma ha sicuramete perso quello slancio vitale che la caratterizzava fino agli anni ottanta. La crisi per il piccolo mondo dell’arte è iniziata già anni fa, sancita solo ultimamente con l’affermazione di nuove realtà europee e la fuga di collezionisti e mercanti verso l’estero.
In Italia e a Milano in generale l’arte contemporanea è solo mercato, molti artisti giovani lavorano mirando a inventare un lavoro che sia interessante ma commerciale e facilmente vendibile, canali che nulla hanno a che vedere con ‘attenzione per il bello promuovono questo e quello, per poi farli ricadere nell’oblio dopo pochi anni.
Arte come la moda, quadri come vestiti per stagione, riedizione continua e rivisitata di clichè più o meno strutturati.
Pochi investimenti rivolti ad aiutare realmente gli artisti e promuovere la loro ricerca: se gli unici che si danno da fare sono delle gallerie private, che sono dei mercanti spesso non più della levatura di coloro che li hanno preceduti, i risultati non possono che essere mediocri.
Chi di tutti questi resisterà al tempo? Chi ha davvero nel suo piccolo potuto dire di aver provato a dire qualcosa di nuovo o semplicemente di diverso?
Milano dovrebbe tornare ad investire sulla creatività degli artisti, offrire spazi agli artisti recuperando ad esempio certi spazi sfitti del comune creando dei laboratori d’artista, come ad esempio si fa a Berlino.
Dalla sinergia di nuovi giovani che sarebbero liberi di poter lavorare anche insieme potrebbe nascere davvero qualcosa di nuovo.
Milano è ancora in Italia una piazza interessante visto il clima culturale in cui versa il nostro paese, ma ha sicuramete perso quello slancio vitale che la caratterizzava fino agli anni ottanta. La crisi per il piccolo mondo dell’arte è iniziata già anni fa, sancita solo ultimamente con l’affermazione di nuove realtà europee e la fuga di collezionisti e mercanti verso l’estero.
In Italia e a Milano in generale l’arte contemporanea è solo mercato, molti artisti giovani lavorano mirando a inventare un lavoro che sia interessante ma commerciale e facilmente vendibile, canali che nulla hanno a che vedere con ‘attenzione per il bello promuovono questo e quello, per poi farli ricadere nell’oblio dopo pochi anni.
Arte come la moda, quadri come vestiti per stagione, riedizione continua e rivisitata di clichè più o meno strutturati.
Pochi investimenti rivolti ad aiutare realmente gli artisti e promuovere la loro ricerca: se gli unici che si danno da fare sono delle gallerie private, che sono dei mercanti spesso non più della levatura di coloro che li hanno preceduti, i risultati non possono che essere mediocri.
Chi di tutti questi resisterà al tempo? Chi ha davvero nel suo piccolo potuto dire di aver provato a dire qualcosa di nuovo o semplicemente di diverso?
Milano dovrebbe tornare ad investire sulla creatività degli artisti, offrire spazi agli artisti recuperando ad esempio certi spazi sfitti del comune creando dei laboratori d’artista, come ad esempio si fa a Berlino.
Dalla sinergia di nuovi giovani che sarebbero liberi di poter lavorare anche insieme potrebbe nascere davvero qualcosa di nuovo.
Ph by Marla Lombardo |
Ph by Marla Lombardo |
Ci sono alcuni artisti che influiscono sul tuo lavoro? A cosa ti ispiri? Come nasce la spinta creativa?
Ci sono stati, all’inizio, poi ho preso la mia strada. Ci sono molti artisti che mi piacciono, probabilmente qualcosa di loro c’è anche nel mio lavoro, magari più a livello mentale che tecnico.
Ho sempre amato artisti affascinati ed estremi, che attraverso opere drammatiche hanno puntato al raggiungimento del sublime.
Amo artisti drammatici come Schiele, Dalì, Bacon e la Saville, la body art, fotografi visionari e trasgressivi come Mapplethorpe, Witkin, Olaf. Quanto influenzino i miei lavori non è un problema che mi pongo, sono i miei e basta.
Per quanto riguarda la spinta creativa ti ho già risposto: la mia esigenza che ad un certo punto si fa sentire, di esprimermi e visualizzare una mia idea.
Mi viene un’idea, un concetto da esprimere. Lo visualizzo mentalmente e poi parte l’esecuzione lunga e accurata del progetto realizzativo.
Ci sono stati, all’inizio, poi ho preso la mia strada. Ci sono molti artisti che mi piacciono, probabilmente qualcosa di loro c’è anche nel mio lavoro, magari più a livello mentale che tecnico.
Ho sempre amato artisti affascinati ed estremi, che attraverso opere drammatiche hanno puntato al raggiungimento del sublime.
Amo artisti drammatici come Schiele, Dalì, Bacon e la Saville, la body art, fotografi visionari e trasgressivi come Mapplethorpe, Witkin, Olaf. Quanto influenzino i miei lavori non è un problema che mi pongo, sono i miei e basta.
Per quanto riguarda la spinta creativa ti ho già risposto: la mia esigenza che ad un certo punto si fa sentire, di esprimermi e visualizzare una mia idea.
Mi viene un’idea, un concetto da esprimere. Lo visualizzo mentalmente e poi parte l’esecuzione lunga e accurata del progetto realizzativo.
Ph by Marla Lombardo |
Cosa accadrà in futuro? Hai qualche mostra o evento in programma?
Per ora c’è in programma solo una mostra collettiva “Terzo Rinascimento” allestita presso la Galleria Famiglia Margini di Milano della mia amica Grace e io sto portando avanti nuovi lavori, ma sono top secret. Sono alla ricerca di uno spazio importante e di un gallerista serio, molto coraggioso e onesto per mettere in scena tutto il progetto delle Anatomies, alcune già esposte e premiate in questi anni, per una mostra personale. Ma si vedrà, chi può dirlo?
Ph by Marla Lombardo |
Cosa fa Luca quando non è "artista"?
Luca quando non fa l’artista lavora ad esempio, come tutti perché bisogna anche mangiare, no?
Sono un insegnante di educazione artistica alla scuola media, così almeno anche di giorno mi occupo di arte. Nel tempo libero vado in palestra, cerco di tenermi in forma, senza esagerare, così curo il mio corpo e cerco di preservarlo il più possibile, ci sono affezionato.
E leggo, guardo film e televisione, penso molto.
E ovviamente, quando riesco e mi resta tempo, cerco di vedere cose, persone, luoghi, sono forse sempre alla ricerca di qualcosa che mi colpisca, che mi dia nuovi stimoli.
"Arte mia compagna fedele per la vita"
Sono un insegnante di educazione artistica alla scuola media, così almeno anche di giorno mi occupo di arte. Nel tempo libero vado in palestra, cerco di tenermi in forma, senza esagerare, così curo il mio corpo e cerco di preservarlo il più possibile, ci sono affezionato.
E leggo, guardo film e televisione, penso molto.
E ovviamente, quando riesco e mi resta tempo, cerco di vedere cose, persone, luoghi, sono forse sempre alla ricerca di qualcosa che mi colpisca, che mi dia nuovi stimoli.
Ph by Marla Lombardo |
"Arte mia compagna fedele per la vita"
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