Per chi arriva nel Bellunese da sud, salendo in autostrada da Treviso o – anche meglio – lungo la statale che svalica
la sella del Fadalto, il colpo d'occhio della acuminata corona di crode che si specchia nelle acque cupe del
lago di Santa Croce è davvero un magnifico benvenuto in Dolomiti.
È magnifico di giorno, quando le cime spesso imbiancate si riflettono
mosse, sul piano dell'acqua solcato da qualche barchetta di pescatori,
ed è magnifico di notte, quando il lago diventa
una tavola nera e sparisce, oscurato dallo stellato che sovrasta
l'Alpago. Santa Croce è il secondo lago più grande del Veneto. È
parecchio ventoso, ed è perciò l'ideale per gli amanti degli sport
d'acqua. D'estate (ma già dalla primavera) le spiagge all'altezza
di Farra d'Alpago si riempiono di bagnanti e di windsurfer, velisti,
kitesurfer… Questo è decisamente il luogo più vicino al mare che ci sia
nel Bellunese: è un mare dolce, abbracciato da boschi e montagne, a
breve distanza da luoghi che dal mare sono invece
lontani anni luce, come la foresta del Cansiglio e le cime meta di
camminatori e amanti del parapendio. La giornata al lago di Santa Croce
può essere un'altra giornata a sforzo zero, come quella al Cordevole, o
può diventare l'occasione per una bella gita
in bicicletta. Da poco infatti è stata inaugurata la ciclovia che da
Soverzene (tra Ponte nelle Alpi e Longarone, a pochi chilometri dal
capoluogo Belluno) scende lungo il greto del Piave e conduce fino al
lago di Santa Croce e poi, volendo, fino al Fadalto,
tra gallerie, fiumi, ponti, canali. Se siete amanti degli sport d'acqua
e delle spiagge colorate, vive, piene di gente, fermatevi a Farra,
sulla sponda nord orientale del lago. Se invece cercate un luogo un po'
più tranquillo e raccolto, proseguite fino all'estremità
sud-orientale, e raggiungete l'affascinante baia delle Sirene, dove si
trova anche un centro sperimentale ittiogenico che racconta i segreti
del lago e dei suoi abitanti – carpe, lucci, cavedani, trote, pesci
persico…
Infine,
un Ferragosto in alta quota, in occasione del quale potrete bagnarvi i
piedi stanchi di camminata nelle acque
gelide e azzurrissime di uno dei laghetti più belli delle Dolomiti
Bellunesi. Quest'ultima proposta prevede un seppur contenuto sforzo
fisico, perché al
laghetto del Coldai ci si arriva solamente a piedi. La vista però
ripaga lo sforzo, e ben oltre qualunque aspettativa, perché il lago si
trova ai piedi della grandiosa parete sud della Civetta, una delle più
belle e maestose cime della montagna bellunese.
La salita al lago è davvero semplice: da Palafavera (siamo nello
Zoldano) c'è un'antica placida mulattiera militare dei tempi della
Grande Guerra che porta fino al rifugio Sonino al Coldai, e da qui al
lago mancano giusto dieci, quindici minuti di sentiero.
Che poi facciate o meno il bagno nel lago, sarete comunque entusiasti
di aver fatto la fatica di salire fin quassù: per il colore abbacinante
delle acque che quasi brillano, sul grigio della parete di rocce; per la
vista mozzafiato a 360° su gran parte delle
Dolomiti e per lo scorcio sulla cittadina e sul lago di Alleghe, giù
molto molto in basso. Senza contare che qui, sicuramente, sarete
riusciti a sfuggire all'afa insopportabile dei Ferragosto
tradizionali...
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